TEORICI
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I principi dell’olismo di Jan Smuts
di Gyorgy Jàr, Università di Sydney … forse Smuts ha avuto il torto di nascere e di pubblicare in Sud Africa ed è stato vittima di un “apartheid” da parte dell’occidente intellettuale? (Robine, 1993) 75 anni fa, nel 1926, in Sud Africa, venne pubblicato il libro Olismo ed Evoluzione di Jan Christiaan Smuts. Sebbene il libro fosse allora molto conosciuto, non è stato accettato dalla comunità scientifica e neppure da quella filosofica. Il suo complesso messaggio fu troncato dalla verità lapalissiana che “l’intero è più della somma dei suoi componenti”, verità che divenne la definizione di olismo, ma che ne assicurò il suo rifiuto da parte degli scettici. in quanto considerato una dichiarazione troppo generale per avere un valore pratico. E’ molto improbabile che ci sia stato un complotto malvagio per mettere da parte questo importante lavoro. La spiegazione più semplice è che i concetti di Smuts, che suggeriscono molte delle idee successive dei pensatori di sistemi, siano state semplicemente troppo avanti per i tempi. Comunque ora, all’alba del nuovo millennio, è il momento perfetto per riscoprire Smuts e applicare le sue idee con una “coscienza olistica” ai molti e scottanti problemi che affronta l’umanità. In questo scritto i principi più importanti dell’Olismo sono spiegati. Introduzione Sulla punta meridionale del continente africano c’è una bella montagna con la famosa “tovaglia” stesa sopra di essa dal vento del sudest, che invita il viaggiatore stanco ad un pranzo lussuoso quando i suoi viaggi lo stanno portando fra i due grandi oceani del mondo. Non è per il palato che il banchetto viene offerto ma per gli occhi perché, quando i venti cessano e le nubi svaniscono, lo splendore di uno dei sette Regni Floreali è rivelato al mondo. Ci si può immergere in questa bellezza salendo la montagna lungo i diversi sentieri che portano alla vetta. Giunti lassù si può vedere proteas, eriche, disas e altri bellissimi fiori di forme e grandezze molto differenti.. Uno di questi sentieri, “il percorso di Smuts”, porta da Kirstembosch Gardens alla cima della Table Mountain e porta il nome di Jan Christiaan Smuts , l’autore di “Olismo ed Evoluzione”, un libro scritto nel 1926 (Smuts, 1926). Smuts era solito inerpicarsi per questo sentiero verso la montagna di 1000 m. ogni volta che gli era concesso dai suoi vari impegni. Dalla vetta poteva avere una vista mozzafiato del mare e delle montagne circostanti fino al capo di Buona Speranza. Per quelli che ebbero la ventura di camminare per il sentiero che i piedi di Smuts hanno contribuito a ritagliare dal fianco della montagna è possibile immaginare che le parole seguenti siano state ispirate durante una visita in questo luogo meraviglioso:
Smuts era molto conosciuto come soldato, politico anzi, meglio come uomo di stato che giocò un importante ruolo a livello nazionale e internazionale durante tutta la prima metà del ventesimo secolo. La sua statua è giustamente posta accanto a quella di Winston Churchill vicino alla Casa dei Comuni a Londra. Divenne una persona importante come generale durante la guerra dei Boeri a cavallo del secolo e morì nel 1950, subito dopo essere stato destituito da primo ministro alle elezioni generali del 1948, all’età di 78 anni. Il suo più importante contributo internazionale è legato alla stesura della Lega delle Nazioni e delle Nazioni Unite, comunque non è il suo contributo militare o politico che manterrà il nome di Smuts per l’eternità. Sopra ogni altra cosa è lui che ha dato origine al concetto di Olismo, cioè della scienza dell’”intero” che è diventata maggiorenne all’alba del Nuovo Millennio. In verità questa nuova era sarà chiamata il Millennio Olistico se l’umanità le sopravviverà. Ervin Lazlo nel suo nuovo libro “Macroshift: Navigating the Transformation to a Sustainable World” ci mostra che il mondo sta cominciando a prendere sul serio l’Olismo e fa riferimento a una “coscienza holos” che sta iniziando ad affiorare nella mente delle persone che cominciano a capire che:
E’ giunto forse il momento di dare un’altra occhiata a quello che Jan C. Smuts ha detto 75 anni fa? Perché Smuts è ignorato? Nonostante abbia goduto di grande popolarità al momento della sua comparsa e sia stato tradotto in tedesco nel 1938, il libro di Smuts sembra essere stato completamente dimenticato al giorno di oggi, salvo che dalla psicologia Gestalt. Questo potrebbe essere spiegato con il fatto che uno dei pionieri della Gestalt, Fritz Perls, aveva contatti personali con Smuts durante gli ultimi anni della sua vita (Robine, 1993). Perché Smuts è stato dimenticato? Abbiamo iniziato questo articolo con una citazione da Robine che potrebbe essere tradotta così:
L’autore crede che una tale conclusione possa essere troppo dura al riguardo della comunità intellettuale. Ma perché allora? Dopo tutto i “sistemi” sono equivalenti agli “interi” (Bertalanffy, 1968) e quindi Smuts dovrebbe essere stato incluso nei ranghi dei pensatori di sistemi. Prima di tutto Smuts, come filosofo di scienza era quasi completamente sconosciuto nel suo stesso paese. Era un politico non sempre in carica il che in termini politici bipartisan significa che a volte più della metà della popolazione era contro le sue idee politiche. Fu certamente ostracizzato dai suoi compagni Afrikaners per la sua opposizione all’apartheid ed era chiamato un “verraaier” cioè qualcuno che ha tradito la causa del nazionalismo. Durante gli ultimi tre quarti del secolo ci sono stati solo pochi commenti sull’Olismo in Sudafrica uno dei quali è un eccellente libro di Beukes (1989) che è stato un suo stretto alleato durante gli anni di guerra e che lo accompagnò alla prima sessione delle Nazioni Unite a Flushing Meadows, New York nel 1946. Essere ignorato dal tuo stesso paese non è il migliore inizio per acquisire un riconoscimento universale anche se ci sono stati casi di persone che sono diventati famose a livello internazionale senza essere stati accettati nei loro propri paesi. Volgiamoci a Arthur Koestler per un aiuto:
Quanto scritto da Koestler potrebbe indicare che l’Olismo sia forse stato considerato una minaccia al metodo riduzionista che aveva governato la scienza negli ultimi tre secoli e che fu perciò messo da parte di proposito dalla comunità scientifica. Paradossalmente proprio il fatto che il libro ebbe popolarità potrebbe aver contribuito alla sua caduta. Fu probabilmente acquisito rapidamente dal pubblico ma ignorato dalla comunità scientifica per le ragioni date da Koestler. Poiché fu pubblicato da un editore di Città del Capo, sconosciuto a livello internazionale, probabilmente non fu ristampato e divenne non reperibile oltremare. L’edizione tedesca del 1938 era troppo vicina all’Era Oscura del nostro secolo per produrre un qualsiasi impatto e come conseguenza molte persone devono aver avuto una copia di seconda mano da cui un’incompleta conoscenza dell’Olismo come è evidente da quanto segue.
Koestler, lui stesso un olista, sembra aver mal compreso l’essenza dell’Olismo. Se avesse letto il libro di persona non avrebbe sicuramente chiamato l’olismo l’antitesi del riduzionismo e segnato con l’espressione “la rosa è una rosa è una rosa”! In realtà l’Olismo è esattamente ciò che Koestler propone come “terza via” che incorpora i validi aspetti del riduzionismo e qualcosa che Koestler pensava fosse “olismo” e che guarda alle cose nella loro interezza dall’esterno, senza preoccuparsi dei suoi elementi costituenti e delle loro interazioni. Quest’ultimo non è ovviamente l’Olismo di Smuts. E’ interessante notare che Koestler continuò ad usare la parola “holon” come il punto d’angolo della sua brillante teoria di tipo Giano Bifronte (relazione micro-macrocosmica) che è d’accordo con tutto ciò che dice Smuts e va ovviamente oltre. Forse la ragione per aver negletto Smuts può essere spiegata con le sue stesse parole all’inizio della prefazione che indicano come lui non si considerasse né uno scienziato né un filosofo, ma qualcosa di mezzo. Questa è chiaramente una posizione molto precaria in questa era governata dall’orientamento disciplinare e dalle sottospecializzazioni. Nessuno viene preso sul serio se si trova in mezzo ad uno di questi territori non ben definiti. Come dice Smuts:
Questa è certamente la giusta ricetta per essere ignorati da scienziati e filosofi; il fatto sorprendente è che esiste un qualcosa come la filosofia della scienza. Nonostante sia stato ignorato dalla comunità scientifica, la parola Olismo è saltata fuori dovunque durante le ultime due decadi. Disgraziatamente questo è avvenuto soprattutto in contesti non scientifici il che ha rafforzato la soluzione del mondo scientifico di non avere niente a che fare con esso. Nella maggior parte dei casi è associato con vaghi cliché come “dieta olistica”, “medicina olistica”, “approccio olistico” ecc. La parola “olistico” è di moda anche se soltanto poche persone ne conoscono il significato. Per molti è una sorte di promemoria per ricordare che quando si ha a che fare con un sistema complesso si deve considerare tutto. In una dieta olistica probabilmente significa: “non dimenticare le vitamine”! Per altri significa che “l’intero è più della somma delle sue parti” come un essere umano è più del semplice assemblaggio di parti del corpo. E allora? Chiedono giustamente gli scettici. Sebbene l’Oxford Concise Dictionary definisca l’olismo in termini filosofici come “la tendenza in natura a formare interi” (Sykes, 1976), questa definizione sembra essere stata destinata ad orecchie sorde. Il DTV Brockhaus Lexikon riporta che il termine fu coniato da Smuts e che significa l’esistenza di una livellata realtà comune che si amplia attraverso i livelli fisici, organici e etici dell’universo (Anon, 1982) definizione che è una descrizione molto più vicina a quella di Smuts. Si potrebbe continuare a cercare altre ragioni per aver dimenticato Smuts. Potrebbe essere certamente l’argomento di un progetto di ricerca ampia ed interessante per uno studente già laureato. Comunque a questo punto almeno può essere meglio evitare un esercizio così negativo. Come conclusione a questa sezione vorremmo dire che Smuts non è stato trascurato per una qualche sinistra ragione. Il fatto che alcune delle idee da lui espresse 75 anni fa stiano di nuovo venendo a galla significa che il mondo è pieno di energie che si relazionano a quelle idee che si materializzano dai campi formati dalla interazione di queste energie. Come si vedrà in seguito questo è il modo in cui Smuts avrebbe posto l’argomento. Nella sua epoca i campi di energia erano molto deboli, in verità, ma i tempi ora sono maturi affinché le idee di Olismo siano accettate dal mondo che sembra sia pronto ad entrare nel Millennio Olistico (Lazlo, 2001). Lo scopo di questo articolo In questo articolo al fine di ricordare il settantacinquesimo anniversario della pubblicazione “Olismo ed Evoluzione” vogliamo riesaminare le idee di Smuts sotto due titoli principali, vale a dire “Nuova realtà” e “Principi dell’Olismo”. Una parte importante del libro non è stata discussa in questo articolo : quella riguardante la Mente e la Personalità che sono naturalmente buona parte del pensiero solistico di Smuts. Le implicazioni dell’Olismo per la Mente sono monumentali. In verità l’intera idea dell’Olismo prese origine dal concetto di Personalità olistica. Già nel 1894, quando aveva solo 24 anni Smuts scrisse un trattato dal titolo: Walt Whitman – A study in personality (Beukes, 1989). In questo testo scrisse:
E’ evidente da queste parole come l’idea di Olismo fosse già nata a questo stadio, anche se non le era stato dato ancora un nome. Era questa il precursore di un concetto di “gerarchia degli interi organizzati” che sarebbe stato chiamato molto più tardi “Teoria del sistema Generale” da parte di Bertalanffy che nacque cinque anni dopo che queste parole furono pronunciate? Trattare della Mente e Personalità può essere un lavoro completo già da solo e poiché stiamo già affrontando un compito eccezionale, abbiamo scelto di rimandare ad un momento posteriore una discussione su questi argomenti . Abbiamo deciso di fare un ampio uso di citazioni direttamente dalle parole di Smuts, in modo più frequente di quanto sia di abitudine per un articolo di questa natura. Questo era l’unico modo per essere sicuri che la ricchezza e la chiarezza delle sue idee raggiungesse il lettore che sarà quindi ben motivato a leggere l’intero libro con i suoi fantastici dettagli. La nuova realtà Sebbene Smuts non seguisse la carriera di scienziato, era certamente un bravo “amateur” nel vero senso della parola, vale a dire uno che ha devozione e amore per ciò a cui è interessato. Non era senz’altro un amateur nel senso dell’attuale, in qualche modo derogatorio significato che definisce amateur colui che non è abbastanza bravo da ricavarci dei soldi. In un certo modo lo si potrebbe paragonare a uno dei suoi modelli, Goethe, da lui considerato una delle più grandi personalità che il mondo abbia mai visto:
Smuts – come fece Goethe prima di lui – si immerse con grande entusiasmo nell’ondata del nuovo pensiero scientifico che inondò la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Aveva un considerevole bagaglio nelle scienze fisiche e soprattutto biologiche: Era un esperto botanico che conosceva non solo i nomi delle migliaia di fiori della montagna e dintorni ma anche la loro classificazione. (Beukes,1989). Conosceva il lavoro di Einstein, Planck ed altri e fa riferimento a loro anche se forse non nel modo rigoroso che il lavoro scientifico richiede oggigiorno. Ma dire che Smuts non sia stato scientifico nel suo pensiero è assolutamente non vero. Usò la scienza, andò oltre di essa ma non la lasciò alle spalle come fanno alcuni metafisici. Gli avanzamenti in Fisica che ebbero luogo durante le prime due decadi del XX secolo furono in verità le ragioni per riguardare la prima versione accantonata del suo libro Una ricerca nell’Intero (An Enquiry into the Whole) che fu completata nel 1910. Le sue spiegazioni del lavoro di Einstein mostrano chiaramente che lui comprese appieno ciò che trattava il grande scienziato. Smuts scrive:
Esaminiamo ora alcuni dei concetti da lui formulati sulla base delle nuove scoperte scientifiche. Queste includono il concetto di Spazio – Tempo, l’azione ruolo in una natura essenzialmente fluida, la presenza di campi, la prova di una singola sostanza comune dell’universo, il ruolo del passato e del futuro al presente e la complessa natura della casualità. Dopo aver affrontato questi concetti ci occuperemo di alcuni dei concetti fondamentali dell’Olismo. Spazio – Tempo E’ ovvio che Smuts si assicurò di avere capito la teoria di Einstein prima di imbarcarsi nella sua revisione. Dichiarò e spiegò che la teoria può essere spiegata ai non iniziati anche se le sue astrazioni e implicazioni matematiche possono essere molto complicate. Alcune delle sue spiegazioni includevano quanto segue:
Azione e fluidità della natura Smuts credeva che la materia sia energia concentrata o Azione che dà alla natura un'enorme quantità di fluidità e plasticità. Fa riferimento a Max Planck e alla sua scoperta del quantum e all’ulteriore lavoro di Ernest Rutheford e Neals Bohr sullo stesso tema. Per Smuts questo fu il secondo importante passo avanti che formò le basi per la formulazione dell’Olismo:
Di conseguenza lui visualizzò la realtà dell’Universo come un flusso scorrevole di energia nello Spazio – Tempo con le sue manifestazioni fisiche che traggono origine dall’Azione. Questo significava che la realtà poteva essere capita soltanto tramite i concetti di attività nello Spazio – Tempo che in questo modo fornisce le coordinate per la finale sostanza unitaria dell’Universo. Per lui questa era una differenza sottile ma cruciale.
Campo Se la materia è una confluenza di linee di energia, le linee devono continuare al di fuori dei discernibili confini fisici della materia. Un oggetto è quindi di più di ciò che possiamo vedere entro il suo definito contorno esteriore che solo delinea l’essenza di qualcosa di molto più grande nello Spazio – Tempo. Il nucleo essenziale è come un centro illuminato, la cui luminosità cala fino a sparire sia nello Spazio che nel Tempo.
Per comprendere la realtà si deve capire il concetto di campo. Tramite esso si guarda una persona o un oggetto come il centro dell’attività circondato da aurea di attività sia nello spazio che nel tempo verso l’infinito in tutte le direzioni. I campi che appartengono alle varie strutture si sovrappongono, si mescolano e si penetrano l’un l’altro. La struttura in questo modo diventa secondaria alla funzione che è la caratteristica dominante in qualunque oggetto. La struttura di un oggetto consiste del suo nucleo e del suo campo, i due assieme fanno un unico, un intero. Lo stesso si applica ad organismi e personalità che sono anche interi.
L’Evoluzione avviene nell’ambito di questo campo olistico organico che esercita una influenza di controllo su di esso. L’eredità diviene, quindi, più di un semplice trasferimento di geni con l’aggiunta del campo creativo che si cristallizza in struttura. I campi dei vari interi si interpenetrano vicendevolmente, il che rende molto difficile se non impossibile definire i confini. La presenza di campi significa, in verità, che il concetto di confine diviene davvero molto discutibile. Questa è un’area dove le idee di Smuts sembrano in contraddizione con parte del sistema di pensiero contemporaneo che pone grande enfasi sui confini ben definiti. La insistenza patologica su confini fisicamente definibili tende ad indicare che qualcosa è andato male nel pensiero dei sistemi che in molti casi è diventato semplicemente pensiero sistematico, vale a dire pensiero racchiuso in scatole nere con linee fra di loro. Una sostanza comune Probabilmente la parte più importante dei contributi di Smuts è la realizzazione che l’universo consiste di una singola sostanza di cui la materia, la vita e la mente sono semplicemente manifestazioni che, di conseguenza, non possono essere fondamentalmente aliene e non conciliabili fra di loro. L’idea di Olismo come di un processo evolutivo scaturisce in modo naturale da questa ipotesi di base. La materia, la vita e la mente si mostrano “geneticamente correlate” e si danno origine a vicenda in una serie definita nelle tappe dello stesso grande Processo di Evoluzione. Queste tre manifestazioni della Sostanza non sono semplicemente entità separate che interagiscono fra di loro ma agiscono all’interno e attraverso l’un l’altra come fanno le correnti negli oceani. Smuts ha suggerito che l’uso del termine “peraction” o “intro-azione” che avvengono all’interno di una realtà più completa come fanno le correnti dell’oceano, descrive la relazione fra le tre manifestazioni meglio di quanto possa fare la parola “interazione”.
Smuts fa riferimento a Spinoza che, nel XVII secolo, in opposizione al dualismo cartesiano, propose il concetto di sostanza unitaria comprendente materia e spirito. Sappiamo oggi dai fisici che la materia e l’energia sono intercambiabili ed anche che sia l’energia che la materia sono capaci di portare informazioni; in questo modo, materia, energia ed informazione possono essere anche considerate come manifestazioni di una sostanza base per la quale l’autore di questo articolo ha già suggerito in precedenza l’uso del termine mei (Horvàth and Jàros, 2001). Questo suggerimento non è in contraddizione con quanto proposto da Smuts. E’ possibile pensare alla vita come ad una manifestazione materiale in cui domina l’energia e alla mente come espressione che rappresenta principalmente l’informazione. Smuts guarda mei da un punto di vista leggermente differente.
Passato, presente e futuro Quando Smuts parla di campi e della mancanza di confini non si riferisce soltanto a uno Spazio tridimensionale ma a uno Spazio – Tempo quadridimensionale. In conseguenza l’ampliamento dei campi non solo si applica allo spazio ma anche alla quarta dimensione del tempo. Per lui, il passato, il presente e il futuro si incontrano tutti nel centro dell’oggetto, organismo o personalità che può essere completamente spiegata alla luce del suo passato come anche del suo futuro. Il passato esercita la spinta e il futuro l’attrazione, aspetti ambedue necessari al carattere, alle funzioni ed attività che si mostrano al presente.
Mentre l’influenza del passato è sentita attraverso i ricordi che noi, come individui e membri di una razza accumuliamo, il futuro è sentito come il risultato dei nostri sogni e progetti che ci apprestiamo ad affrontare. Tutte e due queste influenze giocano un considerevole se non preponderante ruolo in ciò che noi siamo al presente. Causa ed effetto Smuts considera anche la causalità alla luce della presenza di campi che circondano ogni cosa vivente e non. Questo è in contraddizione al presente secondo il quale la causa ed effetto sono solo caratteristiche astratte di una situazione più complessa, in cui Spazio – Tempo sono cancellati.
Il modo in cui consideriamo la causalità è veramente una visione lineare superficiale, alquanto insoddisfacente della complessità. Mentre può essere sufficiente in certi casi semplici, la causalità lineare può in verità essere fuorviante ed anche causare un danno irreparabile. Ad esempio, considerare HIV/Aids una condizione causata dal virus HIV non è scorretto ma ciò copre soltanto una frazione della verità. Aspetti importanti di malattie trasmesse per via sessuale, pratiche sessuali, malattie secondarie sono relegate ad uno status “di percorso” e generalmente ignorate in favore del virus come unica causa.. Il fatto è che questi fattori hanno collegati ad essi interi campi di influenza che sono di per sé piuttosto complessi ma, intrecciati in modo ancor più e producono assieme conseguenze imprevedibili. Si propone di cominciare ad ascoltare quello che Smuts dice sulla causalità se dobbiamo giungere ad afferrare i complessi problemi che stanno per distruggere l’umanità nel suo insieme. I principi dell’Olismo L’intero come un sistema generale Bertalanffy ha scritto:
E’ evidente che Bertalanffy (1968) giunge a conclusioni simili a quelle formulate da Smuts 40 anni prima. E’ comunque intrigante che Bertalanffy non menzioni Smuts nel suo libro a parte il riferimento a “l’intero è più della somma delle sue parti” (la parentesi è sua) come una dichiarazione “mezzo metafisica” (mia parentesi). Dunque Bertalanffy conosceva davvero i sentimenti espressi nei confronti dell’olismo come concetto filosofico. La cosa più sorprendente è che il libro di Smuts gli era sconosciuto. Secondo Koestler (1978, già citato), quello di Smuts era “un libro notevole che ha goduto di una grande popolarità per un certo periodo” durante gli anni di formazione di Bertanlaffy e fu tradotto in tedesco nel 1938. E’ vero che Smuts fece solo pochi riferimenti ai sistemi; è anche chiaro che gli “interi” a cui si riferiva non erano diversi da quelli di Bertalanffy. Guardiamo qualche esempio:
Smuts, naturalmente, per tutto il libro parla di “interi” o sistemi generali, con un nome diverso; stava già parlando di “interi” nel suo manoscritto del 1910 intitolato An inquiry into the Whole ed erano già impliciti nel suo manoscritto del 1984 chiamato Walt witman – A study of personalità (Beukes, 1989) Spendiamo qualche minuto per la definizione di “l’intero è più grande della somma delle sue parti” che appare nella maggior parte dei dizionari e enciclopedie come la definizione stessa di Olismo. Smuts fece davvero più volte questa dichiarazione nel suo libro:
Resta comunque un errore estrapolare questa dichiarazione e considerarla come la più importante definizione di Olismo. Oltre alle definizioni appena citate, Smuts non elaborò molto questo concetto mentre ne elaborò altri in modo esauriente. La definizione richiede naturalmente la domanda “e allora?” per cui è comprensibile lo scetticismo al suo riguardo ma è anche difficile capire perché fu estrapolata e fatta diventare la definizione di Olismo quando la definizione stessa di Smuts riguardava la tendenza in Natura a creare degli interi. Si può giudicare l’importanza che Smuts accorda ad un’idea guardando il numero di volte in cui ripete quell’idea. La definizione di “più della somma” non rientra nel numero di quelle ripetute frequentemente. L’alterazione delle parti quando diventano parti di un intero, la regolazione interna dentro l’intero, la natura – tipo scatole cinesi – degli interi, l’emergenza e internalità dell’intero sono i temi frequentemente ripetuti di cui discuteremo in dettaglio in questo capitolo. Cambiare parti dell’intero Uno dei concetti più cruciali nell’Olismo è il modo in cui le parti cambiano quando vengono incorporate in un intero, quindi, di conseguenza la somma delle parti è già differente perché le parti stesse cambiano ma questo, naturalmente non è tutto ciò che fa l’intera differenza.
Smuts creò anche una specie di espressione algebrica per illustrare questa idea. In questa “a”, “b” e “c” sono le parti prima di venire incorporate nell’intero. La loro somma è x=a+b+c però dopo la creazione dell’intero, l’intero diviene: x1=a1+b1+c1 laddove non solo la “x” è differente dalla somma dei componenti originali ma gli stessi componenti cambiano. In altre parole non cambia solo l’intero ma anche le parti. L’implicazione di questo naturalmente è che ogniqualvolta ci associamo ad un intero più grande dobbiamo cambiare noi stessi secondo i requisiti dell’intero ma non fino al punto di cambiare la nostra propria identità.
Questo principio del cambio individuale è imparentato al principio Ubuntu che ha origine fra i Neri della patria di Smuts; secondo questo principio una persona diviene una persona solo tramite gli altri. In effetti, l’unico modo di cambiare per un individuo è attraverso la comunità di appartenenza, diventare una parte in un intero è quindi un prerequisito per lo sviluppo individuale.
Se questo principio è vero il principio del riduzionismo deve essere visto in una luce differente. Spezzando un intero fra i suoi componenti, questi ultimi perdono alcune delle caratteristiche che avevano quando erano parti dell’intero; infatti possono diventare cose completamente differenti. Questo potrebbe essere illustrato con il semplice esempio di dividere l’acqua nei suoi componenti. All’interno della molecola dell’acqua le parti di acqua possono essere identificate come ioni di idrogeno e ossidrile. Quando altri componenti chimici sono mischiati con questa acqua sono queste parti che si combinano con i loro componenti. Quando però l’acqua viene elettrolicamente scomposta si ottengono due gas che non hanno nessuna somiglianza con gli ioni originali. Questo potrebbe essere tacciato, naturalmente, di esempio estremo, ma resta vero che simili cambi di caratteristica avvengono durante la maggior parte delle riduzioni a componenti. Potrebbe non essere un grande problema se uno fosse cosciente di questi cambiamenti e facesse le correzioni secondo i principi olistici. In questo modo l’Olismo non invalida o scoraggia il riduzionismo, richiede solo che i risultati di sforzi puramente riduzionisti siano riesaminati e aggiustati nel contesto dell’intero. Il governo nell’intero Smuts fa notare che se c’è un interezza o unità di azione essa deve essere assicurata da un forte potere di regolamentazione e correlazione delle parti :
Smuts considera questa regolamentazione nell’organismo assicurata dal cervello e dal sistema nervoso centrale che fornisce all’intero un nuovo campo di attività, che non è stato presente nelle parti, e che non si può prevedere dal loro comportamento. Lui considera questo principio come “qualcosa di veramente meraviglioso, quasi qualcosa di miracoloso”
E’ questo governo che influenza le parti per cambiare il loro comportamento. Ad esempio, se un essere umano fa parte di un gruppo ha bisogno di cambiare il proprio comportamento secondo le necessità del gruppo stesso. Il cambio sarà effettuato attraverso messaggi interni (governo) che sono inviati all’individuo che, quindi, cambia di conseguenza. Le parti che contribuiscono all’intero Le parti, dunque, cambiano in accordo con le richieste dell’intero e qui dobbiamo spendere una parola di cautela, poiché questo principio può essere facilmente mal interpretato se tolto dal suo contesto. Probabilmente Smuts deve essere biasimato per questo, giacché spese molto più tempo sul contributo all’intero che alla conservazione della parte. Al fine di eliminare la confusione, comincerò con qualche prova a sostegno del perché Smuts non dovrebbe essere pensato come qualcuno che rivendica una totale obbedienza a una causa elevata. Ritorneremo su questo tema quando parleremo della necessità di un equilibrio fra individuazione e universalizzazione o differenziazione e integrazione. Se ne parla anche in modo eccessivo in congiunto con il concetto di Libertà della Personalità che tratteremo in un altro articolo. E’ importante tenere presente che Smuts non rivendica una cieca dedizione ad una causa centrale anche se le dichiarazioni che seguono - se estrapolate dal loro contesto - potrebbero suggerirla .
Smuts menziona esempi di altruismo estremo, persino di sacrificio estremo verso ideali e fini più alti, di completa collaborazione in aiuto l’un dell’altro, dell’intero organismo e della risistemazione di elementi individuali in vista della conservazione e attività dell’intero. Queste sono considerazioni estremamente importanti stabilito che sono sempre prese in accordo con la conservazione dell’interezza delle parti. Disgraziatamente il principio di collaborazione fra le parti è stato tolto dal suo contesto originale così come è stato per il principio di conservazione dell’individuo. Tutti e due sono stati portati all’estremo rispettivamente nel comunismo e liberalismo ma, fortunatamente, questo non è il caso a livello universale per cui si trovano società in cui queste caratteristiche complementari sono usate in modo sinergico. (Jaros, 2000) L’interiorità degli interi Un sistema meccanico consiste anche di parti che, assieme, potrebbero produrre qualcosa di più grande della somma delle parti. Una macchina è fatta per ottenere qualcosa di più di quanto le sue parti possano fare da sole, di conseguenza le sue azioni sono esclusivamente orientate all’esterno.
Abbiamo a questo punto il Giano a due facce per quanto riguarda il funzionamento dell’intero che è stato in seguito ampliato da Koestler (1978), Laszlo (1972) e da noi medesimi (Jàros and Cloete, 1987). Ciò significa che per essere un intero non è sufficiente avere uno scopo da raggiungere nell’ambiente esterno, ma che uno ha anche obblighi verso l’ambiente interno che contiene le parti. Da molto tempo è una caratteristica di molte organizzazioni di affari di funzionare come macchine, vale a dire senza la dovuta interiorità. Tutte le azioni erano orientate a fare profitti senza porre molta attenzione alle persone che sono all’interno dell’organizzazione. Alcune organizzazioni hanno cercato di mostrare un rispetto formale all’interiorità, ma questo è stato solo un atteggiamento esteriore ed è stato in realtà usato per ricavare il massimo dall’individuo. Fino a che non c’è una genuina determinazione olistica a dare all’individuo lo stesso valore che viene dato all’organizzazione, non di più né di meno, non si può davvero parlare di vera interiorità, così come immaginata da Smuts. Questo comporterebbe che gli impiegati siano scelti come persone e non come parti che svolgono certi compiti e siano impiegati su basi più durature, forse come azionisti della stessa organizzazione. Manifestazione In modo semplicistico si potrebbe considerare la manifestazione come “il più” che c’è nella definizione popolare di olismo, ciò nonostante , alla luce di quanto abbiamo detto finora , vediamo che manifestazione è un concetto molto più ampio. Questo concetto include le proprietà emergenti delle parti, la nuova organizzazione e la coordinazione delle parti in relazione l’una con l’altra, la nuova interiorità dell’intero: in effetti ogni cosa che non è esistita prima che l’intero fosse formato.
Smuts menziona, come esempio, la mentalità della folla che è distinta dal numero degli individui che la compongono, e che ha un potere generalmente sproporzionato alla forza degli individui componenti il gruppo. Questo è, naturalmente, solo parte della manifestazione che potrebbe darci l’idea che l’individuo diviene automaticamente cancellato dalla forza del gruppo; in seguito, comunque, siamo riassicurati che questo non succede necessariamente. La manifestazione si estende anche all’individuo e agli aspetti organizzativi e interni dell’intero sistema fino a che avviene un equilibrio fra le varie tendenze. Sfortunatamente la manifestazione di tutte le tendenze non succede alla stessa velocità e ci possono essere seri squilibri finché non riappare l’armonia nel sistema.
Individuazione e Universalità Smuts vide nell’individuazione e universalizzazione le due tendenze distinte dell’evoluzione olistica. L’individuazione è la caratteristica di ciascun “intero”, mentre l’ordine e il regolamento assicurano l’universalizzazione entro interi più ampi. Queste tendenze sono simili a quelle della differenziazione e dell’integrazione con cui si ha in qualche modo una maggiore familiarità. Lui crede che mentre una delle tendenze potrebbe acquisire ascendenza sull’altra, l’Olismo alla fine assicura un equilibrio fra le due.
Sebbene Smuts non menzioni il concetto di complementarietà, è piuttosto evidente che è ciò che intende dire. Le due tendenze sopra citate non sono opposte ma complementari (Jàros, 2000), che funzionano sinergicamente per ottenere un progresso olistico. Anche se questo potrebbe essere riassicurante, è importante che non lasciamo che sia soltanto l’Olismo ad averne cura. L’avanzamento olistico include la gente e le sue azioni. Le persone possono diventare coinvolte sia in modo costruttivo che distruttivo. Ci sono molti che hanno visioni estremistiche e considerano le due tendenze come opposte, cioè non conciliabili. Ad esempio se sono insoddisfatti di una direzione, diciamo, troppa libertà personale, senza considerazione per il sistema più generale, loro si spostano all’altro estremo. Il risultato è una “persistente oscillazione” fra i due estremi che non giungono mai ad una ragionevole sinergia fra i complementi. Lo spostamento alla versione estrema del capitalismo, che ha caratterizzato la reazione automatica dei paesi liberati dal comunismo, è un esempio di un simile approccio. Si può accelerare il processo di armonizzazione cercando la sinergia, invece del confronto. Intenzionalità La ragione dell’oblio di Smuts da parte della comunità scientifica potrebbe essere spiegata dal fatto che lui non solo accettò l’intenzionalità come qualcosa di reale ma anche che in verità la considerò di grande importanza:
Una tale dichiarazione sarebbe stata considerata una eresia dalla comunità scientifica, anche oggi, e potrebbe finire per sempre al bando della vita scientifica. Naturalmente questo non spiega perché anche i pensatori di sistemi abbiano dovuto ignorare Smuts. Dopo tutto uno dei pilastri del pensiero di Bertanlaffy è il concetto di finalità. Lo scopo è semplicemente un componente essenziale in qualsiasi attività di sintesi. Gli scienziati si comportano nei confronti del concetto di finalità in un modo da riflesso condizionato e lo associano semplicemente alla teologia. Non fa nessuna differenza che si spieghi, come fa Smuts:
Lui, come altri pensatori di sistemi capiscono che la finalità non deve essere qualcosa predeterminata da un essere superumano. Autoguarigione dell’intero Il principio che gli interi si riparano da soli è uno di quelli che potrebbero essere usati con buon profitto nelle professioni che curano le malattie. Secondo Smuts
Il dottore vecchia maniera che prescriveva qualcosa che non poteva procurare danno ma che dava al corpo una possibilità di ripresa è quasi completamento sparito. Oggigiorno troppa pressione è fatta sul medico affinché usi medicamenti designati per un problema particolare. Ci si è dimenticati che i sintomi sono principalmente messaggi all’individuo affinché agisca in un modo da favorire l’autoguarigione. (Jàros e Baker, 2000) Al corpo non viene data nessuna possibilità di usare le sue meravigliose abilità di guarigione che, fra l’altro, non hanno gli effetti collaterali che hanno molte medicine. Queste note non sono fatte per diminuire i meravigliosi progressi tecnologici fatta in medicina ma per rimarcare che essi possono essere usati in modo inappropriato. Definizione di Olismo da parte di Smuts Come già menzionato in precedenza, la più importante dichiarazione di Smuts non è che il “più è più della somma delle sue parti” ma quanto segue:
Questa dichiarazione appare nella prefazione al libro e non si può chiaramente mancare. Il titolo del libro può essere fuorviante: parla di Olismo e Evoluzione che potrebbero essere interpretati come fossero due cose diverse. L’Olismo è evoluzione che è niente altro che “ lo sviluppo graduale e la stratificazione di serie progressive di interi”. (p.v.). Smuts ritorna più volte su questo tema per tutto il libro. Alcune di queste meritano di essere citate qui per sottolineare senza dubbi cosa intendesse per Olismo.
Ad un certo punto Smuts elenca le funzioni dell’Olismo:
Quando leggiamo queste citazioni, non possiamo fare a meno di pensare al concetto della “Grande Sintesi” che Laszlo (1978) propone nel suo libro sull’evoluzione secondo cui i mondi fisici, biologici e sociali sono sintetizzati all’interno di una cornice generale. Si deve ricordare che dai tempi di Smuts la conoscenza scientifica è aumentata enormemente. I concetti su cui Laszlo basa le sue conclusioni come i sistemi lontani dall’equilibrio, l’autopoiesi, teoria della catastrofe, caos e biforcazioni non erano conosciute nell’epoca di Smuts. Smuts dovette basare le sue conclusioni su una conoscenza molto più modesta ed è davvero stupefacente come lui abbia potuto venir fuori con idee così rivoluzionarie agli inizi del XX secolo. Terminiamo ora questa sezione con qualche riga in più presa dal libro, righe che riguardano gli aspetti evolutivi dell’Olismo.
Conclusioni Abbiamo iniziato questo articolo con una citazione che mostrava stupore per il fatto che le idee di Smuts non abbiano ricevuto il plauso che si meritano, siamo giunti alla conclusione che le ragioni di questa mancanza non erano dettate dalla malvagità: Smuts era semplicemente troppo in avanti per la sua epoca per essere apprezzato sia nella sua terra natìa che nel mondo. Il suo lavoro è quindi diventato noto solo nella forma semplicisticamente diluita di insignificante verità lapalissiana che nessuno ha preso o continua a prendere seriamente. Ora che entriamo nel Millennio Olistico le idee da lui avanzate stanno assumendo significato e stanno iniziando a rimaterializzarsi dai campi di energia del Mondo in cui viviamo, lavoriamo e pensiamo. Il fatto che Smuts abbia pensato queste cose 75 anni fa o meglio più di 100 anni fa come per il caso della Personalità Olistica, dovrebbe produrre un impeto rinnovato per riportare alla luce questi principi. Elenchiamo alcune delle idee più importanti menzionate da Smuts:
Probabilmente ci sono altri punti che potrebbero essere portati alla superficie tramite un più rigoroso studio di questa miniera d’oro sudafricana di principi olistici. L’autore di questo articolo potrebbe solo fornire cenni per molti punti di quel lavoro meraviglioso e stimolante. Le idee che specificamente si riferiscono a Mente e Personalità sono state lasciate da parte di proposito con l’intenzione di discuterle in un articolo che seguirà. Abbiamo iniziato il nostro viaggio al Capo di Buona Speranza dove la fiorente Città del Capo ha dispensato per secoli non solo la bellezza ma anche il cibo e il vino per il viandante esausto. Come indica il nome, la città dava anche la Speranza che il viaggio giungesse alla fine ad una felice conclusione. Non c’è alcun dubbio che Smuts stesso fosse non solo pieno di speranza ma che anche sinceramente credesse che l’umanità riuscirà a ritagliarsi un futuro migliore.
Bibliografia
Fonte: www.enciclopediaolistica.com Altri testi sull'olismo
Vedi anche L'importanza dell'Olismo - Olismo di Jan Smuts |