CONTRO LA GRAMMATICA ITALIANA |
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IL COMPLEMENTO DI LIMITAZIONE
Ci vuole davvero una gran fantasia per dire che in questa frase: "Ulisse era superiore a tutti gli eroi greci in astuzia", il complemento "in astuzia" è di "limitazione". Stando a come lo definisce la Zordan, detto complemento dovrebbe in un certo senso costituire la quintessenza di tutti i complementi della grammatica italiana. Infatti, ogni complemento che pretenda di darsi un qualche statuto epistemologico, dovrebbe indicare entro quali limiti ha valore ciò che si afferma. Dunque, per tornare all'esempio di prima, in che senso l'astuzia di Ulisse va considerata non in assoluto ma solo in rapporto al mondo militare ch'egli frequentava? Qui si vede bene come una grammatica del tutto decontestualizzata sia persino incapace di rendersi conto di una cosa piuttosto elementare, e cioè che l'astuzia di Ulisse viene presentata nei poemi omerici come l'assoluto paradigma dell'astuzia qua talis, riferibile cioè non soltanto all'ambito militare ma anche a tutti gli altri ambiti della vita sociale e civile dei greci dominatori. E che sia così l'hanno abbondantemente dimostrato gli studi di Horkheimer e Adorno, che videro appunto in Ulisse l'antesignano della moderna figura dell'astuto borghese. "Astuto" non nel senso evangelico di Mt 10,16, che chiede ai cristiani d'esserlo come i serpenti, aggiungendo subito dopo che bisogna anche essere "semplici come colombe", ma "astuto" nel senso di "perfido", cioè abituato a mentire, a celare i propri pensieri e i propri desideri, a dissimulare la verità delle cose, a considerare gli altri come ingenui da raggirare, quindi non semplicemente nel senso di "prudente". L'astuzia di Ulisse non era limitata da alcuna concezione etica della vita, e non per questo veniva allora biasimata, e neppure oggi lo è, tant'è che tutti i manuali scolastici la presentano come "giusta", in quanto determinata da cause di forza maggiore, necessaria per vincere un nemico (uomo o dio che sia) da combattere, e così via. Un'astuzia che noi occidentali consideriamo come il non plus ultra dell'astuzia in generale, paragonabile a quella del moderno borghese. In realtà anche in questa identificazione pecchiamo d'ingenuità. La vera astuzia infatti non si lega al nome di qualcuno in particolare, ma la si esercita nell'anonimato della ragion di stato. In questo i romani erano senz'altro più capaci dei greci. Tuttavia i moderni borghesi, forti dell'ideologia cristiana, che permette un profondo dualismo tra teoria e pratica, sono più grandi degli stessi romani. "In astuzia" quindi non dovrebbe essere considerato un complemento di "limitazione", ma, al contrario, di "eccellenza". Nel saper tessere trame e inganni nessuno, nelle civiltà schiavistiche preromane, era superiore a Ulisse. E' vero, il complemento di "eccellenza" non esiste, ma ne hanno inventati così tanti che uno in più non fa alcuna differenza. |
Le immagini sono prese dal sito "Foto Mulazzani"