CONTRO LA GRAMMATICA ITALIANA |
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ATTRIBUTO E APPOSIZIONE
E' comico che la Zordan dica che l'alunno deve "prestare molta attenzione a non confondere un aggettivo usato in funzione di attributo con un aggettivo usato in funzione di nome del predicato". E fa questo esempio illuminante: "Ho letto un libro interessante". In questo caso "interessante" è attributo di un complemento oggetto e quindi di un predicato verbale. Invece nella frase "Il libro è interessante", quest'ultimo è un aggettivo che si riferisce al soggetto, unito dalla copula, per cui trattasi di un predicato nominale. Quale profondità di pensiero! Che mutamento di sostanza! Pare quasi che il libro del predicato nominale sia meno interessante dell'altro! E' come se, a seconda della posizione del soggetto, questa grammatica italiana fosse più o meno insulsa, sostituendo ovviamente la parola "interessante" con quella che più le si addice. Anche con la regola relativa all'apposizione è lo stesso: lo studente deve stare molto attento a non confondere un nome usato in funzione di apposizione col nome usato in funzione di nome del predicato. Ma è davvero molto importante sapere se "Il grammatico Sensini è un astratto" (e come lui la Zordan) o se "Sensini è un grammatico"? Nel secondo caso il fatto che sia "astratto" non è forse sottinteso, visto che tutti sanno chi è lui e quelli come lui (che sono poi la totalità dei grammatici italiani)? In questo caso qual è la vera differenza tra apposizione e nome del predicato nominale? Non è forse vero che in entrambi i casi l'attributo della parola "grammatico" è l'astrazione? A parte gli scherzi, c'è in realtà un'altra cosa che lascia molto perplessi, nella spiegazione dell'uso dell'attributo: il fatto che si possa stabilire quando un attributo appare come "elemento accessorio", come p.es. nella frase: "Ho comprato una grammatica usata", o quando invece appare come un "elemento indispensabile", come p.es. nella frase: "Ho comprato una grammatica insulsa". Nel primo caso il fatto che sia "usata" è relativo, in quanto l'avrei comprata ugualmente - secondo ovviamente il parere della Zordan, che dà per scontato la mia buona situazione finanziaria. Nel secondo caso invece dimostro d'aver scelto di adottare proprio la sua grammatica, per divertirmi coi miei ragazzi a criticarla. Alla Zordan però si dovrebbe chiedere: "Se la grammatica fosse stata nuova l'avrei comprata lo stesso?". Chi autorizza il grammatico a mettere il naso nella facoltà di scelta di un soggetto? Qui siamo in presenza di una violazione della privacy! In realtà la presunzione della regola è strettamente correlata alla pretesa superiorità sulla sintassi sulla semantica. E' solo a livello sintattico infatti che si può sostenere che la parola "usata" non aggiunge nulla al significato della grammatica acquistata. Ma il bello è che nella regola fondamentale si era detto che l'attributo serve per dare una qualità, una caratteristica o una determinazione al nome. Si dice una cosa favorevole alla semantica e poi la si nega in nome della sintassi, che gode quando riesce a trovare delle frasi minime, che vogliono dire tutto quando invece non dicono niente. |
Le immagini sono prese dal sito "Foto Mulazzani"