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1919 23 marzo
Marinetti prende parte all'adunata di Piazza San Sepolcro. La sua
idea è quella di una rivoluzione contro la Monarchia, il Papato,
il Parlamento.
1919 Marinetti è presente per le elezioni nella lista politica
fascista.
1920 Nell'opera Al di là del Comunismo Marinetti afferma
che gli artisti devono avere il potere ed esprime idee contrarie
all'autoritarismo.
1920
I futuristi escono dal movimento fascista.
1921
Marinetti pubblica su "Il Resto del Carlino" Inegualismo e
Artecrazia.
1921
Gramsci pubblica su "Ordine Nuovo" un articolo intitolato: Marinetti
rivoluzionario?
1920-22
I futuristi sembrano rinunciare al loro progetto globale che
includeva anche l'azione politica.
1922
Un gruppo di futuristi si distacca dal movimento dando vita
all'esperienza del giornale "Il Principe", titolo con chiaro
riferimento al pensiero del Machiavelli, che propone una figura al
momento facilmente avvicinabile a quella di Mussolini.
Dopo la Marcia su Roma e l'adesione dei fascisti alla monarchia, i
futuristi dissidenti si riavvicinano a Marinetti.
1923
Marinetti rivolge richieste al Governo affermando i diritti dei
futuristi italiani.
Egli da un lato tende ad evidenziare il carattere artistico del
movimento futurista e la differenza con l'ideologia fascista, da
un altro mostra preoccupazione per l'emarginazione dei futuristi.
1924
I futuristi sono esclusi dalla Biennale di Venezia, mentre altre
correnti artistiche tentano di
accreditarsi come arte di Stato.
1924
Le onoranze a Marinetti rappresentano una prima iniziativa dei
futuristi per proporre
anch'essi la loro arte come arte di Stato.
1924
I futuristi danno vita al loro primo Congresso col fine di
verificare le presenze futuriste,
di imporsi all'attenzione come movimento non politico ma
artistico, di richiamare il Fascismo all'antisocialismo,
all'anticlericalismo e allo spirito antimonarchico.
Per i fascisti i futuristi continuano a rappresentare personaggi
inquieti e quindi non del tutto affidabili.
Del resto il Fascismo non sviluppa una propria cultura, ma accetta
via via diversi stili artistici e una parte dei suoi aderenti
mostra un'irriducibile avversione verso la modernità. Marinetti,
pur dimostrando scarsa simpatia verso alcuni gerarchi fascisti,
per la sua amicizia con Mussolini e, presumibilmente, per fornire
supporti al movimento futurista, accetta dal Regime diverse
cariche.
1928
Marinetti è nominato Segretario del Sindacato Autori e Scrittori.
1929
E' nominato Accademico d'Italia.
Durante il Regime i futuristi assecondano soprattutto con opere di
propaganda
le imprese e le iniziative del Fascismo. Marinetti, che pure in
diverse circostanze dissentirà dalle scelte di Mussolini (come in
occasione del patto con la Germania e delle leggi razziali)
continuerà però ad appoggiarlo e lo appoggerà anche durante la
guerra e dopo la caduta
del Regime, aderendo alla repubblica di Salò (1943).
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