CAPITOLO

FRASI

CAPITOLO XIV - Frase n. 1

La folla rimasta indietro cominciò a sbandarsi, a diramarsi a destra e a sinistra, per questa e per quella strada.

CAPITOLO XIV - Frase n. 2

Chi andava a casa, a accudire anche alle sue faccende; chi s'allontanava, per respirare un po' al largo, dopo tante ore di stretta; chi, in cerca d'amici, per ciarlare de' gran fatti della giornata.

CAPITOLO XIV - Frase n. 3

Lo stesso sgombero s'andava facendo dall'altro sbocco della strada, nella quale la gente restò abbastanza rada perché quel drappello di spagnoli potesse, senza trovar resistenza, avanzarsi, e postarsi alla casa del vicario.

CAPITOLO XIV - Frase n. 4

Accosto a quella stava ancor condensato il fondaccio, per dir cosí, del tumulto; un branco di birboni, che malcontenti d'una fine cosí fredda e cosí imperfetta d'un cosí grand'apparato, parte brontolavano, parte bestemmiavano, parte tenevan consiglio, per veder se qualche cosa si potesse ancora intraprendere; e, come per provare, andavano urtacchiando e pigiando quella povera porta, ch'era stata di nuovo appuntellata alla meglio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 5

All'arrivar del drappello, tutti coloro, chi diritto diritto, chi baloccandosi, e come a stento, se n'andarono dalla parte opposta, lasciando il campo libero a' soldati, che lo presero, e vi si postarono, a guardia della casa e della strada.

CAPITOLO XIV - Frase n. 6

Ma tutte le strade del contorno erano seminate di crocchi: dove c'eran due o tre persone ferme, se ne fermavano tre, quattro, venti altre: qui qualcheduno si staccava; là tutto un crocchio si moveva insieme: era come quella nuvolaglia che talvolta rimane sparsa, e gira per l'azzurro del cielo, dopo una burrasca; e fa dire a chi guarda in su: questo tempo non è rimesso bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 7

Pensate poi che babilonia di discorsi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 8

Chi raccontava con enfasi i casi particolari che aveva visti; chi raccontava ciò che lui stesso aveva fatto; chi si rallegrava che la cosa fosse finita bene, e lodava Ferrer, e pronosticava guai seri per il vicario; chi, sghignazzando, diceva: - non abbiate paura, che non l'ammazzeranno: il lupo non mangia la carne del lupo -; chi piú stizzosamente mormorava che non s'eran fatte le cose a dovere, ch'era un inganno, e ch'era stata una pazzia il far tanto chiasso, per lasciarsi poi canzonare in quella maniera.

CAPITOLO XIV - Frase n. 9

Intanto il sole era andato sotto, le cose diventavan tutte d'un colore; e molti, stanchi della giornata e annoiati di ciarlare al buio, tornavano verso casa.

CAPITOLO XIV - Frase n. 10

Il nostro giovine, dopo avere aiutato il passaggio della carrozza, finché c'era stato bisogno d'aiuto, e esser passato anche lui dietro a quella, tra le file de' soldati, come in trionfo, si rallegrò quando la vide correr liberamente, e fuor di pericolo; fece un po' di strada con la folla, e n'uscí, alla prima cantonata, per respirare anche lui un po' liberamente.

CAPITOLO XIV - Frase n. 11

Fatto ch'ebbe pochi passi al largo, in mezzo all'agitazione di tanti sentimenti, di tante immagini, recenti e confuse, sentí un gran bisogno di mangiare e di riposarsi; e cominciò a guardare in su, da una parte e dall'altra, cercando un'insegna d'osteria; giacché, per andare al convento de' cappuccini, era troppo tardi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 12

Camminando cosí con la testa per aria, si trovò a ridosso a un crocchio; e fermatosi, sentí che vi discorrevan di congetture, di disegni, per il giorno dopo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 13

Stato un momento a sentire, non poté tenersi di non dire anche lui la sua; parendogli che potesse senza presunzione proporre qualche cosa chi aveva fatto tanto.

CAPITOLO XIV - Frase n. 14

E persuaso, per tutto ciò che aveva visto in quel giorno, che ormal, per mandare a effetto una cosa, bastasse farla entrare in grazia a quelli che giravano per le strade, - signori miei! - gridò, in tono d'esordio: - devo dire anch'io il mio debol parere? Il mio debol parere è questo: che non è solamente nell'affare del pane che si fanno delle bricconerie: e giacché oggi s'è visto chiaro che, a farsi sentire, s'ottiene quel che è giusto; bisogna andar avanti cosí, fin che non si sia messo rimedio a tutte quelle altre scelleratezze, e che il mondo vada un po' piú da cristiani.

CAPITOLO XIV - Frase n. 15

Non è vero, signori miei, che c'è una mano di tiranni, che fanno proprio al rovescio de' dieci comandamenti, e vanno a cercar la gente quieta, che non pensa a loro, per farle ogni male, e poi hanno sempre ragione? anzi quando n'hanno fatta una piú grossa del solito, camminano con la testa piú alta, che par che gli s'abbia a rifare il resto? Già anche in Milano ce ne dev'essere la sua parte.

CAPITOLO XIV - Frase n. 16

- Pur troppo, - disse una voce.

CAPITOLO XIV - Frase n. 17

- Lo dicevo io, - riprese Renzo: - già le storie si raccontano anche da noi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 18

E poi la cosa parla da sé.

CAPITOLO XIV - Frase n. 19

Mettiamo, per esempio, che qualcheduno di costoro che voglio dir io stia un po' in campagna, un po' in Milano: se è un diavolo là, non vorrà esser un angiolo qui; mi pare.

CAPITOLO XIV - Frase n. 20

Dunque mi dicano un poco, signori miei, se hanno mai visto uno di questi col muso all'inferriata.

CAPITOLO XIV - Frase n. 21

E quel che è peggio (e questo lo posso dir io di sicuro), è che le gride ci sono, stampate, per gastigarli: e non già gride senza costrutto; fatte benissimo, che noi non potremmo trovar niente di meglio; ci son nominate le bricconerie chiare, proprio come succedono; e a ciascheduna, il suo buon gastigo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 22

E dice: sia chi si sia, vili e plebei, e che so io.

CAPITOLO XIV - Frase n. 23

Ora, andate a dire ai dottori, scribi e farisei, che vi facciano far giustizia, secondo che canta la grida: vi dànno retta come il papa ai furfanti: cose da far girare il cervello a qualunque galantuomo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 24

Si vede dunque chiaramente che il re, e quelli che comandano, vorrebbero che i birboni fossero gastigati; ma non se ne fa nulla, perché c'è una lega.

CAPITOLO XIV - Frase n. 25

Dunque bisogna romperla; bisogna andar domattina da Ferrer, che quello è un galantuomo, un signore alla mano; e oggi s'è potuto vedere com'era contento di trovarsi con la povera gente, e come cercava di sentir le ragioni che gli venivan dette, e rispondeva con buona grazia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 26

Bisogna andar da Ferrer, e dirgli come stanno le cose; e io, per la parte mia, gliene posso raccontar delle belle; che ho visto io, co' miei occhi, una grida con tanto d'arme in cima, ed era stata fatta da tre di quelli che possono, che d'ognuno c'era sotto il suo nome bell'e stampato, e uno di questi nomi era Ferrer, visto da me, co' miei occhi: ora, questa grida diceva proprio le cose giuste per me; e un dottore al quale io gli dissi che dunque mi facesse render giustizia, com'era l'intenzione di que' tre signori, tra i quali c'era anche Ferrer, questo signor dottore, che m'aveva fatto veder la grida lui medesimo, che è il piú bello, ah! ah! pareva che gli dicessi delle pazzie.

CAPITOLO XIV - Frase n. 27

Son sicuro che, quando quel caro vecchione sentirà queste belle cose; che lui non le può saper tutte, specialmente quelle di fuori; non vorrà piu che il mondo vada cosí, e ci metterà un buon rimedio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 28

E poi, anche loro, se fanno le gride, devono aver piacere che s'ubbidisca: che è anche un disprezzo, un pitaffio col loro nome, contarlo per nulla.

CAPITOLO XIV - Frase n. 29

E se i prepotenti non vogliono abbassar la testa, e fanno il pazzo, siam qui noi per aiutarlo, come s'è fatto oggi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 30

Non dico che deva andar lui in giro, in carrozza, ad acchiappar tutti i birboni, prepotenti e tiranni: sí; ci vorrebbe l'arca di Noè.

CAPITOLO XIV - Frase n. 31

Bisogna che lui comandi a chi tocca, e non solamente in Milano, ma per tutto, che faccian le cose conforme dicon le gride; e formare un buon processo addosso a tutti quelli che hanno commesso di quelle bricconerie; e dove dice prigione, prigione; dove dice galera, galera; e dire ai podestà che faccian davvero; se no, mandarli a spasso, e metterne de' meglio: e poi, come dico, ci saremo anche noi a dare una mano.

CAPITOLO XIV - Frase n. 32

E ordinare a' dottori che stiano a sentire i poveri e parlino in difesa della ragione.

CAPITOLO XIV - Frase n. 33

Dico bene, signori miei?

CAPITOLO XIV - Frase n. 34

Renzo aveva parlato tanto di cuore, che, fin dall'esordio, una gran parte de' radunati, sospeso ogni altro discorso, s'eran rivoltati a lui; e, a un certo punto, tutti erano divenuti suoi uditori.

CAPITOLO XIV - Frase n. 35

Un grido confuso d'applausi, di - bravo: sicuro: ha ragione: è vero pur troppo, - fu come la risposta dell'udienza.

CAPITOLO XIV - Frase n. 36

Non mancaron però i critici.

CAPITOLO XIV - Frase n. 37

- Eh sí, - diceva uno: - dar retta a' montanari: son tutti avvocati -; e se ne andava.

CAPITOLO XIV - Frase n. 38

- Ora, - mormorava un altro, - ogni scalzacane vorrà dir la sua; e a furia di metter carne a fuoco, non s'avrà il pane a buon mercato; che è quello per cui ci siam mossi -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 39

Renzo però non sentí che i complimenti; chi gli prendeva una mano, chi gli prendeva l'altra.

CAPITOLO XIV - Frase n. 40

- A rivederci a domani.

CAPITOLO XIV - Frase n. 41

- Dove? - Sulla piazza del duomo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 42

- Va bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 43

- Va bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 44

- E qualcosa si farà.

CAPITOLO XIV - Frase n. 45

- E qualcosa si farà.

CAPITOLO XIV - Frase n. 46

- Chi è di questi bravi signori che voglia insegnarmi un'osteria, per mangiare un boccone, e dormire da povero figliuolo? - disse Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 47

- Son qui io a servirvi, quel bravo giovine, - disse uno, che aveva ascoltata attentamente la predica, e non aveva detto ancor nulla.

CAPITOLO XIV - Frase n. 48

- Conosco appunto un'osteria che farà al caso vostro; e vi raccomanderò al padrone, che è mio amico, e galantuomo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 49

- Qui vicino? - domandò Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 50

- Poco distante, - rispose colui.

CAPITOLO XIV - Frase n. 51

La radunata si sciolse; e Renzo, dopo molte strette di mani sconosciute, s'avviò con lo sconosciuto, ringraziandolo della sua cortesia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 52

- Di che cosa? - diceva colui: - una mano lava l'altra, e tutt'e due lavano il viso.

CAPITOLO XIV - Frase n. 53

Non siamo obbligati a far servizio al prossimo? - E camminando, faceva a Renzo, in aria di discorso, ora una, ora un'altra domanda.

CAPITOLO XIV - Frase n. 54

- Non per sapere i fatti vostri; ma voi mi parete molto stracco: da che paese venite?

CAPITOLO XIV - Frase n. 55

- Vengo, - rispose Renzo, - fino, fino da Lecco.

CAPITOLO XIV - Frase n. 56

- Fin da Lecco? Di Lecco siete?

CAPITOLO XIV - Frase n. 57

- Di Lecco...

CAPITOLO XIV - Frase n. 58

cioè del territorio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 59

- Povero giovine! per quanto ho potuto intendere da' vostri discorsi, ve n'hanno fatte delle grosse.

CAPITOLO XIV - Frase n. 60

- Eh! caro il mio galantuomo! ho dovuto parlare con un po' di politica, per non dire in pubblico i fatti miei; ma...

CAPITOLO XIV - Frase n. 61

basta, qualche giorno si saprà; e allora...

CAPITOLO XIV - Frase n. 62

Ma qui vedo un'insegna d'osteria; e, in fede mia, non ho voglia d'andar piú lontano.

CAPITOLO XIV - Frase n. 63

- No, no! venite dov'ho detto io, che c'è poco, - disse la guida: - qui non istareste bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 64

- Eh, sí; - rispose il giovine: - non sono un signorino avvezzo a star nel cotone: qualcosa alla buona da mettere in castello, e un saccone, mi basta: quel che mi preme è di trovar presto l'uno e l'altro.

CAPITOLO XIV - Frase n. 65

Alla provvidenza! - Ed entrò in un usciaccio, sopra il quale pendeva l'insegna della luna piena.

CAPITOLO XIV - Frase n. 66

- Bene; vi condurrò qui, giacché vi piace cosí, - disse lo sconosciuto; e gli andò dietro.

CAPITOLO XIV - Frase n. 67

- Non occorre che v'incomodiate di piú, - rispose Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 68

- Però, - soggiunse, - se venite a bere un bicchiere con me, mi fate piacere.

CAPITOLO XIV - Frase n. 69

- Accetterò le vostre grazie, - rispose colui; e andò, come piú pratico del luogo, innanzi a Renzo, per un cortiletto; s'accostò all'uscio che metteva in cucina, alzò il saliscendi, aprí, e v'entrò col suo compagno.

CAPITOLO XIV - Frase n. 70

Due lumi a mano, pendenti da due pertiche attaccate alla trave del palco, vi spandevano una mezza luce.

CAPITOLO XIV - Frase n. 71

Molta gente era seduta, non però in ozio, su due panche, di qua e di là d'una tavola stretta e lunga, che teneva quasi tutta una parte della stanza: a intervalli, tovaglie e piatti; a intervalli, carte voltate e rivoltate, dadi buttati e raccolti; fiaschi e bicchieri per tutto.

CAPITOLO XIV - Frase n. 72

Si vedevano anche correre berlinghe, reali e parpagliole, che, se avessero potuto parlare, avrebbero detto probabilmente: " noi eravamo stamattina nella ciotola d'un fornaio, o nelle tasche di qualche spettatore del tumulto, che tutt'intento a vedere come andassero gli affari pubblici, si dimenticava di vigilar le sue faccendole private ".

CAPITOLO XIV - Frase n. 73

Il chiasso era grande.

CAPITOLO XIV - Frase n. 74

Un garzone girava innanzi e indietro, in fretta e in furia, al servizio di quella tavola insieme e tavoliere: l'oste era a sedere sur una piccola panca, sotto la cappa del cammino, occupato, in apparenza, in certe figure che faceva e disfaceva nella cenere, con le molle; ma in realtà intento a tutto ciò che accadeva intorno a lui.

CAPITOLO XIV - Frase n. 75

S'alzò, al rumore del saliscendi; e andò incontro ai soprarrivati.

CAPITOLO XIV - Frase n. 76

Vista ch'ebbe la guida, " maledetto! " disse tra sé: " che tu m'abbia a venir sempre tra' piedi, quando meno ti vorrei! " Data poi un'occhiata in fretta a Renzo, disse, ancora tra sé: " non ti conosco; ma venendo con un tal cacciatore, o cane o lepre sarai: quando avrai detto due parole, ti conoscerò ".

CAPITOLO XIV - Frase n. 77

Però, di queste riflessioni nulla trasparve sulla faccia dell'oste, la quale stava immobile come un ritratto: una faccia pienotta e lucente, con una barbetta folta, rossiccia, e due occhietti chiari e fissi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 78

- Cosa comandan questi signori? - disse ad alta voce.

CAPITOLO XIV - Frase n. 79

- Prima di tutto, un buon fiasco di vino sincero, - disse Renzo: - e poi un boccone -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 80

Cosí dicendo, si buttò a sedere sur una panca, verso la cima della tavola, e mandò un - ah! - sonoro, come se volesse dire: fa bene un po' di panca, dopo essere stato, tanto tempo, ritto e in faccende.

CAPITOLO XIV - Frase n. 81

Ma gli venne subito in mente quella panca e quella tavola, a cui era stato seduto l'ultima volta, con Lucia e con Agnese: e mise un sospiro.

CAPITOLO XIV - Frase n. 82

Scosse poi la testa, come per iscacciar quel pensiero: e vide venir l'oste col vino.

CAPITOLO XIV - Frase n. 83

Il compagno s'era messo a sedere in faccia a Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 84

Questo gli mescé subito da bere, dicendo: per bagnar le labbra -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 85

E riempito l'altro bicchiere, lo tracannò in un sorso.

CAPITOLO XIV - Frase n. 86

- Cosa mi darete da mangiare? - disse poi all'oste.

CAPITOLO XIV - Frase n. 87

- Ho dello stufato: vi piace? - disse questo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 88

- Sí, bravo; dello stufato.

CAPITOLO XIV - Frase n. 89

- Sarete servito, - disse l'oste a Renzo; e al garzone: - servite questo forestiero -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 90

E s'avviò verso il cammino.

CAPITOLO XIV - Frase n. 91

- Ma...

CAPITOLO XIV - Frase n. 92

- riprese poi, tornando verso Renzo: - ma pane, non ce n'ho in questa giornata.

CAPITOLO XIV - Frase n. 93

- Al pane, - disse Renzo, ad alta voce e ridendo, - ci ha pensato la provvidenza -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 94

E tirato fuori il terzo e ultimo di que' pani raccolti sotto la croce di san Dionigi, l'alzò per aria, gridando: - ecco il pane della provvidenza!

CAPITOLO XIV - Frase n. 95

All'esclamazione, molti si voltarono; e vedendo quel trofeo in aria, uno gridò: - viva il pane a buon mercato!

CAPITOLO XIV - Frase n. 96

- A buon mercato? - disse Renzo: - gratis et amore.

CAPITOLO XIV - Frase n. 97

- Meglio, meglio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 98

- Ma, - soggiunse subito Renzo, - non vorrei che lor signori pensassero a male.

CAPITOLO XIV - Frase n. 99

Non è ch'io l'abbia, come si suol dire, sgraffignato.

CAPITOLO XIV - Frase n. 100

L'ho trovato in terra; e se potessi trovare anche il padrone, son pronto a pagarglielo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 101

- Bravo! bravo! - gridarono, sghignazzando piú forte, i compagnoni; a nessuno de' quali passò per la mente che quelle parole fossero dette davvero.

CAPITOLO XIV - Frase n. 102

- Credono ch'io canzoni; ma l'è proprio cosí, - disse Renzo alla sua guida; e, girando in mano quel pane, soggiunse: - vedete come l'hanno accomodato; pare una schiacciata: ma ce n'era del prossimo! Se ci si trovavan di quelli che han l'ossa un po' tenere, saranno stati freschi -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 103

E subito, divorati tre o quattro bocconi di quel pane, gli mandò dietro un secondo bicchier di vino; e soggiunse: - da sé non vuol andar giú questo pane.

CAPITOLO XIV - Frase n. 104

Non ho avuto mai la gola tanto secca.

CAPITOLO XIV - Frase n. 105

S'è fatto un gran gridare!

CAPITOLO XIV - Frase n. 106

- Preparate un buon letto a questo bravo giovine, - disse la guida: - perché ha intenzione di dormir qui.

CAPITOLO XIV - Frase n. 107

- Volete dormir qui? - domandò l'oste a Renzo, avvicinandosi alla tavola.

CAPITOLO XIV - Frase n. 108

- Sicuro, - rispose Renzo: - un letto alla buona; basta che i lenzoli sian di bucato; perché son povero figliuolo, ma avvezzo alla pulizia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 109

- Oh, in quanto a questo! - disse l'oste: andò al banco, ch'era in un angolo della cucina; e ritornò, con un calamaio e un pezzetto di carta bianca in una mano, e una penna nell'altra.

CAPITOLO XIV - Frase n. 110

- Cosa vuol dir questo? - esclamò Renzo, ingoiando un boccone dello stufato che il garzone gli aveva messo davanti, e sorridendo poi con maraviglia, soggiunse: - è il lenzolo di bucato, codesto?

CAPITOLO XIV - Frase n. 111

L'oste, senza rispondere, posò sulla tavola il calamaio e la carta; poi appoggiò sulla tavola medesima il braccio sinistro e il gomito destro; e, con la penna in aria, e il viso alzato verso Renzo, gli disse: - fatemi il piacere di dirmi il vostro nome, cognome e patria.

CAPITOLO XIV - Frase n. 112

- Cosa? - disse Renzo: - cosa c'entrano codeste storie col letto?

CAPITOLO XIV - Frase n. 113

- Io fo il mio dovere, - disse l'oste, guardando in viso alla guida: - noi siamo obbligati a render conto di tutte le persone che vengono a alloggiar da noi: nome e cognome, e di che nazione sarà, a che negozio viene, se ha seco armi...

CAPITOLO XIV - Frase n. 114

quanto tempo ha di fermarsi in questa città...

CAPITOLO XIV - Frase n. 115

Son parole della grida.

CAPITOLO XIV - Frase n. 116

Prima di rispondere, Renzo votò un altro bicchiere: era il terzo; e d'ora in poi ho paura che non li potremo piú contare.

CAPITOLO XIV - Frase n. 117

Poi disse: - ah ah! avete la grida! E io fo conto d'esser dottor di legge; e allora so subito che caso si fa delle gride.

CAPITOLO XIV - Frase n. 118

- Dico davvero, - disse l'oste, sempre guardando il muto compagno di Renzo; e, andato di nuovo al banco, ne levò dalla cassetta un gran foglio, un proprio esemplare della grida; e venne a spiegarlo davanti agli occhi di Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 119

- Ah! ecco! - esclamò questo, alzando con una mano il bicchiere riempito di nuovo, e rivotandolo subito, e stendendo poi l'altra mano, con un dito teso, verso la grida: - ecco quel bel foglio di messale.

CAPITOLO XIV - Frase n. 120

Me ne rallegro moltissimo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 121

La conosco quell'arme; so cosa vuol dire quella faccia d'ariano, con la corda al collo -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 122

(In cima alle gride si metteva allora l'arme del governatore; e in quella di don Gonzalo Fernandez de Cordova, spiccava un re moro incatenato per la gola).

CAPITOLO XIV - Frase n. 123

- Vuol dire, quella faccia: comanda chi può, e ubbidisce chi vuole.

CAPITOLO XIV - Frase n. 124

Quando questa faccia avrà fatto andare in galera il signor don...

CAPITOLO XIV - Frase n. 125

basta, lo so io; come dice in un altro foglio di messale compagno a questo; quando avrà fatto in maniera che un giovine onesto possa sposare una giovine onesta che è contenta di sposarlo, allora le dirò il mio nome a questa faccia; le darò anche un bacio per di piú.

CAPITOLO XIV - Frase n. 126

Posso aver delle buone ragioni per non dirlo, il mio nome.

CAPITOLO XIV - Frase n. 127

Oh bella! E se un furfantone, che avesse al suo comando una mano d'altri furfanti: perché se fosse solo...

CAPITOLO XIV - Frase n. 128

- e qui finí la frase con un gesto: - se un furfantone volesse saper dov'io sono, per farmi qualche brutto tiro, domando io se questa faccia si moverebbe per aiutarmi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 129

Devo dire i fatti miei! Anche questa è nuova.

CAPITOLO XIV - Frase n. 130

Son venuto a Milano per confessarmi, supponiamo; ma voglio confessarmi da un padre cappuccino, per modo di dire, e non da un oste.

CAPITOLO XIV - Frase n. 131

L'oste stava zitto, e seguitava a guardar la guida, la quale non faceva dimostrazione di sorte veruna.

CAPITOLO XIV - Frase n. 132

Renzo, ci dispiace il dirlo, tracannò un altro bicchiere, e proseguí: - ti porterò una ragione, il mio caro oste, che ti capaciterà.

CAPITOLO XIV - Frase n. 133

Se le gride che parlan bene, in favore de' buoni cristiani, non contano; tanto meno devon contare quelle che parlan male.

CAPITOLO XIV - Frase n. 134

Dunque leva tutti quest'imbrogli, e porta in vece un altro fiasco; perché questo è fesso -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 135

Cosí dicendo, lo percosse leggermente con le nocca, e soggiunse: - senti, senti, oste, come crocchia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 136

Anche questa volta, Renzo aveva, a poco a poco, attirata l'attenzione di quelli che gli stavan d'intorno: e anche questa volta, fu applaudito dal suo uditorio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 137

- Cosa devo fare? - disse l'oste, guardando quello sconosciuto, che non era tale per lui.

CAPITOLO XIV - Frase n. 138

- Via, via, - gridaron molti di que' compagnoni: - ha ragione quel giovine: son tutte angherie, trappole, impicci: legge nuova Oggi, legge nuova.

CAPITOLO XIV - Frase n. 139

In mezzo a queste grida, lo sconosciuto, dando all'oste un'occhiata di rimprovero, per quell'interrogazione troppo scoperta, disse: - lasciatelo un po' fare a suo modo: non fate scene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 140

- Ho fatto il mio dovere, - disse l'oste, forte; e poi tra se: " ora ho le spalle al muro".

CAPITOLO XIV - Frase n. 141

E prese la carta, la penna, il calamaio, la grida, e il fiasco voto, per consegnarlo al garzone.

CAPITOLO XIV - Frase n. 142

- Porta del medesimo, - disse Renzo: - che lo trovo galantuomo; e lo metteremo a letto come l'altro, senza domandargli nome e cognome, e di che nazione sarà, e cosa viene a fare, e se ha a stare un pezzo in questa città.

CAPITOLO XIV - Frase n. 143

- Del medesimo, - disse l'oste al garzone, dandogli il fiasco; e ritornò a sedere sotto la cappa del cammino.

CAPITOLO XIV - Frase n. 144

" Altro che lepre! " pensava, istoriando di nuovo la cenere: " e in che mani sei capitato! Pezzo d'asino! se vuoi affogare, affoga; ma l'oste della luna piena non deve andarne di mezzo, per le tue pazzie ".

CAPITOLO XIV - Frase n. 145

Renzo ringraziò la guida, e tutti quegli altri che avevan prese le sue parti.

CAPITOLO XIV - Frase n. 146

- Bravi amici! - disse: - ora vedo proprio che i galantuomini si dànno la mano, e si sostengono -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 147

Poi, spianando la destra per aria sopra la tavola, e mettendosi di nuovo in attitudine di predicatore, - gran cosa, - esclamò, - che tutti quelli che regolano il mondo, voglian fare entrar per tutto carta, penna e calamaio! Sempre la penna per aria! Grande smania che hanno que' signori d'adoprar la penna!

CAPITOLO XIV - Frase n. 148

- Ehi, quel galantuomo di campagna! volete saperne la ragione? - disse ridendo uno di que' giocatori, che vinceva.

CAPITOLO XIV - Frase n. 149

- Sentiamo un poco, - rispose Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 150

- La ragione è questa, - disse colui: - che que' signori son loro che mangian l'oche, e si trovan lí tante penne, tante penne, che qualcosa bisogna che ne facciano.

CAPITOLO XIV - Frase n. 151

Tutti si misero a ridere, fuor che il compagno che perdeva.

CAPITOLO XIV - Frase n. 152

- To', - disse Renzo: - è un poeta costui.

CAPITOLO XIV - Frase n. 153

Ce n'è anche qui de' poeti: già ne nasce per tutto.

CAPITOLO XIV - Frase n. 154

N'ho una vena anch'io, e qualche volta ne dico delle curiose...

CAPITOLO XIV - Frase n. 155

ma quando le cose vanno bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 156

Per capire questa baggianata del povero Renzo, bisogna sapere che, presso il volgo di Milano, e del contado ancora piú, poeta non significa già, come per tutti i galantuomini, un sacro ingegno, un abitator di Pindo, un allievo delle Muse; vuol dire un cervello bizzarro e un po' balzano, che, ne' discorsi e ne' fatti, abbia piú dell'arguto e del singolare che del ragionevole.

CAPITOLO XIV - Frase n. 157

Tanto quel guastamestieri del volgo è ardito a manomettere le parole, e a far dir loro le cose piú lontane dal loro legittimo significato! Perché, vi domando io, cosa ci ha che fare poeta con cervello balzano?

CAPITOLO XIV - Frase n. 158

- Ma la ragione giusta la dirò io, - soggiunse Renzo: - è perché la penna la tengon loro: e cosí, le parole che dicon loro, volan via, e spariscono; le parole che dice un povero figliuolo, stanno attenti bene, e presto presto le infilzan per aria, con quella penna, e te le inchiodano sulla carta, per servirsene, a tempo e luogo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 159

Hanno poi anche un'altra malizia; che, quando vogliono imbrogliare un povero figliuolo, che non abbia studiato, ma che abbia un po' di...

CAPITOLO XIV - Frase n. 160

so io quel che voglio dire...

CAPITOLO XIV - Frase n. 161

- e, per farsi intendere, andava picchiando, e come arietando la fronte con la punta dell'indice; - e s'accorgono che comincia a capir l'imbroglio, taffete, buttan dentro nel discorso qualche parola in latino, per fargli perdere il filo, per confondergli la testa.

CAPITOLO XIV - Frase n. 162

Basta; se ne deve smetter dell'usanze! Oggi, a buon conto, s'è fatto tutto in volgare, e senza carta, penna e calamaio; e domani, se la gente saprà regolarsi, se ne farà anche delle meglio: senza torcere un capello a nessuno, però; tutto per via di giustizia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 163

Intanto alcuni di que' compagnoni s'eran rimessi a giocare, altri a mangiare, molti a gridare; alcuni se n'andavano; altra gente arrivava; l'oste badava agli uni e agli altri: tutte cose che non hanno che fare con la nostra storia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 164

Anche la sconosciuta guida non vedeva l'ora d'andarsene; non aveva, a quel che paresse, nessun affare in quel luogo; eppure non voleva partire prima d'aver chiacchierato un altro poco con Renzo in particolare.

CAPITOLO XIV - Frase n. 165

Si voltò a lui, riattaccò il discorso del pane; e dopo alcune di quelle frasi che, da qualche tempo, correvano per tutte le bocche, venne a metter fuori un suo progetto.

CAPITOLO XIV - Frase n. 166

- Eh! se comandassi io, - disse, - lo troverei il verso di fare andar le cose bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 167

- Come vorreste fare? - domandò Renzo, guardandolo con due occhietti brillanti piú del dovere, e storcendo un po' la bocca, come per star piú attento.

CAPITOLO XIV - Frase n. 168

- Come vorrei fare? - disse colui: - vorrei che ci fosse pane per tutti; tanto per i poveri, come per i ricchi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 169

- Ah! cosí va bene, - disse Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 170

- Ecco come farei.

CAPITOLO XIV - Frase n. 171

Una meta onesta, che tutti ci potessero campare.

CAPITOLO XIV - Frase n. 172

E poi, distribuire il pane in ragione delle bocche: perché c'è degl'ingordi indiscreti, che vorrebbero tutto per loro, e fanno a ruffa raffa, pigliano a buon conto; e poi manca il pane alla povera gente.

CAPITOLO XIV - Frase n. 173

Dunque dividere il pane.

CAPITOLO XIV - Frase n. 174

E come si fa? Ecco: dare un bel biglietto a ogni famiglia, in proporzion delle bocche, per andare a prendere il pane dal fornaio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 175

A me, per esempio, dovrebbero rilasciare un biglietto in questa forma: Ambrogio Fusella, di professione spadaio, con moglie e quattro figliuoli, tutti in età da mangiar pane (notate bene): gli si dia pane tanto, e paghi soldi tanti.

CAPITOLO XIV - Frase n. 176

Ma far le cose giuste, sempre in ragion delle bocche.

CAPITOLO XIV - Frase n. 177

A voi, per esempio, dovrebbero fare un biglietto per...

CAPITOLO XIV - Frase n. 178

il vostro nome?

CAPITOLO XIV - Frase n. 179

- Lorenzo Tramaglino, - disse il giovine; il quale, invaghito del progetto, non fece attenzione ch'era tutto fondato su carta, penna e calamaio; e che, per metterlo in opera, la prima cosa doveva essere di raccogliere i nomi delle persone.

CAPITOLO XIV - Frase n. 180

- Benissimo, - disse lo sconosciuto: - ma avete moglie e figliuoli?

CAPITOLO XIV - Frase n. 181

- Dovrei bene...

CAPITOLO XIV - Frase n. 182

figliuoli no...

CAPITOLO XIV - Frase n. 183

troppo presto...

CAPITOLO XIV - Frase n. 184

ma la moglie...

CAPITOLO XIV - Frase n. 185

se il mondo andasse come dovrebbe andare...

CAPITOLO XIV - Frase n. 186

- Ah siete solo! Dunque abbiate pazienza, ma una porzione piú piccola.

CAPITOLO XIV - Frase n. 187

- È giusto; ma se presto, come spero...

CAPITOLO XIV - Frase n. 188

e con l'aiuto di Dio..

CAPITOLO XIV - Frase n. 189

Basta; quando avessi moglie anch'io?

CAPITOLO XIV - Frase n. 190

- Allora si cambia il biglietto, e si cresce la porzione.

CAPITOLO XIV - Frase n. 191

Come v'ho detto; sempre in ragion delle bocche, - disse lo sconosciuto, alzandosi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 192

- Cosí va bene, - gridò Renzo; e continuò, gridando e battendo il pugno sulla tavola: - e perché non la fanno una legge cosí?

CAPITOLO XIV - Frase n. 193

- Cosa volete che vi dica? Intanto vi do la buona notte, e me ne vo; perché penso che la moglie e i figliuoli m'aspetteranno da un pezzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 194

- Un altro gocciolino, un altro gocciolino, - gridava Renzo, riempiendo in fretta il bicchiere di colui; e subito alzatosi, e acchiappatolo per una falda del farsetto, tirava forte, per farlo seder di nuovo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 195

- Un altro gocciolino: non mi fate quest'affronto.

CAPITOLO XIV - Frase n. 196

Ma l'amico, con una stratta, si liberò, e lasciando Renzo fare un guazzabuglio d'istanze e di rimproveri, disse di nuovo: - buona notte, - e se n'andò.

CAPITOLO XIV - Frase n. 197

Renzo seguitava ancora a predicargli, che quello era già in istrada; e poi ripiombò sulla panca.

CAPITOLO XIV - Frase n. 198

Fissò gli occhi su quel bicchiere che aveva riempito; e, vedendo passar davanti alla tavola il garzone, gli accennò di fermarsi, come se avesse qualche affare da comunicargli; poi gli accennò il bicchiere, e con una pronunzia lenta e solenne, spiccando le parole in un certo modo particolare, disse: - ecco, l'avevo preparato per quel galantuomo: vedete; pieno raso, proprio da amico; ma non l'ha voluto.

CAPITOLO XIV - Frase n. 199

Alle volte, la gente ha dell'idee curiose.

CAPITOLO XIV - Frase n. 200

Io non ci ho colpa: il mio buon cuore l'ho fatto vedere.

CAPITOLO XIV - Frase n. 201

Ora, giacché la cosa è fatta, non bisogna lasciarlo andare a male -.

CAPITOLO XIV - Frase n. 202

Cosí detto, lo prese, e lo votò in un sorso.

CAPITOLO XIV - Frase n. 203

- Ho inteso, - disse il garzone, andandosene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 204

- Ah! avete inteso anche voi, - riprese Renzo: - dunque è vero.

CAPITOLO XIV - Frase n. 205

Quando le ragioni son giuste...!

CAPITOLO XIV - Frase n. 206

Qui è necessario tutto l'amore, che portiamo alla verità, per farci proseguire fedelmente un racconto di cosí poco onore a un personaggio tanto principale, si potrebbe quasi dire al primo uomo della nostra storia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 207

Per questa stessa ragione d'imparzialità, dobbiamo però anche avvertire ch'era la prima volta, che a Renzo avvenisse un caso simile: e appunto questo suo non esser uso a stravizi fu cagione in gran parte che il primo gli riuscisse cosí fatale.

CAPITOLO XIV - Frase n. 208

Que' pochi bicchieri che aveva buttati giú da principio, l'uno dietro l'altro, contro il suo solito, parte per quell'arsione che si sentiva, parte per una certa alterazione d'animo, che non gli lasciava far nulla con misura, gli diedero subito alla testa: a un bevitore un po' esercitato non avrebbero fatto altro che levargli la sete.

CAPITOLO XIV - Frase n. 209

Su questo il nostro anonimo fa una osservazione, che noi ripeteremo: e conti quel che può contare.

CAPITOLO XIV - Frase n. 210

Le abitudini temperate e oneste, dice, recano anche questo vantaggio, che, quanto piú sono inveterate e radicate in un uomo, tanto piú facilmente, appena appena se n'allontani, se ne risente subito; dimodoché se ne ricorda poi per un pezzo; e anche uno sproposito gli serve di scola.

CAPITOLO XIV - Frase n. 211

Comunque sia, quando que' primi fumi furono saliti alla testa di Renzo, vino e parole continuarono a andare, l'uno in giú e l'altre in su, senza misura né regola: e, al punto a cui l'abbiam lasciato, stava già come poteva.

CAPITOLO XIV - Frase n. 212

Si sentiva una gran voglia di parlare: ascoltatori, o almeno uomini presenti che potesse prender per tali, non ne mancava; e, per qualche tempo, anche le parole eran venute via senza farsi pregare, e s'eran lasciate collocare in un certo qual ordine.

CAPITOLO XIV - Frase n. 213

Ma a poco a poco, quella faccenda di finir le frasi cominciò a divenirgli fieramente difficile.

CAPITOLO XIV - Frase n. 214

Il pensiero, che s'era presentato vivo e risoluto alla sua mente, s'annebbiava e svaniva tutt'a un tratto; e la parola, dopo essersi fatta aspettare un pezzo, non era quella che fosse al caso.

CAPITOLO XIV - Frase n. 215

In queste angustie, per uno di que' falsi istinti che, in tante cose, rovinan gli uomini, ricorreva a quel benedetto fiasco.

CAPITOLO XIV - Frase n. 216

Ma di che aiuto gli potesse essere il fiasco, in una tale circostanza, chi ha fior di senno lo dica.

CAPITOLO XIV - Frase n. 217

Noi riferiremo soltanto alcune delle moltissime parole che mandò fuori, in quella sciagurata sera: le molte piú che tralasciamo, disdirebbero troppo; perché, non solo non hanno senso, ma non fanno vista d'averlo: condizione necessaria in un libro stampato.

CAPITOLO XIV - Frase n. 218

- Ah oste, oste! - ricominciò, accompagnandolo con l'occhio intorno alla tavola, o sotto la cappa del cammino; talvolta fissandolo dove non era, e parlando sempre in mezzo al chiasso della brigata: - oste che tu sei! Non posso mandarla giú...

CAPITOLO XIV - Frase n. 219

quel tiro del nome, cognome e negozio.

CAPITOLO XIV - Frase n. 220

A un figliuolo par mio...! Non ti sei portato bene.

CAPITOLO XIV - Frase n. 221

Che soddisfazione, che sugo, che gusto...

CAPITOLO XIV - Frase n. 222

di mettere in carta un povero figliuolo? Parlo bene, signori? Gli osti dovrebbero tenere dalla parte de' buoni figliuoli...

CAPITOLO XIV - Frase n. 223

Senti, senti, oste; ti voglio fare un paragone...

CAPITOLO XIV - Frase n. 224

per la ragione...

CAPITOLO XIV - Frase n. 225

Ridono eh? Ho un po' di brio, sí...

CAPITOLO XIV - Frase n. 226

ma le ragioni le dico giuste.

CAPITOLO XIV - Frase n. 227

Dimmi un poco; chi è che ti manda avanti la bottega? I poveri figliuoli, n'è vero? dico bene? Guarda un po' se que' signori delle gride vengono mai da te a bere un bicchierino.

CAPITOLO XIV - Frase n. 228

- Tutta gente che beve acqua, - disse un vicino di Renzo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 229

- Vogliono stare in sé, - soggiunse un altro, - per poter dir le bugie a dovere.

CAPITOLO XIV - Frase n. 230

- Ah! - gridò Renzo: - ora è il poeta che ha parlato.

CAPITOLO XIV - Frase n. 231

Dunque intendete anche voi altri le mie ragioni.

CAPITOLO XIV - Frase n. 232

Rispondi dunque, oste: e Ferrer, che è il meglio di tutti, è mai venuto qui a fare un brindisi, e a spendere un becco d'un quattrino? E quel cane assassino di don...? Sto zitto, perché sono in cervello anche troppo.

CAPITOLO XIV - Frase n. 233

Ferrer e il padre Crrr...

CAPITOLO XIV - Frase n. 234

so io, son due galantuomini; ma ce n'è pochi de' galantuomini.

CAPITOLO XIV - Frase n. 235

I vecchi peggio de' giovani; e i giovani...

CAPITOLO XIV - Frase n. 236

peggio ancora de' vecchi.

CAPITOLO XIV - Frase n. 237

Però, son contento che non si sia fatto sangue: oibò; barbarie, da lasciarle fare al boia.

CAPITOLO XIV - Frase n. 238

Pane; oh questo sí.

CAPITOLO XIV - Frase n. 239

Ne ho ricevuti degli urtoni; ma...

CAPITOLO XIV - Frase n. 240

ne ho anche dati.

CAPITOLO XIV - Frase n. 241

Largo! abbondanza! viva!...

CAPITOLO XIV - Frase n. 242

Eppure, anche Ferrer...

CAPITOLO XIV - Frase n. 243

qualche parolina in latino...

CAPITOLO XIV - Frase n. 244

siés baraòs trapolorum...

CAPITOLO XIV - Frase n. 245

Maledetto vizio! Viva! giustizia! pane! ah, ecco le parole giuste!...

CAPITOLO XIV - Frase n. 246

Là ci volevano que' galantuomini...

CAPITOLO XIV - Frase n. 247

quando scappò fuori quel maledetto ton ton ton, e poi ancora ton ton ton.

CAPITOLO XIV - Frase n. 248

Non si sarebbe fuggiti, ve', allora.

CAPITOLO XIV - Frase n. 249

Tenerlo lí quel signor curato...

CAPITOLO XIV - Frase n. 250

So io a chi penso!

CAPITOLO XIV - Frase n. 251

A questa parola, abbassò la testa, e stette qualche tempo, come assorto in un pensiero: poi mise un gran sospiro, e alzò il viso, con due occhi inumiditi e lustri, con un certo accoramento cosí svenevole, cosí sguaiato, che guai se chi n'era l'oggetto avesse potuto vederlo un momento.

CAPITOLO XIV - Frase n. 252

Ma quegli omacci che già avevan cominciato a prendersi spasso dell'eloquenza appassionata e imbrogliata di Renzo, tanto piú se ne presero della sua aria compunta; i piú vicini dicevano agli altri: guardate; e tutti si voltavano a lui; tanto che divenne lo zimbello della brigata.

CAPITOLO XIV - Frase n. 253

Non già che tutti fossero nel loro buon senno, o nel loro qual si fosse senno ordinario; ma, per dire il vero, nessuno n'era tanto uscito, quanto il povero Renzo: e per di piú era contadino.

CAPITOLO XIV - Frase n. 254

Si misero, or l'uno or l'altro, a stuzzicarlo con domande sciocche e grossolane, con cerimonie canzonatorie.

CAPITOLO XIV - Frase n. 255

Renzo, ora dava segno d'averselo per male, ora prendeva la cosa in ischerzo, ora, senza badare a tutte quelle voci, parlava di tutt'altro, ora rispondeva, ora interrogava; sempre a salti, e fuor di proposito.

CAPITOLO XIV - Frase n. 256

Per buona sorte, in quel vaneggiamento, gli era però rimasta come un'attenzione istintiva a scansare i nomi delle persone; dimodoché anche quello che doveva esser piú altamente fitto nella sua memoria, non fu proferito: ché troppo ci dispiacerebbe se quel nome, per il quale anche noi sentiamo un po' d'affetto e di riverenza, fosse stato strascinato per quelle boccacce, fosse divenuto trastullo di quelle lingue sciagurate.