|
PAUL CÉZANNE 1839-1906
Di famiglia d'origine piemontese, Paul Cézanne nasce nel 1839 ad
Aix-en-Provence.
Nel 1858 si iscrive a Giurisprudenza, ma è più interessato all'arte. Nel 1861 si
trasferisce a Parigi, dove frequenta l'Académie Suisse. Cerca, senza successo,
di iscriversi all'École des Beaux-Arts.
Alterna il suo tempo tra Aix e Parigi, dove frequenta numerosi artisti, tra cui
Pissarro, Renoir, Monet, Sisley e Bazille. Pur non entrando a far parte del
gruppo, espone ad alcune mostre degli impressionisti, tra cui la prima del 1874,
da Nadar.
La sua partecipazione alla terza, quella del 1877, segna l'inizio del suo
isolamento artistico. Nel 1878 si ritira a dipingere in Provenza. I rari
contatti con l'ambiente artistico parigino si riducono all'invio delle sue opere
al Salon, che però vengono sistematicamente respinte.
Sempre meno legato a Manet e agli impressionisti, comincia a maturare un nuovo
stile pittorico attento alla struttura dello spazio e ai volumi degli oggetti.
Negli anni '80 dipinge le prime opere delle serie dedicate all'Estaque, alla
Montagne Sainte-Victoire e ai Bagnanti.
Incompreso e amareggiato per la pubblicazione de
L'Oeuvre di Zola, nel 1886 rompe l'amicizia con quest'ultimo, che era stato
tra i suoi primi sostenitori. Realizza nature morte, ritratti e paesaggi di
Provenza.
Nel 1895 la mostra allestita da Vollard riscuote un gran successo, soprattutto
tra gli artisti d'avanguardia.
Sul finire del secolo è ormai famoso. Espone al Salon des Indépendants e
all'estero. Nel 1904 il Salon d'Automne gli dedica un'intera sala.
Muore ad Aix nel 1906. La grande retrospettiva, allestita a Parigi nel 1907,
rivela al pubblico la sua grande statura e spalanca la strada a gran parte della
ricerca artistica del '900.
INFLUENZE RICEVUTE
Ammiratore di Poussin, Delacroix e
Manet, riceve provvisoriamente nelle sue prime opere, le loro varie
influenze.
Si riscontrano, in relazione agli effetti cromatici, anche delle influenze da
parte dei pittori veneziani del Rinascimento: da El Greco per le sue forme
allungate, al Caravaggio per il contrasto di luce-ombra, fino al Millet, il
Daumier e in particolare il Courbet, per il suo realismo dalla pennellata di
forti paste alternata con le mezze paste.
Con i veneziani (Giorgione, Tiziano, Tintoretto e particolarmente il
Veronese) ha anche un altro debito: la luminosità cromatica, e col Giorgione il
fatto di dipingere direttamente col colore, senza disegno previo.
La rottura tra il primo periodo romantico e il suo stile già ben definito è
marcata dall'influenza (a volte reciproca) di Pissarro, il quale gli consiglia
di dipingere all'aperto, d'abbandonare i colori scuri e terrosi e di risaltare
gli effetti luminosi.
|

Ritratto del padre dell'artista
c. 1866, National Gallery of Art, Washington, D.C. |

Autoritratto (part.)
c. 1875 Private collection; Venturi n. 286 |
POETICA
Cézanne è convinto che la pittura non deve imitare
la natura, e nemmeno interpretarla in accordo con le sue proprie apparenze
sensibili o cercandone un'interpretazione metafisica, ma deve essere una
creazione autentica dell'artista, con le sue proprie leggi, i suoi propri
valori pittorici indipendenti dalla natura stessa, o come egli dice:
"...bisogna creare un'armonia parallela a quella della natura".
Conseguentemente l'intuizione è fondamentale in arte, libera da ogni idea o
regola prestabilite.
TEMATICA
Preferisce i paesaggi, le nature morte, i nudi, i ritratti e gli
autoritratti.
|
ELEMENTI FORMALI
Mentre gli impressionisti cercavano di fissare
l'impressione fugace, Cézanne cerca la stabilità permanente degli oggetti; i
primi captavano la luce nella sua forza dissolvente dei colori e
smaterializzavano le forme, questi invece scompone la luce nei suoi colori, i quali
proporzionano solidità alle forme, scandiscono i piani scaglionati in
profondità, assegnando ai colori freddi la funzione delle ombre e ai caldi
quella delle zone illuminate.
Egli vuol mettere ordine alle nostre sensazioni
confuse, grazie alle quali captiamo quello che ci circonda, utilizzando la
ragione, la meditazione e lo studio attento e sistematico. Trova e fissa così un
centro, attorno al quale colloca ed organizza gli altri elementi armonizzandoli
reciprocamente ed arrivando ad un'unità dove prima non c'era altro che
molteplicità e confusione.
Costruisce così "la sua natura" per mezzo di forme,
collocate come "mattoni" sovrapposti, con pennellate grosse e spesse o leggere e
lisce, opache o trasparenti, in ampie gamme di toni contrastanti. Ed ogni
colore, a sua volta, si apre in ampi ventagli di sfumature delicate. Per
esempio, sono indimenticabili, nelle sue opere, le terre che si sfumano verso i
rossi e in opposizione ai verdi.
Le sue delicate modulazioni cromatiche
ricordano quelle di Antonello da Messina e dei veneziani del cinquecento. La sua
concezione geometrico-razionale della creazione artistica lo convince che
"bisogna trattare la natura per mezzo del cilindro, la sfera ed il cono, il
tutto collocato in prospettiva".
|

Mele, Pesche, Pere e Uva (part.)
c. 1879-80 The Hermitage, St. Petersburg; No. 3KP 1580. Formerly collection
Bernhard Koehler, Berlin |

Bagnanti
c. 1890-91 The Hermitage, St. Petersburg
No. 3KP 536. Formerly collection Otto Krebs, Holzdorf |
IMPORTANZA ED INFLUENZE ESERCITATE
La sua idea che l'opera d'arte è un
prodotto dell'occhio e della mente, l'obbliga a riallacciarsi alla concezione
costruttiva classica; in effetti con lui la visione romantica è superata.
La
solidità delle sue creazioni, il senso dell'oggetto durevole e la grandezza
statica saranno i punti di partenza della reazione razionale del Cubismo per
primo, e poi delle varie correnti neoplasticiste, costruttiviste e
cubo-futuriste che ne furono influenzate.
Il suo concetto di creare un'arte
parallela alla natura portò i pittori delle nuove generazioni a creare un arte
sempre più scevra da tutto ciò che non era essenziale e indispensabile,
cercando la sua purezza assoluta e trasformandolo in veicolo delle molteplici
espressioni d'individualità immaginativa e creativa dell'artista.
In conclusione
le sue ultime opere (come le sue varie interpretazioni della montagna di
Sainte-Victoire), e le ultime opere di Monet, come le ninfee, si tengono sull'orlo
dell'astrazione, sebbene in maniera diversa; se avessero "osato" un po' di più
la somiglianza col mondo dei fenomeni naturali sarebbe completamente sparita.
|
Le INFLUENZE ESERCITATE furono notevoli sui nabis, sui fauvisti (Vlaminck e
Derain), su van Gogh e Gauguin, in maniera determinante su Picasso e Léger, su
Braque e Diego Rivera (nelle loro epoche cubiste) e qualcuna ne ricevette anche
Modigliani. Col passare del tempo Cézanne si rivelò come uno dei pittori più
importanti della storia, malgrado il critico Rochefort avesse detto, a fine secolo XIX: "Se il Louvre accetta i quadri di Cézanne
non resta che bruciarlo".
LA MONTAGNA DI SANTA VITTORIA (SAINTE-VICTOIRE)
Misure: cm. 71.5 x cm. 91.6
Olio su tela, dipinto nel 1904
Filadelfia, Museo d'Arte della Pennsylvania.
|
    |
DESCRIZIONE: vicino ad Aix-in-Provence, e visto dallo studio di Cézanne,
appare all'orizzonte "le Mont Saint-Victoire" (la montagna di Santa Vittoria).
Il pittore lasciò una serie di quadri, che vanno dalla rappresentazione quasi
naturale ad altre che sfiorano l'astrazione, utilizzando una gamma cromatica
azzurrognola che quasi s'incastra e si confonde con il cielo. Di fronte ad essa
appare tutta una serie di piani scaglionati che rappresentano la pianura, con le
sue case sparse e la vegetazione che li avvolge.
ANALISI FORMALE E GIUDIZIO CRITICO: dipingendo minuziosamente e lentamente, Cézanne costruisce la sua visione armonica,
"parallela alla natura", con una
struttura geometrica solida, architettonica, in una sintesi di elementi statici.
Le sue pennellate diagonali e i contrasti cromatici proporzionano un'atmosfera
piena di vita, mentre le sfumature dello stesso colore creano le distanze, le
forme e la stessa armoniosa unità. Considerando che l'ultimo quadro della
montagna è del 1906, e che precede solamente di un anno "Le Signorine
d'Avignone" di Picasso, è evidente l'enorme importanza che ebbe Cézanne sulle
correnti pittorico-razionali del secolo XX.
Giancarlo Nacher Malvaioli
Testi
- Fry Roger,
Cezanne, 2009, Ananke
- Cézanne,
2005, Rizzoli
- Becks-Malorny Ulrike,
Cézanne, 2002, Taschen
- Cézanne,
2007, Mondadori Electa
- Nonhoff Nicola,
Cézanne. La vita e le opere, 2005, Ullmann
- Vollard Ambroise,
Vita di Cézanne, 2002, Mimesis
- Carvalho de Magalhães Roberto,
Cézanne, 2004, McRae Books
- Giordano Serena,
Cézanne Paul. L'occhio che ascolta, 2002, Lapis
- Serafini Giuliano,
Cézanne, 1999, Giunti Editore
- Vescovo Marisa,
Cézanne, 1993, Giunti Editore
- Ceola Ada,
Io e
Cézanne, 2002, Mazzotta
-
Paul Cézanne. Il padre dei moderni, 2002, Mazzotta
-
Cézanne a Firenze, 2007, Mondadori Electa
- Rilke Rainer M.,
Verso l'estremo. Lettere su Cézanne e l'arte come destino, 2007,
Pendragon
- Rilke Rainer M.,
Lettere su Cézanne, 2001, Passigli
- Da
Cézanne all'arte astratta. Omaggio a Lionello Venturi. Catalogo della mostra
(Verona-Roma, 1992), 1992, Mazzotta
- Doran Michael,
Cézanne. Documenti e interpretazioni, 2006, Donzelli
-
Cézanne. Vita d'artista, 2006, Giunti Editore
- Giusti Francesco,
A un passo da Cézanne, 2004, Tracce
- Agosti Stefano,
Il testo visivo. Forme e invenzioni della realtà da Cézanne a Morandi a Klee,
2006, Marinotti
- Franchini Mario,
Vagabondaggi provenzali. Vol. 1: Dalla Sainte-Victoire alle Alpi passando
per il Luberon ovvero da Paul Cézanne a Jean Giono, 2005, Edizioni
dell'Orso
- Barilli Renato,
L'arte contemporanea. Da Cézanne alle ultime tendenze, 2005, Feltrinelli
- Macchia Annalisa,
La luna di Cézanne, 2008, Kairòs
-
Cézanne, Renoir. 30 capolavori dal Musée de l'Orangerie. I classici
dell'Impressionismo dalla collezione Paul Guillaume, 2005, Skira
- Shenkar Nadine,
Cézanne e Gurwic, 2003, Spirali
- Sollers Philippe,
Il paradiso di Cézanne, 2005, Abscondita
- Pieri Romano,
Cézanne, genio cesenate, 2005, Il Ponte Vecchio
- Pieri Romano,
Pascoli e Cézanne, 2006, Il Ponte Vecchio
- Mayle Peter,
Chi ha rubato Cézanne, 2004, Garzanti Libri
- Fédier François,
L'arte. Aristotele, Cézanne, Matisse. Il pensiero in pittura, 2001,
Marinotti
- Vozza Marco,
Le forme del visibile. Filosofia e pittura da Cézanne a Bacon, 1999,
Pendragon
|