IL GIUBILEO

• Un riconoscimento "ufficiale" del pellegrinaggio e anche dei meriti che, grazie ad esso, potevano essere acquisiti costituiva da tempo una aspettativa dei fedeli: il Giubileo del 1300 fu una concreta risposta per le speranze dei pellegrini.

• Nella sua cronaca, Giovanni Villani scrive: "Gran parte dei cristiani, che allora vivevano, feciono il detto pellegrinaggio così femmine come uomini, di lontani e diversi paesi, e di lungi e d'appresso".

• Nel testo di Jacopo Gaetani Stefaneschi, De centesimo seu Jubileo anno liber, si legge che dal giorno di Natale 1299 al seguente primo gennaio "occulto rimase il mistero di quel nuovo perdono", ma che proprio al tramonto del primo giorno del '300 si sparse per la città la notizia che quanti si fossero recati a pregare sulla tomba dell'Apostolo Pietro, avrebbero ricevuto il perdono di tutte le colpe.

• La bolla pontificia che indiceva ufficialmente l'inizio del giubileo recava la data del 16 febbraio 1300, quando da due mesi circa Roma era ormai invasa da gruppi di pellegrini che diventavano sempre più numerosi.

• "Turbam magnam quam nemo numerare poterat": nessuno è in grado di contare una folla così numerosa, osserva Guglielmo Ventura, che indica approssimativamente a due milioni il numero dei pellegrini accorsi a Roma, mentre i chierici davanti all'altare di San Pietro sono intenti a raccogliere "pecuniam infinitam".

• E lo Stefaneschi osserva con rammarico che in occasione del Giubileo la devozione della povera gente superò di gran lungo quella dei potenti sovrani d'Europa.

• Secondo la storico Raffaello Morghen "il giubileo del trecento chiude le porte del Medioevo e, nell'ambito della religiosità europea, inizia la nuova era".