CAPITOLO

FRASI

CAPITOLO XXIII - Frase n. 1

Il cardinal Federigo, intanto che aspettava l'ora d'andar in chiesa a celebrar gli ufizi divini, stava studiando, com'era solito di fare in tutti i ritagli di tempo; quando entrò il cappellano crocifero, con un viso alterato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 2

- Una strana visita, strana davvero, monsignore illustrissimo!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 3

- Chi è? - domandò il cardinale.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 4

- Niente meno che il signor...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 5

- riprese il cappellano- e spiccando le sillabe con una gran significazione, proferí quel nome che noi non possiamo scrivere ai nostri lettori.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 6

Poi soggiunse: - è qui fuori in persona; e chiede nient'altro che d'esser introdotto da vossignoria illustrissima.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 7

- Lui! - disse il cardinale, con un viso animato, chiudendo il libro, e alzandosi da sedere: - venga! venga subito!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 8

- Ma...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 9

- replicò il cappellano, senza moversi: - vossignoria illustrissima deve sapere chi è costui: quel bandito, quel famoso...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 10

- E non è una fortuna per un vescovo, che a un tal uomo sia nata la volontà di venirlo a trovare?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 11

- Ma...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 12

- insistette il cappellano: - noi non possiamo mai parlare di certe cose, perché monsignore dice che le son ciance: però quando viene il caso, mi pare che sia un dovere...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 13

Lo zelo fa de' nemici, monsignore; e noi sappiamo positivamente che piú d'un ribaldo ha osato vantarsi che, un giorno o l'altro...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 14

- E che hanno fatto? - interruppe il cardinale.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 15

- Dico che costui è un appaltatore di delitti, un disperato, che tiene corrispondenza co' disperati piu furiosi, e che può esser mandato...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 16

- Oh, che disciplina è codesta, - interruppe ancora sorridendo Federigo, - che i soldati esortino il generale ad aver paura? - Poi, divenuto serio e pensieroso, riprese: - san Carlo non si sarebbe trovato nel caso di dibattere se dovesse ricevere un tal uomo: sarebbe andato a cercarlo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 17

Fatelo entrar subito: ha già aspettato troppo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 18

Il cappellano si mosse, dicendo tra sé: " non c'è rimedio: tutti questi santi sono ostinati ".

CAPITOLO XXIII - Frase n. 19

Aperto l'uscio, e affacciatosi alla stanza dov'era il signore e la brigata, vide questa ristretta in una parte, a bisbigliare e a guardar di sott'occhio quello, lasciato solo in un canto.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 20

S'avviò verso di lui; e intanto squadrandolo, come poteva, con la coda dell'occhio, andava pensando che diavolo d'armeria poteva esser nascosta sotto quella casacca; e che, veramente, prima d'introdurlo, avrebbe dovuto proporgli almeno...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 21

ma non si seppe risolvere.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 22

Gli s'accostò, e disse: - monsignore aspetta vossignoria.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 23

Si contenti di venir con me -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 24

E precedendolo in quella piccola folla, che subito fece ala, dava a destra e a sinistra occhiate, le quali significavano: cosa volete? non lo sapete anche voi altri, che fa sempre a modo suo?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 25

Appena introdotto l'innominato, Federigo gli andò incontro, con un volto premuroso e sereno, e con le braccia aperte, come a una persona desiderata, e fece subito cenno al cappellano che uscisse: il quale ubbidí.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 26

I due rimasti stettero alquanto senza parlare, e diversamente sospesi.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 27

L'innominato, ch'era stato come portato lí per forza da una smania inesplicabile, piuttosto che condotto da un determinato disegno, ci stava anche come per forza, straziato da due passioni opposte, quel desiderio e quella speranza confusa di trovare un refrigerio al tormento interno, e dall'altra parte una stizza, una vergogna di venir lí come un pentito, come un sottomesso, come un miserabile, a confessarsi in colpa, a implorare un uomo: e non trovava parole, né quasi ne cercava.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 28

Però, alzando gli occhi in viso a quell'uomo, si sentiva sempre piú penetrare da un sentimento di venerazione imperioso insieme e soave, che, aumentando la fiducia, mitigava il dispetto, e senza prender l'orgoglio di fronte, l'abbatteva, e, dirò cosí, gl'imponeva silenzio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 29

La presenza di Federigo era infatti di quelle che annunziano una superiorità, e la fanno amare.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 30

Il portamento era naturalmente composto, e quasi involontariamente maestoso, non incurvato né impigrito punto dagli anni; l'occhio grave e vivace, la fronte serena e pensierosa; con la canizie, nel pallore, tra i segni dell'astinenza, della meditazione, della fatica, una specie di floridezza verginale: tutte le forme del volto indicavano che, in altre età, c'era stata quella che piú propriamente si chiama bellezza; l'abitudine de' pensieri solenni e benevoli, la pace interna d'una lunga vita, l'amore degli uomini, la gioia continua d'una speranza ineffabile, vi avevano sostituita una, direi quasi, bellezza senile, che spiccava ancor piú in quella magnifica semplicità della porpora.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 31

Tenne anche lui, qualche momento, fisso nell'aspetto dell'innominato il suo sguardo penetrante, ed esercitato da lungo tempo a ritrarre dai sembianti i pensieri; e, sotto a quel fosco e a quel turbato, parendogli di scoprire sempre piú qualcosa di conforme alla speranza da lui concepita al primo annunzio d'una tal visita, tutt'animato, - oh! - disse: - che preziosa visita è questa! e quanto vi devo esser grato d'una sí buona risoluzione; quantunque per me abbia un po' del rimprovero!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 32

- Rimprovero! - esclamò il signore maravigliato, ma raddolcito da quelle parole e da quel fare, e contento che il cardinale avesse rotto il ghiaccio, e avviato un discorso qualunque.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 33

- Certo, m'è un rimprovero, - riprese questo, - ch'io mi sia lasciato prevenir da voi; quando, da tanto tempo, tante volte, avrei dovuto venir da voi io.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 34

- Da me, voi! Sapete chi sono? V'hanno detto bene il mio nome?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 35

- E questa consolazione ch'io sento, e che, certo, vi si manifesta nel mio aspetto, vi par egli ch'io dovessi provarla all'annunzio, alla vista d'uno sconosciuto? Siete voi che me la fate provare; voi, dico, che avrei dovuto cercare; voi che almeno ho tanto amato e pianto, per cui ho tanto pregato; voi, de' miei figli, che pure amo tutti e di cuore, quello che avrei piú desiderato d'accogliere e d'abbracciare, se avessi creduto di poterlo sperare.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 36

Ma Dio sa fare Egli solo le maraviglie, e supplisce alla debolezza, alla lentezza de' suoi poveri servi.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 37

L'innominato stava attonito a quel dire cosí infiammato, a quelle parole, che rispondevano tanto risolutamente a ciò che non aveva ancor detto, né era ben determinato di dire; e commosso ma sbalordito, stava in silenzio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 38

- E che? - riprese, ancor piú affettuosamente, Federigo: - voi avete una buona nuova da darmi, e me la fate tanto sospirare?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 39

- Una buona nuova, io? Ho l'inferno nel cuore; e vi darò una buona nuova? Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova che aspettate da un par mio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 40

- Che Dio v'ha toccato il cuore, e vuol farvi suo, - rispose pacatamente il cardinale.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 41

- Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov'è questo Dio?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 42

- Voi me lo domandate? voi? E chi piú di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v'attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 43

- Oh, certo! ho qui qualche cosa che m'opprime, che mi rode! Ma Dio! Se c'è questo Dio, se è quello che dicono, cosa volete che faccia di me?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 44

Queste parole furon dette con un accento disperato; ma Federigo, con un tono solenne, come di placida ispirazione, rispose: - cosa può far Dio di voi? cosa vuol farne? Un segno della sua potenza e della sua bontà: vuol cavar da voi una gloria che nessun altro gli potrebbe dare.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 45

Che il mondo gridi da tanto tempo contro di voi, che mille e mille voci detestino le vostre opere...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 46

- (l'innominato si scosse, e rimase stupefatto un momento nel sentir quel linguaggio cosí insolito, piú stupefatto ancora di non provarne sdegno, anzi quasi un sollievo); - che gloria, - proseguiva Federigo, - ne viene a Dio? Son voci di terrore, son voci d'interesse; voci forse anche di giustizia, ma d'una giustizia cosí facile, cosí naturale! alcune forse, pur troppo, d'invidia di codesta vostra sciagurata potenza, di codesta, fino ad oggi, deplorabile sicurezza d'animo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 47

Ma quando voi stesso sorgerete a condannare la vostra vita, ad accusar voi stesso, allora! allora Dio sarà glorificato! E voi domandate cosa Dio possa far di voi? Chi son io pover'uomo, che sappia dirvi fin d'ora che profitto possa ricavar da voi un tal Signore? cosa possa fare di codesta volontà impetuosa, di codesta imperturbata costanza, quando l'abbia animata, infiammata d'amore, di speranza, di pentimento? Chi siete voi, pover'uomo, che vi pensiate d'aver saputo da voi immaginare e fare cose piu grandi nel male, che Dio non possa farvene volere e operare nel bene? Cosa può Dio far di voi? E perdonarvi? e farvi salvo? e compire in voi l'opera della redenzione? Non son cose magnifiche e degne di Lui? Oh pensate! se io omiciattolo, io miserabile, e pur cosí pieno di me stesso, io qual mi sono, mi struggo ora tanto della vostra salute, che per essa darei con gaudio (Egli m'è testimonio) questi pochi giorni che mi rimangono; oh pensate! quanta, quale debba essere la carità di Colui che m'infonde questa cosí imperfetta, ma cosí viva; come vi ami, come vi voglia Quello che mi comanda e m'ispira un amore per voi che mi divora!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 48

A misura che queste parole uscivan dal suo labbro, il volto, lo sguardo, ogni moto ne spirava il senso.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 49

La faccia del suo ascoltatore, di stravolta e convulsa, si fece da principio attonita e intenta; poi si compose a una commozione piú profonda e meno angosciosa; i suoi occhi, che dall'infanzia piu non conoscevan le lacrime, si gonfiarono; quando le parole furon cessate, si coprí il viso con le mani, e diede in un dirotto pianto, che fu come l'ultima e piu chiara risposta.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 50

- Dio grande e buono! - esclamò Federigo, alzando gli occhi e le mani al cielo: - che ho mai fatto io, servo inutile, pastore sonnolento, perche Voi mi chiamaste a questo convito di grazia, perche mi faceste degno d'assistere a un sí giocondo prodigio! - Cosí dicendo, stese la mano a prender quella dell'innominato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 51

- No! - gridò questo, - no! lontano, lontano da me voi: non lordate quella mano innocente e benefica.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 52

Non sapete tutto ciò che ha fatto questa che volete stringere.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 53

- Lasciate, - disse Federigo, prendendola con amorevole violenza, - lasciate ch'io stringa codesta mano che riparerà tanti torti, che spargerà tante beneficenze, che solleverà tanti afflitti, che si stenderà disarmata, pacifica, umile a tanti nemici.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 54

- È troppo! - disse, singhiozzando, l'innominato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 55

- Lasciatemi, monsignore; buon Federigo, lasciatemi.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 56

Un popolo affollato v'aspetta; tant'anime buone, tant'innocenti, tanti venuti da lontano, per vedervi una volta, per sentirvi: e voi vi trattenete...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 57

con chi!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 58

- Lasciamo le novantanove pecorelle, - rispose il cardinale: - sono in sicuro sul monte: io voglio ora stare con quella ch'era smarrita.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 59

Quell'anime son forse ora ben piú contente, che di vedere questo povero vescovo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 60

Forse Dio, che ha operato in voi il prodigio della misericordia, diffonde in esse una gioia di cui non sentono ancora la cagione.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 61

Quel popolo è forse unito a noi senza saperlo: forse lo Spirito mette ne' loro cuori un ardore indistinto di carità, una preghiera ch'esaudisce per voi, un rendimento di grazie di cui voi siete l'oggetto non ancor conosciuto -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 62

Cosí dicendo, stese le braccia al collo dell'innominato; il quale, dopo aver tentato di sottrarsi, e resistito un momento, cedette, come vinto da quell'impeto di carità, abbracciò anche lui il cardinale, e abbandonò sull'omero di lui il suo volto tremante e mutato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 63

Le sue lacrime ardenti cadevano sulla porpora incontaminata di Federigo; e le mani incolpevoli di questo stringevano affettuosamente quelle membra, premevano quella casacca, avvezza a portar l'armi della violenza e del tradimento.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 64

L'innominato, sciogliendosi da quell'abbraccio, si coprí di nuovo gli occhi con una mano, e, alzando insieme la faccia, esclamò: - Dio veramente grande! Dio veramente buono! io mi conosco ora, comprendo chi sono; le mie iniquità mi stanno davanti; ho ribrezzo di me stesso; eppure...! eppure provo un refrigerio, una gioia, sí una gioia, quale non ho provata mai in tutta questa mia orribile vita!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 65

È un saggio, - disse Federigo, - che Dio vi dà per cattivarvi al suo servizio, per animarvi ad entrar risolutamente nella nuova vita in cui avrete tanto da disfare, tanto da riparare, tanto da piangere! - Me sventurato! - esclamò il signore, - quante, quante...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 66

cose, le quali non potrò se non piangere! Ma almeno ne ho d'intraprese, d'appena avviate, che posso, se non altro, rompere a mezzo: una ne ho, che posso romper subito, disfare, riparare.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 67

Federigo si mise in attenzione; e l'innominato raccontò brevemente, ma con parole d'esecrazione anche piú forti di quelle che abbiamo adoprato noi, la prepotenza fatta a Lucia, i terrori, i patimenti della poverina, e come aveva implorato, e la smania che quell'implorare aveva messa addosso a lui, e come essa era ancor nel castello...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 68

- Ah, non perdiam tempo! - esclamò Federigo, ansante di pietà e di sollecitudine.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 69

- Beato voi! Questo è pegno del perdono di Dio! far che possiate diventare strumento di salvezza a chi volevate esser di rovina.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 70

Dio vi benedica! Dio v'ha benedetto! Sapete di dove sia questa povera nostra travagliata?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 71

Il signore nominò il paese di Lucia.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 72

- Non è lontano di qui, - disse il cardinale: - lodato sia Dio; e probabilmente...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 73

- Cosí dicendo, corse a un tavolino, e scosse un campanello.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 74

E subito entrò con ansietà il cappellano crocifero, e per la prima cosa, guardò l'innominato; e vista quella faccia mutata, e quegli occhi rossi di pianto, guardò il cardinale; e sotto quell'inalterabile compostezza, scorgendogli in volto come un grave contento, e una premura quasi impaziente, era per rimanere estatico con la bocca aperta, se il cardinale non l'avesse subito svegliato da quella contemplazione, domandandogli se, tra i parrochi radunati lí, si trovasse quello di ***.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 75

- C'è, monsignore illustrissimo, - rispose il cappellano.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 76

- Fatelo venir subito, - disse Federigo, - e con lui il parroco qui della chiesa.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 77

Il cappellano uscí, e andò nella stanza dov'eran que' preti riuniti: tutti gli occhi si rivolsero a lui.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 78

Lui, con la bocca tuttavia aperta, col viso ancor tutto dipinto di quell'estasi, alzando le mani, e movendole per aria, disse: - signori! signori! haec mutatio dexterae Excelsi-.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 79

E stette un momento senza dir altro.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 80

Poi, ripreso il tono e la voce della carica, soggiunse: - sua signoria illustrissima e reverendissima vuole il signor curato della parrocchia, e il signor curato di ***.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 81

Il primo chiamato venne subito avanti, e nello stesso tempo, uscí di mezzo alla folla un: - io? - strascicato, con un'intonazione di maraviglia.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 82

- Non è lei il signor curato di ***? - riprese il cappellano.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 83

- Per l'appunto; ma...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 84

- Sua signoria illustrissima e reverendissima vuol lei.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 85

- Me? - disse ancora quella voce, significando chiaramente in quel monosillabo: come ci posso entrar io? Ma questa volta, insieme con la voce, venne fuori l'uomo, don Abbondio in persona, con un passo forzato, e con un viso tra l'attonito e il disgustato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 86

Il cappellano gli fece un cenno con la mano, che voleva dire: a noi, andiamo; ci vuol tanto? E precedendo i due curati, andò all'uscio, l'aprí, e gl'introdusse.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 87

Il cardinale lasciò andar la mano dell'innominato, col quale intanto aveva concertato quello che dovevan fare; si discostò un poco, e chiamò con un cenno il curato della chiesa.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 88

Gli disse in succinto di che si trattava; e se saprebbe trovar subito una buona donna che volesse andare in una lettiga al castello, a prender Lucia: una donna di cuore e di testa, da sapersi ben governare in una spedizione cosí nuova, e usar le maniere piú a proposito, trovar le parole piú adattate, a rincorare, a tranquillizzare quella poverina, a cui, dopo tante angosce, e in tanto turbamento, la liberazione stessa poteva metter nell'animo una nuova confusione.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 89

Pensato un momento, il curato disse che aveva la persona a proposito, e uscí.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 90

Il cardinale chiamò con un altro cenno il cappellano, al quale ordinò che facesse preparare subito la lettiga e i lettighieri, e sellare due mule.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 91

Uscito anche il cappellano, si voltò a don Abbondio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 92

Questo, che già gli era vicino, per tenersi lontano da quell'altro signore, e che intanto dava un'occhiatina di sotto in su ora all'uno ora all'altro, seguitando a almanaccar tra sé che cosa mai potesse essere tutto quel rigirío, s'accostò di piú, fece una riverenza, e disse: - m'hanno significato che vossignoria illustrissima mi voleva me; ma io credo che abbiano sbagliato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 93

- Non hanno sbagliato, - rispose Federigo: - ho una buona nuova da darvi, e un consolante, un soavissimo incarico.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 94

Una vostra parrocchiana, che avrete pianta per ismarrita, Lucia Mondella, è ritrovata, è qui vicino, in casa di questo mio caro amico; e voi anderete ora con lui, e con una donna che il signor curato di qui è andato a cercare, anderete, dico, a prendere quella vostra creatura, e l'accompagnerete qui.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 95

Don Abbondio fece di tutto per nascondere la noia, che dico? l'affanno e l'amaritudine che gli dava una tale proposta, o comando che fosse; e non essendo piú a tempo a sciogliere e a scomporre un versaccio già formato sulla sua faccia, lo nascose, chinando profondamente la testa, in segno d'ubbidienza.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 96

E non l'alzò che per fare un altro profondo inchino all'innominato, con un'occhiata pietosa che diceva: sono nelle vostre mani: abbiate misericordia: parcere subjectis.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 97

Gli domandò poi il cardinale, che parenti avesse Lucia.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 98

- Di stretti, e con cui viva, o vivesse, non ha che la madre, - rispose don Abbondio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 99

- E questa si trova al suo paese?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 100

- Monsignor, sí.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 101

- Giacché, - riprese Federigo, - quella povera giovine non potrà esser cosí presto restituita a casa sua, le sarà una gran consolazione di veder subito la madre: quindi, se il signor curato di qui non torna prima ch'io vada in chiesa, fatemi voi il piacere di dirgli che trovi un baroccio o una cavalcatura; e spedisca un uomo di giudizio a cercar quella donna, per condurla qui.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 102

- E se andassi io? - disse don Abbondio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 103

- No, no, voi: v'ho già pregato d'altro, - rispose il cardinale.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 104

- Dicevo, - replicò don Abbondio, - per disporre quella povera madre.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 105

È una donna molto sensitiva; e ci vuole uno che la conosca, e la sappia prendere per il suo verso, per non farle male in vece di bene.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 106

- E per questo, vi prego d'avvertire il signor curato che scelga un uomo di proposito: voi siete molto piú necessario altrove, - rispose il cardinale.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 107

E avrebbe voluto dire: quella povera giovine ha molto piú bisogno di veder subito una faccia conosciuta, una persona sicura, in quel castello, dopo tant'ore di spasimo, e in una terribile oscurità dell'avvenire.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 108

Ma questa non era ragione da dirsi cosí chiaramente davanti a quel terzo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 109

Parve però strano al cardinale che don Abbondio non l'avesse intesa per aria, anzi pensata da sé; e cosí fuor di luogo gli parve la proposta e l'insistenza, che pensò doverci esser sotto qualche cosa.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 110

Lo guardò in viso, e vi scoprí facilmente la paura di viaggiare con quell'uomo tremendo, d'andare in quella casa, anche per pochi momenti.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 111

Volendo quindi dissipare affatto quell'ombre codarde, e non piacendogli di tirare in disparte il curato e di bisbigliar con lui in segreto, mentre il suo nuovo amico era lí in terzo, pensò che il mezzo piú opportuno era di far ciò che avrebbe fatto anche senza questo motivo, parlare all'innominato medesimo; e dalle sue risposte don Abbondio intenderebbe finalmente che quello non era piú uomo da averne paura.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 112

S'avvicinò dunque all'innominato, e con quell'aria di spontanea confidenza, che si trova in una nuova e potente affezione, come in un'antica intrinsichezza, - non crediate, - gli disse, - ch'io mi contenti di questa visita per oggi.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 113

Voi tornerete, n'è vero? in compagnia di questo ecclesiastico dabbene?

CAPITOLO XXIII - Frase n. 114

- S'io tornerò? - rispose l'innominato: - quando voi mi rifiutaste, rimarrei ostinato alla vostra porta, come il povero.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 115

Ho bisogno di parlarvi! ho bisogno di sentirvi, di vedervi! ho bisogno di voi!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 116

Federigo gli prese la mano, gliela strinse, e disse: - favorirete dunque di restare a desinare con noi.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 117

V'aspetto.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 118

Intanto, io vo a pregare, e a render grazie col popolo; e voi a cogliere i primi frutti della misericordia.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 119

Don Abbondio, a quelle dimostrazioni, stava come un ragazzo pauroso, che veda uno accarezzar con sicurezza un suo cagnaccio grosso, rabbuffato, con gli occhi rossi, con un nomaccio famoso per morsi e per ispaventi, e senta dire al padrone che il suo cane è un buon bestione, quieto, quieto: guarda il padrone, e non contraddice né approva; guarda il cane, e non ardisce accostarglisi, per timore che il buon bestione non gli mostri i denti, fosse anche per fargli le feste; non ardisce allontanarsi, per non farsi scorgere; e dice in cuor suo: oh se fossi a casa mia!

CAPITOLO XXIII - Frase n. 120

Al cardinale, che s'era mosso per uscire, tenendo sempre per la mano e conducendo seco l'innominato, diede di nuovo nell'occhio il pover'uomo, che rimaneva indietro, mortificato, malcontento, facendo il muso senza volerlo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 121

E pensando che forse quel dispiacere gli potesse anche venire dal parergli d'esser trascurato, e come lasciato in un canto, tanto piú in paragone d'un facinoroso cosí ben accolto, cosí accarezzato, se gli voltò nel passare, si fermò un momento, e con un sorriso amorevole, gli disse: - signor curato, voi siete sempre con me nella casa del nostro buon Padre; ma questo...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 122

questo perierat, et inventus est.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 123

- Oh quanto me ne rallegro! - disse don Abbondio, facendo una gran riverenza a tutt'e due in comune.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 124

L'arcivescovo andò avanti, spinse l'uscio, che fu subito spalancato di fuori da due servitori, che stavano uno di qua e uno di là: e la mirabile coppia apparve agli sguardi bramosi del clero raccolto nella stanza.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 125

Si videro que' due volti sui quali era dipinta una commozione diversa, ma ugualmente profonda; una tenerezza riconoscente, un'umile gioia nell'aspetto venerabile di Federigo; in quello dell'innominato, una confusione temperata di conforto, un nuovo pudore, una compunzione, dalla quale però traspariva tuttavia il vigore di quella selvaggia e risentita natura.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 126

E si seppe poi, che a piú d'uno de' riguardanti era allora venuto in mente quel detto d'Isaia: il lupo e l'agnello andranno ad un pascolo; il leone e il bue mangeranno insieme lo strame.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 127

Dietro veniva don Abbondio, a cui nessuno badò.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 128

Quando furono nel mezzo della stanza, entrò dall'altra parte l'aiutante di camera del cardinale, e gli s'accostò, per dirgli che aveva eseguiti gli ordini comunicatigli dal cappellano; che la lettiga e le due mule eran preparate, e s'aspettava soltanto la donna che il curato avrebbe condotta.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 129

Il cardinale gli disse che, appena arrivato questo, lo facesse parlar subito con don Abbondio: e tutto poi fosse agli ordini di questo e dell'innominato; al quale strinse di nuovo la mano, in atto di commiato, dicendo: - v'aspetto -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 130

Si voltò a salutar don Abbondio, e s'avviò dalla parte che conduceva alla chiesa.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 131

Il clero gli andò dietro, tra in folla e in processione: i due compagni di viaggio rimasero soli nella stanza.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 132

Stava l'innominato tutto raccolto in sé, pensieroso, impaziente che venisse il momento d'andare a levar di pene e di carcere la sua Lucia: sua ora in un senso cosí diverso da quello che lo fosse il giorno avanti: e il suo viso esprimeva un'agitazione concentrata, che all'occhio ombroso di don Abbondio poteva facilmente parere qualcosa di peggio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 133

Lo sogguardava, avrebbe voluto attaccare un discorso amichevole; ma, " cosa devo dirgli? - pensava: - devo dirgli ancora: mi rallegro? Mi rallegro di che? che essendo stato finora un demonio, vi siate finalmente risoluto di diventare un galantuomo come gli altri? Bel complimento! Eh eh eh! in qualunque maniera io le rigiri, le congratulazioni non vorrebbero dir altro che questo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 134

E se sarà poi vero che sia diventato galantuomo: cosí a un tratto! Delle dimostrazioni se ne fanno tante a questo mondo, e per tante cagioni! Che so io, alle volte? E intanto mi tocca a andar con lui! in quel castello! Oh che storia! che storia! che storia! Chi me l'avesse detto stamattina! Ah, se posso uscirne a salvamento, m'ha da sentire la signora Perpetua, d'avermi cacciato qui per forza, quando non c'era necessità, fuor della mia pieve: e che tutti i parrochi d'intorno accorrevano, anche piú da lontano; e che non bisognava stare indietro; e che questo, e che quest'altro; e imbarcarmi in un affare di questa sorte! Oh povero me! Eppure qualcosa bisognerà dirgli a costui ".

CAPITOLO XXIII - Frase n. 135

E pensa e ripensa, aveva trovato che gli avrebbe potuto dire: non mi sarei mai aspettato questa fortuna d'incontrarmi in una cosí rispettabile compagnia; e stava per aprir bocca, quando entrò l'aiutante di camera, col curato del paese, il quale annunziò che la donna era pronta nella lettiga; e poi si voltò a don Abbondio, per ricevere da lui l'altra commissione del cardinale.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 136

Don Abbondio se ne sbrigò come poté, in quella confusione di mente; e accostatosi poi all'aiutante, gli disse: - mi dia almeno una bestia quieta; perché, dico la verità, sono un povero cavalcatore.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 137

- Si figuri, - rispose l'aiutante, con un mezzo sogghigno: - è la mula del segretario, che è un letterato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 138

- Basta...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 139

- replicò don Abbondio, e continuò pensando: " il cielo me la mandi buona ".

CAPITOLO XXIII - Frase n. 140

Il signore s'era incamminato di corsa, al primo avviso: arrivato all'uscio, s'accorse di don Abbondio, ch'era rimasto indietro.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 141

Si fermò ad aspettarlo; e quando questo arrivò frettoloso, in aria di chieder perdono, l'inchinò, e lo fece passare avanti, con un atto cortese e umile: cosa che raccomodò alquanto lo stomaco al povero tribolato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 142

Ma appena messo piede nel cortiletto, vide un'altra novità che gli guastò quella poca consolazione; vide l'innominato andar verso un canto, prender per la canna, con una mano, la sua carabina, poi per la cigna con l'altra, e, con un movimento spedito, come se facesse l'esercizio, mettersela ad armacollo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 143

" Ohi! ohi! ohi! - pensò don Abbondio: - cosa vuol farne di quell'ordigno, costui? Bel cilizio, bella disciplina da convertito! E se gli salta qualche grillo? Oh che spedizione! oh che spedizione! "

CAPITOLO XXIII - Frase n. 144

Se quel signore avesse potuto appena sospettare che razza di pensieri passavano per la testa al suo compagno, non si può dire cosa avrebbe fatto per rassicurarlo; ma era lontano le mille miglia da un tal sospetto; e don Abbondio stava attento a non far nessun atto che significasse chiaramente: non mi fido di vossignoria.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 145

Arrivati all'uscio di strada, trovarono le due cavalcature in ordine: l'innominato saltò su quella che gli fu presentata da un palafreniere.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 146

- Vizi non ne ha? - disse all'aiutante di camera don Abbondio, rimettendo in terra il piede, che aveva già alzato verso la staffa.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 147

- Vada pur su di buon animo: è un agnello -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 148

Don Abbondio, arrampicandosi alla sella, sorretto dall'aiutante, su, su, su, è a cavallo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 149

La lettiga, ch'era innanzi qualche passo, portata da due mule, si mosse, a una voce del lettighiero; e la comitiva partí.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 150

Si doveva passar davanti alla chiesa piena zeppa di popolo, per una piazzetta piena anch'essa d'altro popolo del paese e forestieri, che non avevan potuto entrare in quella.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 151

Già la gran nuova era corsa; e all'apparir della comitiva, all'apparir di quell'uomo, oggetto ancor poche ore prima di terrore e d'esecrazione, ora di lieta maraviglia, s'alzò nella folla un mormorío quasi d'applauso; e facendo largo, si faceva insieme alle spinte, per vederlo da vicino.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 152

La lettiga passò, l'innominato passò; e davanti alla porta spalancata della chiesa, si levò il cappello, e chinò quella fronte tanto temuta, fin sulla criniera della mula, tra il susurro di cento voci che dicevano: Dio la benedica! Don Abbondio si levò anche lui il cappello, si chinò, si raccomandò al cielo; ma sentendo il concerto solenne de' suoi confratelli che cantavano a distesa, provò un'invidia, una mesta tenerezza, un accoramento tale, che durò fatica a tener le lacrime.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 153

Fuori poi dell'abitato, nell'aperta campagna, negli andirivieni talvolta affatto deserti della strada, un velo piú nero si stese sui suoi pensieri.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 154

Altro oggetto non aveva su cui riposar con fiducia lo sguardo, che il lettighiero, il quale, essendo al servizio del cardinale, doveva essere certamente un uomo dabbene, e insieme non aveva aria d'imbelle.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 155

Ogni tanto, comparivano viandanti, anche a comitive, che accorrevano per vedere il cardinale; ed era un ristoro per don Abbondio; ma passeggiero, ma s'andava verso quella valle tremenda, dove non s'incontrerebbe che sudditi dell'amico: e che sudditi! Con l'amico avrebbe desiderato ora piú che mai d'entrare in discorso, tanto per tastarlo sempre piú, come per tenerlo in buona; ma vedendolo cosí soprappensiero, gliene passava la voglia.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 156

Dovette dunque parlar con se stesso; ed ecco una parte di ciò che il pover'uomo si disse in quel tragitto: ché, a scriver tutto, ci sarebbe da farne un libro.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 157

" È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l'argento vivo addosso, e non si contentino d'esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne' loro affari: io che non chiedo altro che d'esser lasciato vivere! Quel matto birbone di don Rodrigo! Cosa gli mancherebbe per esser l'uomo il piú felice di questo mondo, se avesse appena un pochino di giudizio? Lui ricco, lui giovine, lui rispettato, lui corteggiato: gli dà noia il bene stare; e bisogna che vada accattando guai per sé e per gli altri.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 158

Potrebbe far l'arte di Michelaccio; no signore: vuol fare il mestiere di molestar le femmine: il piú pazzo, il piú ladro, il piú arrabbiato mestiere di questo mondo; potrebbe andare in paradiso in carrozza, e vuol andare a casa del diavolo a piè zoppo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 159

E costui...! " E qui lo guardava, come se avesse sospetto che quel costui sentisse i suoi pensieri, " costui, dopo aver messo sottosopra il mondo con le scelleratezze, ora lo mette sottosopra con la conversione...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 160

se sarà vero.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 161

Intanto tocca a me a farne l'esperienza!...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 162

È finita: quando son nati con quella smania in corpo, bisogna che faccian sempre fracasso.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 163

Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com'ho fatt'io? No signore: si deve squartare, ammazzare, fare il diavolo...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 164

oh povero me!...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 165

e poi uno scompiglio, anche per far penitenza.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 166

La penitenza, quando s'ha buona volontà, si può farla a casa sua, quietamente, senza tant'apparato, senza dar tant'incomodo al prossimo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 167

E sua signoria illustrissima, subito subito, a braccia aperte, caro amico, amico caro; stare a tutto quel che gli dice costui, come se l'avesse visto far miracoli; e prendere addirittura una risoluzione, mettercisi dentro con le mani e co' piedi, presto di qua, presto di là: a casa mia si chiama precipitazione.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 168

E senza avere una minima caparra, dargli in mano un povero curato! questo si chiama giocare un uomo a pari e caffo.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 169

Un vescovo santo, com'è lui, de' curati dovrebbe esserne geloso, come della pupilla degli occhi suoi.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 170

Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 171

E se fosse tutto un'apparenza? Chi può conoscer tutti i fini degli uomini? e dico degli uomini come costui? A pensare che mi tocca a andar con lui, a casa sua! Ci può esser sotto qualche diavolo: oh povero me! è meglio non ci pensare.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 172

Che imbroglio è questo di Lucia? Che ci fosse un'intesa con don Rodrigo? che gente! ma almeno la cosa sarebbe chiara.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 173

Ma come l'ha avuta nell'unghie costui? Chi lo sa? È tutto un segreto con monsignore: e a me che mi fanno trottare in questa maniera, non si dice nulla.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 174

Io non mi curo di sapere i fatti degli altri; ma quando uno ci ha a metter la pelle, ha anche ragione di sapere.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 175

Se fosse proprio per andare a prendere quella povera creatura, pazienza! Benché, poteva ben condurla con sé addirittura.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 176

E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c'era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos'ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina...

CAPITOLO XXIII - Frase n. 177

Almeno potessi vedergli proprio in cuore a costui, come la pensa.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 178

Chi lo può conoscere? Ecco lí, ora pare sant'Antonio nel deserto; ora pare Oloferne in persona.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 179

Oh povero me! povero me! Basta: il cielo è in obbligo d'aiutarmi, perché non mi ci son messo io di mio capriccio ".

CAPITOLO XXIII - Frase n. 180

Infatti, sul volto dell'innominato si vedevano, per dir cosí, passare i pensieri, come, in un'ora burrascosa, le nuvole trascorrono dinanzi alla faccia del sole, alternando ogni momento una luce arrabbiata e un freddo buio.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 181

L'animo, ancor tutto inebriato dalle soavi parole di Federigo, e come rifatto e ringiovanito nella nuova vita, s'elevava a quell'idee di misericordia, di perdono e d'amore; poi ricadeva sotto il peso del terribile passato.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 182

Correva con ansietà a cercare quali fossero le iniquità riparabili, cosa si potesse troncare a mezzo, quali i rimedi piú espedienti e piú sicuri, come scioglier tanti nodi, che fare di tanti complici: era uno sbalordimento a pensarci.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 183

A quella stessa spedizione, ch'era la piú facile e cosí vicina al termine, andava con un'impazienza mista d'angoscia, pensando che intanto quella creatura pativa, Dio sa quanto, e che lui, il quale pure si struggeva di liberarla, era lui che la teneva intanto a patire.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 184

Dove c'eran due strade, il lettighiero si voltava, per saper quale dovesse prendere: l'innominato gliel'indicava con la mano, e insieme accennava di far presto.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 185

Entrano nella valle.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 186

Come stava allora il povero don Abbondio! Quella valle famosa, della quale aveva sentito raccontar tante storie orribili, esserci dentro: que' famosi uomini, il fiore della braveria d'Italia, quegli uomini senza paura e senza misericordia, vederli in carne e in ossa; incontrarne uno o due o tre a ogni voltata di strada.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 187

Si chinavano sommessamente al signore; ma certi visi abbronzati! certi baffi irti! certi occhiacci, che a don Abbondio pareva che volessero dire: fargli la festa a quel prete? A segno che, in un punto di somma costernazione, gli venne detto tra sé: " gli avessi maritati! non mi poteva accader di peggio ".

CAPITOLO XXIII - Frase n. 188

Intanto s'andava avanti per un sentiero sassoso, lungo il torrente: al di là quel prospetto di balze aspre, scure, disabitate; al di qua quella popolazione da far parer desiderabile ogni deserto: Dante non istava peggio nel mezzo di Malebolge.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 189

Passan davanti la Malanotte; bravacci sull'uscio, inchini al signore, occhiate al suo compagno e alla lettiga.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 190

Coloro non sapevan cosa si pensare: già la partenza dell'innominato solo, la mattina, aveva dello straordinario; il ritorno non lo era meno.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 191

Era una preda che conduceva? E come l'aveva fatta da sé? E come una lettiga forestiera? E di chi poteva esser quella livrea? Guardavano, guardavano, ma nessuno si moveva, perché questo era l'ordine che il padrone dava loro con dell'occhiate.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 192

Fanno la salita, sono in cima.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 193

I bravi che si trovan sulla spianata e sulla porta, si ritirano di qua e di là, per lasciare il passo libero: l'innominato fa segno che non si movan di piú; sprona, e passa davanti alla lettiga; accenna al lettighiero e a don Abbondio che lo seguano; entra in un primo cortile, da quello in un secondo; va verso un usciolino, fa stare indietro con un gesto un bravo che accorreva per tenergli la staffa, e gli dice: - tu sta' costí, e non venga nessuno -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 194

Smonta, lega in fretta la mula a un'inferriata, va alla lettiga, s'accosta alla donna, che aveva tirata la tendina, e le dice sottovoce: - consolatela subito; fatele subito capire che è libera, in mano d'amici.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 195

Dio ve ne renderà merito -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 196

Poi fa cenno al lettighiero, che apra; poi s'avvicina a don Abbondio, e, con un sembiante cosí sereno come questo non gliel aveva ancor visto, né credeva che lo potesse avere, con dipintavi la gioia dell'opera buona che finalmente stava per compire, gli dice, ancora sotto voce: - signor curato, non le chiedo scusa dell'incomodo che ha per cagion mia: lei lo fa per Uno che paga bene, e per questa sua poverina -.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 197

Ciò detto, prende con una mano il morso, con l'altra la staffa, per aiutar don Abbondio a scendere.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 198

Quel volto, quelle parole, quell'atto, gli avevan dato la vita.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 199

Mise un sospiro, che da un'ora gli s'aggirava dentro, senza mai trovar l'uscita; si chinò verso l'innominato, rispose a voce bassa bassa: - le pare? Ma, ma, ma, ma,...! - e sdrucciolò alla meglio dalla sua cavalcatura.

CAPITOLO XXIII - Frase n. 200

L'innominato legò anche quella, e detto al lettighiero che stesse lí a aspettare, si levò una chiave di tasca, aprí l'uscio, entrò, fece entrare il curato e la donna, s'avviò davanti a loro alla scaletta; e tutt'e tre salirono in silenzio.