STORIA DELLE RELIGIONI |
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UNITARIANESIMO CRISTIANO
DEFINIZIONE Ci diciamo cristiani perché riconosciamo l'Evangelo come veicolo di verità. Il nostro modo di dirci cristiani dipende dal riconoscere che Gesù sia stato unto (Cristos= l'Unto). Riconosciamo nell'unzione una particolare forma di consacrazione e di testimonianza di adempiere appieno la volontà di Dio. Sull'unzione è palese l'episodio di Betania (Mt 26: 6,13 // Mc 14: 4,9 // Lc 7:37-38 // Gv 12,3) riconosciuto da tutti i redattori. Primo punto: GESU' E' DETTO "L'UNTO" PER PARTICOLARE OSSEQUIO ALLA SUA PAROLA E ALLA SUA TESTIMONIANZA DI VITA. NEL CONCETTO DI CRISTO NON ESISTE DI PER SE' ALCUNA ALLUSIONE NE' AL CONCETTO DI "UNIGENITO FIGLIO DI DIO" NE' A PARTICOLARI DOTI SOPRANNATURALI DI GESU' STESSO. Siamo convinti che la ragione sia un dono di Dio. E in quanto tale, che sarebbe un gesto di... scortesia non usarla in materia di fede. Soprattutto se il suo non utilizzo serve a coprire interessi materiali e giochi di potere di alcuni gruppi. NON ABBIAMO DUNQUE DOGMI Il primo dogma fondamentale che rifiutiamo è quello della Trinità che riteniamo, con prove che si possono trovare sul forum del sito www.cristianiunitari.org, non supportato da fatti evangelici. Da qui il nome corretto cristiani unitari. Spregiativamente ci hanno anche chiamati unitariani, come sottospecie di ariani (accusa tendenzialmente falsa poiché generalmente gli ariani sostengono la differente natura tra di Dio e Gesù, ma quasi mai l'assoluta umanità di Gesù). Riteniamo che Dio sia uno. Corollario piuttosto rilevante è che riteniamo che Gesù sia stato uomo come tutti e che quindi sia nato, vissuto e morto come un uomo qualunque. Alcuni di noi che credono nell'immortalità dell'anima e credono quindi che l'anima di Gesù sia ascesa al REGNO DEI CIELI, sorte che coinvolge tutte le anime umane. Su questo punto non c'è accordo e l'espressione è lasciata alla libera convinzione personale. Crediamo che compito del buon cristiano sia leggere l'Evangelo, e recuperarne il valore scevro da ogni aspetto mitico e falso. Potremmo discutere una vita sul fatto che non è possibile parlare di VERO SIGNIFICATO DI UN TESTO. Avremmo ragione. Probabilmente, forse anche sicuramente, non riusciremmo mai ad arrivare al vero messaggio di Gesù, ma questo non vuol dire che non si possa, e che non si abbia il DOVERE MORALE di smascherare le inesattezze più clamorose e di avere una mentalità aperta a nuove ricerche nuovi approcci e nuove scoperte. Questa enorme apertura razionale è anche però il nostro limite forse, in quanto a parte quelle sopra indicate non abbiamo altre questioni decise a priori. LITURGIA Come tutti i cristiani abbiamo una dimensione liturgica che, varia molto da comunità a comunità, (si ricordi che non riconosciamo altra autorità in materia eccetto la Parola di Gesù). Molta attenzione merita l'eucarestia, che noi perpetriamo come segno di ringraziamento verso Dio (eucarestia=ringraziamento) col pane e col vino. Sembra ridicolo doverlo precisare ma il pane e il vino che noi beviamo NON SONO il corpo di Gesù né veramente (cattolicesimo) né simbolicamente (protestantesimo), ma sono semplice pane e vino che han valore di ringraziamento e di conformazione alla realtà che Dio ha previsto per noi. LA STORIA DEL MOVIMENTO Non può che essere la storia di gruppi che si sono riferiti a Gesù come guida umana, seguendone il messaggio e rifiutandone la divinità. Primi furono gli EBIONITI (I sec.): "Setta giudeo-cristiana radicale, diffusasi in Siria e Giudea dalla metà del I° secolo, il cui nome deriva dall'aramaico ebhyonim, cioè poveri, in quanto praticavano il culto della povertà ed erano vegetariani.[...] Il loro testo di riferimento fu il Vangelo, per l'appunto, degli Ebioniti (una rielaborazione ebraica del Vangelo di Matteo), che tralasciava parti della vita di Gesù, come la nascita dalla Vergine e la resurrezione. Gli ebioniti, inoltre, non considerarono Gesù come il Figlio di Dio, ma come un profeta di eccezionali doti, condannavano San Paolo come un apostata ed erano ancora in attesa della venuta del Messia. Il termine ebioniti è stato anche utilizzato per i primi quattro secoli della storia del Cristianesimo per indicare gli ebrei convertiti, che mantenevano contatti con la comunità ebraica. In Occidente furono noti anche come Simmachiani, da Simmaco, un autore ebionita, i cui lavori sono andati quasi totalmente perduti. La setta si estinse in seguito all'invasione della Siria da parte degli arabi (637).(da www.eresie.it)" Poi vi furono i NICOLAITI (I sec.): "Il diacono Nicola, proselita di Antiochia fu uno dei sette prescelti dagli apostoli per amministrare la comunità dei primi cristiani, ma secondo Sant'Ireneo (ca. 140-200), Nicola fu anche il fondatore della setta dei Nicolaiti.[...] La dottrina di questa setta, non ammettendo la divinità di Cristo, portava ad una interiorizzazione della fede e ad una mancanza di pratiche esterne,[...] ".(ibidem) Seguono in questa nostra rassegna i CARPOCRAZIANI e qui il giudeo-cristianesimo vive il proprio punto di maggiore contiguità con lo gnosticismo. Secondo Carpocrate "Gesù Cristo, venuto al mondo come tutti gli altri esseri umani, aveva la conoscenza (gnosi) dell'unica maniera di sfuggire alla prigione terrena: cioè di disprezzare le leggi della società del suo tempo, terminando così la tirannia delle inibizioni imposte dal nostro mondo.[...] Il gnosticismo di Carpocrate riuscì a sopravvivere fino al IV secolo." (ibidem) Nel 325 vi fu il concilio di Nicea e il concetto di Trinità divina divenne dogma, permettendo così che venissero intensificate le persecuzioni contro gli antitrinitari. Da allora la nostra storia si fa un po' più lacunosa. Si sono voluti citare molti continuatori di tale dottrina (alcuni ariani e gli anomiani ad esempio) senza poter avere una conferma rigorosa della vicinanza di vedute. Notizie certe torniamo ad averle solo nel "De Operibus Dei" del 1527 ad opera di Martin Borrhaus (detto Cellarius) in cui troviamo la famosa frase: "Gesù Cristo è figlio di Dio come lo sono tutti i credenti", ma molto clamore lo fece poco più tardi il "De Trinitatis erroribus" del 1531. Di esso posseggo solo un interessante stralcio che vi sottopongo: "The philosophers have invented a third separate being truly
and really Egli continua: "If this is so, then why the Tritorites are blamed, who say
that there E aggiunge: "How much this tradition of Trinity has alas, alas! been the
laughing Dal sito www.bismikaallahuma.org/Doctrine/servetus.htm Il Cinquecento fu il secolo aureo per il tipo di dottrina che proponiamo, soprattutto perché riuscì a trovare in Polonia terreno fertile grazie all'opera di Piotr Z. Goniadze, D. Ferencz, Lelio e Fausto Socino. Fu in questo periodo che la dottrina riuscì a riprendere un corpo teologico consistente e da allora in poi venne conosciuta col nome di unitarianesimo. Da allora il filo conduttore dell'unitarianesimo non si è più spezzato. Nel Seicento approdò in Inghilterra grazie all'opera di John Biddle. Nel Settecento post-rivoluzionario conobbe i contributi di Lindsey e Priestley che esportarono la dottrina negli Usa. Qui l'unitarianesimo trovò terreno molto fertile grazie all'opera di Giacomo Freeman. Nel 1675 Newton sembrava stesse per perdere la qualifica di membro del Trinity College perché, fedele all'Unitarianesimo, non voleva ricevere gli ordini religiosi. Fu necessaria una dispensa reale perché ciò non avvenisse, appoggiata probabilmente da Barrow, cappellano del re e rettore del college stesso. Il Toleration Act del 1689, che aboliva le discriminazioni per i Dissenters, discriminava ancora gli atei, i cattolici ed i musulmani; un negatore della Trinità finiva senz’altro nella prima categoria, come del resto esplicitamente sancito in una successiva legge contro i blasfemi del 1698, nella quale erano contemplate gravi sanzioni contro chi negasse una delle persone della santa Trinità. Ecco perché Newton non poteva manifestare apertamente il proprio credo, ma coerentemente non prese mai gli ordini ecclesiastici. In gioventù Samuel Taylor Coleridge abbracciò l'unitarianesimo, ma nella maturità divenne anglicano e conservatore. Nell'Ottocento l'unitarianesimo si avvalse dei contributi di R. W. Emerson, di Longfellow e ovviamente di James Martineau, di cui citiamo il motto: "Gesù è la più alta personalità umana, capace di rivelare la giustizia e l'amore di Dio". Nel Novecento i contributi sono stati vari. Tra i molti citiamo le attività della Hibbert Foundation. Negli Stati Uniti il cristianesimo unitario incontrò una corrente che ne condivide i presupposti, propugnando una unità umana universale che cerchi di avvicinare a Dio attraverso tutti i contributi possibili a patto che siano razionali e adogmatici. Il nome di questa corrente è Unitarianesimo Universalista. Molta strada assieme è stata fatta e molta si farà ancora. La nostra idea rimane comunque quella di un dialogo fitto e fraterno, che non voglia però dire perdere la nostra identità culturale e il nostro riferimento a Gesù. SitiWeb
BIBLIOGRAFIA ITALIANA
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Le immagini sono prese dal sito "Foto Mulazzani"