PASOLINI UOMO ARTISTA
E INTELLETTUALE
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VITA DI PASOLINI I genitori di Pier Paolo, Carlo Alberto Pasolini, ufficiale di nobile famiglia ravennate, e Susanna Colussi, maestra elementare, si conoscono a Casarsa del Friuli, il paese di lei, dove lui si trova a prestare servizio. Si sposano nel dicembre 1921. Pier Paolo nasce a Bologna il 5 marzo 1922; nel '25 nasce a Belluno il secondogenito Guidalberto, detto Guido. L'infanzia dei due fratelli è rattristata dai litigi tra i genitori, incompatibili per carattere e valori: lui fascista convinto e passionale, lei mite e insofferente verso la retorica fascista. La famiglia, per seguire i trasferimenti del padre, si sposta di frequente da un paese all'altro dell'Italia settentrionale. Il piccolo dipinge e scrive versi. Comincia a leggere Salgari, poi, tredicenne, Omero e Carducci. In seguito leggerà Pascoli e D'Annunzio. Frequenta il Liceo Galvani di Bologna. Si appassiona al gioco del calcio, mentre le sue letture si estendono a Dostoevskij, Tolstoi, Shakespeare, Coleridge e Novalis. All'università, si iscrive a lettere. Qui conoscerà il prof. Roberto Longhi, che lo inizierà all'estetica delle arti figurative. Nel '41, durante la seconda guerra mondiale, il padre viene fatto prigioniero in Africa dagli inglesi e rimarrà in un campo del Kenia fino alla fine della guerra. Pier Paolo intanto scrive poesie che fa leggere agli amici dotti Luciano Serra, Francesco Leonetti e Roberto Roversi. Diviene redattore capo di una rivista culturale, «Il Setaccio», che avrà breve durata e vedrà il nostro prendere posizione contro la retorica di regime e la relativa propaganda culturale. Con l'avvento della Repubblica di Salò e l'occupazione tedesca, mentre Guido matura l'idea di diventare partigiano nelle file della Resistenza, Pier Paolo e la madre si daranno all'insegnamento privato per ragazzini impediti dalla guerra di andare a scuola. Mentre è attratto già dai ragazzi, una amica violinista, Pina Kalz, si innamora di lui. Sarà una delle non poche donne che lo ameranno, non ricambiate. Solo a Silvana Mauri, sorella di un suo amico, qualche anno dopo confiderà di aver provato verso di lei un sentimento molto vicino all'amore. Ma sceglierà ugualmente di seguire l'altro destino, quello della omosessualità, rinunciando a una vita "normale". Nel 1945 Guido viene giustiziato paradossalmente da partigiani comunisti filoslavi, perché si è opposto al disegno di annessione di gran parte del Friuli alla nascente repubblica jugoslava. Comincia a tenere un diario in cui confluiscono il dolore per la perdita del fratello e il racconto dei primi amori omosessuali. Imbevuto di letture gramsciane, dopo la guerra si iscrive al partito comunista; comincia ad insegnare lettere alla prima media della scuola di Valvasone. Il padre, tornato dalla prigionia, soffre adesso di alcolismo e paranoia, infestando il clima familiare. Mentre si intensificano le esperienze di militanza comunista, nel '49 è travolto da uno scandalo per essersi appartato con dei ragazzi. Denunciato per corruzione di minorenni e atti osceni in luogo pubblico (sarà però assolto dopo due gradi di giudizio), viene espulso dal PCI e rimosso dal posto di insegnante a Valvasone. Il padre rende ormai la vita impossibile e i due, madre e figlio, fuggono a Roma. Gli inizi sono difficili. Susanna trova lavoro come governante presso una famiglia con due bambini. Lui fa esperienza delle borgate e dei giovani sottoproletari, innamorandosene subito, trasferendo questo amore nelle prime opere di narrativa e nelle altre di poesia. Nel '51 il padre li raggiunge a Roma e vivrà con loro sino alla morte avvenuta nel dicembre '58, rasserenato dai successi del figlio. Insegna alla scuola media di Ciampino. Conosce Penna, Caproni, Bertolucci e Gadda. Collabora pure come sceneggiatore a film di vari registi e girerà il suo primo film Accattone solo nel 1961. Intanto pubblica le opere di poesia e i primi romanzi sulle borgate romane, di cui già si è detto nelle puntate di questo saggio. La destra clerico-fascista lo perseguiterà sempre e non pochi saranno i suoi guai giudiziari, perché la magistratura vedrà quasi sempre nelle sue opere di romanziere e regista, offese alla morale e alla religione. Si consolerà soprattutto con i viaggi, specie con l'amico Moravia, nel Terzo Mondo, dove potrà ammirare una cultura e una civiltà legate ai miti del passato. Deluso dalla Chiesa dopo il pontificato di Giovanni XXIII, l'unico papa che ha amato, deluso dall'incipiente cultura di massa e consumistica, deluso dalla neoavanguardia del «Gruppo '63», comprenderà di essere sempre più isolato, accettato solo da una ristretta cerchia di amici letterati (tra cui ricordiamo Moravia, Bertolucci, Morante e Volponi). Anche i giovani lo deludono, perché nei contestatori del '68 vede degli schizzinosi figli di papà, destinati a prendere un domani i posti di potere dei loro padri. Nella notte tra il primo e il due novembre 1975, il diciassettenne ragazzo di vita Pino Pelosi, lo uccide sul lido di Ostia, in circostanze non del tutto chiarite. Il ragazzo verrà arrestato, processato e condannato. |
a cura di Leonardo Monopoli
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