La sincerità di Junichiro Tanizaki

La sincerità di Junichiro Tanizaki

Dario Lodi


Junichiro Tanizaki (1886-1965) è divenuto famoso in Italia per il film “La chiave” (interpretato da una strepitosa Stefania Sandrelli, un inno all’erotismo) tratto dal suo romanzo omonimo e diretto da Tinto Brass. Il regista veneziano non ha capito nulla del romanzo, scritto da un settantenne coraggioso e sincero. Brass ha ridotto per lo schermo, in modo oltraggioso, un piccolo capolavoro erotico.

La Sandrelli, nel film esalta la fisicità del messaggio vitale, che Tanizaki mette nel suo libro, non va oltre, dall’alto di una carnalità sorprendente, ma casuale. E’ proprio quello che l’autore giapponese cerca di evitare, pur parlando diffusamente della carnalità. Cioè Tanizaki cerca la materia sessuale, ma come mistero da esplorare, da scoprire, senza che vi sia la caduta in un’evidenza oggettiva in fondo spiazzante perché portata inevitabilmente a ridimensionare l’idea del sesso.

Tanizaki seguì per qualche tempo la letteratura occidentale, ma poi se ne discostò preferendo avviare una propria indagine, sfidando le convenzioni dell’oriente, silenziose storicamente nei confronti di certe tematiche. Di sicuro la disinvoltura letteraria americana qualcosa produsse nella mentalità giapponese (essendo questa letteratura egemone ed essendo figlia di quella europea non poteva avvenire il contrario) ma l’originalità espressiva, in personalità come quella di Tanizaki, è praticamente immune da condizionamenti concettuali particolari.

C’è da chiedersi se il masochismo e il feticismo di Tanizaki possano trovare consenso, o anche solo attenzione (seria) nello smaliziato mondo occidentale. La letteratura erotica in Europa è sterminata. Forse è più attraente l’Aretino del nostro scrittore giapponese, ma va da detto che è sicuramente meno suggestivo, così come meno suggestivo è De Sade, o per arrivare più vicino ai nostri tempi, Bataille, Moravia. Il fatto è che Tanizaki non dà per scontata la fruizione erotica, semmai la subisce con grande intelligenza naturale. Lo si nota bene nel suo “I piedi di Fumiko”, nel suo “Diario di un vecchio pazzo” mentre quello che viene considerato il suo capolavoro “Neve sottile” è una più completa introspezione vitale che si riferisce al mondo femminile facendolo diventare il paradigma del mondo per eccellenza, quello fatto di sensibilità.

La vitalità erotica costringe ad attenzioni che sembrano elementari, legate a un vivere immediato e irrazionale. Tanizaki, nelle sue descrizioni e interpretazioni, sta al gioco, e si fa anzi prendere da esso, lasciando che si dipanino le situazioni nella loro apparente superficialità. Egli sta da una parte a osservare minutamente il farsi delle regole sessuali, riconoscendo che sono e devono essere a se stanti affinché il loro mistero e il mistero della loro attrattiva, duri per sempre: è la formula del miracolo della vita.

Per tutto questo, lo scrittore giapponese – impegnato, con esito felice, anche a una trasposizione moderna del testo storico giapponese “Genji Monogatari” (Storia di Genji, il principe splendente) di Murasaki Shikibu, dove il problema sessuale è solo vagamente sottinteso -, Tanizaki, non è mai volgare, pur trattando esplicitamente di organi sessuali o di surrogati feticistici. Con lui non siamo certo al cinema hard, siamo bensì a una raffinatezza indagativa ed espositiva che, dato il tema, non ha praticamente eguali.

Lo scrittore giapponese sta di fronte al feticcio sessuale con una sorta di curiosità infantile. Lo scrittore la sottolinea con un piacere sottile, ammirando una realtà che a mente lucida non crede possibile per carica emotiva. L’intensità che ne deriva è talmente alta che sembra impossibile ogni richiamo alla ragionevolezza. Tanizaki è però ragionevole in questa sorta di limbo, in questa sospensione speculativa, in questo essere per provare a essere senza infingimenti, con sincerità, per vedere come va a finire usando tanta spregiudicatezza, finendo in tanto vivere l’eccitazione sessuale-vitale estrema (che la Sandrelli, nel famoso film, esprime inconsciamente al meglio).

Dello stesso autore:

Testi di Junichiro Tanizaki


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 10-02-2019