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ANORESSIA E BULIMIA
Alcuni dati (1997)
- Nel 1988 sono stati, in Italia, circa
55.000 i casi di anoressia, mentre i casi di bulimia (una
variante dell'anoressia) sono stati circa 70.000.
- Oggi l'anoressia colpisce circa lo
0,5% dei giovani tra i 14 e i 20 anni (il 90% dei quali
sono ragazze).
- L'inizio della malattia avviene, in
genere, tra i 12 e i 18 anni.
- La bulimia invece può svilupparsi tra
i 12 e i 35 anni (1-2% della popolazione giovanile).
- Benché la maggior parte delle
adolescenti possa attraversare degli "episodi
anoressici", la malattia vera e propria colpisce
ragazze che hanno un'età tra i 18 e i 25 anni.
- Mortalità delle anoressiche: 15% (per
insufficienza cardiaca o renale o per le infezioni).
- Maschi anoressici: 1 su 50.000 fra i
18 e i 28 anni.
- Maschi bulimici: 1 su 80.000 fra i 15
e i 24 anni.
- L'anoressia è conosciuta a livello
scientifico da tre secoli: il primo trattato medico è
stato pubblicato a Londra nel 1694.
- Tuttavia, questa malattia esiste da
secoli, e quasi sempre è stata vissuta come forma di
protesta nei confronti dell'ambiente sociale.
- Il Ministero della Sanità non ha
ancora riconosciuto anoressia e bulimia come malattie
sociali.
- Il primo Congresso multidisciplinare
su queste malattie si è tenuto a Montecarlo (maggio
1993).
Come nasce
- Di solito inizia con una dieta
dimagrante senza controllo medico, oppure con una
iniziale perdita di fame legata a un evento doloroso.
- Anche se il corpo è al di sotto del
proprio peso ideale, la ragazza lo percepisce sempre
"troppo grasso".
- In questo atteggiamento la ragazza
può essere influenzata da spot pubblicitari (dove, per
essere accettati, bisogna avere un corpo esile,
agile...).
- Oppure può essere influenzata
dall'idea di volere un corpo sottile e asciutto come
tante top model.
- Normalmente vi sono problemi in
famiglia: un padre estraneo alla vita della figlia, una
madre possessiva, che induce nella figlia un forte senso
di dipendenza (l'anoressica però rifiuta l'immagine del
corpo materno).
- La ragazza teme l'apparire di quei
segni corporei che segnalano l'identità femminile (seno,
curve, ciclo mestruale...): in tal senso si può dire che
l'anoressia esprime anche la paura di diventare adulta.
Di qui l'esigenza di farsi crescere i capelli (per
coprirsi) o di portarli cortissimi (per sembrare un
maschio).
Come si sviluppa
- Inizialmente la ragazza non rispetta
più l'orario dei pasti, mangia poche cose a orari
strani, spesso da sola.
- La ragazza può anche imporsi un ritmo
di vita frenetico (attività scolastiche, sportive,
domestiche), pur di perdere sempre più peso.
- Nel maschio la malattia può produrre
allucinazione, delirio mistico e di onnipotenza,
schizofrenia.
- La malattia coinvolge, col passare del
tempo, tutto l'organismo: calo di temperatura e pressione
e della massa muscolare, pelle disidratata e tesa,
colorito giallo, occhi cerchiati e arrossati, fragilità
ossea, dentaria e delle unghie, perdita di capelli e di
sali (p.es. calcio e potassio), amenorrea, alterazioni
cardiache ecc.
- La malattia viene accelerata non solo
drastiche diete, ma anche da vomito volontario, abuso di
diuretici, di lassativi e di farmaci anoressizzanti.
- La malattia diventa conclamata quando
la ragazza perde più del 25% del proprio peso corporeo.
- Si può arrivare a pesare 28/30 kg,
che è il limite della sopravvivenza.
Bulimia, una variante
dell'anoressia
- È frequente che l'anoressica alterni
lunghi digiuni a grandi abbuffate, dalle quali però si
libera rimettendo tutto, oppure prendendo ingenti
quantità di lassativi e diuretici.
- Bulimia significa mangiare senza fame,
senza uno scopo preciso: l'unica motivazione è quella di
placare uno stato di ansia (come il latte calma il
neonato).
- Il bulimico vive la sua condizione con
un senso di colpa. Infatti quando è in compagnia non
cade mai in questi eccessi. Il suo aspetto fisico è
normale, o comunque non così magro come nell'anoressica.
- Il bulimico ha un'immagine fortemente
negativa di sé. Non prende mai delle decisioni. Ancor
più dell'anoressica, non ammette la propria malattia.
- La crisi possono avere una frequenza
media di 2 a settimana, per un periodo che va dai 3 mesi
in poi.
- Spesso la bulimia è la diretta
conseguenza di una drastica dieta (al pari di una crisi
di astinenza da droghe pesanti).
Quali spiegazioni
- L'anoressia è il rifiuto di un
modello di società, dove i rapporti umani vengono
percepiti come innaturali.
- Infatti l'anoressica preferisce al
rapporto con i coetanei la propria fantasia, che viaggia
verso mete irrealizzabili (p.es. le può accadere di
essere innamorata di un ragazzo inesistente).
- La ragazza avverte un bisogno forte di
affermare la propria personalità, ma lo fa in maniera
negativa, autodistruggendosi. Rifiuta il cibo per
dimostrare di poter fare a meno di tutto (incluso
l'affetto).
- Anoressica e bulimico sono incapaci di
sopportare gravi emozioni o pesanti frustrazioni.
- All'origine di queste malattie vi è
la necessità di comunicare in modo diverso, senza le
parole, cioè digiunando o mangiando.
- Controllare il proprio corpo
significa, per questi malati, controllare le loro ansie,
l'ambiente che li circonda, di cui hanno paura. Ma si
tratta di un'illusione (al pari della droga).
Cosa fare
- Un genitore non dovrebbe sottolineare
troppo spesso l'importanza della linea, per non rischiare
d'indurre la figlia a ricorrere a drastiche diete.
- Verificare se dietro le troppe ore
passate in palestra non vi sia l'ansia di diventare molto
magri.
- Se una ragazza sale sulla bilancia
più volte in un giorno, è probabile che il meccanismo
ossessivo del controllo sia scattato.
- Ritenere un importante campanello
d'allarme il fatto che la ragazza consideri le sue gambe
troppo grasse.
- Il rifiuto sistematico di alcuni
alimenti e le bugie su quanto si mangia sono segnali da
non sottovalutare.
- Osservare se la ragazza passa ore
davanti allo specchio senza trovare un abito che le
piaccia (solo perché disprezza il suo corpo).
- Possono apparire preoccupanti anche lo
studio eccessivo e la tendenza a impegnarsi in mille
attività intellettuali. L'anoressica non è mai
rilassata.
- Analizzare gli atteggiamenti
provocatori che la ragazza assume: il rifiuto del cibo
può diventare una forma di protesta contro una
dipendenza (avvertita come eccessiva) nei confronti dei
familiari.
A chi rivolgersi
Fonti
- Bruno W., Trombini G., Anoressia
e bulimia sintomi di crisi psicologica in adolescenza.
In G. Trombini (a cura di), Introduzione alla
clinica psicologica (pp. 183-200). Bologna
1994, Zanichelli.
- M. Cuzzolaro (a cura di), La
bulimia nervosa. Guida pratica al trattamento.
Astrolabio, Roma 1995.
- H. Bruch, Patologia
del comportamento alimentare, Feltrinelli,
Milano 1977.
- H. Bruch, La
gabbia d'oro. L'enigma dell'anoressia mentale, Feltrinelli, Milano 1983.
- B. Brusset, L'anoressia
mentale del bambino e dell'adolescente, Borla,
Roma 1979.
- M. Selvini-Palazzoli, L'anoressia
mentale- Dalla terapia individuale alla terapia familiare,
Feltrinelli, Milano 1981.
- Tridenti, S. Bocchia, Il
fenomeno anoressico/bulimico, Masson, Milano
1994.
- Noferi Gherardini, Maria
Teresa, Le patologie emergenti. Anoressia e
bulimia, in "Salute e territorio",
n. 92, 1994, pp. 40-43.
- M. Malucelli, Ragazzi
ingordi, ragazzi inappetenti, ed Franco
Angeli.
- N. Norwood, Donne
che amano troppo, ed. Feltrinelli, Milano
1988.
- O. Raimbault, C.
Eliacheff, Le indomabili. Figure
dell'anoressia: Simone Weil, l'imperatrice Sissi,
Caterina da Siena, Antigone, ed. Leonardo,
1988.
- V. Albisetti, La
trappola dell'anoressia, ed. Paoline.
- P. Lavanchy, Il
corpo in fame. Ed. Rizzoli, Milano 1994.
- Q. M. Bell, La
santa anoressia. Digiuno e misticismo dal Medioevo a oggi,
ed. Laterza, Roma 1987.
- Dowling, La
sindrome di Biancaneve, ed. Bompiani, Milano
1989.
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