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IMPRESSIONI PERSONALI
I - II -
III - IV -
V - VI -
VII - VIII - IX
- E
impressionante la perfetta simbiosi che Michelangelo è riuscito ad instaurare tra queste
due essenze per natura contrapposte: spirito e materia. E stato proprio questo a
spingermi ad approfondire le mie conoscenze su queste particolari figure di Michelangelo.
- Ciò che m'interessava
era il desiderio dellartista di spingersi oltre la banale rappresentazione di ciò
che già in natura è noto, per tentare di rendere visibile con la pietra ciò che è solo
un concetto, unidea o una sensazione, che è poi la ricerca di andare oltre la
rappresentazione del reale visibile per rappresentare il reale sensibile.
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- La bellezza di queste
immagini sta nel loro realismo esasperato. I colpi di scalpello, ancora ben visibili,
contribuiscono a creare questo realismo che avvolge le figure. Mentre guardando il David
(poco distante) si ha limpressione di una figura irreale, quasi fotografata, poco
coinvolgente, proprio perché perfetta e senza alcun alone di mistero, guardando i Prigioni invece si è più coinvolti emotivamente.
- Di
regola l'esigenza dello spettatore è quella di cercare linterpretazione più logica
possibile di ciò che vede. Qui invece ci si sente quasi catturati allinterno della
pietra, come se si stesse partecipando attivamente alla lotta disumana degli schiavi.
- Queste
figure credo che siano uno specchio abbastanza fedele dellanimo di Michelangelo: un
animo non ostile ma ostinato, e in un certo senso ribelle. Non aveva certo un buon
carattere ma sicuramente aveva una grande personalità e un grandissimo talento, e questo
gli permetteva di osare più degli altri e di proporre dei concetti molto innovativi
rispetto alla cultura artistica del suo tempo.
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- Una
delle tante interpretazioni date di questi personaggi, forse meno nota delle altre, è
quella che vede in queste figure il tentativo di liberarsi della "vita". Ciò in
quanto loriginaria destinazione delle statue era quella di un monumento funerario:
si tratterebbe quindi di una sorta di "resurrezione laicizzata".
Mauro Scozzi |