CAPITOLO
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FRASI |
CAPITOLO II - Frase n. 1
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Si racconta che il principe di Condé dormí profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi: ma, in primo luogo, era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che dovesse fare, la mattina.
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CAPITOLO II - Frase n. 2
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Don Abbondio in vece non sapeva altro ancora se non che l'indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose.
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CAPITOLO II - Frase n. 3
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Non far caso dell'intimazione ribalda, né delle minacce, e fare il matrimonio, era un partito, che non volle neppur mettere in deliberazione.
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CAPITOLO II - Frase n. 4
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Confidare a Renzo l'occorrente, e cercar con lui qualche mezzo...
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CAPITOLO II - Frase n. 5
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Dio liberi! - Non si lasci scappar parola...
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CAPITOLO II - Frase n. 6
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altrimenti...
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CAPITOLO II - Frase n. 7
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ehm!- aveva detto un di que' bravi; e, al sentirsi rimbombar quell'ehm! nella mente, don Abbondio, non che pensare a trasgredire una tal legge, si pentiva anche dell'aver ciarlato con Perpetua.
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CAPITOLO II - Frase n. 8
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Fuggire? Dove? E poi! Quant'impicci, e quanti conti da rendere! A ogni partito che rifiutava, il pover'uomo si rivoltava nel letto.
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CAPITOLO II - Frase n. 9
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Quello che, per ogni verso, gli parve il meglio o il men male, fu di guadagnar tempo, menando Renzo per le lunghe.
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CAPITOLO II - Frase n. 10
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Si rammentò a proposito, che mancavan pochi giorni al tempo proibito per le nozze; " e, se posso tenere a bada, per questi pochi giorni, quel ragazzone, ho poi due mesi di respiro; e, in due mesi, può nascer di gran cose ".
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CAPITOLO II - Frase n. 11
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Ruminò pretesti da metter in campo; e, benché gli paressero un po' leggieri, pur s'andava rassicurando col pensiero che la sua autorità gli avrebbe fatti parer di giusto peso, e che la sua antica esperienza gli darebbe gran vantaggio sur un giovanetto ignorante.
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CAPITOLO II - Frase n. 12
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" Vedremo, - diceva tra sé: - egli pensa alla morosa; ma io penso alla pelle: il piú interessato son io, lasciando stare che sono il piú accorto.
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CAPITOLO II - Frase n. 13
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Figliuol caro, se tu ti senti il bruciore addosso, non so che dire; ma io non voglio andarne di mezzo ".
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CAPITOLO II - Frase n. 14
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Fermato cosí un poco l'animo a una deliberazione, poté finalmente chiuder occhio: ma che sonno! che sogni! Bravi, don Rodrigo, Renzo, viottole, rupi, fughe, inseguimenti, grida, schioppettate.
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CAPITOLO II - Frase n. 15
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Il primo svegliarsi, dopo una sciagura, e in un impiccio, è un momento molto amaro.
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CAPITOLO II - Frase n. 16
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La mente, appena risentita, ricorre all'idee abituali della vita tranquilla antecedente; ma il pensiero del nuovo stato di cose le si affaccia subito sgarbatamente; e il dispiacere ne è piú vivo in quel paragone istantaneo.
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CAPITOLO II - Frase n. 17
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Assaporato dolorosamente questo momento, don Abbondio ricapitolò subito i suoi disegni della notte, si confermò in essi, gli ordinò meglio, s'alzò, e stette aspettando Renzo con timore e, ad un tempo, con impazienza.
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CAPITOLO II - Frase n. 18
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Lorenzo o, come dicevan tutti, Renzo non si fece molto aspettare.
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CAPITOLO II - Frase n. 19
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Appena gli parve ora di poter, senza indiscrezione, presentarsi al curato, v'andò, con la lieta furia d'un uomo di vent'anni, che deve in quel giorno sposare quella che ama.
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CAPITOLO II - Frase n. 20
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Era, fin dall'adolescenza, rimasto privo de' parenti, ed esercitava la professione di filatore di seta, ereditaria, per dir cosí, nella sua famiglia; professione, negli anni indietro, assai lucrosa; allora già in decadenza, ma non però a segno che un abile operaio non potesse cavarne di che vivere onestamente.
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CAPITOLO II - Frase n. 21
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Il lavoro andava di giorno in giorno scemando; ma l'emigrazione continua de' lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse, da privilegi e da grosse paghe, faceva sí che non ne mancasse ancora a quelli che rimanevano in paese.
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CAPITOLO II - Frase n. 22
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Oltre di questo, possedeva Renzo un poderetto che faceva lavorare e lavorava egli stesso, quando il filatoio stava fermo; di modo che, per la sua condizione, poteva dirsi agiato.
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CAPITOLO II - Frase n. 23
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E quantunque quell'annata fosse ancor piú scarsa delle antecedenti, e già si cominciasse a provare una vera carestia, pure il nostro giovine, che, da quando aveva messi gli occhi addosso a Lucia, era divenuto massaio, si trovava provvisto bastantemente, e non aveva a contrastar con la fame.
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CAPITOLO II - Frase n. 24
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Comparve davanti a don Abbondio, in gran gala, con penne di vario colore al cappello, col suo pugnale del manico bello, nel taschino de' calzoni, con una cert'aria di festa e nello stesso tempo di bravería, comune allora anche agli uomini piú quieti.
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CAPITOLO II - Frase n. 25
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L'accoglimento incerto e misterioso di don Abbondio fece un contrapposto singolare ai modi gioviali e risoluti del giovinotto.
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CAPITOLO II - Frase n. 26
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" Che abbia qualche pensiero per la testa ", argomentò Renzo tra sé; poi disse: - son venuto, signor curato, per sapere a che ora le comoda che ci troviamo in chiesa.
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CAPITOLO II - Frase n. 27
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- Di che giorno volete parlare?
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CAPITOLO II - Frase n. 28
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- Come, di che giorno? non si ricorda che s'è fissato per oggi?
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CAPITOLO II - Frase n. 29
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- Oggi? - replicò don Abbondio, come se ne sentisse parlare per la prima volta.
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CAPITOLO II - Frase n. 30
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- Oggi, oggi...
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CAPITOLO II - Frase n. 31
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abbiate pazienza, ma oggi non posso.
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CAPITOLO II - Frase n. 32
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- Oggi non può! Cos'è nato?
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CAPITOLO II - Frase n. 33
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- Prima di tutto, non mi sento bene, vedete.
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CAPITOLO II - Frase n. 34
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- Mi dispiace; ma quello che ha da fare è cosa di cosí poco tempo, e di cosí poca fatica...
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CAPITOLO II - Frase n. 35
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- E poi, e poi, e poi...
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CAPITOLO II - Frase n. 36
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- E poi che cosa?
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CAPITOLO II - Frase n. 37
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- E poi c'è degli imbrogli.
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CAPITOLO II - Frase n. 38
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- Degl'imbrogli? Che imbrogli ci può essere?
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CAPITOLO II - Frase n. 39
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- Bisognerebbe trovarsi nei nostri piedi, per conoscer quanti impicci nascono in queste materie, quanti conti s'ha da rendere.
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CAPITOLO II - Frase n. 40
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Io son troppo dolce di cuore, non penso che a levar di mezzo gli ostacoli, a facilitar tutto, a far le cose secondo il piacere altrui, e trascuro il mio dovere; e poi mi toccan de' rimproveri, e peggio.
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CAPITOLO II - Frase n. 41
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- Ma, col nome del cielo, non mi tenga cosí sulla corda, e mi dica chiaro e netto cosa c'è.
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CAPITOLO II - Frase n. 42
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- Sapete voi quante e quante formalità ci vogliono per fare un matrimonio in regola?
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CAPITOLO II - Frase n. 43
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- Bisogna ben ch'io ne sappia qualche cosa, - disse Renzo, cominciando ad alterarsi, - poiché me ne ha già rotta bastantemente la testa, questi giorni addietro.
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CAPITOLO II - Frase n. 44
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Ma ora non s'è sbrigato ogni cosa? non s'è fatto tutto ciò che s'aveva a fare?
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CAPITOLO II - Frase n. 45
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- Tutto, tutto, pare a voi: perché, abbiate pazienza, la bestia son io, che trascuro il mio dovere, per non far penare la gente.
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CAPITOLO II - Frase n. 46
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Ma ora...
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CAPITOLO II - Frase n. 47
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basta, so quel che dico.
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CAPITOLO II - Frase n. 48
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Noi poveri curati siamo tra l'ancudine e il martello: voi impaziente; vi compatisco, povero giovane; e i superiori...
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CAPITOLO II - Frase n. 49
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basta, non si può dir tutto.
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CAPITOLO II - Frase n. 50
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E noi siam quelli che ne andiam di mezzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 51
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- Ma mi spieghi una volta cos'è quest'altra formalità che s'ha a fare, come dice; e sarà subito fatta.
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CAPITOLO II - Frase n. 52
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- Sapete voi quanti siano gl'impedimenti dirimenti?
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CAPITOLO II - Frase n. 53
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- Che vuol ch'io sappia d'impedimenti?
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CAPITOLO II - Frase n. 54
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- Error, conditio, votum, cognatio, crimen,
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CAPITOLO II - Frase n. 55
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Cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas,
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CAPITOLO II - Frase n. 56
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Si sis affinis,...
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CAPITOLO II - Frase n. 57
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- cominciava don Abbondio, contando sulla punta delle dita.
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CAPITOLO II - Frase n. 58
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- Si piglia gioco di me? - interruppe il giovine.
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CAPITOLO II - Frase n. 59
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- Che vuol ch'io faccia del suo latinorum?
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CAPITOLO II - Frase n. 60
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- Dunque, se non sapete le cose, abbiate pazienza, e rimettetevi a chi le sa.
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CAPITOLO II - Frase n. 61
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- Orsú!...
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CAPITOLO II - Frase n. 62
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- Via, caro Renzo, non andate in collera, che son pronto a fare...
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CAPITOLO II - Frase n. 63
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tutto quello che dipende da me.
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CAPITOLO II - Frase n. 64
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Io, io vorrei vedervi contento; vi voglio bene io.
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CAPITOLO II - Frase n. 65
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Eh!...
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CAPITOLO II - Frase n. 66
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quando penso che stavate cosí bene; cosa vi mancava? V'è saltato il grillo di maritarvi...
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CAPITOLO II - Frase n. 67
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- Che discorsi son questi, signor mio? - proruppe Renzo, con un volto tra l'attonito e l'adirato.
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CAPITOLO II - Frase n. 68
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- Dico per dire, abbiate pazienza, dico per dire.
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CAPITOLO II - Frase n. 69
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Vorrei vedervi contento.
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CAPITOLO II - Frase n. 70
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- In somma...
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CAPITOLO II - Frase n. 71
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- In somma, figliuol caro, io non ci ho colpa; la legge non l'ho fatta io.
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CAPITOLO II - Frase n. 72
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E, prima di conchiudere un matrimonio, noi siam proprio obbligati a far molte e molte ricerche, per assicurarci che non ci siano impedimenti.
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CAPITOLO II - Frase n. 73
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- Ma via, mi dica una volta che impedimento è sopravvenuto?
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CAPITOLO II - Frase n. 74
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- Abbiate pazienza, non son cose da potersi decifrare cosí su due piedi.
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CAPITOLO II - Frase n. 75
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Non ci sarà niente, cosí spero; ma, non ostante, queste ricerche noi le dobbiam fare.
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CAPITOLO II - Frase n. 76
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Il testo è chiaro e lampante: antequam matrimonium denunciet...
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CAPITOLO II - Frase n. 77
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- Le ho detto che non voglio latino.
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CAPITOLO II - Frase n. 78
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- Ma bisogna pur che vi spieghi...
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CAPITOLO II - Frase n. 79
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- Ma non le ha già fatte queste ricerche?
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CAPITOLO II - Frase n. 80
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- Non le ho fatte tutte, come avrei dovuto, vi dico.
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CAPITOLO II - Frase n. 81
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- Perché non le ha fatte a tempo? perché dirmi che tutto era finito? perché aspettare...
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CAPITOLO II - Frase n. 82
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- Ecco! mi rimproverate la mia troppa bontà.
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CAPITOLO II - Frase n. 83
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Ho facilitato ogni cosa per servirvi piú presto: ma...
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CAPITOLO II - Frase n. 84
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ma ora mi son venute...
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CAPITOLO II - Frase n. 85
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basta, so io.
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CAPITOLO II - Frase n. 86
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- E che vorrebbe ch'io facessi?
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CAPITOLO II - Frase n. 87
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- Che aveste pazienza per qualche giorno.
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CAPITOLO II - Frase n. 88
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Figliuol caro, qualche giorno non è poi l'eternità: abbiate pazienza.
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CAPITOLO II - Frase n. 89
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- Per quanto?
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CAPITOLO II - Frase n. 90
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" Siamo a buon porto ", pensò fra sé don Abbondio; e, con un fare piú manieroso che mai, - via, - disse: - in quindici giorni cercherò,...
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CAPITOLO II - Frase n. 91
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procurerò...
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CAPITOLO II - Frase n. 92
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- Quindici giorni! oh questa sí ch'è nuova! S'è fatto tutto ciò che ha voluto lei; s'è fissato il giorno; il giorno arriva; e ora lei mi viene a dire che aspetti quindici giorni! Quindici...
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CAPITOLO II - Frase n. 93
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- riprese poi, con voce piú alta e stizzosa, stendendo il braccio, e battendo il pugno nell'aria; e chi sa qual diavoleria avrebbe attaccata a quel numero, se don Abbondio non l'avesse interrotto, prendendogli l'altra mano, con un'amorevolezza timida e premurosa: - via, via, non v'alterate, per amor del cielo.
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CAPITOLO II - Frase n. 94
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Vedrò, cercherò se, in una settimana...
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CAPITOLO II - Frase n. 95
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- E a Lucia che devo dire?
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CAPITOLO II - Frase n. 96
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- Ch'è stato un mio sbaglio.
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CAPITOLO II - Frase n. 97
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- E i discorsi del mondo?
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CAPITOLO II - Frase n. 98
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- Dite pure a tutti, che ho sbagliato io, per troppa furia, per troppo buon cuore: gettate tutta la colpa addosso a me.
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CAPITOLO II - Frase n. 99
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Posso parlar meglio? via, per una settimana.
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CAPITOLO II - Frase n. 100
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- E poi, non ci sarà piú altri impedimenti?
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CAPITOLO II - Frase n. 101
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- Quando vi dico...
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CAPITOLO II - Frase n. 102
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- Ebbene: avrò pazienza per una settimana; ma ritenga bene che, passata questa, non m'appagherò piú di chiacchiere.
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CAPITOLO II - Frase n. 103
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Intanto la riverisco -.
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CAPITOLO II - Frase n. 104
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E cosí detto, se n'andò, facendo a don Abbondio un inchino men profondo del solito, e dandogli un'occhiata piú espressiva che riverente.
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CAPITOLO II - Frase n. 105
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Uscito poi, e camminando di mala voglia, per la prima volta, verso la casa della sua promessa, in mezzo alla stizza, tornava con la mente su quel colloquio; e sempre piú lo trovava strano.
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CAPITOLO II - Frase n. 106
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L'accoglienza fredda e impicciata di don Abbondio, quel suo parlare stentato insieme e impaziente, que' due occhi grigi che, mentre parlava, eran sempre andati scappando qua e là, come se avesser avuto paura d'incontrarsi con le parole che gli uscivan di bocca, quel farsi quasi nuovo del matrimonio cosí espressamente concertato, e sopra tutto quell'accennar sempre qualche gran cosa, non dicendo mai nulla di chiaro; tutte queste circostanze messe insieme facevan pensare a Renzo che ci fosse sotto un mistero diverso da quello che don Abbondio aveva voluto far credere.
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CAPITOLO II - Frase n. 107
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Stette il giovine in forse un momento di tornare indietro, per metterlo alle strette, e farlo parlar piú chiaro; ma, alzando gli occhi, vide Perpetua che camminava dinanzi a lui, ed entrava in un orticello pochi passi distante dalla casa.
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CAPITOLO II - Frase n. 108
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Le diede una voce, mentre essa apriva l'uscio; studiò il passo, la raggiunse, la ritenne sulla soglia, e, col disegno di scovar qualche cosa di piú positivo, si fermò ad attaccar discorso con essa.
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CAPITOLO II - Frase n. 109
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- Buon giorno, Perpetua: io speravo che oggi si sarebbe stati allegri insieme.
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CAPITOLO II - Frase n. 110
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- Ma! quel che Dio vuole, il mio povero Renzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 111
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- Fatemi un piacere: quel benedett'uomo del signor curato m'ha impastocchiate certe ragioni che non ho potuto ben capire: spiegatemi voi meglio perché non può o non vuole maritarci oggi.
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CAPITOLO II - Frase n. 112
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- Oh! vi par egli ch'io sappia i segreti del mio padrone?
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CAPITOLO II - Frase n. 113
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" L'ho detto io, che c'era mistero sotto ", pensò Renzo; e, per tirarlo in luce, continuò: - via, Perpetua; siamo amici; ditemi quel che sapete, aiutate un povero figliuolo.
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CAPITOLO II - Frase n. 114
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- Mala cosa nascer povero, il mio caro Renzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 115
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- È vero, - riprese questo, sempre piú confermandosi ne' suoi sospetti; e, cercando d'accostarsi piú alla questione, - è vero, - soggiunse, - ma tocca ai preti a trattar male co' poveri?
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CAPITOLO II - Frase n. 116
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- Sentite, Renzo; io non posso dir niente, perché...
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CAPITOLO II - Frase n. 117
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non so niente; ma quello che vi posso assicurare è che il mio padrone non vuol far torto, né a voi né a nessuno; e lui non ci ha colpa.
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CAPITOLO II - Frase n. 118
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- Chi è dunque che ci ha colpa? - domandò Renzo, con un cert'atto trascurato, ma col cuor sospeso, e con l'orecchio all'erta.
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CAPITOLO II - Frase n. 119
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- Quando vi dico che non so niente...
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CAPITOLO II - Frase n. 120
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In difesa del mio padrone, posso parlare; perché mi fa male sentire che gli si dia carico di voler far dispiacere a qualcheduno.
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CAPITOLO II - Frase n. 121
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Pover'uomo! se pecca, è per troppa bontà.
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CAPITOLO II - Frase n. 122
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C'è bene a questo mondo de' birboni, de' prepotenti, degli uomini senza timor di Dio...
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CAPITOLO II - Frase n. 123
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" Prepotenti! birboni! - pensò Renzo: - questi non sono i superiori ".
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CAPITOLO II - Frase n. 124
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- Via, - disse poi, nascondendo a stento l'agitazione crescente, - via, ditemi chi è.
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CAPITOLO II - Frase n. 125
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- Ah! voi vorreste farmi parlare; e io non posso parlare, perché...
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CAPITOLO II - Frase n. 126
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non so niente: quando non so niente, è come se avessi giurato di tacere.
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CAPITOLO II - Frase n. 127
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Potreste darmi la corda, che non mi cavereste nulla di bocca.
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CAPITOLO II - Frase n. 128
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Addio; è tempo perduto per tutt'e due -.
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CAPITOLO II - Frase n. 129
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Cosí dicendo, entrò in fretta nell'orto, e chiuse l'uscio.
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CAPITOLO II - Frase n. 130
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Renzo, rispostole con un saluto, tornò indietro pian piano, per non farla accorgere del cammino che prendeva; ma, quando fu fuor del tiro dell'orecchio della buona donna, allungò il passo; in un momento fu all'uscio di don Abbondio; entrò, andò diviato al salotto dove l'aveva lasciato, ve lo trovò, e corse verso lui, con un fare ardito, e con gli occhi stralunati.
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CAPITOLO II - Frase n. 131
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- Eh! eh! che novità è questa? - disse don Abbondio.
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CAPITOLO II - Frase n. 132
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- Chi è quel prepotente, - disse Renzo, con la voce d'un uomo ch'è risoluto d'ottenere una risposta precisa, - chi è quel prepotente che non vuol ch'io sposi Lucia?
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CAPITOLO II - Frase n. 133
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- Che? che? che? - balbettò il povero sorpreso, con un volto fatto in un istante bianco e floscio, come un cencio che esca del bucato.
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CAPITOLO II - Frase n. 134
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E, pur brontolando, spiccò un salto dal suo seggiolone, per lanciarsi all'uscio.
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CAPITOLO II - Frase n. 135
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Ma Renzo, che doveva aspettarsi quella mossa, e stava all'erta, vi balzò prima di lui, girò la chiave, e se la mise in tasca.
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CAPITOLO II - Frase n. 136
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- Ah! ah! parlerà ora, signor curato? Tutti sanno i fatti miei, fuori di me.
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CAPITOLO II - Frase n. 137
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Voglio saperli, per bacco, anch'io.
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CAPITOLO II - Frase n. 138
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Come si chiama colui?
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CAPITOLO II - Frase n. 139
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- Renzo! Renzo! per carità, badate a quel che fate; pensate all'anima vostra.
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CAPITOLO II - Frase n. 140
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- Penso che lo voglio saper subito, sul momento -.
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CAPITOLO II - Frase n. 141
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E, cosí dicendo, mise, forse senza avvedersene, la mano sul manico del coltello che gli usciva dal taschino.
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CAPITOLO II - Frase n. 142
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- Misericordia! - esclamò con voce fioca don Abbondio.
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CAPITOLO II - Frase n. 143
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- Lo voglio sapere.
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CAPITOLO II - Frase n. 144
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- Chi v'ha detto...
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CAPITOLO II - Frase n. 145
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- No, no; non piú fandonie.
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CAPITOLO II - Frase n. 146
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Parli chiaro e subito.
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CAPITOLO II - Frase n. 147
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- Mi volete morto?
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CAPITOLO II - Frase n. 148
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- Voglio sapere ciò che ho ragion di sapere.
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CAPITOLO II - Frase n. 149
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- Ma se parlo, son morto.
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CAPITOLO II - Frase n. 150
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Non m'ha da premere la mia vita?
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CAPITOLO II - Frase n. 151
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- Dunque parli.
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CAPITOLO II - Frase n. 152
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Quel " dunque " fu proferito con una tale energia, l'aspetto di Renzo divenne cosí minaccioso, che don Abbondio non poté piú nemmen supporre la possibilità di disubbidire.
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CAPITOLO II - Frase n. 153
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- Mi promettete, mi giurate, - disse - di non parlarne con nessuno, di non dir mai...?
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CAPITOLO II - Frase n. 154
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- Le prometto che fo uno sproposito, se lei non mi dice subito subito il nome di colui.
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CAPITOLO II - Frase n. 155
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A quel nuovo scongiuro, don Abbondio, col volto, e con lo sguardo di chi ha in bocca le tanaglie del cavadenti, proferí: - don...
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CAPITOLO II - Frase n. 156
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- Don? - ripeté Renzo, come per aiutare il paziente a buttar fuori il resto; e stava curvo, con l'orecchio chino sulla bocca di lui, con le braccia tese, e i pugni stretti all'indietro.
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CAPITOLO II - Frase n. 157
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- Don Rodrigo! - pronunziò in fretta il forzato, precipitando quelle poche sillabe, e strisciando le consonanti, parte per il turbamento, parte perché, rivolgendo pure quella poca attenzione che gli rimaneva libera, a fare una transazione tra le due paure, pareva che volesse sottrarre e fare scomparir la parola, nel punto stesso ch'era costretto a metterla fuori.
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CAPITOLO II - Frase n. 158
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- Ah cane! - urlò Renzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 159
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- E come ha fatto? Cosa le ha detto per...?
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CAPITOLO II - Frase n. 160
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- Come eh? come? - rispose, con voce quasi sdegnosa, don Abbondio, il quale, dopo un cosí gran sagrifizio, si sentiva in certo modo divenuto creditore.
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CAPITOLO II - Frase n. 161
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- Come eh? Vorrei che la fosse toccata a voi, come è toccata a me, che non c'entro per nulla; che certamente non vi sarebber rimasti tanti grilli in capo -.
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CAPITOLO II - Frase n. 162
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E qui si fece a dipinger con colori terribili il brutto incontro; e, nel discorrere, accorgendosi sempre piú d'una gran collera che aveva in corpo, e che fin allora era stata nascosta e involta nella paura, e vedendo nello stesso tempo che Renzo, tra la rabbia e la confusione, stava immobile, col capo basso, continuò allegramente: - avete fatta una bella azione! M'avete reso un bel servizio! Un tiro di questa sorte a un galantuomo, al vostro curato! in casa sua! in luogo sacro! Avete fatta una bella prodezza! Per cavarmi di bocca il mio malanno, il vostro malanno! ciò ch'io vi nascondevo per prudenza, per vostro bene! E ora che lo sapete? Vorrei vedere che mi faceste...! Per amor del cielo! Non si scherza.
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CAPITOLO II - Frase n. 163
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Non si tratta di torto o di ragione; si tratta di forza.
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CAPITOLO II - Frase n. 164
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E quando, questa mattina, vi davo un buon parere...
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CAPITOLO II - Frase n. 165
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eh! subito nelle furie.
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CAPITOLO II - Frase n. 166
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Io avevo giudizio per me e per voi; ma come si fa? Aprite almeno; datemi la mia chiave.
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CAPITOLO II - Frase n. 167
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- Posso aver fallato, - rispose Renzo, con voce raddolcita verso don Abbondio, ma nella quale si sentiva il furore contro il nemico scoperto: - posso aver fallato; ma si metta la mano al petto, e pensi se nel mio caso...
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CAPITOLO II - Frase n. 168
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Cosí dicendo, s'era levata la chiave di tasca, e andava ad aprire.
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CAPITOLO II - Frase n. 169
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Don Abbondio gli andò dietro, e, mentre quegli girava la chiave nella toppa, se gli accostò, e, con volto serio e ansioso, alzandogli davanti agli occhi le tre prime dita della destra, come per aiutarlo anche lui dal canto suo, - giurate almeno...
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CAPITOLO II - Frase n. 170
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- gli disse.
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CAPITOLO II - Frase n. 171
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- Posso aver fallato; e mi scusi, - rispose Renzo, aprendo, e disponendosi ad uscire.
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CAPITOLO II - Frase n. 172
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- Giurate...
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CAPITOLO II - Frase n. 173
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- replicò don Abbondio, afferrandogli il braccio con la mano tremante.
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CAPITOLO II - Frase n. 174
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- Posso aver fallato, - ripeté Renzo, sprigionandosi da lui; e partí in furia, troncando cosí la questione, che, al pari d'una questione di letteratura o di filosofia o d'altro, avrebbe potuto durar dei secoli, giacché ognuna delle parti non faceva che replicare il suo proprio argomento.
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CAPITOLO II - Frase n. 175
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- Perpetua! Perpetua! - gridò don Abbondio, dopo avere invano richiamato il fuggitivo.
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CAPITOLO II - Frase n. 176
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Perpetua non risponde: don Abbondio non sapeva piú in che mondo si fosse.
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CAPITOLO II - Frase n. 177
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È accaduto piú d'una volta a personaggi di ben piú alto affare che don Abbondio, di trovarsi in frangenti cosí fastidiosi, in tanta incertezza di partiti, che parve loro un ottimo ripiego mettersi a letto con la febbre.
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CAPITOLO II - Frase n. 178
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Questo ripiego, egli non lo dovette andare a cercare, perché gli si offerse da sé.
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CAPITOLO II - Frase n. 179
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La paura del giorno avanti, la veglia angosciosa della notte, la paura avuta in quel momento, l'ansietà dell'avvenire, fecero l'effetto.
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CAPITOLO II - Frase n. 180
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Affannato e balordo, si ripose sul suo seggiolone, cominciò a sentirsi qualche brivido nell'ossa, si guardava le unghie sospirando, e chiamava di tempo in tempo, con voce tremolante e stizzosa: - Perpetua! - La venne finalmente, con un gran cavolo sotto il braccio, e con la faccia tosta, come se nulla fosse stato.
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CAPITOLO II - Frase n. 181
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Risparmio al lettore i lamenti, le condoglianze, le accuse, le difese, i " voi sola potete aver parlato ", e i " non ho parlato ", tutti i pasticci in somma di quel colloquio.
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CAPITOLO II - Frase n. 182
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Basti dire che don Abbondio ordinò a Perpetua di metter la stanga all'uscio, di non aprir piú per nessuna cagione, e, se alcun bussasse, risponder dalla finestra che il curato era andato a letto con la febbre.
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CAPITOLO II - Frase n. 183
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Salí poi lentamente le scale, dicendo, ogni tre scalini, - son servito -; e si mise davvero a letto, dove lo lasceremo.
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CAPITOLO II - Frase n. 184
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Renzo intanto camminava a passi infuriati verso casa, senza aver determinato quel che dovesse fare, ma con una smania addosso di far qualcosa di strano e di terribile.
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CAPITOLO II - Frase n. 185
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I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi.
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CAPITOLO II - Frase n. 186
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Renzo era un giovine pacifico e alieno dal sangue, un giovine schietto e nemico d'ogni insidia; ma, in que' momenti, il suo cuore non batteva che per l'omicidio, la sua mente non era occupata che a fantasticare un tradimento.
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CAPITOLO II - Frase n. 187
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Avrebbe voluto correre alla casa di don Rodrigo, afferrarlo per il collo, e...
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CAPITOLO II - Frase n. 188
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ma gli veniva in mente ch'era come una fortezza, guarnita di bravi al di dentro, e guardata al di fuori; che i soli amici e servitori ben conosciuti v'entravan liberamente, senza essere squadrati da capo a piedi; che un artigianello sconosciuto non vi potrebb'entrare senza un esame, e ch'egli sopra tutto...
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CAPITOLO II - Frase n. 189
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egli vi sarebbe forse troppo conosciuto.
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CAPITOLO II - Frase n. 190
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Si figurava allora di prendere il suo schioppo, d'appiattarsi dietro una siepe, aspettando se mai, se mai colui venisse a passar solo; e, internandosi, con feroce compiacenza, in quell'immaginazione, si figurava di sentire una pedata, quella pedata, d'alzar chetamente la testa; riconosceva lo scellerato, spianava lo schioppo, prendeva la mira, sparava, lo vedeva cadere e dare i tratti, gli lanciava una maledizione, e correva sulla strada del confine a mettersi in salvo.
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CAPITOLO II - Frase n. 191
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" E Lucia? " Appena questa parola si fu gettata a traverso di quelle bieche fantasie, i migliori pensieri a cui era avvezza la mente di Renzo, v'entrarono in folla.
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CAPITOLO II - Frase n. 192
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Si rammentò degli ultimi ricordi de' suoi parenti, si rammentò di Dio, della Madonna e de' santi, pensò alla consolazione che aveva tante volte provata di trovarsi senza delitti, all'orrore che aveva tante volte provato al racconto d'un omicidio; e si risvegliò da quel sogno di sangue, con ispavento, con rimorso, e insieme con una specie di gioia di non aver fatto altro che immaginare.
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CAPITOLO II - Frase n. 193
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Ma il pensiero di Lucia, quanti pensieri tirava seco! Tante speranze, tante promesse, un avvenire cosí vagheggiato, e cosí tenuto sicuro, e quel giorno cosí sospirato! E come, con che parole annunziarle una tal nuova? E poi, che partito prendere? Come farla sua, a dispetto della forza di quell'iniquo potente? E insieme a tutto questo, non un sospetto formato, ma un'ombra tormentosa gli passava per la mente.
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CAPITOLO II - Frase n. 194
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Quella soverchieria di don Rodrigo non poteva esser mossa che da una brutale passione per Lucia.
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CAPITOLO II - Frase n. 195
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E Lucia? Che avesse data a colui la piú piccola occasione, la piú leggiera lusinga, non era un pensiero che potesse fermarsi un momento nella testa di Renzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 196
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Ma n'era informata? Poteva colui aver concepita quell'infame passione, senza che lei se n'avvedesse? Avrebbe spinte le cose tanto in là, prima d'averla tentata in qualche modo? E Lucia non ne aveva mai detta una parola a lui! al suo promesso!
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CAPITOLO II - Frase n. 197
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Dominato da questi pensieri, passò davanti a casa sua, ch'era nel mezzo del villaggio, e, attraversatolo, s'avviò a quella di Lucia, ch'era in fondo, anzi un po' fuori.
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CAPITOLO II - Frase n. 198
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Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino.
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CAPITOLO II - Frase n. 199
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Renzo entrò nel cortile, e sentí un misto e continuo ronzío che veniva da una stanza di sopra.
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CAPITOLO II - Frase n. 200
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S'immaginò che sarebbero amiche e comari, venute a far corteggio a Lucia; e non si volle mostrare a quel mercato, con quella nuova in corpo e sul volto.
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CAPITOLO II - Frase n. 201
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Una fanciulletta che si trovava nel cortile, gli corse incontro gridando: - lo sposo! lo sposo!
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CAPITOLO II - Frase n. 202
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- Zitta, Bettina, zitta! - disse Renzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 203
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- Vien qua; va' su da Lucia, tirala in disparte, e dille all'orecchio...
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CAPITOLO II - Frase n. 204
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ma che nessun senta, né sospetti di nulla, ve'...
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CAPITOLO II - Frase n. 205
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dille che ho da parlarle, che l'aspetto nella stanza terrena, e che venga subito -.
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CAPITOLO II - Frase n. 206
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La fanciulletta salí in fretta le scale, lieta e superba d'avere una commission segreta da eseguire.
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CAPITOLO II - Frase n. 207
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Lucia usciva in quel momento tutta attillata dalle mani della madre.
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CAPITOLO II - Frase n. 208
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Le amiche si rubavano la sposa, e le facevan forza perché si lasciasse vedere; e lei s'andava schermendo, con quella modestia un po' guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col gomito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre però la bocca s'apriva al sorriso.
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CAPITOLO II - Frase n. 209
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I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de' raggi d'un'aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese.
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CAPITOLO II - Frase n. 210
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Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami.
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CAPITOLO II - Frase n. 211
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Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quand'in quando sul volto delle spose, e, senza scompor la bellezza, le dà un carattere particolare.
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CAPITOLO II - Frase n. 212
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La piccola Bettina si cacciò nel crocchio, s'accostò a Lucia, le fece intendere accortamente che aveva qualcosa da comunicarle, e le disse la sua parolina all'orecchio.
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CAPITOLO II - Frase n. 213
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- Vo un momento, e torno, - disse Lucia alle donne; e scese in fretta.
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CAPITOLO II - Frase n. 214
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Al veder la faccia mutata, e il portamento inquieto di Renzo, - cosa c'è? - disse, non senza un presentimento di terrore.
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CAPITOLO II - Frase n. 215
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- Lucia! - rispose Renzo, - per oggi, tutto è a monte; e Dio sa quando potremo esser marito e moglie.
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CAPITOLO II - Frase n. 216
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- Che? - disse Lucia tutta smarrita.
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CAPITOLO II - Frase n. 217
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Renzo le raccontò brevemente la storia di quella mattina: ella ascoltava con angoscia: e quando udí il nome di don Rodrigo, - ah! - esclamò, arrossendo e tremando, - fino a questo segno!
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CAPITOLO II - Frase n. 218
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- Dunque voi sapevate...? - disse Renzo.
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CAPITOLO II - Frase n. 219
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- Pur troppo! - rispose Lucia; - ma a questo segno!
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CAPITOLO II - Frase n. 220
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- Che cosa sapevate?
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CAPITOLO II - Frase n. 221
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- Non mi fate ora parlare, non mi fate piangere.
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CAPITOLO II - Frase n. 222
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Corro a chiamar mia madre, e a licenziar le donne: bisogna che siam soli.
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CAPITOLO II - Frase n. 223
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Mentre ella partiva, Renzo susurrò: - non m'avete mai detto niente.
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CAPITOLO II - Frase n. 224
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- Ah, Renzo! - rispose Lucia, rivolgendosi un momento, senza fermarsi.
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CAPITOLO II - Frase n. 225
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Renzo intese benissimo che il suo nome pronunziato in quel momento, con quel tono, da Lucia, voleva dire: potete voi dubitare ch'io abbia taciuto se non per motivi giusti e puri?
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CAPITOLO II - Frase n. 226
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Intanto la buona Agnese (cosí si chiamava la madre di Lucia), messa in sospetto e in curiosità dalla parolina all'orecchio, e dallo sparir della figlia, era discesa a veder cosa c'era di nuovo.
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CAPITOLO II - Frase n. 227
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La figlia la lasciò con Renzo, tornò alle donne radunate, e, accomodando l'aspetto e la voce, come pote meglio, disse: - il signor curato è ammalato; e oggi non si fa nulla -.
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CAPITOLO II - Frase n. 228
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Ciò detto, le salutò tutte in fretta, e scese di nuovo.
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CAPITOLO II - Frase n. 229
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Le donne sfilarono, e si sparsero a raccontar l'accaduto.
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CAPITOLO II - Frase n. 230
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Due o tre andaron fin all'uscio del curato, per verificar se era ammalato davvero.
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CAPITOLO II - Frase n. 231
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- Un febbrone, - rispose Perpetua dalla finestra; e la trista parola, riportata all'altre, troncò le congetture che già cominciavano a brulicar ne' loro cervelli, e ad annunziarsi tronche e misteriose ne' loro discorsi.
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