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SIMBOLOGIA

La colomba è segno dello Spirito Santo, che però non scende dal cielo come
nell'iconografia classica. Diventa quindi un simbolo fine a se stesso o, al
massimo, un segno di pace. Qui è fatta talmente bene, nella sua aerodinamicità,
da sembrare un aeroplano ante litteram, che proviene non
dall'alto, ma da lontano, come suggerisce le notevole presenza delle nuvole. |
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Né Cristo, né il Battista, né gli angeli hanno aureole. Qui è tutto
umanizzato.
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E' assente la figura, minimizzata, del demonio (o del serpente), ai piedi del Cristo, simbolo
del male che viene vinto nel battesimo, sacramento di rigenerazione spirituale.
A volte questa figura è lo stesso Adamo, in attesa d'essere
rigenerato. |
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Altre volte si possono distinguere due piccole figure antropomorfe di origine
pagana: quella maschile simbolizza il fiume Giordano, quella femminile il mare,
secondo le parole del Salmo 114,3: "Il mare vide e si ritrasse, il Giordano si
volse indietro".

Nell'iconografia bizantina il battesimo di Cristo veniva concepito come una
sorta di morte e resurrezione: le acque infatti erano dipinte di nero (una
caverna scura), come una sorta di inferno, che andava purificato dall'immersione
totale del Cristo (il Giordano come "tomba liquida").
C'è un solo catecumeno, che si sta spogliando per entrare in acqua o forse si
sta rivestendo dopo esserne uscito. Sono
invece almeno quattro i farisei e sadducei (il potere politico-religioso) che discutono
sullo sfondo, significativamente, ovvero polemicamente, semicoperti dal corpo
quasi nudo del neofita. Alcuni critici presumono di vedere in questi personaggi
vestiti alla maniera orientale i delegati bizantini al concilio unionista di
Ferrara-Firenze (1439).

Esiste un'analogia tra il tronco dell'albero e il corpo seminudo,
bianchissimo, del Cristo: entrambi tendono alla forma ideale del cilindro della
colonna.
Il centro del dipinto non è Cristo - come a prima vista può sembrare -, ma l'albero che lo
separa dagli angeli. E' un centro meramente "fisico", oggettivato, usato in
maniera geometrica, non è un centro simbolico o metafisico o teologico.
L'artista ha avuto bisogno di porre in primo piano un albero per far capire
la sua presenza innovativa, di artista non conformista, che nel mentre tratta
soggetti religiosi ambisce a svuotarli di contenuto.
L'albero infatti ha il duplice scopo di laicizzare la coscienza religiosa sia
in senso etico che in senso tecnico. In senso etico perché fa dell'uomo-dio un
semplice uomo e lo pone sullo stesso piano della natura; in senso tecnico perché
a partire dall'albero si dipana una linea prospettica che porta lo sguardo
dell'osservatore ben oltre l'evento religioso, il quale, in sostanza, viene posto
solo in maniera incidentale, in quanto ciò che più conta è l'osservazione
globale del dipinto, che non si sofferma sull'evento, quasi totalmente privo
della passata simbologia bizantina, ma ripercorre le linee e le diagonali
prospettiche tracciate dall'artista.
Si noti che nel Battesimo di Cristo di Cima da Conegliano l'albero, posto dietro le figure in primo
piano, dà ugualmente il senso della prospettiva.

Il noce in primo piano - secondo alcuni critici - rinvia a una simbologia
cristologica secondo cui il mallo rappresenta la natura umana, il gheriglio
quella divina e il guscio il legno della croce.
Non è rappresentato il simbolo, tipico di Giovanni, dell'albero tagliato da
un'ascia, come nelle icone bizantine, i cui pittori ricordavano bene l'episodio
in cui il Battista profetizzava che il messia sarebbe venuto con un'ascia in una
mano e una ventola nell'altra (nelle traduzioni italiane la parola ventola è
tradotta come "ventilabro").
La pericope evangelica riguardante ciò e di cui qui
non v'è alcuna traccia è la seguente: "Ormai la scure è posta alla radice degli
alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto, viene tagliato e gettato nel
fuoco... Egli ha il suo ventilabro in mano, ripulirà interamente la sua aia e
raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con fuoco
inestinguibile" (Mt 3,10 ss.). |
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