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RECENSIONI Mario Bocchini Bocchini, alieno per natura e per convinzione al facile aggiornamento alle sollecitazioni esterne e alle nuove mode culturali, si è sempre calato nell'indagine aperta delle sue autonome e personali suggestioni e ragioni, rimettendo più di una volta in discussione i pur positivi risultati già raggiunti. Nella sua ricerca si può riconoscere un continuo approfondimento linguistico che non rimane relegato entro i limiti di una speculazione realista, ma si traduce in una sollecitazione ad operare attraverso una visione poetica radicata nell'esperienza concreta, rifiutandosi di accettare passivamente l'altrui dialettica, per costruirsi una propria immagine della natura che, depurata dalle scorie del contingente, diventa simbolo di una realtà "altra". Una sensibilità e un attaccamento che lo porterà in seguito a battere palmo a palmo la Romagna per ricercare e raccogliere quanto è stato linfa e vita della sua antica tradizione contadina. E' sua l'iniziativa del Museo della civiltà contadina, allestito nella Rocca di Cesena, ed è suo il ricco, prezioso e storico materiale custodito, testimonianza di un'epoca travolta dall'avvento del progresso tecnologico. E, poi, il suo conseguente rifiuto a farsi ingabbiare nello schema della cosiddetta «scuola di Cesena», incamminata negli anni '60 sulla strada di un realismo accademico, retorico e stanco. Ancora: il suo peregrinare per il mondo, dagli Stati Uniti all'URSS, dall'Europa al Medio Oriente, alla ricerca di conoscenze umane nuove, di sensazioni fino allora sconosciute, di motivi e di fermenti diversi, che hanno poi arricchito e affinato la sua concezione dell'arte e il suo linguaggio espressivo. Il ricordo di questi viaggi, filtrato attraverso la memoria, sono gli spettrali e allucinanti paesaggi urbani e portuali, abbandonati dall'inquietudine dell'esistenza, le vedute di campagne deserte, i relitti sulle spiagge dove la fantasia esaltata e accesa si inebria di una visione evocativamente naturalistica, sostenuta da un cromatismo acceso, dai colori puri e i toni filtrati da un sentimento semplice ed essenziale. Molte cose hanno concorso alla genesi dell'opera attuale di Mario Bocchini, cha ha raggiunto una maturata sicurezza perché convinto che i suoi movimenti ed il suo operare non lo faranno mai rinunciare ad essere se stesso fra gli altri. In primo luogo la sua sensibilità di uomo e di artista verso la sua fertile ed industriosa terra d'origine, il suo mondo contadino, la sua gente schietta e operosa, legata ad una secolare tradizione, in mezzo alla quale è nata la sua pittura e della quale ha registrato la vita, le attività, i sentimenti con un senso profondo di umana poesia e una forte carica emotiva, in piena e autonoma libertà espressiva. L'ultima produzione, quella degli scheletri di barche sulle spiagge, dove la superficie del colore si lacera e scopre come piaghe sanguinanti, esprime, con tanta misura il messaggio più alto. Mario Penelope |
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