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| L'approdo di Ulisse e dei suoi compagni nella terra delle Capre è quella di un ladro che, da quanto è abituato, non sa neppure di esserlo, di un saccheggiatore che fa sue senza problemi cose che non gli appartengono (da notare che venivano dalla terra dei Ciconi, dopo aver devastato la città, ucciso la maggior parte degli abitanti maschi e stuprato la maggior parte delle donne, cui era seguita un'esperienza di totale evasione tra gli effetti allucinogeni del loto). Appena scesi nella terra del ciclope, gli achei fanno fuori un centinaio di pecore e capre e mangiano a sazietà. Per spiegare tale atteggiamento Ulisse premette subito nel suo racconto, pur senza saperlo al momento dello sbarco, che si trattava della terra dei Ciclopi, fertile di natura, a prescindere dal loro lavoro, che agricolo non è. E poi, dal punto di vista culturale, i Ciclopi sono troppo rozzi perché degli esseri civilizzati si abbassino a chiedere il permesso di trafugare un centinaio di animali per sfamarsi, i quali peraltro vengono detti "selvatici" da Ulisse, cioè di nessuno. I Ciclopi vivono in una terra ricca di suo e non sanno - fa notare Ulisse dall'alto della sua conoscenza agronomica - che potrebbero ricavarne cento volte di più se solo conoscessero scienza e tecnica e se solo sapessero costruire navi con cui scambiare i prodotti, venderli... Ulisse dà per scontato che l'economia di scambio sia nettamente superiore, sotto ogni aspetto, a quella di mera sussistenza. E' sintomatico ch'egli descriva Polifemo con tutti i pregiudizi possibili prima ancora d'aver parlato del dialogo tra i due, e cioè che è un mostro solitario dal corpo talmente grande da non apparire umano, è anzi feroce e ingiusto, privo di affetti, perché non sposato, senza figli, senza amici o parenti, insomma una cosa orripilante. La leggenda in realtà narra che Polifemo amò la ninfa Oceanina Galatea, la quale però gli preferiva il giovane Aci, figlio di Fauno, che, sorpreso con lei dal Ciclope, fu da questi ucciso col lancio da una rupe. Ulisse stranamente racconta che s'era portato con sé il vino perché sapeva che ne avrebbe avuto bisogno, lasciando così credere ch'egli già sapesse dell'esistenza del ciclope nell'isola. Anche quando entrano nella sua grotta, la prima cosa che viene in mente agli achei è quella di rubare formaggi e animali. Ulisse invece, curioso di natura e pronto a tutte le sfide, preferisce mangiare i formaggi direttamente dentro la grotta, per vedere se Polifemo vorrà ospitarlo, e per mostrare che lui, l'eroe militare, era l'umano, mentre l'altro, il pecoraio analfabeta, il ferino, e precisa, nel racconto ai Feaci, con tutta l'ipocrisia che sempre lo contraddistingue in questi casi, che una parte dei formaggi, essendo egli un uomo "pio" e "religioso", fu dedicata agli dèi. |
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