Donne del Grand Tour

Dai viaggi dei pellegrini
al Grand Tour,
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LA FEMME TOURISTE

  • Il più delle volte l'idea del viaggio, che dovrebbe preludere ad una avventura liberatoria da vivere secondo una inclinazione personale, si complica di un retorico apparato di forme e colori; pertanto la turista "avvertita" sarà tenuta ad avvolgere le proprie fantasie in un abbigliamento-tipo, che prevede un cappellino con velo bruno o azzurro, una pelliccia, oppure, a seconda della stagione, un waterproof di panno, alpaca o tela, un abito con colletto e polsini bianchi.

ORNELLA MORELLI, Funzione e retorica dell'abito da viaggio. In "Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento", Libreria delle donne, Firenze 1988.

ORNELLA MORELLI, Funzione e retorica dell'abito da viaggio. In "Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento", Libreria delle donne, Firenze 1988.

  • Il Monitore della Moda, pubblicato a Milano, mediante piacevoli litografie a colori, illustra una svariata serie di "Confezioni da viaggio di buon genere". Nel numero del 2 maggio 1887, sono presentati abiti-tailleurs in lanaggio a tinta unita, pasticche, quadrati per visita al Museo".
  • Quando la "nuova moda" prevede l'allacciatura dietro, non manca la nota di biasimo contro l'assenza di praticità, ossia "incomodo pei vestiti che debbono essere indossati rapidamente". La scomoda allacciatura si può riscontrare, ad esempio, nei modelli d'abito per sosta o gita in lago o per transito collinare.

ORNELLA MORELLI, Funzione e retorica dell'abito da viaggio. In "Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento", Libreria delle donne, Firenze 1988.

ORNELLA MORELLI, Funzione e retorica dell'abito da viaggio. In "Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento", Libreria delle donne, Firenze 1988.

ORNELLA MORELLI, Funzione e retorica dell'abito da viaggio. In "Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento", Libreria delle donne, Firenze 1988.

  • Non soltanto l'immagine esteriore, grazie ai vestiti, si trasforma incessantemente, ma anche il linguaggio riferito all'abbigliamento si specializza e acquisisce nel proprio sottocodice una terminologia internazionale che comprende molte parole inglesi oppure francesi: ecco come viene descritto "un costume da viaggio": cappotto-waterproof in grosso panno, "assettato con pellegrinetta", per transito marino.
  • Peraltro ogni viaggiatrice deve dotarsi di alcuni accessori indispensabili per affrontare la permanenza lontano da casa: una cartella per scrivere, una piccola farmacia portatile, il necessario per cucire e lavorare all'uncinetto. Ogni singolo accessorio è minutamente descritto da un'altra pubblicazione milanese, coeva alla precedente: Il tesoro delle famiglie.

ORNELLA MORELLI, Funzione e retorica dell'abito da viaggio. In "Viaggio e scrittura. Le straniere nell'Italia dell'Ottocento", Libreria delle donne, Firenze 1988.

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Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 25-04-2015