Gli italiani e il bar, storia di un lungo amore

"I bar sono porti a cui ormeggiano le storie: sta a te riconoscerle, a volte sta a te impastarle con la fantasia". Scrive così Paolo Ciampi nel suo ultimo libro "La terapia del Bar", uscito per Ediciclo Editore nella collana Piccola Filosofia di Viaggio.

Un libro che è un viaggio, appunto, nella grande costellazione dei bar italiani, luoghi in cui si incontrano personaggi, storie, vicende, sogni e paure. Luoghi in cui gli italiani passano un sacco del loro tempo e, soprattutto, spendono. Lo dice un'indagine di Confesercenti, che sottolinea come il nostro sia un popolo di grandi frequentatori di ristoranti e bar. In particolare, quest'ultimi hanno un tasso di frequentazione pari a 4,7 volte a settimana e un spesa, a famiglia, di almeno 36,6 euro al mese (che sale ovviamente aa 118,2 per i ristoranti). è il 70% degli italiani a dichiararsi cliente abituale di bar e pub con i frequentatori più fedeli e assidui, ovvero quelli che superano le 5 volte a settimana, pari al 17% della popolazione adulta, praticamente 8 milioni e 200 mila persone.

Numeri importanti, questi, che sono strettamente collegati a quelli di un'altra filiera: il gioco pubblico. Una vera e propria industria, stando alle ultime rilevazioni di mercato che muove un giro d'affari di diversi miliardi di euro. A contribuire in maniera notevole al fatturato sono gli apparecchi di intrattenimento, le famose slot machine da bar che adesso stanno sfondando anche nel settore digitale.

Come si legge all'interno del report "Giocare da grandi. Gioco pubblico e altre forme di intrattenimento" redatto dall'Osservatorio sul Gioco Pubblico di SWG le percentuali dei giocatori che si sono recati nei bar per giocare alle slot machine sono più alte rispetto a quelle dei casinò e delle sale vlt. Dati, questi, che confermano la ripresa della filiera terrestre, quella che ha pagato il prezzo più alto durante la pandemia e durante i lockdown.

Così i bar diventano luogo non solo di incontro, di socialità, di divertimento e di passatempo. Diventano luoghi in cui rimettere in moto l'economia. Per tornare ai numeri dell'indagine di Confesercenti, sono 15 milioni e 800 mila gli italiani che si distinguono per un tasso medio di frequentazione dei bar. L'identikit del cliente medio è questo: in genere uomo, di età compresa tra i 16 e i 35 anni, residente in una città tra i 250 e i 500 mila abitanti. Sono invece 9 milioni gli italiani da definire “clienti saltuari”, il 20% della popolazione adulta, con presenze che oscillano tra 1 e 3 al mese.

E' proprio il caso di dire, insomma, che Paolo Ciampi nel suo libro aveva ragione: nel bar si può "trovare l'America", il bar diventa "teatro delle relazioni possibili". E il bar diventa anche motore dell'economia di un paese.


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