LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
Storia ed evoluzione della Grecia classica


Le civiltà dei Palazzi: Minoici e Micenei

Il palazzo di Cnosso

La popolazione della Grecia classica e preclassica fu il prodotto di vari e successivi rimescolamenti etnici: non ebbe quindi - come, più o meno, tutto ciò che riguarda la storia di tale regione - un carattere stabile e univoco. Sommariamente possiamo dire che la composizione etnica del periodo ormai maturo della Grecia fu il risultato della fusione tra i più antichi abitanti delle zone elleniche (i Pelasgi) e le diverse popolazioni di stirpe nordica (indoeuropea) che, ad ondate successive, invasero tali territori fondendosi poi con le stirpi originarie.

Sono due, secondo la storiografia moderna, gli episodi chiave delle grandi invasioni da nord: a) il primo è situato all'inizio del II millennio a.C. , b) l'altro invece sul finire di esso.

Dalla prima invasione sorsero i "Regni Achei" o micenei (soggetto dei due grandi poemi omerici, oltre che di gran parte della mitologia greca), così definiti dal nome degli Achei, ovvero dei primi popoli invasori, mentre dalla seconda scaturì la civiltà del cosiddetto "Medioevo Ellenico", di quel periodo buio cioè al termine del quale avrà inizio la civiltà propriamente greca.

1- La civiltà minoica

Prima di descrivere la società e le vicende storiche del continente greco nel periodo miceneo, è opportuno dare uno sguardo d'insieme agli eventi che precedettero tali vicende: sia a quelle della Grecia pre-micenea, che a quelle della civiltà minoica (la quale anticipò e sotto molti aspetti influenzò, seppure piuttosto superficialmente, la successiva civiltà continentale micenea).

- La Grecia continentale pre-micenea e la prima grande migrazione (XIX sec.)

Brevemente, per quanto riguarda la Grecia prima della grande invasione dei popoli indoeuropei (avvenuta, come si è detto, verso il 1900 a.C.), si può dire che essa fu caratterizzata da civiltà di tipo agricolo e rurale, ancora allo stadio neolitico (quello cioè della produzione ceramica), definite rispettivamente di Sesklo e di Dimini.

E' da notare inoltre il fatto che, al termine della prima invasione dei popoli indoeuropei, non si verificò (come avvenne invece al termine della seconda invasione, nel XIII sec.) un radicale cambiamento nell'organizzazione sociale di tali aree. Ciò avvenne molto probabilmente a causa del minore avanzamento tecnologico dei popoli invasori. In altri termini, nei secoli successivi alla prima grande migrazione vi fu quasi certamente un periodo di assimilazione culturale al termine del quale le popolazioni achee - fatta propria in qualche modo la civiltà delle popolazioni indigene - riuscirono a emergere e imporsi su di esse, divenendo così la casta dominante di una nuova società, detta appunto micenea.

Bisogna notare inoltre come queste prime invasioni indoeuropee (come del resto quelle successive) non riguardarono solo e unicamente i popoli ellenici, bensì piuttosto un po' tutto il bacino dell'Egeo, quindi gli stessi popoli del Vicino Oriente ! E' un fatto inoltre che tali invasioni - a differenza di quelle del XIII sec. - non ebbero un carattere fondamentalmente distruttivo, essendo al contrario caratterizzate dalla fusione tra i popoli invasori e quelli indigeni, e che inoltre diedero spesso origine a nuove e fiorenti civiltà, quali ad esempio quella micenea in Grecia, o quella dell'Impero Ittita nelle regioni orientali dell'Anatolia.

Questa prima migrazione - che possiamo considerare relativamente 'non-traumatica' - ebbe quindi delle implicazioni positive sulla futura storia del mondo egeo. Essa diede vita difatti a delle formazioni statali che, anziché basarsi sull'espropriazione dei popoli vinti da parte dei conquistatori, e su strutture privatistiche fortemente decentrate rispetto al potere del sovrano, furono caratterizzate da un tipo di organizzazione politica di carattere comunitario o 'di casta' (cfr primo paragrafo).

- La civiltà cretese (XXI sec. - 1400)

Ma la primissima storia greca non fu soltanto storia del continente. Essa difatti iniziò anche da quella grande isola - divenuta molto presto un ponte tra il Vicino oriente e l'Occidente Egeo - che fu Creta.

Se i caratteri della civiltà che si sviluppò su quest'isola furono in gran parte antitetici - soprattutto da un punto di vista culturale - rispetto a quelli della società micenea o Achea, ciò si spiega facilmente sulla base della due differenti situazioni geografiche e del differente ceppo etnico dei minoici rispetto ai popoli che abitavano la Grecia continentale.

Alle rudi popolazioni contadine del continente, si contrapposero infatti - più o meno nello stesso periodo - le popolazioni raffinate ed "edoniste" dell'isola di Creta, prodotto tanto della ricchezza dei traffici con l'Oriente quanto della mitezza del clima cretese, non avido certo né dei frutti della terra né di quelli del mare! Né dobbiamo del resto dimenticare l'origine nordica e guerriera delle popolazioni achee (mescolatesi, come si è detto, a partire dal diciannovesimo secolo a quelle originarie pelasgiche), i cui caratteri si rifletteranno molto bene nella cultura guerriera del periodo miceneo.

Anche a Creta - come avverrà poi in Grecia, sotto la dominazione micenea - le formazioni politiche furono caratterizzate da: a) una struttura sociale fortemente gerarchizzata (che verteva attorno alla figura del sovrano e alla sua corte) , e b) un notevole frazionamento territoriale (secondo una dimensione che anticipa quella delle future città-stato greche) che contrappone tali realtà a quelle, territorialmente molto più vaste, del Vicino oriente!

Per quanto riguarda la struttura sociale di tale civiltà, essa era divisa tra caste differenti: in alto si trovavano appunto i nobili e ricchi (i quali hanno lasciato ovviamente i più cospicui segni del proprio passaggio); socialmente intermedi erano poi coloro le cui attività (artigianali e 'commerciali') ruotavano essenzialmente attorno alla corte e alle sue esigenze, essendo dipendenti quindi dalla vita interna al Palazzo; in ultimo infine si trovavano coloro che svolgevano attività di 'bassa manovalanza', quelle preposte cioè alla mera sussistenza e alla produzione dei beni di consumo più elementari (ovvero quelli alimentari): contadini, pescatori…

Come nelle civiltà tipicamente asiatiche, anche a Creta le eccedenze alimentari e produttive erano raccolte in depositi di carattere pubblico (situati all'interno del Palazzo reale), divenendo così una proprietà di tipo collettivo anziché dei privati cittadini.

Una peculiarità della civiltà minoica, che la rende peraltro ai nostri occhi quasi irreale (un po’ come la mitica civiltà dei Feaci descritta nell'Odissea), è il fatto che essa - se si escludono i periodi finali, segnati dall'invadenza militare degli Achei - non abbia lasciato alcun segno della presenza di attività belliche al proprio interno, anche solo a scopo di difesa. I ritrovamenti fatti nelle città, per esempio, non lasciano trapelare traccia alcuna di mura difensive. Già difesa naturalmente dal mare, e dalla scarso sviluppo tecnologico delle vicine popolazioni continentali, essa non avvertiva il bisogno di fortificarsi contro eventuali invasioni dall'esterno. Al proprio interno inoltre, essa non conosceva probabilmente attriti tanto forti da suscitare vere e proprie necessità militari.

Anche la civiltà minoica - come tutte le civiltà della storia umana - conobbe differenti fasi, oltre che periodici declini (legati forse a disastri naturali, o all'invasione di popoli esterni…) dai quali seppe però risollevarsi velocemente e - almeno nel caso della misteriosa distruzione del secolo XVIII - più sana e vitale di prima.

Un ultimo cenno va fatto poi al ruolo di intermediatrice che essa svolse, assieme alla successiva civiltà micenea, tra le regioni del mondo orientale e quelle del mondo occidentale. Nei traffici infatti (chiamiamo così quelle forme di scambio, non ancora basate sulla moneta o su misure standardizzate, anche se estendentesi già ben oltre le realtà meramente locali) essa trovò un fattore essenziale di splendore e di ricchezza interna, oltre che di irraggiamento della propria cultura a livello - per così dire - internazionale.

La presenza di queste attività di scambio, portate avanti non solo ovviamente dai Minoici, ma anche dai Fenici e in generale dai popoli orientali, testimonia inoltre la forte unità sia commerciale che culturale raggiunta dal mondo mediterraneo già nel secondo millennio prima di Cristo: un'unità che, come si vedrà, verrà in poco tempo spazzata via dalla seconda grande migrazione di popoli indoeuropei, quella cioè avvenuta nel tredicesimo secolo (e i cui segni si possono vedere più o meno in tutte le regioni in questione: dalla Grecia fino all'Egitto).

(Sul mito del Minotauro e la civiltà cretese clicca qui)


a cura di Adriano Torricelli

Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Antica
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Aggiornamento: 01/05/2015