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NOTE SU HENRI DE TOULOUSE-LAUTREC

Dario Lodi
Toulouse-Lautrec
dipinge in una Parigi eccitatissima. Egli è un nobile e la
famiglia ha proprietà terriere ed immobiliari. Questa
situazione di partenza, unita ad una condizione personale precaria
(la bassa statura dovuta ad un difetto genetico ereditato dalla
famiglia), portarono la sua espressione pittorica ad una sorta di
osservazione esterna della realtà, quasi blasé,
lasciandosi in parte rapire da quella effervescenza. Henri non si
sentiva accettato dal mondo e quindi reagiva con interventi
personali, risentiti e malinconici, ritraendo, con pennellate rapide,
essenziali, i vari personaggi femminili che animavano le sale da
ballo e le case di tolleranza.
Il nostro artista fu un grande,
focoso amante, dotato, a quanto si diceva, di una energia sessuale
inesauribile. Annegava, poi, queste prestazioni, in solenni bevute
che, unitamente alla sifilide contratta non si sa come, lo condussero
alla morte, nel 1901 a neppure 37 anni di età. Personalità
complessa, quella di Toulouse-Lautrec a causa della sua
emarginazione, peraltro autoprodotta, contrapposta ad una sensibilità
acuta e in qualche modo dolorosa più per ragioni esistenziali
che per quelle vitali.
La sua pittura – che ha sicuramente
ispirazione impressionista – si caratterizza per una
collocazione individuale dei personaggi entro un’atmosfera che
comunque li imprigiona, consentendo loro solo una bruciante
esibizione esteriore. L’interiorità di questi personaggi
emblematici è affidata ad allusioni che si disperdono
nell’aria e che Henri coglie apparentemente per caso,
mettendole in ordine per un dovere etico, nobile per costrizione
estetica, dovuta al suo rango, ed aristocratico per scelta
intellettuale, per empatia vera. Si avverte una sottile sofferenza
nei suoi dipinti per l’offesa del tempo ai suoi idoli femminili
che recitano, pateticamente, eternità senza volersi rendere
conto della sola provvisorietà del loro esserci e persino del
loro trasmettere vita.
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A
letto il bacio, 1892
Mai
più staccare le labbra e sciogliere l’abbraccio! Questa
notte abbiamo unito il nostro essere con naturalezza. Così la
vita è vissuta in noi, è vissuta di noi, stupita di
tanto calore. Noi abbiamo trovato la chiave del mondo! Ad occhi
aperti sulla passione per l’esistenza e su questa scoperta di
poter stare in eterno nella verità della fantasia. Noi, soli
con tutto l’amore del mondo. Noi dobbiamo giurare di non
risvegliarci se non nel sogno che ci fa veri.
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Al
Moulin Rouge, 1892
Riferisco
cercando di farlo con precisione. Anche stasera c’era la donna
che ho messo in primo piano. L’ho osservata bene. Ha qualcosa
di inquietante. La sua luminosità ed il suo alone di
spensieratezza sono artificiali. Chi è capace di sondare la
sua anima? Forse è infelice, di certo è malinconica.
Intorno a lei si svolge una festa discreta. E’ una serata
fiacca. La donna, sarebbe giusto si chiamasse Blanche, sembra
inseguire una sua fantasia che la porta lontana da quella noia.
Probabilmente ricorda serate più vive. Lei sicuramente era
assai ammirata. Devo registrare un velo di tristezza in questa scena.
Lei, “Blanche” la riscatta con una profondità
sentimentale che mi ha sorpreso e magari ha sorpreso anche lei.
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Al
salone di Rue des Moulins, 1894
Non
s’è fatto apposta. Tutta colpa della voglia di osservare
e di interpretare l’osservazione. Sono io che parlo, il
pittore. Molto ho visto, quasi di nascosto, con apparente
nonchalance, e molto ho immaginato. La ragazza in rosa era di fronte
a me. Non colpisce la sua espressione malaticcia? Di cosa sta
soffrendo? Non pare una questione fisica. Che si senta un oggetto e
che ormai si è rassegnata ad esserlo? Dentro di sé ha
ben altre ambizioni. Sospetto sia proprio così. Il senso del
proibito è rappresentato dal rosso che invade l’intero
quadro. E dalla positura della donna in primo piano. Questa è
disinvolta. Con quelle sue calze nere fa ammattire i clienti. Il
lusso è un po’ finto. Ma l’atmosfera è
irresistibile. Il peccato vuole la sua parte. Magari ne vuole troppa.
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Al
tavolo di Madame Misia Godebska Natanson, 1897
Di
questa cena, s’è voluto cogliere il carattere di alcuni
commensali. La fiera Madame Misia, più Godebska Natanson,
domina la scena. Ha un fare arcigno e una certa possanza fisica. Alla
sua sinistra un timido giovanotto cerca di esserle simpatico. Alla
sua destra un’esile fanciulla sembra voler svanire. Appena
sotto un personaggio sinistro fa l’atto di assaggiare qualcosa.
E’ concentrato sul cibo. Lo schizzo permette di evidenziare
aspetti essenziali e significativi del soggetto. E’ stato
l’Impressionismo di Monet e di Pissarro ad insegnare questa
tecnica, Cezanne l’ha resa poetica, spirituale. Qui si punta ad
un realismo: la vita è così, senza fronzoli,
sostanzialmente grossolana e spietata.
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Ballo
al Moulin Rouge, 1889
Il
ballo è un po’ impacciato, ma i ballerini non ne
vogliono sapere. Svolazzano sul pavimento improvvisando un’agilità
che realmente non possiedono. Con sussiego la donna in rosa li
osserva. Sta sulle sue. E’ giunta lei per curiosare: dunque la
spensieratezza, la gioia, sono fatte in questo modo? La sua eleganza,
la sua serietà non ammette certe cadute di tono. La donna non
si lascia prendere da quell’atmosfera disinvolta, ma in fondo
patetica. Essere ciò che non si è. Tuttavia l’ambiente
attrae, intriga. Tanta serietà alla fine stride. Anche la
donna rigida, chiusa in sé, merita di divertirsi o di
immaginare di farlo.
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Donna
che si infila una calza, 1894
Finalmente
la sua nudità è stata catturata! Lei, indifferente, fa
un gesto altamente erotico: in sé stessa se ne rende conto, ma
è stanca di doversene capacitare. Si potrebbe osservare la
sotterranea pesantezza del suo gesto, quasi fosse costretta ad essere
desiderata. Però è vero: in questa specie di momento
supremo, la nostra amica rappresenta tutto il mistero della
sensualità e lo sviluppa con una noncuranza che, lei lo voglia
o no, è studiata. E’ la passione sensuale del mondo
intero, è la vita che fermenta ad esigerlo. Ecco la trappola
dell’amore fisico. Non si vede l’ora di caderci, purché
non si sappia.
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La
Goulue che arriva al Moulin Rouge, 1892
La
Goulue è triste? Ha voglia di ballare stasera? Pare
comprendere che si voglia farle questa domanda e risponde a priori
con una smorfia. Ha superato i 25 e teme di non essere più
desiderabile. Ha dovuto aumentare la scollatura. I seni paiono
delusi, sfiniti. Però però, la Goulue mantiene il suo
decoro, sta bella ritta e la sua figura non ha perduto l’eleganza
naturale che qui, al Moulin Rouge, l’ha resa celebre. La
positura le dà un senso di leggerezza e l’abito di
gradevole civetteria. Le amiche sembrano doverla sorreggere,
indovinando i suoi pensieri chissà quanto amari per i tempi
passati e per quelli che passeranno, lei non più primadonna.
Ma via, solo un momento così!
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La
modista, 1900
Raffinatezza,
soavità. Orgoglio. Di sicuro una bella donna, matura,
consapevole di sé e del mondo, depositaria di buone maniere.
Certo, anche un’aria sognante, come di perdizione in un ricordo
o in una speranza. C’è la distrazione del lavoro. C’è
la missione di fare felice la gente non con abiti appariscenti, ma
con vesti che diano slancio e preziosità ancora maggiore alla
figura femminile. Una promozione del presentarsi alla vita, la vita
più intensa possibile e più vera.
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La
toilette, 1896, Musée d'Orsay, Paris
Momento
di intimità con se stessi. La toilette come qualcosa di
liberatorio, come una purificazione. Gli oggetti assumono una certa
coscienza, se si può dire, dell’avvenimento che si sta
compiendo. Sono lì, ammirati, di fronte a tanta bellezza
spogliata di orpelli e di decorazioni. La n nudità della
ragazza è significativa, è emblematica. Lei sta
meditando sopra questa rivelazione, ne è stupita e intimamente
ammirata. Il tempo non può nulla contro questa realtà.
La ragazza pare avvertire questa specie di magia, questa sospensione
del tutto di fronte alla bellezza esteriore che si è
interiorizzata.
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L'ispezione
medica, 1894
Chiaramente
in una situazione del genere, che si ripete con una certa
periodicità, ci si sente come animali portati al macello.
Occhi maschili ti guarderanno dentro sino all’anima e mani ti
palpeggeranno senza alcun pudore. Sei una cosa da ispezionare. Il
piacere che dai agli uomini, a tanti uomini, dai quali non ne ricevi
nessuno, ti costringe ad accertamenti degradanti. Non ci si è
abituate, anche se si recita la parte delle svergognate. E’ una
recita forzata. Si dice, colpa della vocazione. No, colpa della
miseria. La dignità, a me di sinistra, mi fa coprire un poco
quel particolare tanto ambito dagli uomini. Li fa diventare persino
generosi. Noi, donne di mondo, facciamo parte di un rito festoso che
non ci diverte per niente.
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Madame Misian Nathanson, 1897
Madame
è assorta, guai a disturbarla! E’ nel suo giardino e fa
un tutt’uno con il panorama generale. E’ dentro una
realtà trasognata e viva, piena di fervore, ebbra di vita. La
natura sembra proiettata verso il sole, verso il colore perduto in
lontananza. Potrebbe essere un miraggio, oppure una cosa davvero, una
cosa consistente che sfida e vince la monotonia del grigio macchiato
a caso di verde scuro. Del resto, Madame esibisce uno splendido abito
bianco, immacolato, che la fa regina di tutto. La sua immagine è
impreziosita dal viso concentrato sulla verità che lei sta
scoprendo. Sarà la verità che dà senso ad ogni
istante?
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Moulin Rouge La Goulue, 1891, Manifesto
Allora,
la Goulue è Louise Weber, inventrice delle mosse del can can.
E’ una mia amica. A me, a Toulouse-Lautrec hanno dato
l’incarico di pubblicizzarla, di valorizzare la sua arte e la
sua bellezza. Non so se ne sono all’altezza, ma di certo lo
faccio con entusiasmo. Devo dire che è impossibile fare più
di quanto abbia fatto la natura per lei. Quando è in vena, e
spesso lo è, per fortuna, Louise emana un fascino al quale non
si può resistere. Allora, la personalità femminile
appare, tramite lei, in tutto lo splendore possibile, arrivando
addirittura oltre, dove io stesso mi ritrovo, con lei, perfetti
entrambi.
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Profilo
di donna Jane Avril, 1893
Adoro
il can can e probabilmente amo Jane più di me stesso. Ho
disegnato il suo profilo con mano quasi tremante. Ogni segno
un’emozione, e molte incertezze. Come si fa a riprodurre una
manifestazione di vita tanto bella quanto è bella Jane? Ho
creato vibrazioni di colore e di tratti intorno a lei per far
risaltare ancora di più la meraviglia del suo volto, che tutta
questa animazione comprende e gestisce con naturale maestria. Si noti
una certa fermezza nella sua espressione unita ad un’intensità
che rende Jane sublime.
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Reine
de Joie, 1892
Per
l’amico Victor Joze ho illustrato la copertina del suo libro
“Reine de Joie”. L’eroina Helene Roland, bacia il
banchiere Olizac. La scena sottolinea l’amoralità
vigente nel sottomondo parigino che il libro denuncia a chiare
lettere. Ho scelto una certa aria spensierata per non cadere nella
moralità a buon mercato. Del resto, l’opera non è
superficiale. Questa è gente che si diverte e che non pensa ad
altro. Non ha il concetto dell’atto impuro e considera normale,
e magari morale, pagare ogni cosa. L’amore è
tranquillamente mercenario. Del resto, il banchiere Olizac non può
che pagare per avere una donna. C’è dello squallore in
tutto ciò? Io lo vedo e non lo vedo. Spesso non lo guardo
nemmeno. L’atmosfera è gaudente. Siamo in piena Belle
Epoque, tutto è giustificato, tutto ha senso. Il materialismo
domina il mondo intero. Che la spensieratezza, che i godimenti
terreni facciano festa!
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Valzer
di donne al Moulin Rouge, 1892
Non
tutto è gioia al Moulin Rouge. C’è anche
dell’emarginazione. Ci sono delle incomprensioni, dei timori,
delle titubanze. Chi non si lascia del tutto andare si ritrova solo.
Tante solitudini creano parodie di piacere. La donna di destra
abbracciata all’amica è seria, forse è
concentrata su una nostalgia, su qualche occasione perduta. La sua
espressione è fatta di malinconia inconsolabile. L’amica
è invece disinvolta, non si fa problemi. Sia quel che sia, par
dire. La donna vestita di rosso, ben abbigliata, elegante, sembra
invece scatenarsi nella musica, smarrendo volontariamente se stessa,
dimenticando il quasi volontario, proprio, isolamento. C’è
col corpo, ma il suo spirito è altrove. Rimanga là!
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2013, Abelbooks
- L'amore
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Fatti e misfatti, 2011,
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2010 Prospettiva Editrice
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Poesie per un attimo (Novantuno Virgole su un Punto)
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