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Arrivano i Romani

Verso il 250 a.C . ( avanti Cristo, prima della nascita di Cristo ) giunsero i Romani,che conquistarono tutto il territorio

dove oggi sorge la nostra città.

Erano un popolo di agricoltori : eliminarono perciò la foresta Litana per ricavare terreni coltivabili da distribuire ai soldati ( coloni ).

Per essere sicuri che ogni famiglia ricevesse lo stesso terreno, venivano misurate zone quadrate , abitate da 100 familie ( centurie ).

Per dividere il terreno in centurie veniva adoperata la groma,che presto anche noi useremo.

 

 

 

Uso della groma

Per prima cosa occorre infiggere il puntale nel terreno.

Poi si infila l'asta sul puntale e si monta la crociera ai cui ganci appenderemo i 5 fili a piombo.

Traguardare

Dopo avere orientato la crociera, ci si pone davanti ad uno dei bracci e, con un occhio chiuso, si deve vedere solo il

primo filo (collimazione).

A questo punto si deve collocare un'asta ( palina ) che dovrà essere allineata, spostandola a destra e a sinistra finchè verrà nascosta dal primo filo.

Perchè si usava la groma ?

Lo scopo era quello di tracciare linee diritte ed ortogonali.

Due linee sono ortogonali quando, incrociandosi, formano quattro angoli retti (dritti, da 90°).

 

 

Centuriazione di Cesena

Oggi, dopo 2.000 anni, a Cesena è ancora visibile la divisione dei campi effettuata dai Romani.

Per vederla basta recarsi a S.Giorgio, a Bagnile, a S.Martino in Fiume, alla Pioppa o a Montaletto.

Il primo indizio che dobbiamo cercare è costituito dal fatto che le strade si incrociano ad angolo retto.

Spesso negli incroci c'è una celletta della Madonna.( Edicola).

 

 

Prospettiva = rappresentazione su un piano di oggetti tridimensionali

 

Tracce del passato

Verso la fine del mese di agosto gli agricoltori iniziano l’aratura dei campi.

Durante il lavoro, l’aratro porta spesso in superficie quello che c’è sotto terra e dopo, si possono vedere, misti fra le zolle, dei pezzi di terracotta.

Poiché con questo nome sono indicati molti oggetti diversi, occorre dire che la terracotta è un elemento artificiale, prodotto cioè dall’uomo, con la cottura in forno di miscele di argille e altre sostanze.

Oggetti che è possibile trovare:

manici di anfora

pezzi di anfore

piattini

ciotole

vasellame vario

 

 

Il gruppo dei gialli racconta

 

Mercoledì mattina, verso le 11, siamo andati nel prato di fianco alla scuola.

Abbiamo piantato la groma, attaccato i 5 fili a piombo ed allineato 3 paline che poi abbiamo collegato con lunghi pezzi di spago.

Michael Mirenda si è fatto prestare la squadra di legno della 5°A: abbiamo misurato gli angoli e con molta meraviglia abbiamo visto che gli angoli erano retti !

Poi abbiamo misurato le distanze con i piedi .

Infine siamo tornati a scuola tutti felici.

 

 

Cesena romana

 

Purtroppo dell' antica Caesena restano poche tracce: un pavimento a mosaico ritrovato in via Tiberti, un altro vicino a

S. Domenico, un vecchio muro sotto Palazzo Ghini.

La ragione di ciò forse è dovuta al fatto che,durante il Rinascimento, i Malatesta sbancarono e ricoprirono tutta la zona

attorno alla Rocca, che era probabilmente quella su cui sorgeva l'antica città. (Monte Garampo)

 

Cesena romana: agricoltura

 

Abbiamo già detto che, durante le arature, nei campi intorno alla città emergono molti frammenti antichi: di anfore,di piatti, di tegole.

Spesso si possono trovare monete romane: molte di bronzo, poche d' argento, nessuna d'oro (anche se in passato la gente dice che furono trovati, a volte, "dei marenghin ...".

Tutto questo ci dice che le campagne di Cesena erano densamente abitate e coltivate.

Pensate che, allora come adesso, si produceva soprattutto vino rosso, che veniva inviato a Roma grande quantità, con grande gioia di imperatori e semplici cittadini.

 

Come si viveva a Cesena?

 

Nel 468 d.c. il vescovo Sidonio Appollinare scriveva:

- ... e dici questo tu a me, tu che sei nato a Cesena, che è un forno più che una città?-

 

 

Le strade romane

 

I Romani antichi erano persone di buon senso: sapevano che un esercito rapido

negli spostamenti era guasi sempre in vantaggio sui nemici.

Per tale motivo i legionari, avanzando, costruivano delle ottime strade: lastricate, diritte, dotate di grandi ponti per superare i fiumi.

 

SEZIONE DI UNA STRADA ROMANA

1 - Canaletta

2 - Trachiti

3 – Pietrisco fine

4 – Pietrisco grossolano

5 – Massicciata di grandi lastre di pietra

Ogni quadra era separata da strade.

Esistevano anche strade più importanti, come la via Emilia, costruita da M. Emilio Lepido, console nel 187 a. C.

Andava da Rimini a Piacenza, ed anche oggi è una strada molto importante.

 

Riconoscere la ceramica romana

 

Ai lati delle strade centuriali sorgevano le case, che nel corso dei secoli sono state distrutte dal tempo, dalle intemperie, dagli uomini.

Anche se i resti più consistenti, costituiti da mattoni e tegole presto scomparvero, usati per costruire nuove case, non e' raro trovare i resti di oggetti di ceramica, rimasti dove una volta sorgevano le abitazioni.

Molti sono i posti attorno a Cesena ove affiorano resti di epoca romana.

A titolo di esempio indichiamo uno dei piu' evidenti: Montaletto: vicino all’incrocio fra la via Cervese e via Pisignano, svoltando a destra verso Villalta, ai due lati di via Pisignano si possono vedere, dopo le arature, migliaia e migliaia di frammenti di tutti i tipi.

 

Incrocio di Montaletto

 


Il mosaico di piazza Fabbri

Durante lo scavo condotto dall'a impresa Trevi per la creazione di un parcheggio sotterraneo in Piazza Fabbri, dietro al Palazzo del Capitano, la scavatrice ha portato alla luce un mosaico di epoca romana : circa del I° secolo d.C.

E' un mosaico bicolore: utilizza cioè "tessere" bianche e nere (pezzetti quadrati di sasso) per un soggetto di tipo geometrico, come l’esempio disegnato sotto.

Poichè il babbo di Mariachiara ci ha regalato due sportine piene di tessere di pietra bianche e nere abbiamo deciso

che lunedì andremo a vederlo, lo fotograferemo e cercheremo di riprodurlo.

 

Esempio di mosaico bicolore

 

 

Ritrovamenti

 

Come consigliato dal maestro, alcuni di noi sono andati a Montaletto per cercare

pezzi di ceramica romana nei campi indicati dalla cartina.

Enrico, Davide e Marco hanno portato a scuola diversi pezzi che hanno trovato: dopo averli osservati bene, il maestro li ha riconoscuti come parti di anfora.

Per aiutarci a capire ha disegnato sulla lavagna l'anfora con i pezzi ritrovati evidenziati da un "tratteggio a linee oblique".

 

L'anfora disegnata dal maestro

 

 

Le anfore erano delle "tuttofare"

 

Gli antichi, e i Romani in particolare, usavano le anfore per conservare e trasportare non solo i liquidi (olio, vino, acqua, aceto), ma anche parecchi solidi: grano, farro, orzo, olive, fichi e addirittura una salsa di pesce di cui erano molto ghiotti: il "garum".

Venivano costruite in tante misure: le più alte superavano i 2 metri.

Le "fornaci" di produzione erano molte a Cesena: nella zona di S. Egidio sono stati ritrovati i resti di alcune di esse: una, quasi intatta, esiste ancora sotto il piazzale della frabbrica La Cesenate s.p.a.

Altre fornaci sono state trovate a Forlimpopoli: addirittura sono state trovate decine di anfore ancora intere, che sono state conservate nel museo di quella città dal m° Aldini.

 

I Pavimenti

 

Gli antichi Romani dotavano le loro abitazioni di pavimenti di vario tipo: a mattonelle di terracotta (rettangolari o esagonali), a intarsi marmorei o a mosaico.

Marmo: erano i pavimenti più preziosi: venivano usati marmi colorati: bianco, rosato, verde, nero, rossiccio.

Questi marmi giungevano da molti paesi anche lontani: Illiria, Tessaglia, Egitto, Anatolia ecc.

Mosaico: fra i pavimenti delle case importanti era quello più comune, perché si prestava a infinite combinazioni di soggetto e colorazione.

Esistevano delle vere e proprie squadre, esperte nella posa del mosaico, che si spostavano di località in località per eseguire i lavori commissionati: le squadre più famose venivano da Alessandria.

 

Visita al mosaico romano e al muro romano

 

Ieri siamo andati a vedere il mosaico che è stato ritrovato in piazza Fabbri .

Siamo saliti sul bus che erano le 10,30, poi siamo scesi alla Barriera e ci siamo incamminati.

In piazza Fabbri il maestro è andato a chiedere se potevamo entrare e gli hanno risposto di no perché le norme di sicurezza sono severe; una ragazza che stava lavorando però è venuta fuori a spiegarci diverse cose interessanti sul mosaico.

 

Il mosaico di piazza Fabbri

 

Dopo una mezz'ora siamo ripartiti e, sempre a piedi, siamo andati al Duomo, dove il maestro ci ha fatto una foto.

Abbiamo ripreso a camminare perché dovevamo vedere il muro romano che è stato trovato sotto il Palazzo Ghini.

Il maestro ha chiesto se potevamo entrare; hanno detto di si e così siamo entrati.

Abbiamo visto il muro: Bravaccini aveva visto un pezzo di anfora, noi stavamo tutti a guardare, però non cadevamo perchè 
c'era l' oblò di vetro.

Siamo tornati a scuola alle 12,30.

 

Davanti al Duomo

 


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