Le provocazioni di Moravia

Le provocazioni di Moravia

Alberto Moravia

Dario Lodi


Su Moravia è interessante un’osservazione di Giorgio Bassani (Di là dal cuore, Meridiani Mondadori, pag. 1219: … Sebbene scettico, laico, Moravia in fondo è un cattolico, tutto intriso quale risulta di quel particolare cattolicesimo post-tridentino che sopravvive ancora oggi qui a Roma. E’ una specie di Alessandro Manzoni immerso nello scirocco romano, un Manzoni senza Dio. …

Certo, la differenza fra Bassani e Moravia (Alberto Pincherle, 1907-1990) è abissale. Bassani è un scrittore tradizionale, legato allo scrivere “corretto” tipico italiano. Prima lo stile, l’eleganza, poi il contenuto che, essendo “prigioniero” dell’eleganza non può che essere allineato con un certo ordine di idee e di concetti, ovvero di preconcetti (pochi validi, fra cui senz’altro quelli di Vincenzo Cardarelli e di Vitaliano Brancati, il secondo maestro di racconti). Bassani è in una posizione ambigua. Il suo calligrafismo è agile, intelligente, ma a volte è carico di compiacimento estetico (si veda nel racconto “Gli occhiali d’oro”).

Moravia va invece deciso verso l’originalità. E’ aiutato, all’inizio, dal dover vivere la dittatura fascista, che è ultraconservatrice. Nel 1929 Mussolini dà vita ai Patti Lateranensi, riesumando il potere della Chiesa e spostando, quindi, l’orologio della storia indietro di qualche secolo. Moravia non ha ancora vent’anni e pubblica a proprie spese Gli indifferenti, analisi spietata della pochezza borghese del tempo, di fatto lontana da preoccupazioni morali. Ma lo scrittore avrà modo di incidere maggiormente nella questione borghese e conservatrice opponendo alla borghesia e alla conservazione figure e situazioni controcorrente, anche a costo di rischiare seriamente la caricatura (Agostino, 1944; La romana, 1947; La noia, 1960; Io e lui, 1971). I titoli fra parentesi – che sono quelli dei libri più noti di Moravia – non disdegnano affatto forzature nel nome di un risentimento per la mancanza di senso critico e di coraggio nel vivere in quel mondo imprigionato da tradizioni: un mondo pigro e imbelle che segue pedissequamente norme di comportamento ampiamente sclerotizzate. Che senso hanno le costrizioni ecclesiastiche in una realtà dominata dall’uomo? Può ancora esistere il timore divino nell’era dell’energia atomica? D’altro canto: può l’energia atomica avere il sopravvento sulla ragione e sull’etica?

Non è tempo di creare una morale umana anziché rifugiarsi in quella divina, salvo non esercitarla per niente, come d’abitudine, del resto? Moravia eccede nell’amoralità, insistendo con esibizionismi sessuali, e la sua è una provocazione malata di certo desiderio di protagonismo elementare (il sesso richiama una forza oscura che il sistema ha sempre e ovunque cercato di imbrigliare e di sublimare), ma non eccede, in ultima analisi, nel richiamare l’attenzione verso un’autonomia operativa che ritiene sacrosanta: l’uomo, secondo lui, è maturato ed ha diritto di esprimersi senza dover subire censure.

Semmai sono le abitudini perverse, è l’ipocrisia, è la mancanza di socialità, la mancanza di empatia a dover essere superate. L’uomo moderno ha il potere materiale, pretenda quello ideale. Non abbia più paura di essere se stesso.

Tutte questo cose sono in embrione e probabilmente Moravia non intende andare oltre, ritenendo esauriente il suo intervento. Del resto, in appoggio alla pretesa ideale in questione (un idealismo, per così dire, pari al materialismo, come forza, come incisività) si agitano energie in continua difficoltà espressiva. Nel mondo intellettuale di quegli anni prevale l’idea esistenzialista, alla quale anche gli intellettuali italiani (per lo più da tempo provinciali) vorrebbero appartenere (forse solo l’ermetismo in poesia riesce a farsi, in parte, accettare). Moravia è in prima fila.

Ma l’esistenzialismo ha implicazioni psicologiche e dinamiche dialettiche molto complesse che travalicano il breve respiro provinciale, non certo attrezzato per il modernismo, se non in senso velleitario e per di più sottomesso al presunto modello speculativo maggiore e internazionale. Moravia recita esistenzialismo, ma forse meglio vorrebbe evidenziare la propria lucidità verso il reperimento di un protagonismo finalmente efficace e celebrarlo, ovvero fare in modo di celebrare chi lo propone, cioè lui stesso. Si tratta di una vera e propria contorsione mentale fatta da chi ha un grande fiducia, d’acchito, nelle proprie risorse intellettuali e vuole che le siano riconosciute da un ambiente ben poco favorevole a riconoscimenti, specie se anticonformisti.

Ecco perché Moravia si decide a dare corpo a vere e proprie provocazioni, insistendo con esempi comportamentali normalmente e facilmente commendevoli: la sua fama si forma dietro paraventi dove non si nasconde il desiderio di libertà espressiva, ma si nasconde la morbosità per il proibito. Questo proibito assume vari aspetti, si metaforizza in molti modi, persino ad insaputa dell’interessato (si pensi a Pasolini) e diventa una sorta di cavallo di troia senza che di fatto si muova. Basta l’apparizione. E del resto, ciò che scatena la morbosità è sufficiente a destare interesse intorno al fenomeno eversivo che, a questo punto, raggiunge valori di facciata e non diventa effettivo.

Sorge, direttamente e indirettamente, l’assenso, il beneplacito, da parte chi ha provocato il fenomeno. Resta tuttavia in essere un discorso molto più ampio: dietro la morbosità c’è una probabile presa di coscienza più e meglio articolata. Legittimità di parlare del sino a ieri proibito, legittimità, dunque, di parlare anche di altro. L’uomo va oltre quel se stesso bloccato da mille paure e auto costretto a demandare la propria personalità ad enti fantasiosi, celando tutto il celabile a favore di un perfezionismo non vissuto. Moravia, un po’ di acqua a questo mulino la porta. Non tutti, poi, possono essere grandi mugnai. Lui, però, l’aspirazione l’aveva: il suo, per la verità, è stato uno sprone per tutti a fare meglio dell’ordinario, ad impegnarsi di più per essere se stessi, cioè uomini.

Dello stesso autore:

Testi di Moravia

Cfr anche Introduzione a Moravia


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 10-02-2019