LA RIFORMA PROTESTANTE

Dalla riforma della chiesa
alla nascita del capitalismo


LA STRATEGIA CULTURALE DELLA CONTRORIFORMA COME REAZIONE ALLA CULTURA RINASCIMENTALE
E LA DEFLAGRAZIONE DELLA CULTURA LETTERARIA TRADIZIONALE

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All'inizio del Cinquecento l'unità cattolica era stata incrinata dalla Riforma protestante (1517), che era nata anche perché Lutero non accettava la mancanza di cultura da parte del basso clero. Alcuni sacerdoti di campagna erano infatti analfabeti e non sapevano neppure leggere il Messale e spiegare i passi principali della Bibbia; la cultura religiosa aveva perso quindi piede, dato che veniva meno la preparazione di coloro che avrebbero dovuto divulgarla. 

Di contro la cultura laica era molto più diffusa e stava assumendo un'egemonia, che prima era indiscutibilmente appartenuta alla Chiesa di Roma. I laici si sentivano così culturalmente forti da uscire dal loro campo per invadere gli ambiti propri della Chiesa: per esempio nel 1543 a Venezia fu pubblicato il Trattato utilissimo del beneficio di Gesù Cristo crocifisso verso i cristiani. La Chiesa non poteva tollerare che gli intellettuali laici pretendessero di parlare di verità cattoliche o che si arrogassero il diritto di spiegare passi della Bibbia, perché erano compiti del clero. 

Tuttavia la ragione per cui i laici sentirono il bisogno di spiegare le Sante Scritture era che non c'erano religiosi pronti a farlo, tanto più che il momento storico era critico per quanto riguardava l'esegesi biblica: il Protestantesimo infatti stava prendendo piede in maniera spaventosa e gli intellettuali protestanti si stavano impegnando fortemente in un'opera di propaganda della nuova religione di Lutero, che sosteneva che per interpretare la Bibbia non c'era bisogno del clero, ma ogni singolo credente aveva la garanzia che grazie allo Spirito Santo avrebbe interpretato rettamente ciascuna pagina delle Scritture.

La Chiesa di Roma non poteva permettersi di accettare passivamente una tale situazione storica e culturale: nel 1545 fu convocato il Concilio di Trento, primo passo della Controriforma cattolica. A causa di continui ritardi e interruzioni fu solo nel 1563 che Papa Pio IV promulgò un nuovo Indice dei libri Proibiti, che, oltre all'elenco dei libri considerati contrari alla fede o alla moralità cattolica, conteneva anche la spiegazione dei criteri di giudizio. Ovviamente il Trattato del beneficio di Gesù Cristo fu uno dei primi a essere censurato e distrutto; l'autore invece era rimasto anonimo, per cui non poté essere catturato dal Tribunale dell'inquisizione. Il testo originale del libretto andò perduto, ma furono salvate alcune traduzioni rimaste al di fuori dell'Italia. Furono condannate anche le traduzioni della Bibbia in volgare italiano. Con la pubblicazione dell'Indice la Chiesa sanciva definitivamente i limiti, entro cui i letterati dovevano muoversi, e stabiliva chiaramente i rispettivi compiti del "laico e secolare".

Un altro dei principali obiettivi della Controriforma fu poi di omologare la cultura dell'alto e del basso clero, poiché la Chiesa si era accorta che effettivamente su questo Lutero aveva ragione ed era intollerabile che dei Ministri di Dio fossero analfabeti. Perciò nel Concilio di Trento fu approvata l'istituzione dei seminari, che scavarono una profonda linea di demarcazione fra gruppi intellettuali laici e clericali. I seminari, vere e proprie scuole per gli aspiranti sacerdoti, provvedevano a istruirli e prepararli culturalmente e spiritualmente. Il clero veniva in questo modo sottratto agli influssi della Cultura laica rinascimentale, che poteva essere troppo licenziosa e fuorviante. I novizi venivano educati solo agli ideali controriformisti dell'ordine, della castità e del rigore: la Cultura ecclesiastica si staccava così dalla laicità e, rinunziandovi, ne diveniva non solo indipendente, ma superiore. Gli intellettuali religiosi vollero fin dal principio della Controriforma avere più influenza sul popolo rispetto ai laici, per rispondere ai sostenitori del Protestantesimo dilagante.

La Chiesa, attraverso varie innovazioni, attuò una politica di propaganda dei suoi princìpi, grazie alla definizione di regole per la predicazione e alla fondazione di nuovo ordini, i cui compiti principali erano l'assistenza e l'insegnamento. Il contatto fra persone ordinarie ed ecclesiastici era garantito da frequenti visite pastorali, quaresimali, predicazioni pubbliche: in questo modo la Chiesa era sicura di diffondere gli ideali controriformisti, perché garantiva la sua presenza in tutti i momenti di associazione popolare. L'intervento della Chiesa si attuò sulle piazze, nelle cattedrali, nelle curie e soprattutto nelle scuole. Le modalità di intervento sull'istruzione furono molteplici: per prima cosa furono aperte varie scuole, rette da ecclesiastici, che perlopiù erano destinate a giovani di bassa condizione e provenienti dalle campagne, o a quelli le cui possibilità finanziarie non permettevano un'istruzione elementare privata. Fu poi garantito un sistema scolastico per le classi superiori, cui potevano accedere i giovani poveri ma dotati intellettualmente; quelli che invece non erano portati per lo studio venivano avviati a iniziative assistenziali per i bisognosi.

Anche il problema dell'interpretazione della Bibbia, che era uno dei principali punti di rottura con i Protestanti, non venne trascurato: tutte le letture filologiche delle Scritture furono rifiutate, affinché l'unica lettura fosse quella rigida e letterale dei chierici regolari. I laici che invadevano il campo dell'esegesi biblica venivano costretti a fare marcia indietro: è famoso l'episodio di Galileo Galilei, obbligato dall'Inquisizione a firmare l'abiura nel 1633, poiché la sua teoria dell'eliocentrismo contrastava con un passo biblico del Libro di Giosuè. La Chiesa, di fronte al duro colpo della Riforma protestante, che l'aveva indebolita, stava facendo di tutto per ristabilire quell'egemonia culturale. che con la fine del Medioevo era andata scemando.

E' chiaro che in una tale situazione la cultura letteraria tradizionale si trovò in una grave crisi: la Chiesa si mostrava così potente e sicura, che al di fuori di essa tutto sembrava precario e instabile. Essa non si limitava infatti a diffondere la sua ideologia, ma la imponeva e difendeva con metodi che non avevano nulla a che fare con lo spirito di tolleranza e fraternità cattolica: il Tribunale dell'Inquisizione colpì duramente la libertà di espressione filosofica e culturale. Fondato nel 1542 con la bolla “Licet ab initio” da Papa Paolo III sull'esempio spagnolo, il Tribunale dell'Inquisizione sradicò qualsiasi tendenza protestante in Italia ed eliminò anche alcuni eretici. Giordano Bruno per esempio fu condannato al rogo nel 1600 perché era stato accusato di diffondere dottrine contrastanti con gli insegnamenti cattolici: la Chiesa, dopo la spaccatura con i Protestanti, era così attenta a evitare ulteriori distaccamenti che soffocava tutti i possibili attentatori alla sua unità. 

Galileo e Bruno sono solo due degli esempi di intellettuali (uno scienziato e un teologo) additati dalla Chiesa come eretici; accanto a loro vengono ricordati Tommaso Campanella e Francesco Pucci, tutti imprigionati dal Sant'Uffizio. Per di più la loro condanna continuò per secoli: fu solo nel 1992 che Papa Giovanni Paolo II ammise l'errore compiuto dalla Chiesa contro Galileo. Nei tempi della Controriforma, la cultura letteraria tradizionale era in piena crisi, vincolata dai valori cattolici e non più autonoma, libera di creare opere letterarie secondo i propri punti di vista.

Se la Chiesa era di fatto l'istituzione più forte, tuttavia essa esercitava la sua autorità facendo affidamento da un lato alla persuasione (con le scuole e i seminari), dall'altro alla paura (con l'Inquisizione).

Scarpellini Mario

L'INUTILITA' DELLA CONTRORIFORMA

Perché la Controriforma fu un fallimento? Forse perché i protestanti avevano ragione e torto i cattolici? Se si guardano da vicino, sul piano teologico, le affermazioni dei luterani e dei calvinisti, non ce n'è una che abbia motivazioni sufficienti per negare valore a quelle cattoliche.

La negazione del libero arbitrio e del valore salvifico delle opere, l'affermazione della predestinazione e della giustificazione per la sola grazia, il rifiuto della gerarchia ecclesiastica e dei sacramenti, l'affermazione del sacerdozio universale e del libero esame delle Scritture, ecc., sono tutte cose che distruggono completamente una qualunque esperienza cristiana che voglia rifarsi a una tradizione plurisecolare, ovvero sono principi che necessariamente impongono un criterio del tutto individualistico e quindi arbitrario nell'esperienza della fede.

L'unica corrente religiosa in grado di mettere in crisi, sul piano teologico, il cattolicesimo era l'ortodossia dell'Europa orientale (prima bizantina e poi slava), con le sue idee di pentarchia, di superiorità del concilio sul papa, di equivalenza tra chiese locali, di primato d'onore e non giurisdizionale da concedersi agli alti prelati, di pariteticità tra gli apostoli, di diarchia tra Stato e chiesa, di pneumatologia (ovvero di antifilioquismo) nel Credo e nella vita ecclesiale, ecc. Ma in nessun punto i riformati trovarono un accordo con gli ortodossi. Sul piano strettamente dogmatico i protestanti erano, nei confronti degli ortodossi, ancora più lontani dei cattolici.

Questo fa pensare che il protestantesimo non volle affatto essere una "riforma" della chiesa, ma una "rottura" vera e propria. Tutte le sue tesi dogmatiche non avevano solo lo scopo di rompere politicamente con Roma, ma anche di superare una tradizione cristiana di 1500 anni di storia, per inaugurarne un'altra del tutto inedita, conforme alle mutate esigenze dei tempi in Europa occidentale.

Il primo effetto eclatante di questa rottura fu l'abolizione degli ordini regolari e il sequestro dei loro beni. Questo aspetto fu fondamentale per rafforzare il potere economico dei sovrani e della borghesia che li appoggiava. Sotto questo aspetto l'unica differenza tra luteranesimo e calvinismo fu che in Germania, Lutero, chiedendo di eliminare la rivolta contadina anabattista e di reprimere le rivendicazioni della piccola nobiltà, mise la Riforma a disposizione della grande nobiltà, impedendo l'unificazione nazionale e la rivoluzione borghese. In Germania ci si accontentò, dopo aver requisito i beni immobili del clero, di fare - come disse Marx - "una rivoluzione del pensiero", ovvero a far diventare "sacerdoti" tutti i credenti.

Zwingli, Melantone e soprattutto Calvino furono invece orientati a sviluppare la borghesia, e con una determinazione tale che i calvinisti accettarono di emigrare, in massa, persino oltre oceano, nel Nordamerica, facendolo diventare il paese più calvinista del mondo.

La Controriforma poteva vincere solo in un paese dove la borghesia fosse stata debole e divisa, solo dove non vi fosse stata l'unificazione nazionale, solo dove la monarchia nazionale potesse sostenere il proprio cattolicesimo grazie ai metalli pregiati rubati nelle colonie e alla schiavizzazione dei loro abitanti, solo dove l'aristocrazia feudale vedesse nella borghesia imprenditoriale e nei contadini desiderosi di liberarsi dal servaggio un nemico molto pericoloso.

Di sicuro la Controriforma non poteva vincere solo perché, rispetto al luteranesimo, aveva teologicamente ragione. Infatti la coerenza fra teoria e prassi l'aveva perduta da un pezzo, almeno da mezzo millennio, cioè da quando s'era definitivamente staccata dall'ortodossia (1054) e da quando aveva iniziato a perseguitare duramente i movimenti pauperistici ereticali, dei quali, non a caso, la Riforma erediterà le idee più radicali.

La chiesa romana, politica per definizione, in quanto legata a un proprio Stato, avrebbe continuato ad essere un'istituzione profondamente corrotta, anche in presenza della Controriforma. Essa non solo è stata la principale protagonista del mancato sviluppo borghese dell'Italia moderna e quindi della mancata unificazione nazionale, ma anche il principale ostacolo alla ricerca di una strada democratica che fosse alternativa sia alla vecchia nobiltà feudale che alla stessa borghesia capitalistica.

Fonti


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 20/05/2013