- La viella con la sua posizione a spalla, quasi alla ricerca
di un avvicinamento e di una identificazione spaziale con il luogo naturale di emissione
sonora, si avvicina anche fisicamente al luogo fisico da cui proviene il canto, divenendo
anche, nell'immagine, strumento vicino alla voce.
- Ma il semplice accarezzamento delle corde libere non
basterebbe da solo a fare della viella lo strumento più importante del medioevo.
Limitando la sua gamma a solo cinque note, tante sono le corde che generalmente monta,
risulterebbe essere uno strumento dal suono interessante ma estremamente limitato.
- Risulta necessario quindi un allargamento della gamma
ricorrendo, ad imitazione dei liuti e delle citole, alla tastatura delle corde, cioè al
progressivo e preciso raccorciamento della loro parte vibrante ad opera delle dita, al
fine di ottenere una gamma di suoni abbastanza ampia da poter sostenere interamente
l'estensione melodica delle composizioni trobadoriche di cui diventa da subito elemento
integrante, come d'altronde si può constatare nella ricca iconografia dell'epoca.
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