Lettura del Quarto Stato

IL QUARTO STATO
Appunti per una lettura dell'opera

“Quarto Stato – che fu nella mia mente Fiumana prima, quindi Il cammino dei lavoratori – fu una delle mie primissime concezioni, fu il pensiero continuato di un decennio e non riuscii a concretarlo che dopo aver evoluto la mia arte con molto, moltissimo lavoro e con altrettanto pensiero. Ma quando pensiero e forma si fusero nella mia convinzione nulla mi trattenne: non le rampogne della famiglia, non i consigli degli amici, non le maldicenze dei meno benevoli e altre maggiori difficoltà. Fu quale l’avevo voluto. L’avanzarsi animato di un gruppo di lavoratori verso la sorgente luminosa simboleggiante nella mia mente tutta la grande famiglia dei figli del lavoro”.
(Lettera di Pellizza a Matteo Olivero del 29 ottobre 1904).

A livello socio-politico Pellizza era vicino alle idee dei pittori come Courbet, che prevedeva chiaramente una posizione politica a cui Pellizza si avvicinò anche artisticamente verso la fine della sua vita. C’è una grande somiglianza tra il “Funeraille à Ornans” del 1849 e il “Quarto Stato”: nel raffigurare i contadini, nella misura del quadro e nell’impegno politico-sociale. “Sapere -– afferma Courbet nel 1855 – per potere: questa è stata la mia idea. Essere in grado di tradurre i costumi, le idee, l’aspetto della mia epoca secondo il mio giudizio, essere non soltanto un pittore ma un uomo, in una parola fare dell’arte viva, ecco il mio scopo”.
(Enrico Maria Davoli, Quarto Stato, Edo, 1999).

Pellizza guarda con favore alla monumentalità delle figure di Piero della Francesca per le proporzioni di molti personaggi della schiera, la si individua nell’essenzialità del disegno e soprattutto nella figura femminile a sinistra.

Dal Cenacolo di Leonardo da Vinci, alle Stanze Vaticane di Raffaello, al Tributo di Masaccio, all’Incoronazione della Vergine di Botticelli; sono molti i riferimenti ai grandi artisti del Rinascimento che troviamo nell’opera del Pellizza; ne adotta con una reinterpretazione attuale i gesti e le proporzioni delle figure e dei gruppi quasi a volerne carpire la stessa forza espressiva.

Lo studio dei pittori del Rinascimento da parte del Pellizza si rivela in molteplici analogie; a lato, ad esempio, un particolare dalla Cappella Sistina di Michelangelo può essere messo a confronto con uno dei profili dipinti sul Quarto Stato.

Un analogo atteggiamento, con le figure che chiamano e indicano verso un fuori campo, è presente nei gruppi laterali della “Scuola di Atene” nella vaticana “Stanza della Segnatura”

L’uomo che porta la cesta riprende una posa già presente nella “Cacciata di Eliodoro”, nella seconda Stanza Vaticana di Raffaello.

Il paesaggio con strutture architettoniche già presenti in Ambasciatori della fame e in Fiumana, viene reinterpretato in chiave maggiormente simbolica: affidato ad una soluzione cromatica dai toni più scuri, afferma l’uscita della schiera dei lavoratori da un passato cupo in favore di un futuro luminoso, verso il quale stanno camminando.

Reminiscenze classiche, dalla statuaria antica, o dai panneggiamenti rinascimentali, li troviamo anche nell’abito della donna in primo piano.

La decisione di Pellizza di dipingere in modo divisionista è non solo una decisione artistica ma anche l’espressione di una convinzione: l’uso di questa tecnica gli si impone come strumento ineliminabile del progresso.

E’ la linea ondulata, secondo Pellizza, la nuova tendenza, la definizione della “modernità”, ed è quella che sottende la precisa costruzione del disegno delle figure.
Anche il tratto pittorico, ora a brevi linee ondulate, si sviluppa sulla tela con una funzione dinamica armonizzante, creando una sorte di moto continuo, un raccordo tra le parti.

Una analoga concezione ritmica si può leggere anche nell’alternanza dei movimenti delle mani e delle braccia nei personaggi della schiera, così come nella sequenza curvilinea delle ombre sul suolo.

“Il giallo cadmium orange col rosé fanno una combinazione magnifica. Così il giallo indiano si combina bene coi cadmium per le ombre delle carnagioni al sole”
(Studio Pellizza - Minutari 1900, f.50).

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