EDITH WHARTON, Paesaggi italiani, Olivares, Milano 1995.

• Ciò che è vero per lo studio dei dipinti italiani, è vero, anche per l'Italia.

• Questa distinzione non implica alcun disprezzo per il primo piano, che va conosciuto a fondo prima di poter apprezzare ciò che sta dietro di esso: non esistono scorciatoie per arrivare al cuore dell'Italia.
• Non è neppure il caso d'insistere con l'analogia della pittura religiosa. In Italia i quadri, le statue e gli edifici famosi sono ovviamente il frutto dello sviluppo storico e artistico del Paese, ma sono diventati essi stessi delle convenzioni per essere stati troppo a lungo utilizzati come termini di paragone per descrivere l'Italia.
• Sono diventati vuoti simboli e la vita, di cui un tempo erano la massima espressione, è evaporata nell'arida atmosfera dei musei cui sono stati condannati dalla loro fama. Per apprezzarli è necessario spalancare le loro finestre e lasciar penetrare dell'aria fresca: osservarli senza lasciarsi influenzare dalla tradizione. Poiché non possono essere evitati, devono necessariamente essere sottratti alla convenzione e, per riuscirvi, è necessario considerarli in rapporto alla vita di cui essi sono solo la bella facciata esterna.
• Così facendo, essi si trasformano nel mezzo per raggiungere un luogo di incanti. Come ospiti cortesi essi si tengono in disparte, indicano la strada, ma concedono ai loro ospiti la libertà di muoversi a piacimento nei loro possedimenti.
• Non è eccessivo dire che ogni capolavoro italiano possiede la chiave di un giardino segreto dell'immaginazione. Bisogna conoscere Tiziano e Giorgione per godere della vicinanza delle Alpi friulane; Cima da Conegliano per assaporare tutto il gusto del bizzarro paesaggio euganeo; Palladio e Sansovino per apprezzare la frivola architettura delle ville del Brenta; e anche le volte di Brunelleschi e Michelangelo per poter riconoscere le belle linee della Cupola di qualche cappella in uno sconosciuto villaggio sulle colline.
• "Une civilisation," dice Viollet-le-Duc, "ne peut prétendre posséder un art si cet art pénètre partout, s'il fait sentir sa présence dans les œvres les plus vulguires".
• È proprio perché l'arte italiana è così compenetrata con la vita italiana, perché il più umile dei muratori riproduceva in qualche modo le linee dei grandi architetti e lo scultore di piccole Madonne s'ispirava alle composizioni dei maestri che l'imponente primo piano e lo sfondo negletto continuano a interpretarsi e spiegarsi vicendevolmente.
• Per i suoi grandi ammiratori, l'Italia è come un grande libro illustrato, dove qua e là vi sono meravigliose figure a tutta pagina e, fra queste, pagine e pagine dai margini delicatamente istoriati da cui si può ricostruire ogni dettaglio della sua vita. E le immagini, come i margini, sono frutto della stessa mano.