|
LE RISPOSTE ALLA FAME

III
- Risposta occidentale
- Teoria dello sgocciolamento: concentrare gli aiuti allo sviluppo industriale:
- agricoltura e servizi ne beneficiano di conseguenza, in modo automatico.
- Verifica di questa teoria: Europa nel dopoguerra, Piano Marshall.
- L'esperimento in Europa è riuscito. Anche in Giappone.
- La stessa teoria applicata al Terzo mondo è risultata fallimentare. Perché?
- Settore più importante-tradizionale è quello agricolo. La stessa
cultura-psicologia-mentalità è agricola, cioè non portata alla ricerca del profitto con
rischio, all'investimento, ecc.
- Settore industriale era privo di professionalità-competenza. Il settore industriale che
qui si è sviluppato è stato quello occidentale (ad es. multinazionali, che non possono
avere, nell'ambito della nazione che le ospita, interessi di carattere generale), oppure
quello di pochi capitalisti locali, che hanno pensato solo ad arricchirsi il più
possibile.
Conseguenze :
- Ricchezza notevole di pochi (locali e no)
- Povertà notevole di molti (nell'agricoltura)
- Colossale indebitamento degli Stati (i crediti sono stati necessari per avviare
l'industrializzazione)
- Sviluppo tutto basato sull'export di materie prima e di prodotti che acquista
l'Occidente. Grazie all'export il Terzo mondo può ottenere il denaro per estinguere il
debito. Ma ciò di fatto non avviene (i debiti sono troppo ingenti, i tassi d'interesse
troppo alti per le loro risorse). Non solo, ma aumenta la fame proprio in proporzione
all'aumentare dell'export, che è tutto monocolturale.
- Risposta del blocco comunista (posizione oggi inesistente)
- Il Terzo mondo non deve commerciare con l'Occidente
- Deve rifiutare le multinazionali
- Deve nazionalizzare tutte le proprie risorse
- Deve considerare l'Urss un partner privilegiato.
Conseguenze:
- Inefficienza dell'apparato produttivo di quei Paesi che hanno adottato questa strategia
(Angola, Mozambico ecc.):
- sia perché tutto nazionalizzato: senza iniziativa privata non funziona nulla
(burocrazie, mancanza di incentivi, ecc.),
- sia perché il Terzo mondo è soggetto all'Occidente da troppi secoli perché se ne
possa liberare in poco tempo (ad es. molte sue colture sono state imposte dalla
madrepatria: cambiarle non è facile),
- sia perché gli stessi paesi comunisti (a causa dei loro problemi economici interni) non
erano in grado di aiutare in modo decisivo quei paesi del Terzo mondo che hanno imboccato
la strada del socialismo: Cuba, Etiopia, Angola, Mozambico, Vietnam, ecc.
- Risposta del Terzo mondo
- Teoria dello sviluppo autodeterminato (basarsi sulle proprie forze):
- rivalutare le proprie materie prime alzandone il prezzo (ad es. il petrolio nel '73);
- contare di più all'ONU, dove il Terzo mondo è maggioritario (ma il Consiglio di
sicurezza resta l'organo principale).
- Teoria dello sviluppo interdipendente (aiuto reciproco):
- il Nord ha bisogno delle materie prime del Sud, ma il Sud ha bisogno della tecnologia
del Nord,
- creare un rapporto paritetico, tra eguali. Oggi 1/4 della popolazione mondiale (Nord)
consuma i 3/4 della ricchezza mondiale. Ogni anno almeno 25 mrd $ vengono pagati per gli
interessi sui debiti. Inoltre i prezzi, decisi nelle Borse-valori delle città occidentali
più importanti, sono di molto inferiori al valore delle materie prime del Terzo mondo.
- Altre risposte che entrambe le teorie terzomondiali (I e II) prevedono:
- crediti a tassi agevolati, posti sotto controllo,
- sviluppo di una propria industria di trasformazione dei prodotti agricoli,
- trattamento preferenziale all'export del Terzo mondo,
- promuovere l'autosufficienza alimentare,
- favorire anzitutto agricoltura, allevamento, pesca e artigianato, ma introdurre
lentamente, progressivamente un processo verso l'industrializzazione,
- opere di prevenzione e risanamento dal deserto, deforestazione, siccità...,
- consapevolezza che nemmeno la cancellazione totale del
debito risolverebbe di per sé il problema del sottosviluppo.
- Reazione dell'Occidente alle soluzioni proposte dal Terzo Mondo.
- Estinzione parziale di certi crediti
- Riduzione della propria dipendenza dal petrolio
- Aiuti meramente alimentari
- Cibo e debito come armi di ricatto e di controllo politico
- Introduzione di surrogati che sostituiscono certe materie prime (p.es. cioccolato,
zucchero
)
- Non imporre al Terzo mondo obblighi di tutela ambientale
- Chiedere governi forti per controllare lo scontento popolare
- Continuare a considerarsi "creditore" e a considerare il Sud come
"debitore".
Fame I - Fame II
|