LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


Il "Medioevo ellenico", o la fine dei Palazzi

Dopo la fase micenea o dei Palazzi, iniziò per la storia greca un'epoca oscura e colma di inquietudine, il cosiddetto Medioevo ellenico, ovvero quell'epoca buia che fece seguito alla relativa ricchezza e prosperità della civiltà precedente.

Una delle peculiarità di questo periodo è di avere lasciato ben poche tracce del proprio passaggio, e di essere stato perciò molto spesso assimilato e confuso con il periodo precedente e con quello arcaico successivo.

In realtà però anche questa seconda fase ebbe delle peculiarità proprie, per le quali si pose all'origine dei successivi sviluppi della società ellenica, sviluppi di carattere tipicamente occidentale. Per tale ragione - e nonostante le inevitabili difficoltà che per noi la sua conoscenza comporta - un tale periodo di transizione va studiato attentamente e inteso nei suoi specifici tratti di fondo.

Detto questo, bisogna ricordare anche come gli sconvolgimenti che a partire dal XIII secolo devastarono il mondo miceneo e in generale la fiorente civiltà egea, non furono per nulla un fatto isolato.

Maschera funebre di Agamennone

Negli stessi secoli difatti, anche le zone dell'entroterra asiatico (dall'Anatolia, sede degli Ittiti, alla Mesopotamia, comprese le zone a nord di essa, fino all'Egitto) risentirono di sconvolgimenti interni spesso non meno distruttivi di quelli della Grecia, e sempre causati da movimenti migratori di carattere violento. E' chiaro poi che, data la diversità del contesto di partenza, tali eventi diedero luogo in quelle regioni a formazioni statali estremamente differenti da quelle sviluppatesi nello stesso periodo in Grecia e in occidente.

1- Un quadro generale della grande migrazione del tredicesimo secolo

Fu il ferro il grande protagonista di questi anni ! Molto probabilmente esso fornì difatti alle popolazioni del nord - la seconda ondata di genti 'indoeuropee' - il dirompente strumento che sbaragliò le difese di una civiltà, quella mediterranea, decisamente più progredita in quanto maturata nei secoli, e nei millenni, precedenti (civiltà che tuttavia già da alcuni decenni attraversava, in zone come la Grecia, un autonomo declino).

Così, se l'epoca precedente, coincidente temporalmente con la civiltà micenea e con quella ittita, viene definita dagli storici "Età del Bronzo", il successivo periodo viene denominato invece "Età del Ferro", e fatto iniziare più o meno concordemente con le invasioni e le devastazioni indoeuropee del XIII secolo, ovvero con il generale declino di quella che era stata la precedente civiltà.

- Prospetto generale delle trasformazioni del mondo asiatico e mediterraneo

Alla base di tutto vi fu forse il movimento degli Illiri, popolazioni situate a nord della Grecia le quali, partendo dalle loro sedi originarie e mettendo in moto altre popolazioni, determinarono una sorta di 'effetto domino'. Gli effetti di tali spostamenti si avvertirono così un po’ in tutta l'area egea e in quella vicino orientale, dalla Grecia all'Anatolia alla Mesopotamia.

In Grecia, per esempio, tali popoli coinvolsero nella propria discesa anche le popolazioni doriche e quelle nord occidentali. Il tutto poi con pesantissime ripercussioni sugli equilibri delle zone più interne e storicamente più 'interessanti', quella cioè che partendo dall'Etolia giungono fino al Peloponneso.

Quanto all'Anatolia invece, si pensa che furono soprattutto i Traci, spinti in avanti dall'invasione illirica, a invaderla. In Oriente invece furono gli Assiri (un'etnia estremamente aggressiva situata nelle regioni a nord della Mesopotamia, e le cui innovative tecniche belliche colsero di sorpresa i popoli asiatici) ad approfittare della situazione di destabilizzazione politica dovuta alle invasioni per sottomettere le zone circostanti: dalla Babilonia, nel X secolo, fino all'Egitto nel VII.

Ma furono soprattutto i cosiddetti "Popoli del Mare" (molto probabilmente un miscuglio di differenti popolazioni alla ricerca di terre su cui insediarsi, e la cui corsa fu infine fermata dall'esercito egiziano) a guidare le scorribande migratorie nell'area asiatica.

Queste poi le conseguenze principali che tali eventi ebbero sulla precedente compagine degli stati: 1) la scomparsa - o quantomeno una profonda trasformazione - dei regni Micenei, assieme a quella (pressoché totale) dell'Impero ittita; 2) l'instaurarsi di un dominio assiro sulla più antica civiltà babilonese, nonché successivamente sulle zone limitrofe e su quelle a sud; 3) ed infine la chiusura politica dell'Egitto (un paese da sempre caratterizzato da marcate tendenze isolazionistiche, dalle quali però nei secoli precedenti, costretto anche dalla generale apertura tra gli stati asiatici, si era fortemente emancipato).

Collocandoci poi su un piano complessivo, possiamo parlare di una brusca interruzione - o comunque di un ridimensionamento - delle comunicazioni e dei traffici, quindi anche delle contaminazioni culturali, tra le regioni che avevano composto la precedente unità mediterranea (regioni i cui interessi ed approvvigionamenti dipendevano appunto da una tale unità). Un'interruzione che, non soltanto in Grecia ma in tutto il mondo mediterraneo, durerà per alcuni secoli.

E' estremamente probabile infine - come attestato anche da una lunga tradizione storiografica, risalente ancora agli storici antichi - che gli Etruschi fossero in origine delle popolazioni anatoliche che, in fuga dalle proprie sedi verso le regioni occidentali, raggiunsero le regioni italiche.

- Situazione del Mediterraneo orientale e del Vicino Oriente al termine delle invasioni indoeuropee

Come facilmente intuibile, le conseguenze di tali invasioni - oltretutto estremamente violente - su società ancora 'primitive', le cui basi non erano certamente solide, poiché fondate su tecniche produttive e su strutture politiche ancora estremamente fragili, furono sconvolgenti! Da una parte vi furono le molteplici e inevitabili devastazioni legate alle guerre, dall'altra vi fu la sostituzione delle vecchie 'classi dirigenti' (cresciute nei secoli precedenti ed espressione del clima che in essi si era andato formando) con le nuove, decisamente più "barbare" e più primitive.

A ciò si aggiunga poi: un forte arretramento nelle tecniche produttive [1], il collasso dello stato e della quantità dei traffici (un fatto dovuto sia a un'ormai minore produzione dei beni d'uso, sia - e soprattutto - alla scomparsa di molti popoli precedentemente dediti ad attività mercantili, sia infine alla generale insicurezza delle vie di transito), ed infine, molto probabilmente, anche la diminuzione della popolazione. (Fattori simili peraltro a quelli che, mutatis mutandis, caratterizzeranno anche l'inizio del Medioevo cristiano.)

Si interruppe insomma quel clima di serena comunione tra popoli legati - più o meno direttamente - al Mediterraneo orientale, che aveva caratterizzato l'epoca precedente, sia nell'area egea che in quella medio orientale. E un tale cambiamento di rotta determinò (essendone al tempo stesso anche una manifestazione) un impoverimento generalizzato, tanto materiale che culturale, delle zone in questione.

Soltanto i Fenici costituirono un'eccezione a questo clima di chiusura. Essi infatti continuarono a portare avanti gli scambi commerciali: un'attività nella quale ora (e per un lungo periodo) detennero un primato pressoché assoluto.

Non fu un caso poi se essi tesero a sviluppare i loro traffici prevalentemente verso l'occidente, cioè verso l'Africa e la Spagna, in quanto zone ricche di metalli e non toccate da tali eventi traumatici.


[1] Perché un simile arretramento delle forze (ovvero delle tecniche) produttive? Semplicemente per la precarietà - vista la fondamentale assenza di scrittura e di strumenti che potessero tramandare la sapienza antica - di quel 'know how' che a esse era sotteso. Inevitabilmente infatti i barbari spazzarono via, assieme a molti elementi materiali (quali monumenti, strade, ecc.) della civiltà precedente, anche un gran numero di conoscenze di carattere tecnico. E si faticò poi molto, attraverso un processo che richiese certamente parecchio tempo, a riscoprirle. (torna su)


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015