ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


LA LIBERTA' GUIDA IL POPOLO DI EUGENE DELACROIX

Eugène Delacroix

La libertà guida il popolo

Titolo originale:
La Liberté guidant le peuple

cm. 260 x cm. 325

olio su tela, dipinto nel 1831

Museo del Louvre, Parigi

Dopo la caduta definitiva di Napoleone I salì sul trono di Francia il fratello del ghigliottinato Luigi XVI col nome di Luigi XVIII. Alla sua morte fu coronato re suo fratello, Carlo X. Intransigente, autoritario, antiliberale e reazionario, soppresse la libertà di stampa e dissolse la Camera dei Deputati. Queste misure furono le ultime d'una serie di arbitrarietà che causarono lo sdegno popolare e la violenta reazione dei parigini che corsero alle barricate il 27 giugno del 1830.

Il generale Lafayette dette ordine di formare la Guardia Nazionale e d'issare il tricolore, proibito dai re Borboni, e la lotta si estese in tutta Parigi.

Il Re fuggì e una commissione di cittadini offrì la corona a Luigi Filippo della casa d'Orléans, conosciuto per le sue idee liberali e democratiche, figlio di Filippo Égalité, parente di Carlo X, anche lui morto sulla ghigliottina.

Delacroix scrisse a suo fratello, generale dell'esercito: "Sto dipingendo una barricata, …e se non ho combattuto per la Patria, per lo meno dipingerò in suo onore".

In questo quadro dipinse operai, borghesi e soldati, ognuno brandendo l'arma che poté trovare, scavalcando una barricata, guidati e incitati da una donna col seno scoperto, che sventola la bandiera tricolore e che simbolizza la Libertà.

In primo piano giacciono mischiati cadaveri di soldati borbonici e di rivoluzionari. Sullo sfondo, a destra, si distinguono le torri di Notre Dame e plotoni di soldati in marcia.

Il borghese in cilindro, col fucile in mano, è lo stesso Delacroix, che, pur non combattendo, s'era arruolato nella Guardia Nazionale.

La critica ha notato nel quadro un'influenza di Goya, in particolare nei rivoluzionari in secondo piano e, soprattutto, di Géricault nell'atmosfera drammatica che invade la scena, nella composizione e nei cadaveri del primo piano.

C'è sicuramente qualcosa di retorico nel simbolismo, ma che, in ogni modo, convince per la sua autenticità, dato che questo episodio della sua Patria è sentito profondamente dal pittore.

La composizione segue ancora le regole tradizionali, il disegno e i colori creano un'atmosfera che effonde il drammatismo dell'insieme. La luce irrompe nella scena da sinistra e produce diversi effetti dorati ed argentati, in tocchi vibranti e in violento contrasto con le altre zone oscure.

In generale il quadro fu ben accettato, il Re Cittadino, Luigi Filippo d'Orléans lo acquistò pagando 3.000 franchi. Non fu esposto pubblicamente per ragioni politiche, dopo vari mesi passò al Museo Reale del Lussemburgo, nel 1855 fu esibito presso l'Esposizione Universale, e finalmente trovò una collocazione definitiva nel Museo del Louvre.

Giancarlo Von Nacher


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019