LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


Il commercio in Occidente e in Oriente

Il fenomeno degli scambi non è propriamente occidentale, e nemmeno propriamente asiatico. In qualsiasi contesto è naturale tra diversi individui 'scambiare' ciò che si ha in eccedenza con ciò di cui si ha bisogno, in base al principio della reciproca convenienza. Ma non basta questo a costituire un commercio né tanto meno un mercato.

Per arrivare a questo è necessario che gli scambi siano 'irregimentati', che escano cioè dalla fase puramente istintiva e irriflessa nella quale il passaggio della merce è un fatto che riguarda semplicemente i suoi attori, senza essere per nulla legato a una volontà di accumulazione sistematica dei prodotti da parte di qualcuno (ai danni, magari, di qualcun altro). In questa prima fase 'ingenua', lo scambio è ancora essenzialmente mero baratto.

Questo tipo di transazioni rimarranno (e rimangono ancora oggi, forse) un dato di fondo consistente anche nelle società occidentali, nelle quali tuttavia un ruolo primario ha oramai assunto il mercato. Nelle società asiatiche poi, pur sviluppandosi col tempo una forma di commercio con l'esterno, soprattutto in relazione a popoli marginali e semi-nomadi (come ad esempio i celeberrimi Fenici, o i Berberi) specializzati nel favorire transazioni commerciali tra regioni tra loro anche estremamente distanti, il baratto rimarrà a livello locale la regola e non certo l'eccezione.

Bronzo di Riace

Negli stati classisti, viceversa, la possibilità dei singoli produttori di disporre liberamente dei prodotti delle proprie terre darà impulso molto presto al commercio, inteso come pratica di scambio sistematica (da un certo momento sostenuta anche dall'invenzione della moneta []1) finalizzata all'accumulo di ricchezze private.

Una tale pratica inoltre - nonché in generale la tendenza di alcuni soggetti all'accumulazione privata, ai danni chiaramente degli equilibri interni della comunità -, laddove si svilupperà (esistono difatti anche esempi di civiltà occidentali che tendono a rifiutare questi fenomeni, una per tutte la società spartana), porterà come diretta conseguenza alla nascita di disparità sociali all'interno anche della stessa 'classe dominante', quella cioè dei conquistatori e dei 'liberi'.

E' in questo secondo tipo di contesto che diviene possibile la nascita delle classi : gruppi sociali - tra loro differenti sia per quantità di ricchezze possedute che per interessi, valori… - che tendono a rapportarsi tra loro in modo conflittuale (nonostante la possibilità di trovare delle convergenze su problemi e su scelte concrete), dando vita così a quel meccanismo - detto appunto "lotta di classe" - che è il motore stesso del dinamismo delle società di tipo occidentale, in contrasto con l'immobilismo del mondo asiatico!

Anche da questo punto d'osservazione si può arguire quale profonda differenza sussista tra le società asiatiche, fondate su un sistema sociale fondamentalmente chiuso e immobile (le caste), e quelle occidentali, fondate al contrario sulla lotta tra interessi e punti di vista differenti (incarnati da quelle realtà economico-politiche, in continua evoluzione, che sono appunto le classi), e le implicazioni che tali differenze non possono non avere sul piano dello svolgimento storico delle due differenti forme di Stato!


[1] Ma il fatto che siano le società occidentali a sviluppare maggiormente il commercio, anche attraverso l'uso della moneta, non deve indurre a credere che quest'ultima sia una loro invenzione: al contrario, pare che essa sia nata in Lidia, per iniziativa quindi di 'popoli mercantili' specializzati - come si è già detto - nel favorire le transazioni commerciali tra i più vasti Stati del Vicino Oriente (come ad esempio l'Egitto o la Mesopotamia). (torna su)


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015