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IL CATTOLICESIMO REALE (1-2)
Coraggioso l'anticonformista editore Odradek a pubblicare un testo di 524 pagine a un prezzo così contenuto, per un target selezionato, già predisposto a leggere molto e culturalmente poco incline a patteggiare per istanze di tipo religioso. Non si tratta di un libro di storia stricto sensu, anche se l'autore, Walter Peruzzi, a capo della rivista "Guerre e Pace", si preoccupa di sviscerare ogni argomento in maniera diacronica e trasversale, ripercorrendolo ab ovo. Più che lasciar parlare i fatti, l'autore riporta scrupolosamente l'ipse dixit, più o meno dogmatico, di chi ha avuto il privilegio di fare l'historia ecclesiae. E' dunque un libro a temi, il cui scopo principale è di smontare le idee religiose qua talis, non, beninteso, in maniera polemica, ma, proprio come si legge nel sottotitolo: "attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della chiesa, dei concili". Si può in un certo senso dire che qui si ha a che fare, gramscianamente, con un'indagine sovrastrutturale (specie in relazione alla dottrina morale della chiesa) che non con una ricerca, in chiave marxista, dei nessi sociologici tra economia e religione. Non è neppure un libro di politica, benché ne trasudano abbondantemente le conseguenze che si possono trarre dalle sue tesi. Sembra più che altro un grande catechismo alla rovescia, un Anticatechismo, il cui ironico titolo, Il cattolicesimo reale, fa il paio con quello che dai tempi di Stalin ha svolto un ruolo tristemente famoso. Un titolo che lascia trasparire una certa ansia universalista, quella di dover fare i conti, una volta per tutte, con l'impianto complessivo di una confessione bimillenaria, che oggi forse rappresenta la quintessenza più sofisticata dell'oscurantismo mondiale. Se Peruzzi voleva lasciarci una pietra miliare del suo pensiero, di cui il laicismo deve tener conto nel proprio cammino di liberazione "da" ogni religione, vi è riuscito perfettamente. Che sia un'opera monumentale non lo indicano solo le sue pagine, ma anche il fatto che non si può leggere come se fosse Guerra e pace di Tolstoj: bisogna per forza prendersi una matita, sottolineare le parti più significative, rifletterci sopra, cercare di esse i necessari riscontri e scriverci sopra qualche commento personale. E' dai tempi di Deschner che in Italia non si vedeva un lavoro del genere. Farne una presentazione significa svilirla. Soltanto l'indice contiene sei pagine di capitoli e paragrafi; diciotto pagine sono dedicate all'utilissimo Indice dei nomi e delle cose notevoli; quasi quattrocento i testi e i siti consultati (a dimostrazione peraltro che il web ha acquisito una certa maturità in materia). Delle opere di oltre trecento autori sono state utilizzate innumerevoli citazioni. Di ogni argomento l'autore ha voluto tracciare una linea temporale, partendo dal passato per giungere al presente (tradendo, in questo, il proprio pregresso da docente liceale). La scelta di metodologia storiografica trova la sua ragion d'essere nel fatto che per Peruzzi non vi è discontinuità sostanziale nell'ambito del cristianesimo, che per lui è anzitutto "cattolicesimo-romano". Non facendo distinzioni significative fra le tre principali confessioni della cristianità, inevitabilmente l'autore si trova ad avere buon gioco nel sostenere la presenza di un continuum reazionario nell'ambito del cattolicesimo latino. Il che però non gli ha permesso d'apprezzare il fatto che la posizione greco-ortodossa scongiurava il pericolo di una temporalizzazione del potere spirituale ecclesiastico, o il fatto che l'evoluzione interpretativa delle fonti bibliche, iniziata nel mondo protestante (ma in Italia il più esemplare antecedente fu Marsilio da Padova), porterà col tempo alla nascita dell'ateismo. D'altra parte Peruzzi non ha una base esegetica vera e propria: non gli si può rimproverare di non aver saputo fare i necessari distinguo tra fede e fede. Peruzzi è un ateo e affronta come tale la questione religiosa. Semmai ha cercato di rintracciare paralleli fra le tre religioni monoteistiche, mostrando che, quanto vale per una, in sede di critica radicale, spesso vale anche per le altre. D'altronde che la critica voglia proprio essere "radicale", lo stesso Peruzzi lo lascia intendere quando afferma, nella premessa, che il suo proposito non è stato quello di evidenziare le contraddizioni tra una teoria religiosa idealistica e le sue distorte applicazioni pratiche (cosa che oggi chiunque è in grado di fare), ma è stato quello che smontare proprio il lato "umanistico" o "idealistico" della religione cristiana, che per l'autore resta del tutto indimostrabile, ovvero molto molto presunto. In questo il volume si presenza in maniera innovativa: una vera base di partenza per sviluppare nuovi studi critici, nella speranza di poter sferrare un giorno il definitivo "colpo demolitore" a questo rudere del passato, secondo l'espressione di Gramsci, che è il vero maestro di Peruzzi. Peruzzi Walter, Il cattolicesimo reale. Attraverso i testi della Bibbia, dei papi, dei dottori della chiesa, dei concili, 2008, Odradek Fonte: www.cattolicesimo-reale.it |
Le immagini sono state prese dal sito Foto Mulazzani (sezione Natura/Fiori)