LA GRECIA TRA ORIENTE E OCCIDENTE
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Un confronto tra feudalesimo e strutture statali asiatiche:
Come si è detto, nelle società asiatiche la divisione del lavoro tra differenti categorie sociali (contadini, funzionari statali, scribi, ecc.) è la base della società stessa. Mantenendosi inalterata la struttura del lavoro all'interno della società (espressa dalle caste), si mantiene inalterata anche la società. Il carattere 'immobilistico' è infatti uno dei dati distintivi essenziali dell'oriente rispetto all'occidente. Altro dato fondamentale, è il fatto che - geograficamente - le società orientali (dei grandi spazi) siano un insieme di comunità locali (ancora di natura gentilizia) che cooperano attraverso un potere centrale molto rigido, quasi trascendente (ad esempio, il Faraone). Anche l'assenza di appropriazione privata dei prodotti e quindi del commercio privato, determina una struttura molto dissimile da quella tipicamente occidentale. Il lavoro - come già si diceva - è in esse immediatamente sociale, e la produzione è finalizzata al consumo e non allo scambio (essa cioè non si traduce da 'valore d'uso' in 'valore di scambio'). Nelle società feudali (tipica è quella sorta in Europa al termine delle invasioni barbariche e con lo smembramento territoriale e politico-istituzionale dell'Impero romano) troviamo elementi molto simili alla prima, collocati comunque in un contesto di fondo - quello classista - ad essa antitetico. Elementi accomunanti tra le due sono: la presenza di forti autorità e di forti poteri locali, dovuta allo strapotere dei feudatari (non controbilanciato però, a differenza che nelle società asiatiche, da un'autorità centrale); un basso grado di sviluppo delle forze produttive (cioè delle tecniche che sono alla base della produzione sociale); l'assenza o quasi di commerci (ovvero un arretramento, almeno in occidente, a forme di scambio basate sul baratto). Oltre a tali macroscopiche affinità, vi sono però anche delle differenze altrettanto macroscopiche - anche se forse meno evidenti a un'analisi affrettata. Essenzialmente, esse ruotano attorno al concetto di proprietà privata, un concetto virtualmente assente all'interno del mondo asiatico! Dal momento infatti che, nel sistema feudale, i poteri locali non sono 'asserviti' al potere centrale del sovrano, ma godono al contrario di una grande autonomia (in quanto i feudatari sono proprietari delle terre su cui risiedono), lo 'Stato feudale' si riduce praticamente a nulla (può apparire infatti una contraddizione anche solo accostare questi due termini). L'assenza di un potere centrale comporta poi degli svantaggi palesi: cioè una scarsa coesione interna tra i poteri locali, un perenne stato di guerra (almeno latente), e inoltre l'assenza dei public works (di quelle opere pubbliche volte cioè ad ottimizzare la produttività interna)! Complessivamente, quindi, possiamo dire che lo stato feudale sia, in linea di massima, una forma di arretramento dello Stato classista nelle sue forme più floride (commerciali), una sua involuzione e un momento di passaggio verso nuove forme produttive (come accade al termine del feudalesimo, con la rinascita dei centri urbani). D'altra parte, bisogna notare come gli Stati asiatici tendano spesso a feudalizzarsi, nella misura in cui i poteri locali ambiscono a tradire l'autorità centrale dello Stato e a divenire poteri autonomi (cioè padroni di se stessi) - un fatto esemplificato dalla storia dell'Egitto, segnata dalla lotta tra il faraone e le caste più alte, quella dei sacerdoti e di altri poteri di carattere terriero. |
a cura di Adriano Torricelli