LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


1- La seconda colonizzazione:
coordinate essenziali;
cause e conseguenze sul mondo greco

La dea Minerva

Il fenomeno delle migrazioni era da sempre piuttosto frequente in aree come quelle greche ed egee, ed era dovuto essenzialmente alle particolari condizioni geografiche, e quindi politiche, interne a esse: e cioè al loro essere non di rado oggetto di incursioni da parte di popoli nomadi, provenienti dalle zone settentrionali; alle loro scarse risorse territoriali; e infine alla presenza invitante del mare, un ponte che le connetteva (e che le connette) ad altre regioni attigue, a esse inoltre spesso geograficamente simili.

Nei secoli precedenti alle due migrazioni, tanto i popoli minoici quanto quelli micenei avevano 'colonizzato', non solo culturalmente (i primi) ma anche militarmente (i secondi), molte delle aree circostanti. E i Micenei inoltre erano giunti fin sulle coste occidentali dell'Italia meridionale!

Solo però con il tredicesimo secolo - in conseguenza della profonda destabilizzazione politica della società micenea, dovuta alle incursioni doriche - avvenne la prima vera colonizzazione greca delle antistanti coste anatoliche, per iniziativa sia dei popoli Ionici che di quelli Dorici ed Eolici.

La seconda grande colonizzazione, quella che si svolse appunto tra VIII e VI secolo, si pose perciò nel solco di quella precedente, e di essa sfruttò sia le rotte che le conquiste territoriali, ponendosi - non solo idealmente - come una sua continuazione.

- Le (probabili) cause della grande migrazione

Prima di descrivere brevemente i tempi, i luoghi e i modi di questo evento epocale (che fu poi la somma di molti distinti flussi migratori, distribuiti nel tempo) è necessario delineare le cause che molto probabilmente furono alla sua origine.

Come quasi tutti gli eventi di grande portata, anche questo non ebbe un'unica motivazione, bensì molte ragioni concomitanti, seppure non tutte della medesima importanza. Le principali furono: l'aumento della popolazione, sia nelle regioni europee che in quelle asiatiche (già coloniali); lo sviluppo, nei periodi immediatamente precedenti, dei commerci; nonché in generale l'affermarsi di un certo "spirito di avventura", molto probabilmente risvegliato proprio dai traffici. (Si ricordi inoltre che anche la situazione del Vicino oriente si stava gradualmente riassestando, cosa che ovviamente favorì notevolmente sia la ripresa delle attività redistributive che quella degli scambi culturali nell'area medio-orientale) [1].

Tre ordini di cause fondamentali dunque, dovute tutte a un fondamentale miglioramento delle condizioni di vita, legato a sua volta a un 'ingentilimento' della civiltà dorica, frutto di nuovi progressi nelle tecniche produttive, e più in generale di avanzamenti in ambito culturale (uno per tutti, l'invenzione della scrittura alfabetica greca, che dalla Ionia si diffuse in tutte le regioni elleniche a partire forse dal IX secolo, per influenze orientali).

- Le coordinate essenziali della grande colonizzazione greca (VIII - VI secolo)

La grande colonizzazione non consisté in un unico evento, ma in una serie di eventi, diversi tra loro sia per luoghi (non solo di arrivo, ma anche di provenienza), sia per tempi, sia per modi di svolgimento. In altri termini, vi furono colonie ioniche, doriche e eoliche, ed anche 'colonie di colonie'; vi furono inoltre imprese più arcaiche e altre più recenti; vi furono infine colonie prevalentemente commerciali e altre prevalentemente agricole.

In ogni caso, la Grecia divenne - a partire da questi anni - una potenza egemone a livello internazionale, sia da un punto di vista commerciale che da un punto di vista politico-culturale. Essa svolse difatti un ruolo non secondario, soprattutto per ciò che riguarda gli sviluppi interni delle zone occidentali (ancora relativamente selvagge e incorrotte) nelle quali infatti finì per trapiantare molte delle proprie istituzioni politiche.

Questa seconda colonizzazione si svolse sia verso le terre d'occidente (distinguendosi in ciò dalla precedente, nella quale le zone a ovest non furono o quasi coinvolte), sia verso quelle d'oriente (tanto cioè nelle regioni del Vicino oriente, come ad esempio l'Egitto e la Siria, quanto sulle coste tracie e su quelle del Mar Nero).

Anzi, i risultati maggiori essa li diede proprio nelle zone occidentali, soprattutto in quelle italiane (peninsulari e insulari), ma anche in quelle spagnole e africane. Mentre infatti, al termine delle invasioni doriche, la distruzione concomitante di molti regni medio orientali (soprattutto di quello Ittita) aveva reso facile la penetrazione dei coloni greci in tali aree, il ricostituirsi in un secondo momento di nuovi regni aveva reso per essi nuovamente difficoltosa, se non impossibile, un'installazione stabile. Se si eccettua infatti la fondazione in Egitto della città di Naucrati (città esclusivamente ellenica, fondata col consenso del Faraone e adibita esclusivamente ai traffici), nel Medio-oriente i coloni non poterono quasi mai fondare delle sedi stabili - ovvero delle città-stato indipendenti - e dovettero accontentarsi di istituire dei semplici empori, luoghi finalizzati cioè solo al commercio.

Sempre nelle regioni orientali invece, gli Elleni ebbero buon gioco a fondare delle nuove colonie in altre zone, soprattutto le coste del Mar Nero e quelle a esse immediatamente anteriori - zone attraverso le quali avviarono un florido commercio con le regioni dell'entroterra caucasico.

Bisogna osservare poi che anche questa seconda colonizzazione - al pari della precedente - non seguì alcun piano prestabilito, essendo al contrario sempre un prodotto 'estemporaneo' della libera iniziativa di singole città-stato (guidate, pare, soprattutto delle classi egemoni, aristocratiche). La migrazione quindi durò diversi secoli, e fu essenzialmente dettata - come si è già accennato - dalle esigenze territoriali (cioè alimentari) insorgenti via via nelle singole città e nelle aree da esse dominate.

Ogni città-stato dunque, fondò delle proprie colonie, con le quali in seguito intrattenne dei rapporti commerciali privilegiati, e ciò con evidenti vantaggi sia sul piano degli approvvigionamenti interni che su quello dello sviluppo delle attività commerciali.

(a) Distribuzione delle colonie (luoghi)

Possiamo dividere le colonie greche in due diverse specie : quelle situate a occidente della Grecia, e quelle situate invece a oriente.

Cominciando dall'estremo occidente, i greci fondarono alcune città-stato in Africa e in Spagna : zone molto ricche di metalli, anche se già da lungo tempo luogo dei traffici e dell'espansionismo politico-commerciale dei Fenici, o meglio dei loro discendenti 'africani', i Cartaginesi! Non che questi ultimi avessero fondato un vero e proprio impero territoriale, ma è probabile comunque che gli Elleni con la propria presenza disturbassero le loro attività. (Nei secoli futuri la rivalità politico-commerciale tra questi due popoli, con l'aggiunta peraltro in Italia degli Etruschi, costituirà un elemento fondamentale della vita politica delle regioni occidentali, sia costiere che interne).

Va ricordata poi, in Francia, la fondazione di Marsiglia, una colonia che col tempo conquisterà una notevolissima importanza economica.

Ma il maggior numero di colonie occidentali verrà fondato nell'Italia meridionale (la Magna Grecia) e in Sicilia, oltre che nelle zone (come ad esempio l'isola di Corfù) intermedie tra la madrepatria e queste località. In Italia le regioni più interessate dal processo di colonizzazione furono la Puglia e la Calabria, mentre in Campania si distinsero principalmente le città di Elea e di Cuma (la prima patria del filosofo Parmenide, la seconda invece divenuta, come del resto Marsiglia, un centro molto importante sia culturalmente, sia come snodo dei traffici tra l'oriente e l'occidente). In Calabria vennero dedotte principalmente le colonie di Sibari, Crotone, Locri Epizefiri e Reggio; in Puglia Taranto e Gallipoli.

Ancor più colonizzata - almeno nelle sue regioni costiere - fu poi la Sicilia (mentre nell'interno rimasero installati i bellicosi popoli originari, Siculi e Sicani). Centri principali dell'isola furono a occidente Selinunte e Agrigento, a est invece Naxos, Leontini, Megara Iblea, Siracusa, Catania e (nella zona nord) Milazzo.

Molto più modesta fu la colonizzazione delle regioni situate a oriente della madrepatria, un fatto dovuto - come si è già detto - al loro maggiore sviluppo politico: un fattore che ostacolò comunque più l'espansionismo politico che quello propriamente commerciale.

Se si esclude la città di Naucrati in Egitto, che fu esclusivamente greca, l'espansione fu qui portata avanti soprattutto attraverso centri di carattere commerciale (empori), anziché attraverso colonie indipendenti. Un'altra città molto importante fondata dai Greci fu Cirene, in Libia, destinata (come del resto molte altre colonie) ad un autonomo sviluppo sia commerciale che politico.

Fondamentale fu poi la colonizzazione delle coste del Mar Nero e di quelle della Tracia, regioni molto più facilmente penetrabili rispetto a quelle asiatiche più interne (Mesopotamia, Siria, ecc.), e destinate - soprattutto le seconde - a divenire delle specie di stati vassalli dell'imperialismo greco durante il periodo classico!

Colonie particolarmente celebri e importanti furono, a occidente, Potidea e Abdera, e a oriente (cioè sulle coste del Mar Nero), Odessa, Olbia, Trapezunte, Sinope e, all'estremo nord-est, Tanaris.

(b) Luoghi d'origine delle colonie, e periodi della loro fondazione

Riguardo poi alle città che si posero all'origine dei molteplici flussi migratori, tenteremo qui avanti di fare delle brevi e certamente incomplete osservazioni.

Affronteremo l'argomento soffermandoci essenzialmente sui seguenti problemi: innanzitutto ci chiederemo quali furono i centri della madrepatria (e non solo di essa…) che fondarono delle colonie proprie, precisando successivamente dove e quando (in che periodo) ciò avvenne.

Furono i Calcidesi, nell'VIII sec., (la città di Calcide è situata in Eubea) i primi a impegnarsi in imprese di carattere coloniale. Essi colonizzarono prevalentemente le coste della Sicilia (ex: Naxos, Catania) e dell'Italia meridionale (ex: Cuma, città dalla quale si diffuse l'alfabeto greco, che fu poi alla base della scrittura latina).

Anche Corinto pose molte basi nella parte a sud dell'Italia, soprattutto in Sicilia (Siracusa), e sulla vicina isola di Corfù. Corinto divenne in questi anni una delle più potenti città greche, sviluppando un vero e proprio 'impero coloniale'. La città di Megara fondò, sempre in Sicilia, Megara Iblea, mentre i Greci di Rodi vi fondarono Gela

Anche i popoli dorici (non tuttavia gli Spartani!) diedero vita in Sicilia ad alcune importanti città coloniali, tra le quali spicca Agrigento. Essi tuttavia dovettero, come del resto tutti gli Elleni, fare i conti con la presenza delle più antiche colonie cartaginesi, ostili ai Greci in quanto da essi private di preziosi territori e limitate quindi nei propri progetti d'espansione. (I Cartaginesi rimasero insediati sulla punta a nord-ovest dell'isola, e una delle loro principali colonie fu Palermo.)

Anche le popolazioni della Grecia centrale, sia quelle situate nella parte settentrionale del Peloponneso (abitate dai discendenti degli Achei), che quelle d'Eubea, Etolia, Locride, ecc., diedero vita, in Italia, a una vasta impresa di colonizzazione, i cui scopi furono all'inizio prevalentemente agricoli. Da Regio fino a Pestum, il sud Italia si trasformò così in una enorme colonia ellenica: la Magna Grecia.

In sintesi, riguardo ai territori italiani (magno-greci) e a quelli siciliani, possiamo dire che i primi furono oggetto prevalentemente di insediamenti di carattere agricolo (la Campania, ad esempio, era una terra eccezionalmente fertile per gli standard cui erano abituati i Greci), mentre i secondi furono maggiormente versati nei commerci e nei traffici. Anche se, ovviamente, è impossibile stabilire una rigida demarcazione tra questi due tipi di colonie!

Più tarda (VII secolo), e rivolta soprattutto verso le zone dell'estremo occidente, fu la colonizzazione focese. Un centro importantissimo di essa fu la città di Marsiglia, a sua volta poi fondatrice di colonie (la principale delle quali fu Malaga, in Spagna). I Focesi inoltre colonizzarono anche le coste della Corsica (ex. Alalia).

La colonizzazione verso oriente, ovvero verso le zone a nord-est della Grecia (la Tracia), in quelle propontiche e sulle coste del Mar Nero, iniziò all'incirca a metà del settimo secolo, e fu opera soprattutto di una città che aveva a sua volta origini coloniali : la ionica Mileto.

Anche i corinzii però fondarono un'importante colonia, Potidea; alla città di Clazomene si dovette invece la fondazione di Abido sulle coste tracie, mentre quella di Calcedonia, situata sull'istmo che dà l'accesso al Mar Nero, si deve ascrivere ai Megaresi. Non a caso, mentre il Mar Nero fu principalmente un 'affare' dei Milesi, la propontide venne divisa tra questi e i Megaresi.

Come si sarà notato, non compaiono in questo lungo elenco né la città di Sparta, né quella di Atene. Entrambe difatti, pur destinate ad assolvere un ruolo tanto centrale nella storia della Grecia classica, si svilupparono secondo modalità peculiari, le quali del resto (soprattutto nel caso di Sparta) furono alla base delle loro successive vicende storiche.

Mentre comunque per Sparta si può parlare di una politica imperialistica molto precoce, con la differenza rispetto al resto della Grecia che, anziché verso l'esterno, essa fu essenzialmente rivolta (pur con sporadiche eccezioni) verso l'interno, per Atene si osserva al contrario un notevole ritardo nella politica coloniale. Un fatto che fu il risultato - come vedremo - di alcuni dati del suo precedente sviluppo, e che fu poi - almeno in parte - alla base di quelle trasformazioni politiche che la resero la prima città-stato democratica..

- Il mondo ellenico al termine della colonizzazione

La diffusione delle città e della cultura greca un po' in tutto il mondo allora conosciuto portò come conseguenza a un'influenza molto maggiore, sia a un livello economico che culturale, dei Greci stessi. Ma essa rivelò anche una peculiarità del loro universo politico: ovvero la sua cronica disunione, e ciò nonostante quel forte orgoglio "di stirpe" che li caratterizzò soprattutto a partire dall'esperienza coloniale.

I Greci difatti, scontrandosi con altre società, da essi definite "barbare" (anche, quasi sempre, a causa del loro minore avanzamento culturale), svilupparono un forte orgoglio etnico, imparando così a considerarsi come un unico popolo. Ciononostante, essi non rinunciarono mai a difendere ciascuno la propria particolare identità, legata alla propria città di provenienza, alla propria storia e alle proprie tradizioni. Da questo strano connubio di campanilismo e di orgoglio nazionale sorse la Grecia classica, cioè una "nazione senza Stato" in quanto priva di un unico centro amministrativo e divisa tra vari centri dispersi un po’ in tutto il mondo conosciuto.

Alla rivalità tra le singole regioni, ovvero tra i piccoli staterelli della madrepatria, si deve aggiungere poi il fatto che questi ultimi non poterono mai esercitare un vero e proprio dominio politico sulle colonie (che pure a essi rimasero sempre profondamente legate). Dove avrebbero infatti potuto trovare la forza necessaria per esercitare un tale controllo, vista la difficile condizione (alimentare, ma molto spesso anche politica) che già attraversavano al proprio interno - e che era poi la principale causa della colonizzazione stessa?

Spesso impegnate a difendersi da nemici comuni (quali i Fenici, i popoli indigeni, ecc.), ebbero invece tra loro maggiore coesione le colonie greche. Le necessità comuni di difesa le obbligarono a accantonare il proprio spirito partigiano e le reciproche rivalità, rafforzando in tal modo il loro sentimento di appartenenza a un'unica patria ideale.

La colonizzazione determinò poi (come vedremo avanti) uno sviluppo sociale, economico e politico completamente nuovo per il mondo ellenico, sia nelle colonie che nella madrepatria.

Alla base del gigantesco flusso migratorio che prese avvio all'incirca dall'VIII secolo, vi furono dunque tre motivi essenziali: a) una primissima rinascita - a partire dal IX/VIII sec. - dei commerci (la parziale stabilizzazione politica e sociale delle poleis della Grecia europea aveva difatti favorito l'accumulo di surplus produttivi, poi impiegati naturalmente nei traffici), la quale a sua volta aveva riacceso la curiosità per l'esplorazione di nuove regioni e quindi per la navigazione; b) la carenza di terre, legata soprattutto all'aumento della popolazione, e inoltre c) i crescenti conflitti sociali (di cui parleremo tra poco) dovuti ad un sempre maggiore accentramento delle terre nelle mani dei ceti nobiliari.

Fu a partire da questi presupposti che si sviluppò appunto l'ampliamento del mondo greco, la sua estensione sia verso le zone a est che verso quelle a ovest.

E fu proprio in ragione di tali presupposti, che le nuove città-stato coloniali ebbero molto spesso quel carattere prevalentemente commerciale che permise loro di sviluppare sia nuove forme di ricchezza, non più eminentemente fondiaria, sia (con esse) delle nuove classi, socialmente intermedie tra quelle dei piccoli agricoltori (economicamente e politicamente ridotti oramai a una condizione minoritaria) e quelle costituenti invece la grande nobiltà terriera.

Gran parte della prosperità discese difatti alle colonie dal fatto di scambiare i propri prodotti con i beni (molto spesso materie prime, come ad esempio metalli) delle popolazioni autoctone, rivendendoli poi alla loro patria d'origine. Anche per questo esse si trovarono spesso in una condizione di reciproca rivalità (quale, ad esempio, quella che divise i Milesi e i Megaresi nella regione della propontide.)

Né la ricchezza sorta dal nuovo mondo coloniale fu legata esclusivamente ai traffici.

Lo sviluppo coloniale permise infatti anche di riequilibrare (per mezzo del fenomeno della ridistribuzione delle terre) gli scompensi di ricchezza interni alle madrepatria, alleggerendone così le tensioni sociali e politiche e migliorando le condizioni di buona parte della popolazione.

Un'altra fonte indiretta di 'ricchezza' fu poi, per i Greci, il fatto di divenire un popolo culturalmente trainante, capace cioè di esportare i propri modelli politici e culturali (una pratica i cui frutti maggiori si videro nelle regioni europee occidentali). Tale condizione di egemonia e di prestigio inoltre, finì per favorire ulteriormente la loro espansione a livello mediterraneo.


[1] Un grosso passo avanti fu fatto con la caduta dell'Impero assiro, nel VII secolo, e con la rinascita dell'antica Babilonia. Tale evento facilitò gli scambi commerciali e quelli culturali, favorendo una ripresa generale dell'area medio-orientale. (torna su)


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015