LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
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Esempi di Stati misti:
Per cominciare dal Vicino Oriente, parliamo dei Fenici, cioè dell'esempio più tradizionale di Stato mercantile asiatico, versato fin dalle proprie origini nel commercio marittimo e le cui rotte si spingono a occidente fin sulle coste dell'Africa e a oriente su quelle della Grecia - passando ovviamente per l'isola di Creta (come vedremo meglio più avanti). Dei Fenici ci parla abbondantemente già Omero, soprattutto nell'Odissea, descrivendoli come un popolo di commercianti e di pirati (il commercio e l'attività meramente predatoria infatti, si confondono ancora fortemente tra loro, dato il bassissimo sviluppo di regolamentazione degli scambi!). Può apparire paradossale il fatto che proprio in Oriente, laddove cioè il commercio dovrebbe essere attività pressoché inesistente, venga a crearsi il fenomeno dei popoli-mercanti. Un tale fatto tuttavia è il prodotto proprio della diffusa impreparazione dei popoli di quell'area nell'affrontare e nel portare avanti questo tipo di attività, neglette eppur necessarie! Anche in Occidente troviamo svariati esempi di "Stati misti": uno, molto celebre, è costituito da Sparta, l'altro invece dalla civiltà etrusca. Nel primo caso, un tale tipo di conformazione mista è innanzitutto il risultato di un'esigenza pratica: quella di una ristretta minoranza della popolazione di conservare il dominio politico e militare su una fetta molto più vasta, da essa mantenuta in una condizione servile o comunque fortemente minoritaria; nell'altro caso, invece, essa è il prodotto oltre che di fattori abbastanza simili a quelli precedenti, anche - quasi certamente - di un retaggio culturale di stampo asiatico (legato alle origini di tale popolo). In entrambi gli Stati, troviamo una minoranza (classe/casta) proprietaria delle terre (discendente di antenati che hanno sottomesso gli originari abitanti delle regioni su cui essi ora risiedono… i quali, nel caso degli Etruschi, si trovavano molto probabilmente a un livello di sviluppo decisamente inferiore rispetto agli invasori) la quale ha costituito uno Stato di tipo militare. Nel caso di Sparta, la popolazione dominatrice - al fine di salvaguardare l'unità politica e militare interna - ha scelto la via della condivisione dei beni, bandendo cioè la proprietà privata e, con essa, gli squilibri e le disparità sociali a essa legate (le quali porterebbero all'insorgenza di una lacerante lotta di classe tra la stessa popolazione dominante). Si ha così una netta contrapposizione tra le popolazioni esproprianti (proprietarie - seppure collettivamente - delle terre), e quelle espropriate e asservite, o comunque residenti in zone periferiche e prive di diritti politici. Il caso etrusco è in parte differente. Meno accentuati sono infatti in esso gli aspetti militaristici della dominazione, anche a causa del minore squilibrio numerico esistente tra invasori e invasi, e meno rigide le norme vigenti all'interno della comunità dominante (ovvero l'aristocrazia etrusca): più elastica quindi la stessa proibizione della proprietà privata. I nobili si spartiscono così le terre, avendo ognuno un proprio appezzamento su cui risiedere e in cui sviluppare una vasta rete clientelare privata. In ogni caso, anche nell'Etruria è forte l'esigenza di compattezza da parte di una fascia ristretta della popolazione, al fine di fronteggiare eventuali ribellioni delle popolazioni asservite, tenute a bada anche attraverso lo strumento della sudditanza psicologica (oltre che con le armi). Come si accennava, non va poi dimenticata come causa di un tale sviluppo non pienamente occidentale, pure in regioni nelle quali la conformazione fisica del territorio lo favorisce, l'origine probabilmente asiatica degli etruschi. Si suppone infatti una loro provenienza dalle regioni anatoliche. Se ciò fosse vero, i loro antenati sarebbero appartenuti ad etnie sfuggite alle devastazioni del XII secolo a. C. (i segni delle quali sono presenti un po’ su tutta l'area mediterranea orientale) ed approdate successivamente, al termine di peregrinazioni via mare, sopra le coste tirreniche dell'Italia centrale. |
a cura di Adriano Torricelli