ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


PABLO PICASSO - GUERNICA

Dipinto a Parigi nel 1937
Olio su tela, m. 3,5 x 7,82
Museo del Prado, Madrid

Guernica di Picasso

DATI STORICI: nel 1936 alcuni generali si ribellarono contro il Governo dalla Repubblica spagnola.
L'Italia fascista e la Germania nazista si dichiararono apertamente in favore dei ribelli. Nel nord della Spagna i baschi rimasero fedeli al Governo.

Il 26 aprile del 1937 aeroplani tedeschi bombardarono e mitragliarono selvaggiamente la piccola città indifesa di Guernica, capitale religiosa basca, simbolo delle sue libertà tradizionali.

Poiché era un giorno di mercato la città era piena di gente, soprattutto vecchi, donne e bambini, dato che gli uomini giovani erano al fronte, combattendo contro le truppe franchiste.

La popolazione che tentava di fuggire dalla città in fiamme, correndo verso le campagne circostanti, fu mitragliata dagli aerei.

I giornali di tutto il mondo dettero la notizia creando costernazione ed orrore per questo fatto d'incredibile barbarie: il "New York Times" scrisse: "Il bombardamento di questa città, dichiarata aperta e che si trova lontano dal fronte, durò esattamente 3 ore e un quarto, durante le quali poderose formazioni aeree tedesche da bombardamento e da caccia hanno lanciato sulla città bombe da 500 chili e più di 3.000 proiettili incendiari. Con una ferocia atroce ed una minuziosità scientifica le bombe incendiarie ed esplosive degli aerei 'Heinkel ' e 'Junker ' hanno distrutto questo centro storico della cultura e della tradizione basche.

Gli aeroplani da caccia volteggiarono intorno alla città mitragliando ogni civile che cercava di salvarsi attraverso i campi. Tutta Guernica era avvolta dalla fiamme...".

Un testimone narrò: "Ci trovavamo in città quando incominciò il bombardamento; tentammo di fuggire scappando verso i campi e le colline che circondano Guernica. Gli aeroplani che volavano a bassa quota mitragliavano la gente che scappava, e lanciavano bombe su ogni gruppo di persone che usciva dalla città. Le case isolate, dove cercavano di rifugiarsi i fuggiaschi, furono bombardate sistematicamente. Alle sette del pomeriggio Guernica non era più che un'immensa torcia che illuminava il crepuscolo".

La propaganda franchista diffuse la notizia che erano stati gli stessi baschi in ritirata che avevano bruciato la loro città, ma nessuno ci credette, sia a Guernica, come nei territori ancora in potere della Repubblica e nel resto del mondo democratico e civile.

Infatti, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il maresciallo Göring (comandante supremo dell'aviazione tedesca), confessò che egli stesso aveva ordinato il bombardamento, dato che doveva servire come esperimento per valutare gli effetti distruttivi su una intera cittadina ed anche per rendersi conto dell'effetto prodotto sul morale della popolazione civile inerme.

L'asso tedesco Adolf Gallard, che stette in Spagna con la Legione Condor, confermò il fatto, ammettendo che si trattò d'un esperimento, di una prova per i futuri bombardamenti a tappeto.

Inoltre difficilmente i tedeschi avrebbero potuto smentire il fatto, di fronte a tanti testimoni oculari ed alla quantità di frammenti di bombe trovate a Guernica con il marchio 'fabbricato in Germania'.

Nel gennaio dello stesso anno Picasso, che viveva a Parigi, aveva ricevuto l'incarico dal Governo spagnolo affinché dipingesse un murale destinato al padiglione della Spagna per l'Esposizione Universale di Parigi.

Il primo maggio i giornali parigini dettero la notizia del bombardamento. Picasso, scoppiando di rabbia e d'indignazione, si mise subito al lavoro, disegnò il primo bozzetto, al quale ne seguirono altri 44 e in poco più d'un mese finì il quadro.

Il suo capolavoro ispirò il poema di Paul Eluard "La Vittoria di Guernica " e fu anche l'argomento del film "Guernica" di Alain Resnais e Robert Hussens, girato nel 1949, con musica di Alain Auriac.

Picasso nel 1952

DESCRIZIONE: appare l'interno di una stanza, con una gran porta aperta all'estrema sinistra, un toro agita la coda che sembra una fiamma, inconsapevole di tutto quello che sta passando intorno a sé; di fronte a lui una donna, col seno nudo e con il cadavere del figlio tra le braccia, grida disperata.

Dietro di loro, un po' spostato a destra c'è un tavolo obliquo sul quale cade una colomba moribonda, trafitta da una scheggia, che con il suo becco aperto, manda verso il cielo il suo ultimo strido d'agonia. Un po' più a destra, in alto, c'è una lampadina accesa, appesa al soffitto, che irradia la luce come un sole, col suo occhio brillante. 

Sotto c'è un cavallo, anch'esso colpito da una scheggia e da lance rotte, che sta per crollare nitrendo di dolore. Tra le sue zampe giace morto un guerriero che stringe ancora in pugno una spada spezzata e sembra una statua abbattuta e andata in pezzi. Tra una delle zampe del cavallo e la mano destra del guerriero che impugna la spada, germoglia rigoglioso un fiore solitario.

Ancora più a destra appaiono due donne, che sembrano venire dall'esterno mentre penetrano nell'interno della stanza: una entrando impetuosamente da una finestra, quasi tutta volto e braccio destro proteso in avanti, la cui mano tiene una lampada accesa, mentre la minuta mano sinistra si nota appena, così come il suo petto nudo che s'intravede, ancora dentro il vano della finestra.

La seconda donna è sotto di lei, forse entrando da una porta, quasi trascinando una gamba sproporzionatamente lunga, e rivolge il suo viso verso l'alto, verso la lampada-sole del soffitto.
Finalmente all'estrema destra si presenta un'altra scena, che si svolge ancora nell'interno d'un'altra stanza o casa che brucia, dove una donna (o un uomo), avvolta dalle fiamme, grida alzando le braccia al cielo e restando schiacciata contro il muro, cercando di raggiungere una finestra troppo alta e troppo angusta per permetterle di uscirne.

ELEMENTI FORMALI: L’opera di notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8) fu realizzata in appena due mesi, ma fu preceduta da un’intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi preparatori che Picasso ci ha lasciato. La composizione piramidale è classica; triangolare al centro, il cui apice è la lampada accesa, e due rettangoli laterali che includono sulla sinistra la donna col bambino morto e il toro e, sulla destra, la donna (o l'uomo) dalle braccia protese, il tutto si contrappone e contrasta con la distorsione arbitraria delle figure in un stile che combina reminiscenze del passato cubista dell'autore con l'espressionismo drammatico.

I colori sono assenti e la gamma dei valori (bianco, grigio e nero) rende l'insieme ancora più cupo, più patetico e tragico.

Le figure sono bidimensionali, senza modellato, che permette a Picasso di geometrizzare le forme e imprimere maggior forza alle espressioni, ed anche sovrapporre e sintetizzare i piani e alzarli verso chi osserva il quadro.
La staticità di alcune figure, o parte de esse, si alterna al dinamismo di altre.

Dinamismo che si enfatizza a causa dello slogamento delle membra, dei gesti drammatici e della violenza espressiva dei visi. Contrasti che troviamo anche tra gli interni e gli esterni delle stanze, tra i vivi e i morti, tra i tratti anatomici regolari e quelli alterati e deformati, che sono due caratteristiche antitetiche picassiane, che partono l'una dal carattere classico-latino di Picasso, nella sua interpretazione razionale cubista e l'altra dall'espressionismo nordico, caricaturale e violento, dinamico e grottesco, emotivo e anticonvenzionale.

GIUDIZIO CRITICO: il quadro fu mandato all'Esposizione Universale di Parigi e il Governo spagnolo fece distribuire cartoline con la seguente frase: "Guernica, del gran pittore Pablo Picasso, creatore del cubismo, che ebbe una profonda influenza sull'arte plastica contemporanea, il quale ha voluto esprimere in questa opera la disgregazione del mondo, vittima degli orrori della guerra ".

Come ogni autentico capolavoro, "Guernica" è un caleidoscopio d'interpretazioni diverse; malgrado ciò tutti sono d'accordo nell'affermare che trabocca d'ira, di dolore, di rabbia e d'impotenza.

Gli orrori della guerra civile, e di ogni guerra, sono rappresentati nella maniera più cruda e reale, impattante e brutale, enfaticamente accentuati da un alternarsi di dita, mani, visi, bocche, occhi, lampadine, zampe, fiamme, musi, armi, distorti e deformati, frantumati o mutilati.

Scontro violento di contrasti: giorno e notte, interni ed esterni, esseri in movimento ed esseri immobili, elementi e particolari dinamici o statici, linee verticali e orizzontali, distruzioni apocalittiche e speranze agognate, morte e vita, impassibilità e terrore pazzo.

La guerra, selvaggia di per sé, si converte in un macello spietato, in un sadismo raffinato, in un 'piccolo' saggio di ciò che sarà la Seconda Guerra Mondiale che s'affacciava alle porte.

Picasso lasciò scritto: "Nella tela che sto dipingendo, che intitolo "Guernica", e in ogni mia opera d'arte recente espressi chiaramente il mio odio vero la casta militare che ha affogato la Spagna in un oceano di dolore e di morte". E più tardi aggiunse: "La violenza, la crudeltà piace agli spagnoli, piace loro veder il sangue, vederlo scaturire, scorrere, il sangue dei cavalli, il sangue dei tori, il sangue degli uomini, siano essi 'bianchi' o 'rossi', che si scortichino i preti o i comunisti, il piacere di veder correre il sangue è sempre lo stesso... e in questo terreno non c'è nessuno che ci vinca".

Vari critici hanno cercato d'interpretare e svelare i simbolismi di ogni personaggio e d'ogni animale del quadro. Per esempio Vicente Guerrero vide nel toro la forza bruta, il fascismo e il generalissimo Franco, mentre Juan Larrea identificò il toro col popolo spagnolo, mentre il cavallo rappresentava il simbolo ignobile del nazionalismo franchista. 

Altri videro nel toro il simbolo della violenza ed anche il valore, l'orgoglio in opposizione alle grida isteriche delle donne; il cavallo la vittima del toro delle corride, che rappresenta il dolore e l'angoscia. 

Infine altri considerarono il toro l'essenza del machismo dominante e, in generale, animali ed esseri umani sacrificati in attesa della morte. La colomba fu interpretata come la pace distrutta, mentre la lampada in mano della donna un simbolo di vendetta e di giustizia; la lampadina-sole come una specie di deus-ex-machina che appare all'improvviso illuminando la scena e rivelando la malvagità e la sofferenza umane. Infine nel fiore il simbolo della vita che risorgerà per un domani migliore.

Ogni interpretazione, che abbia buon senso, può essere accettabile.

Considerando che l'opinione dell'artista è sempre molto relativa, soprattutto quando creatori come Picasso dicono e si disdicono, affermano e poi si scordano di ciò che avevano affermato e inventano soluzioni nuove, leggiamo che, secondo lui: "Il toro è un toro, il cavallo un cavallo. Animali sacrificati. Questo è tutto"; ma qualche anno più tardi, dimenticandosi di ciò che aveva detto, improvvisò: "il toro rappresenta la brutalità, il cavallo il popolo spagnolo".

L'opera fu acquistata dalla Repubblica spagnola per 150.000 franchi. Ma la guerra civile fu vinta dai franchisti e per questa ragione "Guernica" fu inviata negli Stati Uniti ed affidata al Museum of Modern Art di New York. Si trattò di un prestito, sino a che in Spagna - era questa la volontà di Picasso - non fosse tornata la democrazia.

In realtà "Guernica" fu esposta in Spagna solo nel 1981, dopo una lunga battaglia legale con gli eredi Picasso e con il Museo americano. Ospite inizialmente del Cason del Buen Ritiro, un modesto distaccamento del Prado, dal settembre del 1992 è al Centro "Reina Sofia" di Madrid in una sala blindata. 

Il posto centrale è occupato dalla figura di un cavallo. 
Ha un aspetto allucinato da animale impazzito. 
Nella bocca ha una sagoma che ricorda quella di una bomba.

Guernica è stata l’opera che emblematicamente ha rappresentato l’impegno morale di Picasso nelle scelte democratiche e civili. Essa è stata un punto di riferimento importante per molti artisti europei, soprattutto nel periodo post-bellico, quale monito a non esentarsi da un impegno diretto nella vita civile e politica.

Giancarlo Von Nacher

Storia della Spagna - Demoiselles d'Avignon


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019