ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA |
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ODILON REDON
1840 nasce a Bordeaux il 22 aprile. Trascorre l’infanzia a Peyrelebade. TRAIETTORIA ARTISTICA DI ODILON REDON ED ALCUNE DELLE SUE OPERE 1860-1870 PERIODO ROMANTICO Influenzato da Rodolphe Bresdin, grafico tardo-romantico, si dedica all'acquaforte e al disegno. 1861 cappella dei Pirenei (acquaforte) 1865 guado Lotta di Cavalieri Battaglia La Paura 1866 Cavalieri (varie acqueforti) Paesaggio di Montagna (acquaforte) 1870-1916 PERIODO SIMBOLISTA Nella prima parte di questo periodo prevalgono i disegni al carbone (opere nere), oltre alle numerose litografíe, tutte le sue tematiche rappresentano incubi ed angustie, come visioni d'un'anima tormentata. Dal 1900 da importanza ai colori e utilizza l'olio, il pastello e l'acquerella, mentre la sua tematica diventa più serena e poetica. 1877 La Pazzia (carbone) 1880 Davide (acquaforte) 1882 Ritratto di Madame Redon A Edgar Poe (sei litografie) 1885 Buddha L'uovo (omaggio a Goya, sei litografie) 1886 Profilo Caino e Abele (acquaforte) A Gustave Flaubert (sei litografie) 1890 Gli Occhi Chiusi 1891 L'Armatura (carbone) 1892 Enigma (puntasecca) Parsifal (litografia) Le Tenebre (litografia) I Fiori del male di Charles Baudelaire (nove litografie) 1895 Donna con Velo 1896 Le Tentazioni di Sant'Antonio (testo di Gustave Flaubert, 24 disegni su pietra) 1897 Ritratto di suo Figlio Ari 1898 Il Ciclope 1899 Apocalisse di San Giovanni (12 litografie) 1900 Mujer y Centauro Fiori (varie versioni dipinte in diverse epoche della sua vita) 1902 Pierre Bonnard (litografia) 1903 Maurice Denis (litografia) Paul Sérusier (litografia) Orfeo 1904 Eva 1905 In Fondo al Mare 1906 L'Albero Rosso 1907 Il Pegaso e il Drago 1908 Paesaggio Veneziano 1909 Ritratto di Violette Angelica e Ruggero 1910 Il Giorno e la Notte Il Vaso di Pandora Papaveri e Camomille 1911 Il Silenzio 1912 La Nascita di Venere Conchiglia INFLUENZE RICEVUTE: oltre ad una grande ammirazione per il Bosco, Brughel, Rembrandt e Goya, resta sotto l'influenza dei romantici Füssili e Blake (in parte anche di Delacroix), dei suoi amici naturalisti (Corot e Millet) e dei simbolisti (Puvis di Chavannes e Moreau). Si notano anche scambi di influenze con Gauguin. POETICA: "La sua grande immaginazione spazia per i sentieri delle cose invisibili, magiche, recondite, nella loro essenza, misteriosa e fantastica, penetra nel mondo interiore, libera le correnti del subcosciente" come scrisse J. K. Huysmans nel suo "Au Rebours": " ...cercò temi suggestivi ed evocatrici che avessero il potere di sommergerlo in un mondo sconosciuto, di offrirgli relazioni occulte, di farlo tremare di fronte a storie erudite, incubi complicati e visioni indolenti ed atroci". Redon affermò: "Facevo vivere umanamente esseri inverosimili, in accordo con le leggi del verosimile e collocando - nei limiti del possibile - la logica del visibile al servizio dell'invisibile". Appaiono così i suoi sogni, angosce, incubi sotto forme di simboli che restituiscono alla pittura l'importanza del contenuto, ma in un senso irrazionale e nettamente spirituale. Per lui "la vera arte si trova nella realtà che si sente", così invece di cercare fuori di sé tale realtà, come avevano fatto gli impressionisti, egli in effetti la ricerca dentro di sé, ripetendo che non credeva in quello che vedeva, bensì in quello che sentiva e non vedeva. TEMATICA: prende spunti tematici dalla letteratura che ama, dalle opere di Edgar Poe, Baudelaire, Flaubert, dalla mitologia e dalla religione, inoltre dipinge nudi, ritratti, nature morte (fiori in particolare), paesaggi, scene di guerra, di cavalieri, visioni fantastiche ed esseri mostruosi. ELEMENTI FORMALI: dopo avere acquisito una gran maestria nell'uso del chiaroscuro, grazie ai suoi disegni in bianco e nero, applica tali esperienze all'incisione e finalmente scopre la bellezza del colore. Allora i suoi primi colori lisci ed opachi, applicati con pennellate sciolte ed uguali, si vanno sfumando e brillantando. A poco a poco continua a rivelare l'incontro delicato ed effettista dei toni, giustapponendo, unendo e mescolando le tinte, mentre la luce irreale li accende ed enfatizza. E' specialmente nei fiori dove spazia la sua fantasia cromatica di gamme ampie, sfumando, risaltando dettagli o intere zone. A volte le sue pennellate sono sicure e precise, altre volte diventano evanescenti e morbide. Molte delle sue figure appaiono sospese nell'aria, in ambienti incantati, eliminando la prospettiva ed anche il modellato (che lui aveva considerato molto importanti durante il suo primo periodo pittorico). IMPORTANZA ED INFLUENZE ESERCITATE: considerato come uno dei principali ispiratori del Simbolismo pittorico, Redon ricondusse la pittura alle ricerche introspettive e all'importanza del simbolo in opposizione all'Impressionismo. In un certo senso si trattò di un ritorno ad una specie di romanticismo nella sua accezione irrazionale, introspettiva, metafisica e mistica. Conseguentemente, oltre ai simbolisti ed i nabis, la sua influenza arrivò fino al Surrealismo, mentre i suoi colori iridati e la sua linea arabescata ebbero influenza sull'Art-Nouveau. INTRODUZIONE AL SIMBOLISMO Il Simbolismo è un movimento culturale abbastanza complesso, possiede una buona dose delle mistiche religiose dell'Oriente e dell'Occidente, è anche una specie di tecnica che cerca un metodo nuovo nell'uso del linguaggio con il proposito di creare opere, in tutti i campi dell'arte, che raggiungano la purezza incorporea della musica, nella quale la forma diventa contenuto di sé stessa (d'accordo con l'ideale romantico), e che rinchiude un anelito metafisico cercando un fine trascendentale. Tutto ciò comporta la difficoltà di trovare una definizione precisa nella quale si possa circoscrivere tale fenomeno così prismaticamente complesso e formato da faccette spesso contraddittorie. In ogni modo bisogna ricordare che il simbolo è un qualcosa (persona, segno, oggetto, ecc.) che significa un'altra cosa distinta da quella che è. Orbene, gli artisti simbolisti credono che questo simbolo sia un qualcosa che parte dell'inconscio, filtri attraverso la ragione e permetta di vedere quello che non si vede comunemente, e che sia precisamente questa la realtà vera ed unica, che si trova oltre la chiamata realtà sensibile, la quale è illusoria o transitoria. E è anche, per questi artisti, quello che si trova nei loro spiriti e che si rivela come antitesi dei loro pensieri, delle loro aspirazioni o aneliti. La simbologia da sempre è apparsa strettamente relazionata con la pittura, dalle grotte dell'arte rupestre al Romanticismo, tuttavia la corrente denominata Simbolismo appare come una reazione al Positivismo di Auguste Comte. Il Positivismo, erede della Rivoluzione Industriale e del socialismo, aveva causato anche una rivoluzione nelle arti e non solo nelle sue tecniche (dai materiali come il ferro colato, il vetro e l'acciaio in architettura, ai pigmenti chimici in pittura), ma anche nelle sue tematiche: furono abbandonati i temi mitologici e le ricerche metafisiche, sostituendoli con degli altri, risultati da un esame attento della realtà palpabile, includendo la natura stessa. Nasceva così il Realismo, Naturalismo (Impressionismo) ed il Verismo che furono adottati da tutte le arti. Ben presto anche la scienza, con tutto il suo realismo, portò delusioni che scatenarono una reazione contraria ed un cambio dei valori dello spirito, delle religioni, del misticismo, e quindi del simbolismo, dello spiritismo, dei Rosacroce, della teosofia, ecc. Il Simbolismo appare dapprima in letteratura e poi in musica con Wagner e Debussy, mentre in pittura ha i suoi antecedenti nei Preraffaelliti, in Puvis di Chavannes, Gustave Moreau ed Odilon Redon, manifestandosi in Francia coi pittori di Pont-Avon (Sintetismo-Cloisonnisme, Simbolismo e Nabis), e nel decorativismo dell'Art-Nouveau. DECADENTISMO E SIMBOLISMO IN LETTERATURA Il Romanticismo tardivo si denomina Decadentismo, che era quello dei boemi parigini che si afferravano ad ideali e tendenze che stavano passando già di moda, in un sforzo ultraconservatore di preservarli. Il termine fu dato dai critici in senso spregiativo, ma i letterati l'accettarono come titolo di distinzione e di separazione aristocratica dal volgo, dalle masse. Applicato nel 1883 ai poeti ‘maledetti ' Verlaine e Rimbaud, e dopo a Baudelaire, Mallarmé, Oscar Wilde, Nietzsche, d'Annunzio ed anche ai pittori dell'Art-Nouveau (a Klimt in particolare), passò al Simbolismo che riscattò ed ampliò la visione decadentista. Posteriormente furono aggregati a queste correnti il filosofo Bergson e gli scrittori e poeti Nerval, Stefan George, Gide, Claudel, Marcel Proust, Ibsen, Strindberg, Rilke, Maeterlinck, Apollinaire, Max Jacobs, Saint-Perse, Edgar Allan Poe ed molti altri ancora. Simbolismo: in 1886 Jean Moreau pubblicò in "Il Figaro", il Manifesto Simbolista, dando vita al movimento poetico omonimo. Sottoscrissero il Manifesto, tra altri intellettuali, H. di Régnier, J. Laforgue, G. Kahn ed E. Verhaeren. Il Simbolismo reagisce contro la fiducia assoluta nel progresso scientifico, del tecnicismo, materialismo, socialismo, razionalismo e realismo naturalista ed esalta l'idealismo ed il soggettivismo romantici tesi alla rivelazione degli stati d'animo, alla ricerca della cosa invisibile, recondita e mistica, spirituale e magica. I simbolisti credono nell'esistenza di una religione primordiale ed universale, dalla quale germogliarono tutte le altre, e dirigono i loro pensieri verso l'Oriente. Vedono la realtà fenomenica non come una realtà in sé, bensì come un simbolo di una realtà vera che si nasconde dietro le apparenze sensibili, una realtà immutabile ed eterna. Così gli esseri e le cose (e tutti gli altri fenomeni), hanno qualcosa in comune tra loro e stabiliscono una relazione segreta che bisogna trovare e svelare. Allo stesso tempo reagiscono anche contro il Parnassianesimo, antiromantico ed antisoggettivo e che richiede al poeta un'oggettività precisa, fredda ed impassibile. Invece la poesia simbolista si rifugia nel puramente soggettivo, non narra, evoca, suggerisce; rompe il verso tradizionale e lo libera della metrica e della rima finale, nella sua ricerca della musicalità della parola respinge il rigore strutturale del verso. Le principali influenze le riceve della filosofia di Schopenhauer e di Nietzsche, dalla musica di Wagner (il cui ideale consisteva nel raggiungere un'arte per eccellenza, somma di tutte le altre arti), dai romanzi di Leon Tolstoi e di Dostojevsky, oltre da alcuni poeti che ne sono considerati i precursori, come Gérard di Nerval, Verlaine e Rimbaud. IL SIMBOLISMO IN PITTURA SCUOLA DI PONT-AVON, SINTETISMO E NABIS Nomi originali in francese: ÉCOLE DI PONT-AVON, CLOISONNISME O SYNTHÉTISME E NABIS Anno di apparizione: 1888, Pont-Avon 1889-1890, Sintetismo e Nabis Città e regione: Pont-Avon, Normandia Città: Parigi, Sintetismo e Nabis ORIGINE E SVILUPPO: nel 1888 Gauguin, nel suo secondo viaggio a Pont-Avon, ritrovò il pittore Émile Bernard e, in uno scambio di idee, nacque la chiamata Scuola di Pont-Avon che consiste in un'innovazione nel modo di vedere e rappresentare pittoricamente la realtà per mezzo dell'applicazione di una tecnica originale: il sintetismo (cloisonnisme). Posteriormente Bernard rivendicò la paternità della ‘scoperta', accusando Gauguin di plagio. Gauguin, di rimando, commentò che l'importante non era chi aveva avuto l'idea iniziale, bensì i risultati pittorici che ne erano risultati dall'applicazione di tale idea. Applicando questa innovazione tecnica, Bernard dipinse "Donne bretoni nel Prato" e Gauguin "La Visione dopo il Sermone". La tecnica del sintetismo consiste nell'applicare i colori puri e lisci, senza sfumature, con effetto decorativo, incorniciati da una grossa linea nera, come se fossero tramezzi (cloison, in francese) di mosaici smaltati o di vetrate. La linea è sinuosa, le superfici sono piane, senza prospettiva, si solleva la linea dell'orizzonte allontanandosi dall'imitazione della natura, soggettivandola e idealizzandola. Partendo da questa tecnica e sintetizzando al massimo le figure, ricevendo una certa influenza dalle incisioni giapponesi, si arrivò al Sintetismo (e Simbolismo), improvvisando al dipingere nello studio. Pronto si unirono a Gauguin e a Bernard i pittori Chamaillard, Laval, Schuffenecker, Anquetin, Sérusier, Fauché, Roy, Seguin, lo svizzero Amiet ed altri che formarono la denominata Scuola di Pont-Avon. Un giorno Sérusier dipinse, seguendo i suggerimenti di Gauguin, un paesaggio ispirato in un luogo chiamato "Il bosco d'amore", in maniera sintetica e di colori accesi. Dipinto sul coperchio d'una scatola di sigari fu chiamato "Il Talismano" dallo stesso Sérusier, il quale, il giorno dopo a Parigi, lo mostrò ai suoi amici, giovani alunni dell'Accademia Julian: Bonnard, Vuillard, Ranson, Denis e Roussel, restando tutti affascinati ed entusiasmati. Più tardi essi formarono il gruppo dei Nabis, insieme allo scultore Maillol e al pittore Valloton. Nel 1889, a Parigi, nel Caffè Volpini (dal cognome del proprietario italiano; chiamato anche Café des Arts), espongono per la prima volta sotto il nome di Gruppo Impressionista Sintetista. Il poeta Cazalis (o magari lo stesso Gauguin) gli diede il nome di Nabis (dell'ebraico nebiim, che significa profeti). Alcuni mesi dopo appariva la rivista simbolista "La Penna", fondata da Louis Deschamps. Nel 1890 Maurice Denis pubblicò il Manifesto "Arte e Critica ", scrivendo a proposito del Simbolismo: "Sintetizzare non è necessariamente semplificare nel senso di sopprimere parti dell'oggetto, bensì nel senso di rendere intelligibile la cosa, che significa obbligare il quadro ad un ritmo unitario, ad una dominante, sacrificare, subordinare e generalizzare ". S'unirono al gruppo l'olandese Jan Verkade ed il danese Mögens Ballin che si convertono al cattolicesimo e, nel 1893, ambedue entrarono in un convento dell'ordine terziaria francescana, a Fiesole, vicino a Firenze. Più tardi Verkade fu trasferito all'abbazia tedesca di Beuron (1). Maurice Denis, in un articolo nettamente simbolista, scrisse: "Bisogna ricordare che un quadro, prima di essere un cavallo di battaglia, una donna nuda o un qualsiasi aneddoto, è essenzialmente una superficie piana ricoperta di colori collocati con un certo ordine", e ricorda che la pittura sintetista è "decorativa, soggettiva ed arbitraria". Dal 1891 fino al 1900 il gruppo espone nelle gallerie di via Peletier: in quelle di Vollard, di Durand-Ruel e di Jeune, incoraggiati dalla "Rivista Bianca" (Revue Blanche) dei fratelli Nathanson, e sotto l'influenza di Gauguin, Toulouse-Lautrec, la letteratura simbolista, l'incisione giapponese e la musica di Debussy. Gli integranti del gruppo s'interessarono anche allo studio della Cabala, della teosofia e di una specie di neocristianesimo, inoltre si unirono all'Ordine della Rosacroce (2), mentre altri artisti si unirono al gruppo, tra questi Redon, Toorop, Brernard e Hodler. Note (1) a Beuron, paese del Baden Württenberg, esiste un'abbazia del XI secolo. L'abate Desiderius Lenz (1832-1928), discepolo dei Nazareni, aveva fondato una scuola d'arte e pretendeva di avere trovato una formula matematica (formule sante o proporzioni sacre), basata sullo studio dell'arte egizia e paleocristiana che, applicandola, si riusciva a creare un'arte perfetta... Questa formula stabiliva una relazione perfetta tra l'armonia delle forme artistiche e la logica dei dogmi. Secondo l'abate fu utilizzata da tutti gli artisti del passato, imitando la creazione divina. Verkade comunicò questa formula a Sérusier, il quale, al suo ritorno a Parigi, si presentò come un profeta e, per mezzo di Denis, influenzò l'arte sacra francese di quegli anni. L'abate Lenz fondò anche una scuola di canto gregoriano. (2) Josephin Péladan (1858-1918), chiamato 'il Mago', fu critico, scrittore di saggi, romanzi, opere teatrali, trattati di mistica e di scienze occulte. Rimanendo affascinato dalle idee di Wagner, che conobbe personalmente, fondò l'Ordine dei Rosacroce (basata nell'occultismo medievale), in collaborazione con un altro ‘mago ', Stanislas di Guaita. Nel 1891, separandosi da Guaita, Péladan fondò un'ordine parallela, denominata della Rosacroce Cattolica del Tempio e del Graal, autonominandosi Gran Maestro e Mago. Quest'Ordine riunì, dal 1892 al 1897, pittori e poeti simbolisti. Péladan attaccò duramente, nei suoi scritti critici, Courbet e gli impressionisti. In 1894 pubblicò "Come si arriva ad essere Artista" "L'Arte Idealistica ", col proposito di allontanare l'arte dalla realtà quotidiana e volgare, condannando quasi tutti i generi pittorici tradizionali (paesaggi, nature morte, ritratti,ecc.), ed elevarlo verso un ideale mísitico, raggiungendo la bellezza divina... L'Ordine della Rosacroce era una setta teosofica, nata in Europa nel secolo XVII. Il suo nome viene dal leggendario (e quasi sicuramente inventato) cavaliere tedesco Rosenkruez, del secolo XV, nella cui tomba, in Marocco, si trovarono gli statuti della setta o ordine cavalleresco, basati in credenze teosofiche, cabalistiche, alchimistiche ed altre dottrine esoteriche. Nei secoli XVII e XVIII arrivò al suo apogeo e declinazione fino a sparire di fronte agli attacchi dei gesuiti e dell'opinione pubblica, tuttavia risorse in Europa e negli Stati Uniti nel secolo XIX, diffondendosi per mezzo di conferenze, studi, corsi e pubblicazioni di vari testi 'rosacroce' e materiali di propaganda. * * * Il critico Albert Aurier definisce in questo modo la pittura simbolista:
Conseguentemente sarà: Decorativa, perché il senso decorativo, nel suo senso reale (come gli egizi concepirono la pittura e probabilmente anche i greci ed i popoli primitivi), non è altro che un'espressione artistica soggettiva, sintetica, simbolista ed ideista. Nello stesso anno del 1889 Gauguin fu invitato dai suoi amici e discepoli nabis ad una festa d'addio nel Caffè Volpini, dopo la quale partì per Tahiti. I Nabis cominciarono a riunirsi nel Caffè Voltaire e ad esporre ogni anno, fino al 1897, nella Galleria El Barc di Poutteville. Nel 1892 Péladan organizzò la prima esposizione Rosacroce nella Galleria Durand-Ruel, con la partecipazione dei Nabis. Nel 1897 Sérusier visitò Verkade nell'abbazia di Beuron, nella Selva Nera, e studio le 'le sacre misure' ed il 'numero d'oro'. Nel 1899 ebbe luogo l'ultima esposizione nabis, esposero Bernard, Cross, Denis, Brilla, van Rysselberghe, Sérusier, Signac, Valloton, Vuillard ed altri. Nel 1900 il gruppo dei Nabis si dissolse. SIMBOLISMO FUORI DALLA FRANCIA Germania: influenzati dalla mitologia germanica, risuscitata da Wagner con l'approvazione entusiastica di Luigi II di Baviera, il re pazzo, si dichiararono simbolisti i pittori Moritz von Schwind, Hans Thoma, Alfred Kubin, Hans von Marée, l'austriaco Gustav Klimt e lo svizzero Ferdinand Hodler. Belgio: strettamente uniti al Simbolismo furono i pittori che esposero nel Salone dei XX (dal 1884 al 1893), e nel Salone dell'Estetica Libera (dal 1894 al 1914). I più importanti furono Octave Maus, Émile Verhaeren, Charles van Leberghe, Antoine Wiertz, Félicien Rops, James Ensor e Jane Delville (del gruppo dei pittori Rosacroce). Cecoslovacchia: i pittori Jan Preisler e Frantisek Kupka. Ungheria: il pittore più conosciuto fu Rippl-Ronai. Italia: tra i pittori più importanti si trovavano Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Felice Casorati e Vittorio Zecchín. Spagna: furono simbolisti Hermenegildo Anglada, Julio Romero della Torre e Juan Brull. Inghilterra: i pittori R. Stone e Charles R. Mackintosh. Stati Uniti: i pittori Ralph Blakelock, Albert Ryder e James Hamilton. Messico: tra i pittori più importanti ci furono 'il Dottore Atl' (Gerardo Murillo), Joaquín Clausel e Saturnino Herrán. Polonia: importante fu Jacek Malczewski. Russia: i pittori Nikolas Roerich, Alexander Benois, Iván Bilibine e Mikhail Vroubel. Molti di questi artisti passarono gradualmente all'Art-Nouveau o al Neoimpressionismo, mentre altri rimasero simbolisti o sintetisti restando uniti all'Ordine dei Rosacroce. Giancarlo von Nacher |