CONTRO LA GRAMMATICA ITALIANA |
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COMPLEMENTO DI COMPAGNIA O UNIONE
Il complemento di compagnia o unione è, oltre che pura retorica o mero pleonasmo, in quanto sottoprodotto di quelli di modo e di mezzo, anche pretenzioso, poiché obbliga a porsi delle domande che non sono basate sul verbo, come in genere per gli altri complementi, ma sul complemento stesso: il che, in grammatica, dovrebbe essere considerato "illegale", visto che sono i predicati verbali a suscitare le domande per stabilire i corrispondenti complementi. Per cui se io dico: "E' uscito con la grammatica del Sensini" non posso sostenere che qui vi sia un complemento di unione, proprio perché non posso dare per scontato che il soggetto sia uscito di casa portandosi dietro un oggetto del genere. Se uno esce di casa e a me interessa sapere il perché o conoscerne il modo, non starò certo lì a ipotizzare che si sia portato qualcosa con sé. Meno che mai la grammatica del Sensini! Ma c'è di più. Il complemento di compagnia o unione risponde in sostanza alla stessa domanda del complemento di mezzo o strumento: "con che cosa?". Perché dunque farne due? Perché rischiare di dire dei controsensi o di finire in ambiguità indesiderate? Se io dico, come fa la Zordan: "I contadini arano i campi con i buoi", a parte il fatto che vederli così nel 2000, da noi, è un'impresa, ma per quale ragione i buoi del contadino sono soltanto un mezzo o uno strumento e non anche una fonte di compagnia? Pascoli l'avrebbe pensato. Non sono forse degli "animali" come nell'altro complemento? Il contadino vuol bene ai suoi buoi: sono fonte della sua vita. Nutre più loro che i propri figli, proprio perché sono loro che gli permettono di nutrire i figli! Almeno nel Medioevo era così. Dunque, altro che compagnia! Sono la metà di lui stesso! E quando lui lavora da solo nei campi, sono l'unica sua compagnia... E perché dire che la frase "Andiamo a scuola in bicicletta" è un complemento di mezzo e non di unione? Per quale motivo se io esco con una valigia faccio una vera e propria unione, mentre se esco con una bicicletta mi devo accontentare di un mezzo? Quando giro in bicicletta mi sento perfettamente unito a lei: mi appartiene molto di più di qualsiasi valigia. Quando la inforco mi sento leggero, mentre la valigia mi pesa maledettamente; sento in faccia la brezza di primavera e non la puzza della stazione o del treno. Con la bici posso vedere bellissimi panorami da vicino, in tutta calma; con la valigia, in treno, vedo veloci panorami dietro uno sporco vetro, tanto che non so mai dove mi trovo, se non guardando alle stazioni i relativi cartelli. Perché dunque s'è voluto aggiungere il complemento di compagnia o unione? La ragione c'è: per spirito di "buonismo". Infatti, non si può parlare di "mezzo" o di "strumento" quando ci relazioniamo a delle persone. Sarebbe stato troppo "materialistico". E così ci si è complicati la vita, come spesso succede nella nostra grammatica. Non bastava dire "mezzo" o "compagnia"?
- Esco Ma se avessi risposto "da solo" il complemento sarebbe stato di "compagnia" o di "modo"? Uno non potrebbe pensare che la miglior compagnia sia la propria solitudine? Pavese avrebbe risposto di sì, ma anche Kierkegaard, Nietzsche, Luigi Tenco e un altro milione di persone. I latini non conoscevano neppure i complementi; si affidavano agli avverbi, alle preposizioni e alle congiunzioni. E si chiedevano: "Quali sono le preposizioni che p.es. reggono l'ablativo?". Tutto veniva messo in relazione ai sei casi: c'era come un rispetto delle gerarchie. Non come oggi, dove i complementi, avendo preteso un'assoluta autonomia, ci hanno fatto piombare nella più assoluta confusione. "Cum", quando voleva dire il nostro "con", poteva ovviamente essere una preposizione di compagnia, sia di persona che di cosa: "comprai la grammatica della Zordan con molto denaro". Ma anche una preposizione di modo: "lo feci con vergogna". E anche - udite udite - di contemporaneità: "lo feci cum occasu solis", cioè "al calar del sole". E infine di reciprocità: "est mihi tecum magnum odium". Con un semplice "cum" la loro grammatica permetteva di esprimere concetti molto "chiari e distinti". |
Le immagini sono prese dal sito "Foto Mulazzani"