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L'ATMOSFERA SCENICA FUTURISTA
Scenosintesi -
Scenoplastica - Scenodinamica - Spazioscenico polidimensionale - L'attore-spazio
- Il teatro poliespressivo
1924
E. PRAMPOLINI
L'arte scenica contemporanea
si sviluppa in piena atmosfera futurista. L'arcoscenico del teatro tradizionale
è definitivamente crollato al grido di rivolta lanciato da noi futuristi nel
1915. Quell'anno, contemporaneamente al manifesto di Marinetti e di Settimelli
sul teatro sintetico futurista, gettai per primo le basi della nuova tecnica
scenica futurista, nel mio manifesto su la scenografia e coreografia futurista
(pubblicato dalla Balza Futurista, marzo 1915, e successivamente da oltre
quindici periodici italiani e stranieri). Nel riassumere e coordinare i principi
profetici ed essenziali di questo mio sistema scenico, ricorderò ai tardigradi
mestatori del teatro italiano (capicomici ed impresari) che ogni apparente lato
teorico ha trovato oggi, nella luce della esperienza tecnica, la sua concreta
realizzazione: nel 1919 al Teatro delle marionette di Roma, nel 1920 al Teatro
Argentina di Roma, nel 1921 al Teatro Svandovo di Praga, nel 1922 al Teatro
Nazionale di Praga, nel 1923 al Teatro degli Indipendenti di Roma.
L'arte della scena mentre nel passato si era limitata a suggerire, anziché a
rappresentare, come nel teatro greco e in quello medioevale, dopo l'apparizione
di Wagner ha compiuto una rapida evoluzione, benché empirica, partecipando come
elemento integrante l'azione scenica.
I suggerimenti scenografici, dati dalla finzione prospettica per opera dei
nostri scenografi del '700 nell'arcoscenico dei teatri di quei tempi, si sono
trasformati oggi in rappresentazioni plastiche di magiche e irreali costruzioni
sceniche.
La scenografia, cioè la scena tradizionale imperante, intesa come descrizione
della realtà apparente, come finzione verista del mondo visivo, è da
condannarsi definitivamente, perché è un compromesso statico in antitesi al
dinamismo scenico, essenza dell'azione teatrale.
Gli esperimenti scenici compiuti in questi ultimi tempi nei teatri europei
sfociavano nell'empirismo, nel causale, nell'effimero, poiché tali esperienze
sceniche erano il prodotto di aspirazioni singole, di individualità che
pretendevano dare vita alla propria visione scenica senza contemplare,
considerare o riassumere i problemi estetici e spirituali, che investono la
tecnica del teatro e la contingenza della vita dello spirito.
Il valore della riforma scenica futurista consiste appunto nell'aver inquadrato
la propria concezione scenica nel tempo e nello spazio, considerando le misure
del tempo e le dimensioni dello spazio in giuoco nell'arcoscenico, contemplando
l'evoluzione scenico-teatrale in relazione alle nuove correnti estetiche,
spirituali e di pensiero, create dal futurismo italiano e dalle conseguenti
tendenze artistiche.
Come la plastica d'avanguardia volge le propria ispirazione verso le forme
create dall'industria moderna, la lirica verso la telegrafia, così la tecnica
teatrale s'orienta verso il dinamismo plastico della vita contemporanea,
l'azione.
I principi fondamentali che animano l'atmosfera scenica futurista, sono
l'essenza stessa dello spiritualismo, dell'estetica e dell'arte futurista,
cioè: il dinamismo, la simultaneità e l'unità d'azione tra uomo e ambiente.
La tecnica del teatro tradizionale, al contrario, trascurando e lasciando
insoluti questi principi essenziali per la vitalità dell'azione teatrale ha
creato questo dualismo tra uomo (elemento dinamico) e ambiente (elemento
statico), tra sintesi e analisi.
Noi futuristi abbiamo raggiunto e proclamato questa unità scenica,
compenetrando l'elemento uomo con l'elemento ambiente, in una sintesi scenica
vivente dell'azione teatrale.
Il teatro e l'arte futurista sono, quindi, la proiezione conseguente del mondo
dello spirito, ritmato dal movimento dello spazio scenico.
La sfera d'azione della tecnica scenica-futurista vuole:
1.Riassumere l'essenziale attraverso la purezza della sintesi.
2.Rendere l'evidenza dimensionale, mediante la potenza plastica.
3.Esprimere l'azione delle forze in giuoco con la dinamica.
Sintesi - Plastica - Dinamica
Triangolo magico che individua e riassume ad un tempo le tre differenti
fisionomie dell'evoluzione tecnica della scena futurista.
Dalla scenografia, empirica descrizione pittorica degli elementi veristi, alla
scenosintesi, riassunto architettonico di superficie cormatiche.
Dalla scenoplastica, costruzione volumetrica degli elementi plastici
dell'ambiente scenico, alla scenodinamica, architettura spaziale-cromatica degli
elementi dinamici dell'atmosfera scenica luminosa.
Quadro schematico
Scenosintesi:ambiente scenico bidimensionale
- predominio dell'elemento cromatico - intervento dell'architettura come
elemento geometrico di sintesi lineare - azione scenica a due piani - astrazione
cromatica - superficie. Scenoplastica: ambiente scenico tridimensionale -
predominio plastico - intervento dell'architettura, non come finzione
prospettico-pittorica, ma come realtà plastica vivente, come organismo
costruttivo - abolizione del palcoscenico - azione scenica a tre piani -
astrazione plastica - volume.
Scenodinamica: ambiente scenico quadrimensionale - predominio dell'elemento
architettonico spaziale - intervento del movimento ritmato, quale elemento
dinamico essenziale alla unità e allo sviluppo simultaneo tra ambiente e azione
teatrale - abolizione della scena dipinta - architettura luminosa di spazi
cromatici - azione scenica, polidimensionale e poliespressiva - astrazione
dinamica - spazio.
Lo spazio scenico polidimensionale
Di questo quadro schematico delle possibilità sceniche futuriste spalancate
dinnanzi all'orizzonte dell'arte teatrale contemporanea, risulta come le nostre
ricerche vadano oltre la tecnica della scena e dell'interpretazione, verso una
visione più complessa e panoramica dei problemi che riguardano l'avvenire del
teatro.
Mentre alcuni audaci maestri e regisseurs del teatro russo e tedesco attuale, si
attardano ancora per trovare il sistema di inquadrare la scena nell'arcoscenico,
di perfezionare il meccanismo tecnico del palcoscenico, semplice o multiplo, noi
futuristi riteniamo ormai già superati questi isterismi da macchinista teatrale
del '700, poiché abbiamo sostituito all'arcoscenico tradizionale, lo
spazio-scenico polidimensionale futurista.
Il palcoscenico e l'arcoscenico del teatro contemporaneo non rispondono più
alle esigenze tecniche ed estetiche della nuova sensibilità teatrale. La
superficie piana orizzontale del palcoscenico, come la dimensione cubica
dell'arcoscenico, incatenano e limitano gli ulteriori sviluppi dell'azione
teatrale, schiava del quadro scenico e dell'angolo visuale prospettico fisso.
Con l'abolizione del palcoscenico e dell'arcoscenico le possibilità tecniche
dell'azione teatrale trovano una più ampia rispondenza, sconfinando dai termini
tridimensionali della tradizione. Spezzando la superficie orizzontale, per
l'intervento di nuovi elementi verticali, obliqui o polidimensionali, forzando
la resistenza cubica dell'arcoscenico, con l'espansione sferica di piani
plastici ritmati nello spazio, si giunge alla creazione dello spazioscenico
polidimensionale futurista.
Architettura elettro-dinamica polidimensionale di elementi plastici luminosi in
movimento nel centro del cavo teatrale. Questa nuova costruzione teatrale per la
sua ubicazione permette di fare sconfinare l'angolo visuale prospettico oltre la
linea d'orizzonte, spostando questo al vertice e viceversa in simultanea
compenetrazione, verso una irradiazione centrifuga di infiniti angoli visuali ed
emotivi dell'azione scenica.
Lo spazio scenico polidimensionale, nuova creazione futurista per il teatro
dell'avvenire, dischiude nuovi mondi alla tecnica ed alla magia teatrale.
L'attore-spazio
Nel teatro tradizionale e antitradizionale contemporaneo, si è sempre
considerato l'attore quale elemento unico, indispensabile e dominante l'azione
teatrale. I più recenti teorici e maestri del teatro contemporaneo, come Craig,
Appia e Tairoff, hanno disciplinato la funzione dell'attore e diminuita la sua
importanza. Craig lo definisce una macchia di colore; Appia, stabilisce una
gerarchia tra autore, attore e spazio; Tairoff lo considera come un oggetto,
cioè come uno dei tanti elementi di scena.
Io considero l'attore come un elemento inutile all'azione teatrale, e pertanto
pericoloso all'avvenire del teatro.
L'attore è l'elemento d'interpretazione che presenta le maggiori incognite e le
minori garanzie.
Mentre la concezione scenica di una produzione teatrale rappresenta un assoluto
nella trasposizione scenica, l'attore rappresenta sempre il lato relativo.
Infatti, l'incognita dell'attore è quella che deforma e determina il
significato della produzione teatrale, compromettendo l'efficienza del
risultato. Ritengo quindi che l'intervento dell'attore nel teatro quale elemento
di interpretazione, sia uno dei compromessi più assurdi per l'arte del teatro.
Il teatro, inteso nella sua più pura espressione, è infatti un centro di
rivelazione del mistero, tragico, drammatico, comico, al di là dell'apparenza
umana.
Ne abbiamo abbastanza di vedere tutt'ora questo pezzo di umanità grottesca
agitarsi sotto la volta del palcoscenico in attesa di commuovere se stessa.
L'apparizione dell'elemento umano su la scena rompe il mistero dell'al di là
che deve regnare nel teatro, tempio di astrazione spirituale.
Lo spazio è l'aureola metafisica dell'ambiente. L'ambiente la proiezione
spirituale delle azioni umane.
Chi dunque più dello spazio, ritmato nell'ambiente scenico può esaltare e
proiettare il contenuto dell'azione teatrale?
La personificazione dello spazio, nella funzione di attore quale elemento
dinamico interferenziale d'espressione tra l'ambiente scenico e il pubblico
spettatore, costituisce una delle più importanti conquiste per la evoluzione
dell'arte e della tecnica teatrale poiché viene definitivamente risolto il
problema dell'unità scenica.
Considerando lo spazio come una individualità scenica dominante l'azione
teatrale e gli elementi che in esso si agitano come accessori, è evidente che
questa unità scenica sia raggiunta dal sincronismo fra la dinamica
dell'ambiente scenico e la dinamica dell'attore-spazio in giuoco nella vicenda
ritmica dell'atmosfera scenica.
Il teatro poliespressivo e l'atmosfera scenica futurista.
Metamorfosi totale della tecnica scenica verso la scoperta di nuovi orizzonti
poliespressivi dell'interpretazione teatrale.
Dalla pittura, scenosintesi, alla plastica, scenoplastica; da questa
all'architettura dei piani plastici in movimento, scenodinamica. Dal
palcoscenico tradizionale a tre dimensioni, alla creazione dello spazioscenico
polidimensionale; dall'attore umano, alla nuova individualità scenica dell'attor-spazio;
da questo al teatro poliespressivo futurista, che già vedo profilarsi
architettonicamente nel centro di una valle di terrazze spiraliche, collina
dinamica sulla quale s'innalza arditamente la costruzione polidimensionale dello
spazio scenico, centro di irradiazione dell'atmosfera scenica futurista. Il
teatro dovrà abbandonare quel carattere di eccezione sperimentale, di
estemporaneità episodica per la vita del singolo, per assumere la funzione di
un organismo trascendente di educazione spirituale nella vita collettiva. Da
palestra per la ginnastica visiva il teatro deve divenire anche palestra per la
ginnastica del pensiero.
Il teatro poliespressivo futurista sarà una centrale ultrapotente di forze
astratte in giuoco. Ogni spettacolo sarà un rito meccanico dell'eterna
trascendenza della materia, una rivelazione magica di un mistero spirituale e
scientifico.
Una sintesi panoramica dell'azione, intesa come rito mistico del dinamismo
spirituale.
Un centro di astrazione spirituale per la nuova religione dell'avvenire.
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