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ANTOLOGIA DI SCRITTI

Kandinsky e Kokoschka dipingono quadri per i quali l'oggetto esteriore,
materiale, è poco più di uno spunto, di un pretesto per fantasticare in colori e
forme e per esprimersi come finora soltanto i musicisti si esprimevano.
A Schönberg
L'arte - disse Kandinsky - rimane muta solo per quelli che non vogliono
ascoltare la forma. Sì! Ma non l'arte astratta soltanto, ogni arte, anche la più
realista.
P. A. Riedl
La pittura di Kandisky è come un lungo cammino, prima verso la liberazione
dalle convenzioni visive del realismo accademico, del gusto biedermeier, del
liberty, dell'espressionismo vangoghiano, della riesumazione della stampa
popolare, poi verso uno stile aperto, per più di trent'anni 1910-1944, alle
avventure più straordinarie dell'arte contemporanea: dall'espressionismo
astratto, alla geometria dinamica, alla fantasia surreale.
Gli elementi che hanno permesso a Kandinsky di superare lo iatus culturale tra
la pittura dell'800 russo e quella dell'Europa occidentale, in particolare
quella di Parigi, e di proseguire poi verso la fondazione di un linguaggio
pittorico totalmente nuovo, sono soprattutto due: il concepire l'arte come
un'esplorazione continua dell'ignoto, totalmente disponibile per ogni genere di
esperimento; l'avvertire nell'arte e nella mitografia primitive e popolari le
fonti essenziali a stimolare il rinnovamento della base del linguaggio plastico.
La vastità del suo influsso, diretto e indiretto, sull'arte del dopoguerra è
incommensurabile: proprio la grande capacità di assimilare rese la sua versatile
pittura aperta alle letture più diverse.
M. Volpi Orlandini
I titoli dei quadri di Kandisnky si ispirano alla musica: Impressione,
Improvvisazione e Composizione, mentre le poesie in prosa sono intitolate Suoni
e le piéces teatrali Il suono giallo, Il suono verde.
Schönberg, dal canto suo, intitolò Colori uno dei Cinque pezzi per orchestra op.
16 del 1909 che anticipano le composizioni fondate sulla Klangfarbenmelodie
(melodia di timbri), frequenti oggi nella musica postseriale.
Gli studiosi della musica schönberghiana conoscono i suoi sforzi per inserire
nella musica l'elemento spaziale proprio della pittura.
Ciò concorda col desiderio di Kandinsky di far agire nei suoi quadri l'elemento
temporale, confondendo di proposito fin dai suoi primi quadri il "contenuto",
ossia il residuo di una "storia" ancora concreta, e costringendo l'osservatore a
decifrarla pezzo dopo pezzo, a partire dalle parti più definite, attraverso un
percorso temporale.
Successivamente, nei quadri astratti, egli raggiunge lo stesso effetto
attraverso una determinata disposizione degli elementi cromatici: così lo
sguardo viene attirato dapprima dai colori caldi "che vengono incontro", e poi
si sposta verso i freddi e meno appariscenti elementi cromatici.
Kandinsky non volle mai "dipingere la musica". Nella sua ricerca di un comune
denominatore per tutte le arti, egli attribuiva alla musica, in quanto unica
arte veramente "astratta" (solo la musica a programma imita), un valore
particolarmente esemplare.
Così come in musica i suoni costituiscono l'unico materiale, anche in pittura
forme e colori potrebbero essere adoperati per il loro valore intrinseco,
indipendentemente da ogni imitazione della natura e parlare così per se stessi.
J. Hahl-Koch
Nello sviluppo della pittura di Kandinsky è stato decisivo il cosiddetto
periodo di Murnau, in cui egli s'è avvicinato agli Espressionisti della Brücke,
e specialmente a Nolde e Schmidt-Rottluff. E' in questo ambito che si opera la
trasformazione dell'immagine figurativa in astratta.
La violenza del colore rompe gli equilibri e le simmetrie dell'immagine
naturalistica, distrugge la fondamentale proporzionalità della rappresentazione.
La specificità dell'arte è di essere qualitativa, la sua funzione è di
assicurare la sopravvivenza della qualità nel mondo della quantità. Il suo
costituzionale squilibrio o disordine diventa, nel quadro generale della cultura
dell'epoca, un fattore di equilibrio; perciò quello squilibrio e disordine non
sono perdita di coscienza, ma coscienza diversa e, per certi aspetti più lucida.
Ciò che nella rappresentazione pittorica è ordine, proporzione, simmetria, nella
rappresentazione musicale era armonia, contrappunto, tonalità. Lo schema
dell'ordine rappresentativo era dedotto dall'ordine provvidenziale della natura:
in pittura, p.es., la riconoscibilità delle cose è l'effetto di una moderazione
delle emozioni, di una conoscenza "per comparazione".
I quadri del tempo di Murnau sono il parallelo dell'atonalismo di Schönberg: le
note che escono dal bilanciato equilibrio tonale cessano di essere quantità e
diventano puri timbri, pure qualità.
G. C. Argan
Il libro Sullo spirituale nell'arte caratterizza Kandinsky come uno dei
pittori più intellettuali e dei più avanzati teorici del suo tempo. Senza dubbio
la sua arte, come la pittura di Matisse, Picasso e Boccioni, nasceva da quella
nuova concezione sostanzialmente filosofica della materia... proprio in quegli
anni si apriva vittoriosamente la strada della fisica. Ma nel campo
dell'estetica Kandinsky fu probabilmente il solo a comprendere fino in fondo
questo nesso e a tentare di formularlo.
In Cézanne egli identificava il profeta e in Matisse e Picasso le grandezze
determinanti della pittura contemporanea.
Kandisky nelle sue considerazioni teoriche oltrepassò la sua stessa pratica,
indagando la forma e il colore allo stato puro, mentre nei suoi lavori l'una e
l'altra continuavano ancora ad essere condizionati dalla figuratività.
B. Zernov |