CONTRO LA GRAMMATICA ITALIANA |
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LE FIGURE RETORICHE 1-2
ALLEGORIA. Di origine greca. S'intende un'espressione con cui si sostituisce un concetto con una
rappresentazione simbolica, il cui significato è spesso di natura politica o
religiosa. Quindi è una sorta di travestimento di un concetto ottenuto con
l'attribuzione alle parole di un senso nascosto, al di là del loro significato
apparente, letterale. ALLITTERAZIONE. Di origine latina. E' una figura di suono che consiste nella ripetizione di una
stessa vocale o consonante o sillaba (o comunque lettere tra loro affini per
suono) all'inizio o all'interno di parole contigue. ANACOLUTO. Di origine greca. Violazione volontaria di una norma sintattica, usata per lo più per riprodurre i modi della lingua parlata o per caratterizzare un personaggio. ANAFORA. Di origine greca. Consiste nella ripetizione della stessa parola o di un gruppo di parole all'inizio di più versi o di frasi consecutive, allo scopo di sottolineare in modo enfatico un determinato concetto. ANALOGIA. Di origine greca. Istituisce un rapporto originale, inedito, tra due elementi molto distanti tra loro sul piano del contenuto o comunque all'apparenza prive di qualsiasi legame logico. L'abuso può generare incomprensione semantica o puro effetto espressivo senza particolare significato. ANASTROFE. Di origine greca. Inversione dell'ordine logico e/o sintattico di due parole per motivi di carattere ritmico o per valorizzare il termine a cui tocca il primo posto nel nuovo ordine sintattico. ANTITESI. Di origine greca. Consiste
nel mettere a palese contrasto idee opposte, allo scopo di far rilevare,
attraverso il suo contrario, la qualità di una cosa o una determinata situazione
psicologica. E' più incisiva nella struttura simmetrica della frase. ANTONOMASIA. Di origine greca. Consiste nell'indicare una persona o una cosa indirettamente,
evidenziando anzitutto una sua qualità conosciuta che le dia spicco e che renda
pertanto impossibile l'incertezza nell'identificazione. APOSTROFE. Di origine greca. Consiste nel rivolgere il discorso, per lo più improvvisamente, a persone assenti o morte, oppure a cose inanimate, chiamandole direttamente in causa. Serve per dar maggior rilievo a un fatto in circostanze particolari. ASINDETO. Di origine greca. E' una giustapposizione di parole o frasi senza l'uso di congiunzioni coordinative o disgiuntive. E' efficace per conferire all'insieme una forte carica espressiva. CHIASMO. Dal nome della lettera X dell'alfabeto greco, che si pronuncia chi. E' una disposizione in versi a forma incrociata, come quella della lettera X, secondo lo schema ABBA. Serve per mettere in evidenza gruppi di parole. CLIMAX. Di origine greca. E' un accostamento ritmato di parole dal significato simile, ordinate in senso crescente per intensità (gradazione ascendente). Il contrario è detto anticlimax o gradazione discendente. EPITETO. E' una forma attributiva che sostituisce un nome allo scopo di meglio caratterizzarlo, ma oggi è solo sinonimo di ingiuria o di titolo offensivo. ENDIADI. Di origine greca. Consiste nell'esprimere un concetto mediante due termini complementari (sostantivi o aggettivi), tra loro coordinati. EUFEMISMO. Di origine greca. S'intende un'attenuazione operata
nella crudezza di un'espressione per ragioni artistiche o di convenienza
sociale. In genere si usano parole o espressioni sinonimiche o metaforiche in
luogo di termini volgari o sgradevoli o troppo realistici o crudi o dolorosi. INTERROGAZIONE RETORICA. Consistere nell'esprimere il proprio pensiero
non in forma di normale affermazione o negazione più o meno ragionata, bensì
sotto forma di una interrogazione che non attende risposta, ma col suo tono
asserisce o nega essa stessa in modo concitato. IPALLAGE. Di origine greca. Consiste nell'attribuire a una parola qualcosa che si riferisce a un'altra parola della stessa frase. IPERBATO. Di origine greca. Consiste in una
trasposizione o rovesciamento della disposizione ritenuta normale degli elementi
di una frase, generalmente uniti tra loro. IPERBOLE. Di origine greca. E' l'intensificazione di un'espressione
oltre i limiti del credibile, nel senso che quando si sostituisce una parola con
un'altra, lo si fa per ingrandirla all'inverosimile o per rimpicciolirla.
Praticamente è il contrario dell'eufemismo. IRONIA. Di origine greca. Consiste nell'affermare il contrario di ciò che si pensa e si vuole far
intendere, con un'intenzione scherzosa o polemica (in tal senso è affine
all'umorismo, con cui si mescola il serio al faceto). Essa quindi si fonda
sull'associazione di due idee tra loro opposte. Spesso si esplica esprimendo un
pensiero di biasimo a un significato di lode, e può anche assumere un carattere
di particolare veemenza, dettato da sdegno o rancore (sarcasmo). LITOTE. Di origine greca. E' l'affermazione
attenuata di un concetto mediante la negazione del suo contrario, che si ottiene
sostituendo un vocabolo col suo opposto, facendolo precedere da una particella
negativa. METAFORA. Di origine greca. S'intende una similitudine in cui non
appaiono i due termini di paragone: uno astratto, l'altro concreto, ma una
fusione di entrambi, privata dei nessi sintattici. Quindi è una sorta di
paragone abbreviato o sottinteso, in cui il trasporto di una parola da un campo
semantico all'altro fa acquistare all'altra parola un significato figurato (es.
"Incontro spesso in discoteca quello stecco", dove "ragazza" è il primo termine
e "stecco" il secondo, mentre la "magrezza" è il terreno comune). METONIMIA. Di origine greca. Indica un personaggio, un oggetto
o un fatto non direttamente, cioè con il suo proprio nome, ma mediante un’altra
cosa che sia in un certo rapporto significativo (logico o di contiguità, non
necessariamente di somiglianza) con quel personaggio, oggetto o fatto. ONOMATOPEA. Di origine greca. E' la riproduzione di suoni naturali attraverso la sonorità della lingua. Il Pascoli in questo fu maestro, ma anche il Futurismo. OSSIMORO. Di origine greca. E' una forma di antitesi in cui
l'accostamento di due situazioni psicologiche diverse viene fatto con parole che
all'apparenza sono contrarie (es. "un silenzio eloquente"). PARONOMASIA. Accostamento di parole molto somiglianti per forma e sonorità, ma diverse per significato. Può essere un invito a giocare con le parole ma l'abuso determina banalità. PERIFRASI. Di origine greca. Detta anche circonlocuzione. Consiste nel collocare un giro di parole al posto di una precisa e secca annotazione. Si usa anche per evitare delle ripetizioni. PERSONIFICAZIONE. Consiste nell'attribuire figure o atti umani a cose astratte o animate. Es. "fu baciato dalla vittoria". PRETERIZIONE. Di origine latina. Si ha quando dopo aver dichiarato di non voler dire una cosa (specie un nuovo argomento polemico), la si esprime poi quasi di sorpresa. In sostanza si finge di voler tacere ciò che in realtà si dice. Quindi è un rafforzativo nell'apparente attenuazione. Es. "taccio il fatto ch'eri stato avvisato". PROSOPOPEA. Di origine greca. Consiste nell'attribuire vita e aspetto
umano a cose astratte o inanimate, ovvero presenta persone assenti o morte come
presenti e vive. L'uso è evidente nelle espressioni di tipo religioso o mistico.
E' detta anche PERSONIFICAZIONE. RETICENZA. Di origine latina. Consiste nel troncare un discorso
avviato attribuendogli efficacia proprio con questa sospensione, che dà a
pensare cose d'indeterminata gravità. E' quindi un rafforzativo nella sua
apparente attenuazione. RIPETIZIONE. Consiste nel ripetere parole uguali, collocate in posizioni evidenti (di regola al principio o alla fine di versi o frasi) per dare efficacia all'insieme del discorso o per riaffermare la validità di un concetto in particolare. E' molto usata nel linguaggio politico, ma anche in quello pedagogico. SIMILITUDINE. Di origine latina. E' un raffronto nel quale i due
termini di paragone (tra cose, persone o situazioni ritenute simili) sono
entrambi evidenti e si svolgono in genere con una certa ampiezza. Per tale
evidenza e tale ampiezza la similitudine si distingue dalla metafora. SINEDDOCHE. Di origine greca. S'intende una forma di metonimia, in
cui, invece di un oggetto o di un fatto, se ne indica un altro che abbia con
esso un rapporto di quantità più limitato o più esteso. Si indica: SINESTESIA. Di origine greca. Associazione, all'interno di un'unica immagine, di due sensazioni diverse: uditive, visive, olfattive, gustative, tattili, con effetto inaspettato. Es. "profumi verdi", "melodia blu", "urlo nero". E' stata molto usata dai poeti simbolisti, ermetici, decadenti. ZEUGMA. Di origine greca. Consiste nel far reggere da un unico verbo più enunciati che richiederebbero verbi diversi. |