PAUL KLEE: UNA RICOGNIZIONE |
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4. TEMI: LA MODERNITA' Eppure, Klee ha una visione che può sembrare disperante della modernità. Non la guarda con sospetto ma non ne diventa prigioniero. La stempera nell'ironia e nel gioco. Significativo il suo commento ad un'acquaforte del 1904 Eroe con l'ala, che rappresenta la sua concezione di fondo sul problema dell'uomo: "L'eroe con l'ala, un eroe tragicomico, un antico Don Chisciotte: questa nuova idea poetica, emersa come da un acquitrino nel 1904 ha ormai una forma ben definita e ben sviluppata.
Quest'uomo nato, in contrasto con esseri divini, con un'ala sola, fa grandi sforzi per volare, e così si spezza braccia e gambe, ma tuttavia resiste sotto l'usbergo della sua idea. Il contrasto fra il suo atteggiamento solenne, monumentale e la sua rovina in atto era ciò che dovevo mettere particolarmente in rilievo come simbolo della tragicommedia". Per lui il dramma della modernità è quello dell'enorme distanza tra le potenzialità psichiche dell'umanità e le limitazioni del corpo. Come sottolinea Federica Pirani, nelle lezioni al Bauhaus, anni dopo, sosterrà che "questa capacità dell'uomo di spaziare a piacimento con lo spirito nel terreno e nel sopraterreno, in antitesi con l'impotenza fisica costituisce la più profonda tragedia umana: la tragedia della spiritualità […] L'uomo è per metà prigioniero e per metà alato…" Klee è ben lontano dal pensare la tecnologia come il mezzo per accorciare questa distanza, come tentarono di fare i futuristi, e non riteneva che il riduzionismo praticato dal Bauhaus o il produttivismo del costruttivismo russo potessero risolvere la questione. Tuttavia, a differenza dei metafisici, non ha rimpianti, né fugge nello psichismo dei surrealisti e nemmeno si rifugia nell'astrazione rigorosa di un Mondrian. Ma, il mondo del macchinismo è per lui privo di consistenza.Osserviamo la Macchina cinguettante del 1922: qui si tratta di una parodia della meccanica e di uno sberleffo alle leggi fisiche del costruttivismo e dello stesso Bahaus. Klee sembra una sinfonia degli opposti: la sua è un'estetica di "ordine e disordine, forma e informe, organico e inorganico, disegno e materia, serietà e ironia, comico e tragico". [Barilli, 2000] Anche Klee, come i futuristi, tenta una ricostruzione dell'universo, anche il suo è un universo autonomo, ma non una proiezione della nuova civiltà tecnologica. Renato Barilli parla, è vero, di meccanomorfismo di Klee, ma io parlerei più di stratificazioni geologiche e temporali, di risalita a ciò che c'è sotto e prima, in chiave fisico-fantastica. |