CAPITOLO
|
FRASI |
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 1
|
Una sera, Agnese sente fermarsi un legno all'uscio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 2
|
- È lei, di certo! - Era proprio lei, con la buona vedova.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 3
|
L'accoglienze vicendevoli se le immagini il lettore.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 4
|
La mattina seguente, di buon'ora, capita Renzo che non sa nulla, e vien solamente per isfogarsi un po' con Agnese su quel gran tardare di Lucia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 5
|
Gli atti che fece, e le cose che disse, al trovarsela davanti, si rimettono anche quelli all'immaginazion del lettore.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 6
|
Le dimostrazioni di Lucia in vece furon tali, che non ci vuol molto a descriverle.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 7
|
- Vi saluto: come state? - disse, a occhi bassi, e senza scomporsi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 8
|
E non crediate che Renzo trovasse quel fare troppo asciutto, e se l'avesse per male.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 9
|
Prese benissimo la cosa per il suo verso; e, come, tra gente educata, si sa far la tara ai complimenti, cosí lui intendeva bene che quelle parole non esprimevan tutto ciò che passava nel cuore di Lucia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 10
|
Del resto, era facile accorgersi che aveva due maniere di pronunziarle: una per Renzo, e un'altra per tutta la gente che potesse conoscere.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 11
|
- Sto bene quando vi vedo, - rispose il giovine, con una frase vecchia, ma che avrebbe inventata lui, in quel momento.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 12
|
- Il nostro povero padre Cristoforo...! - disse Lucia: - pregate per l'anima sua: benché si può esser quasi sicuri che a quest'ora prega lui per noi lassú.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 13
|
- Me l'aspettavo, pur troppo, - disse Renzo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 14
|
E non fu questa la sola trista corda che si toccasse in quel colloquio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 15
|
Ma che? di qualunque cosa si parlasse, il colloquio gli riusciva sempre delizioso.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 16
|
Come que' cavalli bisbetici che s'impuntano, e si piantan lí, e alzano una zampa e poi un'altra, e le ripiantano al medesimo posto, e fanno mille cerimonie prima di fare un passo, e poi tutto a un tratto prendon l'andare, e via, come se il vento li portasse, cosí era divenuto il tempo per lui: prima i minuti gli parevan ore; poi l'ore gli parevan minuti.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 17
|
La vedova, non solo non guastava la compagnia, ma ci faceva dentro molto bene; e certamente, Renzo, quando la vide in quel lettuccio, non se la sarebbe potuta immaginare d'un umore cosí socievole e gioviale.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 18
|
Ma il lazzeretto e la campagna, la morte e le nozze, non son tutt'uno.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 19
|
Con Agnese essa aveva già fatto amicizia; con Lucia poi era un piacere a vederla, tenera insieme e scherzevole, e come la stuzzicava garbatamente, e senza spinger troppo, appena quanto ci voleva per obbligarla a dimostrar tutta l'allegria che aveva in cuore.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 20
|
Renzo disse finalmente che andava da don Abbondio, a prendere i concerti per lo sposalizio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 21
|
Ci andò, e, con un certo fare tra burlesco e rispettoso, - signor curato, - gli disse: - le è poi passato quel dolor di capo, per cui mi diceva di non poterci maritare? Ora siamo a tempo; la sposa c'è: e son qui per sentire quando le sia di comodo: ma questa volta, sarei a pregarla di far presto -.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 22
|
Don Abbondio non disse di no; ma cominciò a tentennare, a trovar cert'altre scuse, a far cert'altre insinuazioni: e perché mettersi in piazza, e far gridare il suo nome, con quella cattura addosso? e che la cosa potrebbe farsi ugualmente altrove; e questo e quest'altro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 23
|
- Ho inteso, - disse Renzo: - lei ha ancora un po' di quel mal di capo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 24
|
Ma senta, senta -.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 25
|
E cominciò a descrivere in che stato aveva visto quel povero don Rodrigo; e che già a quell'ora doveva sicuramente essere andato.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 26
|
- Speriamo, - concluse, - che il Signore gli avrà usato misericordia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 27
|
- Questo non ci ha che fare, - disse don Abbondio: - v'ho forse detto di no? Io non dico di no; parlo...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 28
|
parlo per delle buone ragioni.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 29
|
Del resto, vedete, fin che c'è fiato...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 30
|
Guardatemi me: sono una conca fessa; sono stato anch'io, piú di là che di qua: e son qui; e...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 31
|
se non mi vengono addosso de' guai...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 32
|
basta...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 33
|
posso sperare di starci ancora un pochino.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 34
|
Figuratevi poi certi temperamenti.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 35
|
Ma, come dico, questo non ci ha che far nulla.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 36
|
Dopo qualche altra botta e risposta, né piú né meno concludenti, Renzo strisciò una bella riverenza, se ne tornò alla sua compagnia, fece la sua relazione, e finí con dire: - son venuto via, che n'ero pieno, e per non risicar di perdere la pazienza, e di levargli il rispetto.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 37
|
In certi momenti, pareva proprio quello dell'altra volta; proprio quella mutria, quelle ragioni: son sicuro che, se la durava ancora un poco, mi tornava in campo con qualche parola in latino.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 38
|
Vedo che vuol essere un'altra lungagnata: è meglio fare addirittura come dice lui, andare a maritarsi dove andiamo a stare.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 39
|
- Sapete cosa faremo? - disse la vedova: - voglio che andiamo noi altre donne a fare un'altra prova, e vedere se ci riesce meglio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 40
|
Cosí avrò anch'io il gusto di conoscerlo quest'uomo, se è proprio come dite.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 41
|
Dopo desinare voglio che andiamo; per non tornare a dargli addosso subito.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 42
|
Ora, signore sposo, menateci un po' a spasso noi altre due, intanto che Agnese è in faccende: ché a Lucia farò io da mamma: e ho proprio voglia di vedere un po' meglio queste montagne, questo lago, di cui ho sentito tanto parlare; e il poco che n'ho già visto, mi pare una gran bella cosa.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 43
|
Renzo le condusse prima di tutto alla casa del suo ospite, dove fu un'altra festa: e gli fecero promettere che, non solo quel giorno, ma tutti i giorni, se potesse, verrebbe a desinare con loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 44
|
Passeggiato, desinato, Renzo se n'andò, senza dir dove.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 45
|
Le donne rimasero un pezzetto a discorrere, a concertarsi sulla maniera di prender don Abbondio; e finalmente andarono all'assalto.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 46
|
" Son qui loro ", disse questo tra sé; ma fece faccia tosta: gran congratulazioni a Lucia, saluti ad Agnese, complimenti alla forestiera.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 47
|
Le fece mettere a sedere, e poi entrò subito a parlar della peste: volle sentir da Lucia come l'aveva passata in que' guai: il lazzeretto diede opportunità di far parlare anche quella che l'era stata compagna; poi, com'era giusto, don Abbondio parlò anche della sua burrasca; poi de' gran mirallegri anche a Agnese, che l'aveva passata liscia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 48
|
La cosa andava in lungo: già fin dal primo momento, le due anziane stavano alle velette, se mai venisse l'occasione d'entrar nel discorso essenziale: finalmente non so quale delle due ruppe il ghiaccio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 49
|
Ma cosa volete? Don Abbondio era sordo da quell'orecchio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 50
|
Non che dicesse di no; ma eccolo di nuovo a quel suo serpeggiare, volteggiare e saltar di palo in frasca.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 51
|
- Bisognerebbe, - diceva, - poter far levare quella catturaccia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 52
|
Lei, signora, che è di Milano, conoscerà piú o meno il filo delle cose, avrà delle buone protezioni, qualche cavaliere di peso: ché con questi mezzi si sana ogni piaga.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 53
|
Se poi si volesse andar per la piú corta, senza imbarcarsi in tante storie; giacché codesti giovani, e qui la nostra Agnese, hanno già intenzione di spatriarsi (e io non saprei cosa dire: la patria è dove si sta bene), mi pare che si potrebbe far tutto là, dove non c'è cattura che tenga.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 54
|
Non vedo proprio l'ora di saperlo concluso questo parentado, ma lo vorrei concluso bene, tranquillamente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 55
|
Dico la verità: qui, con quella cattura viva, spiattellar dall'altare quel nome di Lorenzo Tramaglino, non lo farei col cuor quieto: gli voglio troppo bene; avrei paura di fargli un cattivo servizio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 56
|
Veda lei; vedete voi altre.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 57
|
Qui, parte Agnese, parte la vedova, a ribatter quelle ragioni; don Abbondio a rimetterle in campo, sott'altra forma: s'era sempre da capo; quando entra Renzo, con un passo risoluto, e con una notizia in viso; e dice: - è arrivato il signor marchese ***.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 58
|
- Cosa vuol dir questo? arrivato dove? - domanda don Abbondio, alzandosi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 59
|
- E arrivato nel suo palazzo, ch'era quello di don Rodrigo; perché questo signor marchese è l'erede per fidecommisso, come dicono; sicché non c'è piú dubbio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 60
|
Per me, ne sarei contento, se potessi sapere che quel pover'uomo fosse morto bene.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 61
|
A buon conto, finora ho detto per lui de' paternostri, adesso gli dirò de' De profundis.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 62
|
E questo signor marchese è un bravissim'uomo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 63
|
- Sicuro, - disse don Abbondio: - l'ho sentito nominar piú d'una volta per un bravo signore davvero, per un uomo della stampa antica.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 64
|
Ma che sia proprio vero...?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 65
|
- Al sagrestano gli crede?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 66
|
- Perché?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 67
|
- Perché lui l'ha veduto co' suoi occhi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 68
|
Io sono stato solamente lí ne' contorni, e, per dir la verità, ci sono andato appunto perché ho pensato: qualcosa là si dovrebbe sapere.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 69
|
E piú d'uno m'ha detto lo stesso.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 70
|
Ho poi incontrato Ambrogio che veniva proprio di lassu, e che l'ha veduto, come dico, far da padrone.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 71
|
Lo vuol sentire, Ambrogio? L'ho fatto aspettar qui fuori apposta.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 72
|
- Sentiamo, - disse don Abbondio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 73
|
Renzo andò a chiamare il sagrestano.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 74
|
Questo confermò la cosa in tutto e per tutto, ci aggiunse altre circostanze, sciolse tutti i dubbi; e poi se n'andò.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 75
|
- Ah! è morto dunque! è proprio andato! - esclamò don Abbondio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 76
|
- Vedete, figliuoli, se la Provvidenza arriva alla fine certa gente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 77
|
Sapete che l'è una gran cosa! un gran respiro per questo povero paese! che non ci si poteva vivere con colui.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 78
|
E stata un gran flagello questa peste; ma è anche stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo piú: verdi, freschi, prosperosi: bisognava dire che chi era destinato a far loro l'esequie, era ancora in seminario, a fare i latinucci.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 79
|
E in un batter d'occhio, sono spariti, a cento per volta.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 80
|
Non lo vedremo piú andare in giro con quegli sgherri dietro, con quell'albagía, con quell'aria, con quel palo in corpo, con quel guardar la gente, che pareva che si stesse tutti al mondo per sua degnazione.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 81
|
Intanto, lui non c'è piú, e noi ci siamo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 82
|
Non manderà piú di quell'imbasciate ai galantuomini.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 83
|
Ci ha dato un gran fastidio a tutti, vedete: ché adesso lo possiamo dire.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 84
|
- Io gli ho perdonato di cuore, - disse Renzo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 85
|
- E fai il tuo dovere, - rispose don Abbondio: - ma si può anche ringraziare il cielo, che ce n'abbia liberati.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 86
|
Ora, tornando a noi, vi ripeto: fate voi altri quel che credete.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 87
|
Se volete che vi mariti io, son qui; se vi torna piú comodo in altra maniera, fate voi altri.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 88
|
In quanto alla cattura, vedo anch'io che, non essendoci ora piú nessuno che vi tenga di mira, e voglia farvi del male, non è cosa da prendersene gran pensiero: tanto piú, che c'è stato di mezzo quel decreto grazioso, per la nascita del serenissimo infante.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 89
|
E poi la peste! la peste! ha dato di bianco a di gran cose la peste! Sicché, se volete...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 90
|
oggi è giovedí...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 91
|
domenica vi dico in chiesa; perché quel che s'è fatto l'altra volta, non conta piú niente, dopo tanto tempo; e poi ho la consolazione di maritarvi io.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 92
|
- Lei sa bene ch'eravamo venuti appunto per questo, - disse Renzo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 93
|
- Benissimo; e io vi servirò: e voglio darne parte subito a sua eminenza.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 94
|
- Chi è sua eminenza? - domandò Agnese.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 95
|
- Sua eminenza, - rispose don Abbondio, - è il nostro cardinale arcivescovo, che Dio conservi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 96
|
- Oh! in quanto a questo mi scusi, - replicò Agnese: - ché, sebbene io sia una povera ignorante, le posso accertare che non gli si dice cosí; perché, quando siamo state la seconda volta per parlargli, come parlo a lei, uno di que' signori preti mi tirò da parte, e m'insegnò come si doveva trattare con quel signore, e che gli si doveva dire vossignoria illustrissima, e monsignore.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 97
|
- E ora, se vi dovesse tornare a insegnare, vi direbbe che gli va dato dell'eminenza: avete inteso? Perché il papa, che Dio lo conservi anche lui, ha prescritto, fin dal mese di giugno, che ai cardinali si dia questo titolo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 98
|
E sapete perché sarà venuto a questa risoluzione? Perché l'illustrissimo, ch'era riservato a loro e a certi principi, ora, vedete anche voi altri, cos'è diventato, a quanti si dà: e come se lo succiano volentieri! E cosa doveva fare, il papa? Levarlo a tutti? Lamenti, ricorsi, dispiaceri, guai; e per di piú, continuar come prima.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 99
|
Dunque ha trovato un bonissimo ripiego.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 100
|
A poco a poco poi, si comincerà a dar dell'eminenza ai vescovi; poi lo vorranno gli abati, poi i proposti: perché gli uomini son fatti cosí; sempre voglion salire, sempre salire; poi i canonici...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 101
|
- Poi i curati, - disse la vedova.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 102
|
- No no, - riprese don Abbondio: - i curati a tirar la carretta: non abbiate paura che gli avvezzin male, i curati: del reverendo, fino alla fin del mondo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 103
|
Piuttosto, non mi maraviglierei punto che i cavalieri, i quali sono avvezzi a sentirsi dar dell'illustrissimo, a esser trattati come i cardinali, un giorno volessero dell'eminenza anche loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 104
|
E se la vogliono, vedete, troveranno chi gliene darà.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 105
|
E allora, il papa che ci sarà allora, troverà qualche altra cosa per i cardinali.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 106
|
Orsú, ritorniamo alle nostre cose: domenica vi dirò in chiesa; e intanto, sapete cos'ho pensato per servirvi meglio? Intanto chiederemo la dispensa per l'altre due denunzie.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 107
|
Hanno a avere un bel da fare laggiú in curia, a dar dispense, se la va per tutto come qui.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 108
|
Per domenica ne ho già...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 109
|
uno...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 110
|
due...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 111
|
tre; senza contarvi voi altri: e ne può capitare ancora.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 112
|
E poi vedrete, andando avanti, che affare vuol essere: non ne deve rimanere uno scompagnato.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 113
|
Ha proprio fatto uno sproposito Perpetua a morire ora; ché questo era il momento che trovava l'avventore anche lei.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 114
|
E a Milano, signora, mi figuro che sarà lo stesso.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 115
|
- Eccome! si figuri che, solamente nella mia cura, domenica passata, cinquanta denunzie.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 116
|
- Se lo dico; il mondo non vuol finire.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 117
|
E lei, signora, non hanno principiato a ronzarle intorno de' mosconi?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 118
|
- No, no; io non ci penso, né ci voglio pensare.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 119
|
- Sí, sí, che vorrà esser lei sola.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 120
|
Anche Agnese, veda; anche Agnese...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 121
|
- Uh! ha voglia di scherzare, lei, - disse questa.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 122
|
- Sicuro che ho voglia di scherzare: e mi pare che sia ora finalmente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 123
|
Ne abbiam passate delle brutte, n'è vero, i miei giovani? delle brutte n'abbiam passate: questi quattro giorni che dobbiamo stare in questo mondo, si può sperare che vogliano essere un po' meglio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 124
|
Ma! fortunati voi altri, che, non succedendo disgrazie, avete ancora un pezzo da parlare de' guai passati: io in vece, sono alle ventitre e tre quarti, e...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 125
|
i birboni posson morire; della peste si può guarire; ma agli anni non c'è rimedio: e, come dice, senectus ipsa est morbus.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 126
|
- Ora, - disse Renzo, - parli pur latino quanto vuole; che non me n'importa nulla.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 127
|
- Tu l'hai ancora col latino, tu: bene bene, t'accomoderò io: quando mi verrai davanti, con questa creatura, per sentirvi dire appunto certe paroline in latino, ti dirò: latino tu non ne vuoi: vattene in pace.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 128
|
Ti piacerà?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 129
|
- Eh! so io quel che dico, - riprese Renzo: - non è quel latino lí che mi fa paura: quello è un latino sincero, sacrosanto, come quel della messa: anche loro, lí, bisogna che leggano quel che c'è sul libro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 130
|
Parlo di quel latino birbone, fuor di chiesa, che viene addosso a tradimento, nel buono d'un discorso.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 131
|
Per esempio, ora che siam qui, che tutto è finito; quel latino che andava cavando fuori, lí proprio, in quel canto, per darmi ad intendere che non poteva, e che ci voleva dell'altre cose, e che so io? me lo volti un po' in volgare ora.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 132
|
- Sta' zitto, buffone, sta' zitto: non rimestar queste cose; ché, se dovessimo ora fare i conti, non so chi avanzerebbe.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 133
|
Io ho perdonato tutto: non ne parliam piú: ma me n'avete fatti de' tiri.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 134
|
Di te non mi fa specie, che sei un malandrinaccio; ma dico quest'acqua cheta, questa santerella, questa madonnina infilzata, che si sarebbe creduto far peccato a guardarsene.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 135
|
Ma già, lo so io chi l'aveva ammaestrata, lo so io, lo so io -.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 136
|
Cosí dicendo, accennava Agnese col dito, che prima aveva tenuto rivolto a Lucia: e non si potrebbe spiegare con che bonarietà, con che piacevolezza facesse que' rimproveri.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 137
|
Quella notizia gli aveva dato una disinvoltura, una parlantina, insolita da gran tempo; e saremmo ancor ben lontani dalla fine, se volessimo riferir tutto il rimanente di que' discorsi, che lui tirò in lungo, ritenendo piú d'una volta la compagnia che voleva andarsene, e fermandola poi ancora un pochino sull'uscio di strada, sempre a parlar di bubbole.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 138
|
Il giorno seguente, gli capitò una visita, quanto meno aspettata tanto piú gradita: il signor marchese del quale s'era parlato: un uomo tra la virilità e la vecchiezza, il cui aspetto era come un attestato di ciò che la fama diceva di lui: aperto, cortese, placido, umile, dignitoso, e qualcosa che indicava una mestizia rassegnata.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 139
|
- Vengo, - disse, - a portarle i saluti del cardinale arcivescovo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 140
|
- Oh che degnazione di tutt'e due!
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 141
|
- Quando fui a prender congedo da quest'uomo incomparabile, che m'onora della sua amicizia, mi parlò di due giovani di codesta cura, ch'eran promessi sposi, e che hanno avuto de' guai, per causa di quel povero don Rodrigo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 142
|
Monsignore desidera d'averne notizia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 143
|
Son vivi? E le loro cose sono accomodate?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 144
|
- Accomodato ogni cosa.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 145
|
Anzi, io m'era proposto di scriverne a sua eminenza; ma ora che ho l'onore...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 146
|
- Si trovan qui?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 147
|
- Qui; e, piú presto che si potrà, saranno marito e moglie.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 148
|
- E io la prego di volermi dire se si possa far loro del bene, e anche d'insegnarmi la maniera piú conveniente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 149
|
In questa calamità, ho perduto i due soli figli che avevo, e la madre loro, e ho avute tre eredità considerabili.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 150
|
Del superfluo, n'avevo anche prima: sicché lei vede che il darmi una occasione d'impiegarne, e tanto piú una come questa, è farmi veramente un servizio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 151
|
- Il cielo la benedica! Perché non sono tutti come lei i...? Basta; la ringrazio anch'io di cuore per questi miei figliuoli.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 152
|
E giacché vossignoria illustrissima mi dà tanto coraggio, sí signore, che ho un espediente da suggerirle, il quale forse non le dispiacerà.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 153
|
Sappia dunque che questa buona gente son risoluti d'andare a metter su casa altrove, e di vender quel poco che hanno al sole qui: una vignetta il giovine, di nove o dieci pertiche, salvo il vero, ma trasandata affatto: bisogna far conto del terreno, nient'altro; di piú una casuccia lui, e un'altra la sposa: due topaie, veda.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 154
|
Un signore come vossignoria non può sapere come la vada per i poveri, quando voglion disfarsi del loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 155
|
Finisce sempre a andare in bocca di qualche furbo, che forse sarà già un pezzo che fa all'amore a quelle quattro braccia di terra, e quando sa che l'altro ha bisogno di vendere, si ritira, fa lo svogliato; bisogna corrergli dietro, e dargliele per un pezzo di pane: specialmente poi in circostanze come queste.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 156
|
Il signor marchese ha già veduto dove vada a parare il mio discorso.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 157
|
La carità piú fiorita che vossignoria illustrissima possa fare a questa gente, è di cavarli da quest'impiccio, comprando quel poco fatto loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 158
|
Io, ner dir la verità, do un parere interessato, perché verrei ad acquistare nella mia cura un compadrone come il signor marchese; ma vossignoria deciderà secondo che le parrà meglio: io ho parlato per ubbidienza.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 159
|
Il marchese lodò molto il suggerimento; ringraziò don Abbondio, e lo pregò di voler esser arbitro del prezzo, e di fissarlo alto bene; e lo fece poi restar di sasso, col proporgli che s'andasse subito insieme a casa della sposa, dove sarebbe probabilmente anche lo sposo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 160
|
Per la strada, don Abbondio, tutto gongolante, come vi potete immaginare, ne pensò e ne disse un'altra.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 161
|
- Giacché vossignoria illustrissima è tanto inclinato a far del bene a questa gente, ci sarebbe un altro servizio da render loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 162
|
Il giovine ha addosso una cattura, una specie di bando, per qualche scappatuccia che ha fatta in Milano, due anni sono, quel giorno del gran fracasso, dove s'è trovato impicciato, senza malizia, da ignorante, come un topo nella trappola: nulla di serio, veda: ragazzate, scapataggini: di far del male veramente, non è capace: e io posso dirlo, che l'ho battezzato, e l'ho veduto venir su: e poi, se vossignoria vuol prendersi il divertimento di sentir questa povera gente ragionar su alla carlona, potrà fargli raccontar la storia a lui, e sentirà.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 163
|
Ora, trattandosi di cose vecchie, nessuno gli dà fastidio; e, come le ho detto, lui pensa d'andarsene fuor di stato; ma, col tempo, o tornando qui, o altro, non si sa mai, lei m'insegna che è sempre meglio non esser su que' libri.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 164
|
Il signor marchese, in Milano, conta, come è giusto, e per quel gran cavaliere, e per quel grand'uomo che è...
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 165
|
No, no, mi lasci dire; ché la verità vuole avere il suo luogo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 166
|
Una raccomandazione, una parolina d'un par suo, è piú del bisogno per ottenere una buona assolutoria.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 167
|
- Non c'è impegni forti contro codesto giovine?
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 168
|
- No, no; non crederei.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 169
|
Gli hanno fatto fuoco addosso nel primo momento; ma ora credo che non ci sia piú altro che la semplice formalità.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 170
|
- Essendo cosí, la cosa sarà facile; e la prendo volentieri sopra di me
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 171
|
- E poi non vorrà che si dica che è un grand'uomo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 172
|
Lo dico, e lo voglio dire; a suo dispetto, lo voglio dire.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 173
|
E anche se io stessi zitto, già non servirebbe a nulla, perché parlan tutti; e vox populi, vox Dei.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 174
|
Trovarono appunto le tre donne e Renzo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 175
|
Come questi rimanessero, lo lascio considerare a voi: io credo che anche quelle nude e ruvide pareti, e l'impannate, e i panchetti, e le stoviglie si maravigliassero di ricever tra loro una visita cosí straordinaria.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 176
|
Avviò lui la conversazione, parlando del cardinale e dell'altre cose, con aperta cordialità, e insieme con delicati riguardi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 177
|
Passò poi a far la proposta per cui era venuto.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 178
|
Don Abbondio, pregato da lui di fissare il prezzo, si fece avanti; e, dopo un po' di cerimonie e di scuse, e che non era sua farina, e che non potrebbe altro che andare a tastoni, e che parlava per ubbidienza, e che si rimetteva, proferí, a parer suo, uno sproposito.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 179
|
Il compratore disse che, per la parte sua, era contentissimo, e, come se avesse franteso, ripeté il doppio; non volle sentir rettificazioni, e troncò e concluse ogni discorso invitando la compagnia a desinare per il giorno dopo le nozze, al suo palazzo, dove si farebbe l'istrumento in regola.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 180
|
" Ah! - diceva poi tra sé don Abbondio, tornato a casa: - se la peste facesse sempre e per tutto le cose in questa maniera, sarebbe proprio peccato il dirne male: quasi quasi ce ne vorrebbe una, ogni generazione; e si potrebbe stare a patti d'averla; ma guarire, ve' ".
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 181
|
Venne la dispensa, venne l'assolutoria, venne quel benedetto giorno: i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per bocca di don Abbondio, furono sposi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 182
|
Un altro trionfo, e ben piú singolare, fu l'andare a quel palazzotto; e vi lascio pensare che cose dovessero passar loro per la mente, in far quella salita, all'entrare in quella porta; e che discorsi dovessero fare, ognuno secondo il suo naturale.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 183
|
Accennerò soltanto che, in mezzo all'allegria, ora l'uno, ora l'altro motivò piú d'una volta, che, per compir la festa, ci mancava il povero padre Cristoforo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 184
|
- Ma per lui, - dicevan poi, - sta meglio di noi sicuramente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 185
|
Il marchese fece loro una gran festa, li condusse in un bel tinello, mise a tavola gli sposi, con Agnese e con la mercantessa; e prima di ritirarsi a pranzare altrove con don Abbondio, volle star lí un poco a far compagnia agl'invitati, e aiutò anzi a servirli.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 186
|
A nessuno verrà, spero, in testa di dire che sarebbe stata cosa piú semplice fare addirittura una tavola sola.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 187
|
Ve l'ho dato per un brav'uomo, ma non per un originale, come si direbbe ora; v'ho detto ch'era umile, non già che fosse un portento d'umiltà.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 188
|
N'aveva quanta ne bisognava per mettersi al di sotto di quella buona gente, ma non per istar loro in pari.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 189
|
Dopo i due pranzi, fu steso il contratto per mano d'un dottore, il quale non fu l'Azzecca-garbugli.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 190
|
Questo, voglio dire la sua spoglia, era ed è tuttavia a Canterelli.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 191
|
E per chi non è di quelle parti, capisco anch'io che qui ci vuole una spiegazione.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 192
|
Sopra Lecco forse un mezzo miglio, e quasi sul fianco dell'altro paese chiamato Castello, c'è un luogo detto Canterelli, dove s'incrocian due strade; e da una parte del crocicchio, si vede un rialto, come un poggetto artificiale, con una croce in cima; il quale non è altro che un gran mucchio di morti in quel contagio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 193
|
La tradizione, per dir la verità, dice semplicemente i morti del contagio; ma dev'esser quello senz'altro, che fu l'ultimo, e il piú micidiale di cui rimanga memoria.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 194
|
E sapete che le tradizioni, chi non le aiuta, da sé dicon sempre troppo poco.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 195
|
Nel ritorno non ci fu altro inconveniente, se non che Renzo era un po' incomodato dal peso de' quattrini che portava via.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 196
|
Ma l'uomo, come sapete, aveva fatto ben altre vite.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 197
|
Non parlo del lavoro della mente, che non era piccolo, a pensare alla miglior maniera di farli fruttare.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 198
|
A vedere i progetti che passavan per quella mente, le riflessioni, l'immaginazioni; a sentire i pro e i contro, per l'agricoltura e per l'industria, era come se ci si fossero incontrate due accademie del secolo passato.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 199
|
E per lui l'impiccio era ben piú reale; perché, essendo un uomo solo, non gli si poteva dire: che bisogno c'è di scegliere? l'uno e l'altro, alla buon'ora; ché i mezzi, in sostanza, sono i medesimi; e son due cose come le gambe, che due vanno meglio d'una sola.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 200
|
Non si pensò piú che a fare i fagotti, e a mettersi in viaggio: casa Tramaglino per la nuova patria, e la vedova per Milano.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 201
|
Le lacrime, i ringraziamenti, le promesse d'andarsi a trovare furon molte.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 202
|
Non meno tenera, eccettuate le lacrime, fu la separazione di Renzo e della famiglia dall'ospite amico: e non crediate che con don Abbondio le cose passassero freddamente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 203
|
Quelle buone creature avevan sempre conservato un certo attaccamento rispettoso per il loro curato; e questo, in fondo, aveva sempre voluto bene a loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 204
|
Son que' benedetti affari, che imbroglian gli affetti.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 205
|
Chi domandasse se non ci fu anche del dolore in distaccarsi dal paese nativo, da quelle montagne; ce ne fu sicuro: ché del dolore, ce n'è, sto per dire, un po' per tutto.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 206
|
Bisogna però che non fosse molto forte, giacché avrebbero potuto risparmiarselo, stando a casa loro, ora che i due grand'inciampi, don Rodrigo e il bando, eran levati.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 207
|
Ma, già da qualche tempo, erano avvezzi tutt'e tre a riguardar come loro il paese dove andavano.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 208
|
Renzo l'aveva fatto entrare in grazia alle donne, raccontando l'agevolezze che ci trovavano gli operai, e cento cose della bella vita che si faceva là.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 209
|
Del resto, avevan tutti passato de' momenti ben amari in quello a cui voltavan le spalle; e le memorie triste, alla lunga guastan sempre nella mente i luoghi che le richiamano.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 210
|
E se que' luoghi son quelli dove siam nati, c'è forse in tali memorie qualcosa di piú aspro e pungente.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 211
|
Anche il bambino, dice il manoscritto, riposa volentieri sul seno della balia, cerca con avidità e con fiducia la poppa che l'ha dolcemente alimentato fino allora; ma se la balia, per divezzarlo, la bagna d'assenzio, il bambino ritira la bocca, poi torna a provare, ma finalmente se ne stacca; piangendo sí, ma se ne stacca.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 212
|
Cosa direte ora, sentendo che, appena arrivati e accomodati nel nuovo paese, Renzo ci trovò de' disgusti bell'e preparati? Miserie; ma ci vuol cosí poco a disturbare uno stato felice! Ecco, in poche parole, la cosa.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 213
|
Il parlare che, in quel paese, s'era fatto di Lucia, molto tempo prima che la ci arrivasse; il saper che Renzo aveva avuto a patir tanto per lei, e sempre fermo, sempre fedele; forse qualche parola di qualche amico parziale per lui e per tutte le cose sue, avevan fatto nascere una certa curiosità di veder la giovine, e una certa aspettativa della sua bellezza.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 214
|
Ora sapete come è l'aspettativa: immaginosa, credula, sicura; alla prova poi, difficile, schizzinosa: non trova mai tanto che le basti, perché, in sostanza, non sapeva quello che si volesse; e fa scontare senza pietà il dolce che aveva dato senza ragione.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 215
|
Quando comparve questa Lucia, molti i quali credevan forse che dovesse avere i capelli proprio d'oro, e le gote proprio di rosa, e due occhi l'uno piú bello dell'altro, e che so io? cominciarono a alzar le spalle, ad arricciar il naso, e a dire: - eh! l'è questa? Dopo tanto tempo, dopo tanti discorsi, s'aspettava qualcosa di meglio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 216
|
Cos'è poi? Una contadina come tant'altre.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 217
|
Eh! di queste e delle meglio, ce n'è per tutto -.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 218
|
Venendo poi a esaminarla in particolare, notavan chi un difetto, chi un altro: e ci furon fin di quelli che la trovavan brutta affatto.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 219
|
Siccome però nessuno le andava a dir sul viso a Renzo, queste cose; cosí non c'era gran male fin lí.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 220
|
Chi lo fece il male, furon certi tali che gliele rapportarono: e Renzo, che volete? ne fu tocco sul vivo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 221
|
Cominciò a ruminarci sopra, a farne di gran lamenti, e con chi gliene parlava, e piú a lungo tra sé.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 222
|
" E cosa v'importa a voi altri? E chi v'ha detto d'aspettare? Son mai venuto io a parlarvene? a dirvi che la fosse bella? E quando me lo dicevate voi altri, v'ho mai risposto altro, se non che era una buona giovine? È una contadina! V'ho detto mai che v'avrei menato qui una principessa? Non vi piace? Non la guardate.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 223
|
N'avete delle belle donne: guardate quelle ".
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 224
|
E vedete un poco come alle volte una corbelleria basta a decidere dello stato d'un uomo per tutta la vita.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 225
|
Se Renzo avesse dovuto passar la sua in quel paese, secondo il suo primo disegno, sarebbe stata una vita poco allegra.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 226
|
A forza d'esser disgustato, era ormai diventato disgustoso.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 227
|
Era sgarbato con tutti, perché ognuno poteva essere uno de' critici di Lucia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 228
|
Non già che trattasse proprio contro il galateo; ma sapete quante belle cose si posson fare senza offender le regole della buona creanza: fino sbudellarsi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 229
|
Aveva un non so che di sardonico in ogni sua parola; in tutto trovava anche lui da criticare, a segno che, se faceva cattivo tempo due giorni di seguito, subito diceva: - eh già, in questo paese! - Vi dico che non eran pochi quelli che l'avevan già preso a noia, e anche persone che prima gli volevan bene; e col tempo, d'una cosa nell'altra, si sarebbe trovato, per dir cosí, in guerra con quasi tutta la popolazione, senza poter forse né anche lui conoscer la prima cagione d'un cosí gran male.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 230
|
Ma si direbbe che la peste avesse preso l'impegno di raccomodar tutte le malefatte di costui.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 231
|
Aveva essa portato via il padrone d'un altro filatoio, situato quasi sulle porte di Bergamo; e l'erede, giovine scapestrato, che in tutto quell'edifizio non trovava che ci fosse nulla di divertente, era deliberato, anzi smanioso di vendere, anche a mezzo prezzo; ma voleva i danari l'uno sopra l'altro, per poterli impiegar subito in consumazioni improduttive.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 232
|
Venuta la cosa agli orecchi di Bortolo, corse a vedere; trattò: patti piú grassi non si sarebbero potuti sperare; ma quella condizione de' pronti contanti guastava tutto, perché quelli che aveva messi da parte, a poco a poco, a forza di risparmi, erano ancor lontani da arrivare alla somma.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 233
|
Tenne l'amico in mezza parola, tornò indietro in fretta, comunicò l'affare al cugino, e gli propose di farlo a mezzo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 234
|
Una cosí bella proposta troncò i dubbi economici di Renzo, che si risolvette subito per l'industria, e disse di sí.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 235
|
Andarono insieme, e si strinse il contratto.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 236
|
Quando poi i nuovi padroni vennero a stare sul loro, Lucia, che lí non era aspettata per nulla, non solo non andò soggetta a critiche, ma si può dire che non dispiacque; e Renzo venne a risapere che s'era detto da piú d'uno: - avete veduto quella bella baggiana che c'è venuta? - L'epiteto faceva passare il sostantivo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 237
|
E anche del dispiacere che aveva provato nell'altro paese, gli restò un utile ammaestramento.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 238
|
Prima d'allora era stato un po' lesto nel sentenziare, e si lasciava andar volentieri a criticar la donna d'altri, e ogni cosa.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 239
|
Allora s'accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po' piú d'abitudine d'ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 240
|
Non crediate però che non ci fosse qualche fastidiuccio anche lí.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 241
|
L'uomo (dice il nostro anonimo: e già sapete per prova che aveva un gusto un po' strano in fatto di similitudini; ma passategli anche questa, che avrebbe a esser l'ultima), l'uomo, fin che sta in questo mondo, è un infermo che si trova sur un letto scomodo piú o meno, e vede intorno a sé altri letti, ben rifatti al di fuori, piani, a livello: e si figura che ci si deve star benone.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 242
|
Ma se gli riesce di cambiare, appena s'è accomodato nel nuovo, comincia, pigiando, a sentire qui una lisca che lo punge, lí un bernoccolo che lo preme: siamo in somma, a un di presso, alla storia di prima.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 243
|
E per questo, soggiunge l'anonimo, si dovrebbe pensare piú a far bene, che a star bene: e cosí si finirebbe anche a star meglio.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 244
|
È tirata un po' con gli argani, e proprio da secentista; ma in fondo ha ragione.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 245
|
Per altro, prosegue, dolori e imbrogli della qualità e della forza di quelli che abbiam raccontati, non ce ne furon piú per la nostra buona gente: fu, da quel punto in poi, una vita delle piú tranquille, delle piú felici, delle piú invidiabili; di maniera che, se ve l'avessi a raccontare, vi seccherebbe a morte.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 246
|
Gli affari andavan d'incanto: sul principio ci fu un po' d'incaglio per la scarsezza de' lavoranti e per lo sviamento e le pretensioni de' pochi ch'eran rimasti.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 247
|
Furon pubblicati editti che limitavano le paghe degli operai; malgrado quest'aiuto, le cose si rincamminarono, perché alla fine bisogna che si rincamminino.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 248
|
Arrivò da Venezia un altro editto, un po' piú ragionevole: esenzione, per dieci anni, da ogni carico reale e personale ai forestieri che venissero a abitare in quello stato.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 249
|
Per i nostri fu una nuova cuccagna.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 250
|
Prima che finisse l'anno del matrimonio, venne alla luce una bella creatura; e, come se fosse fatto apposta per dar subito opportunità a Renzo d'adempire quella sua magnanima promessa, fu una bambina; e potete credere che le fu messo nome Maria.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 251
|
Ne vennero poi col tempo non so quant'altri, dell'uno e dell'altro sesso: e Agnese affaccendata a portarli in qua e in là, l'uno dopo l'altro, chiamandoli cattivacci, e stampando loro in viso de' bacioni, che ci lasciavano il bianco per qualche tempo.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 252
|
E furon tutti ben inclinati; e Renzo volle che imparassero tutti a leggere e scrivere, dicendo che, giacché la c'era questa birberia, dovevano almeno profittarne anche loro.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 253
|
Il bello era a sentirlo raccontare le sue avventure: e finiva sempre col dire le gran cose che ci aveva imparate, per governarsi meglio in avvenire.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 254
|
- Ho imparato, - diceva, - a non mettermi ne' tumulti: ho imparato a non predicare in piazza: ho imparato a guardare con chi parlo: ho imparato a non alzar troppo il gomito: ho imparato a non tenere in mano il martello delle porte, quando c'è lí d'intorno gente che ha la testa calda: ho imparato a non attaccarmi un campanello al piede, prima d'aver pensato quel che possa nascere -.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 255
|
E cent'altre cose.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 256
|
Lucia però, non che trovasse la dottrina falsa in sé, ma non n'era soddisfatta; le pareva, cosí in confuso, che ci mancasse qualcosa.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 257
|
A forza di sentir ripetere la stessa canzone, e di pensarci sopra ogni volta, - e io, - disse un giorno al suo moralista, - cosa volete che abbia imparato? Io non sono andata a cercare i guai: son loro che sono venuti a cercar me.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 258
|
Quando non voleste dire, - aggiunse, soavemente sorridendo, - che il mio sproposito sia stato quello di volervi bene, e di promettermi a voi.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 259
|
Renzo, alla prima, rimase impicciato.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 260
|
Dopo un lungo dibattere e cercare insieme, conclusero che i guai vengono bensí spesso, perché ci si è dato cagione; ma che la condotta piú cauta e piú innocente non basta a tenerli lontani; e che quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce, e li rende utili per una vita migliore.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 261
|
Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c'è parsa cosí giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 262
|
La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta, e anche un pochino a chi l'ha raccomodata.
|
CAPITOLO XXXVIII - Frase n. 263
|
Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta.
|