PIERO DELLA FRANCESCA
IL BATTESIMO DI CRISTO


SIMBOLOGIA

La colomba è segno dello Spirito Santo, che però non scende dal cielo come nell'iconografia classica. Diventa quindi un simbolo fine a se stesso o, al massimo, un segno di pace. Qui è fatta talmente bene, nella sua aerodinamicità, da sembrare un aeroplano ante litteram, che proviene non dall'alto, ma da lontano, come suggerisce le notevole presenza delle nuvole. Battesimo di Cristo (mosaico della chiesa della Vergine nel monastero di Dhafni in Grecia, sec. XI, part.)

Né Cristo, né il Battista, né gli angeli hanno aureole. Qui è tutto umanizzato.

E' assente la figura, minimizzata, del demonio (o del serpente), ai piedi del Cristo, simbolo del male che viene vinto nel battesimo, sacramento di rigenerazione spirituale.

A volte questa figura è lo stesso Adamo, in attesa d'essere rigenerato.

Altre volte si possono distinguere due piccole figure antropomorfe di origine pagana: quella maschile simbolizza il fiume Giordano, quella femminile il mare, secondo le parole del Salmo 114,3: "Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si volse indietro".

Nell'iconografia bizantina il battesimo di Cristo veniva concepito come una sorta di morte e resurrezione: le acque infatti erano dipinte di nero (una caverna scura), come una sorta di inferno, che andava purificato dall'immersione totale del Cristo (il Giordano come "tomba liquida").

C'è un solo catecumeno, che si sta spogliando per entrare in acqua o forse si sta rivestendo dopo esserne uscito. Sono invece almeno quattro i farisei e sadducei (il potere politico-religioso) che discutono sullo sfondo, significativamente, ovvero polemicamente, semicoperti dal corpo quasi nudo del neofita. Alcuni critici presumono di vedere in questi personaggi vestiti alla maniera orientale i delegati bizantini al concilio unionista di Ferrara-Firenze (1439).

Esiste un'analogia tra il tronco dell'albero e il corpo seminudo, bianchissimo, del Cristo: entrambi tendono alla forma ideale del cilindro della colonna.

Il centro del dipinto non è Cristo - come a prima vista può sembrare -, ma l'albero che lo separa dagli angeli. E' un centro meramente "fisico", oggettivato, usato in maniera geometrica, non è un centro simbolico o metafisico o teologico.

L'artista ha avuto bisogno di porre in primo piano un albero per far capire la sua presenza innovativa, di artista non conformista, che nel mentre tratta soggetti religiosi ambisce a svuotarli di contenuto.

L'albero infatti ha il duplice scopo di laicizzare la coscienza religiosa sia in senso etico che in senso tecnico. In senso etico perché fa dell'uomo-dio un semplice uomo e lo pone sullo stesso piano della natura; in senso tecnico perché a partire dall'albero si dipana una linea prospettica che porta lo sguardo dell'osservatore ben oltre l'evento religioso, il quale, in sostanza, viene posto solo in maniera incidentale, in quanto ciò che più conta è l'osservazione globale del dipinto, che non si sofferma sull'evento, quasi totalmente privo della passata simbologia bizantina, ma ripercorre le linee e le diagonali prospettiche tracciate dall'artista.

Si noti che nel Battesimo di Cristo di Cima da Conegliano l'albero, posto dietro le figure in primo piano, dà ugualmente il senso della prospettiva.

Il noce in primo piano - secondo alcuni critici - rinvia a una simbologia cristologica secondo cui il mallo rappresenta la natura umana, il gheriglio quella divina e il guscio il legno della croce.

Non è rappresentato il simbolo, tipico di Giovanni, dell'albero tagliato da un'ascia, come nelle icone bizantine, i cui pittori ricordavano bene l'episodio in cui il Battista profetizzava che il messia sarebbe venuto con un'ascia in una mano e una ventola nell'altra (nelle traduzioni italiane la parola ventola è tradotta come "ventilabro").

La pericope evangelica riguardante ciò e di cui qui non v'è alcuna traccia è la seguente: "Ormai la scure è posta alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel fuoco... Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco inestinguibile" (Mt 3,10 ss.).

Battesimo di Cristo, Basilica di S. Marco, Venezia (mosaico XIII sec. part.)


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 27/08/2015