LE MONARCHIE NAZIONALI


L'EUROPA E LE GUERRE NEL SETTECENTO

QUADRO GENERALE DELLA POLITICA DEL SETTECENTO

  1. Preoccupazione principale dell'intera Europa è quella di mantenere un equilibrio geo-politico internazionale, che può essere soggetto a periodici aggiustamenti. Si dà per scontata la divisione del continente europeo tra cattolici e protestanti, in modo tale che i fattori religiosi o ideologici non definiscono più gli schieramenti politico-militari. L'Europa del Settecento è composta da Stati capitalisti (Gran Bretagna, Francia, Olanda...) che tendono a imporre agli Stati feudali (Spagna, Italia, Polonia, Russia, Austria...) alcune fondamentali regole borghesi di comportamento (nel diritto, nell'organizzazione sociale, nella diplomazia, nel modo di fare la guerra, nell'economia). È un'Europa plurale, che non vuole assolutamente una monarchia universale e tanto meno le interessa combattere contro un "infedele" per motivi religiosi. È un'Europa molto attenta alla diplomazia, favorevole al cosmopolitismo (l'individuo cittadino del mondo).
  2. In genere le guerre in Europa non vengono combattute per annientare l'avversario, ma solo per logorarlo, secondo un piano razionale che tenga conto del rapporto tra costi (umani e materiali) e benefici: gli eserciti infatti sono molto costosi e si cerca di risparmiare le popolazioni civili, già sfiancate dalle guerre distruttive dei secoli precedenti. I vantaggi da conseguire sono di tre tipi: commerciali (sugli oceani e nei mari Mediterraneo, Baltico e Nero); territoriali e dinastici. Si passa quindi facilmente dall'azione militare, che in genere dura pochi anni, a quella diplomatica.
  3. Vi sono almeno una quindicina di guerre, suddivise in: a) commerciali sugli oceani e per le colonie (Gran Bretagna, Francia, Olanda e Spagna); b) commerciali per il mar Baltico (tra Svezia, Danimarca, Polonia e Russia) e per il mar Nero (tra Russia e Impero ottomano); c) per la successione dinastica sui troni di Spagna, Polonia e Austria; d) di conquista territoriale (p.es. l'Austria nei Balcani, Austria-Russia-Prussia per la spartizione della Polonia, ecc.). Gli attori principali delle guerre sono Gran Bretagna, Francia, Austria, Russia e Prussia. In questo secolo si assiste al tramonto definitivo della Spagna come grande potenza, nonostante le colonie d'oltremare restino legate alla madrepatria (tuttavia la concessione dell'attracco di un vascello inglese, una volta l'anno, in uno dei porti spagnoli dell'America meridionale, notoriamente chiusi a tutti i Paesi non appartenenti alla Spagna, per poter liberamente commerciare, segna l'inizio dello scardinamento delle misure protezionistiche adottate dalla Spagna per favorire le proprie navi nel trasporto delle merci da e verso l'Europa). Si assiste anche al fallimento delle mire espansionistiche ed egemoniche della Francia di Luigi XIV, anche se col terremoto della rivoluzione del 1789 e con l'avventura napoleonica molte cose cambieranno in Europa.
  4. Gli eserciti regolari e permanenti sono composti da soldati professionali di lunga ferma, molto disciplinati, composti, nei bassi ranghi, da contadini disoccupati, da malviventi e sbandati. Continuano a esserci contingenti mercenari provenienti da Svizzera, Scozia, Irlanda ecc.
  5. Tutte le potenze europee più avanzate condividono l'impostazione mercantilistica dell'economia (favorire l'export, ridurre l'import, tratta dei negri, colonialismo che fa dell'Europa un centro e il resto del mondo una periferia).
  6. La guerra dei Sette anni (1756-63) viene detta la prima guerra mondiale perché coinvolse le principali potenze europee dell'epoca e venne combattuta su tre continenti (Europa e, per motivi coloniali, Asia e America). È totalmente indipendente da questioni dinastiche. Vede nettamente la Prussia in ascesa in Europa, ma solo grazie al fatto che in Russia andò al potere lo zar Pietro III, che era filo-prussiano. Vede anche l'Inghilterra dominare nettamente a livello coloniale sugli oceani e soprattutto in America e in India ai danni della Francia.(1)
  7. Con lo zar Pietro I il Grande e il trasferimento della capitale da Mosca a San Pietroburgo la Russia si occidentalizza, sostituendosi alla Svezia nell'egemonia del Baltico, occupando una parte della Polonia nel dominio in Europa e limitando il potere ottomano sul mar Nero.
  8. Gli Ottomani a partire dal 1697, con la sconfitta subita a Vienna da parte degli austriaci (che si prendono l'Ungheria), iniziano lentamente a ritirarsi dai Balcani, anche se le potenze europee, per timore che la Russia s'affacci sui Balcani preferiscono avere un impero ottomano indebolito. Comunque gli Ottomani fino al 1878 non faranno più guerre contro i paesi europei.
  9. La Polonia scompare come regno dalle carte geografiche sino alla fine della prima guerra mondiale, ripartita tra Russia, Prussia e Austria. Era un'area debole come l'Italia (quest'ultima dominata da Austriaci e Borboni).
  10. Quando ottengono la Sardegna in cambio della Sicilia i duchi di Savoia diventano la prima dinastia reale d'Italia (regno di Sardegna).
  11. Con la guerra di successione spagnola la Spagna passa dagli Asburgo ai Borbone (di origine francese) e un loro ramo (che diventerà autonomo dalla Spagna) acquisisce il meridione italiano sino all'unificazione nazionale.
  12. Della Prussia si dice che non è uno Stato con un esercito, ma un esercito con uno Stato. Il solo Federico II combatte 16 grandi battaglie, perdendone solo tre; e quando invade la Slesia e la Sassonia lo fa senza preavviso. Aveva un esercito di 195.000 soldati, quando la Francia, con una popolazione tripla, ne aveva 180 mila. La superiorità tattica dei prussiani li fece diventare la potenza militare più forte. Il ducato di Prussia in origine aveva per capitale Königsberg (oggi Kaliningrad), sul Baltico, al confine con la Polonia, da cui dipendeva maniera feudale. Fu la Prussia che cercò di congiungersi territorialmente col Brandeburgo (capitale Berlino) per formare un unico Stato. Federico I, elettore del Brandeburgo (della famiglia Hohenzollern), diventò primo re di Prussia nel 1701, ma sarà solo con la prima spartizione della Polonia, nel 1772, che si stabilirà una continuità territoriale tra Prussia e Brandeburgo. I sovrani prussiani convinsero la nobiltà terriera (junker) ad accettare l'idea della centralizzazione dello Stato, riducendo i privilegi feudali e le autonomie periferiche, in cambio di grandi poteri alla nobiltà nell'amministrazione statale e nell'esercito. La Prussia si era liberata dalla dipendenza feudale polacca già durante la prima guerra del Nord (1654-60) per l'egemonia del Baltico, vinta dagli svedesi. Poi, con la seconda guerra del Nord (1720-21), vinta dalla Russia contro la Svezia, la Prussia cominciò a occupare vasti territori della Polonia, facendo di Stettino il suo porto principale. Per popolarsi aprì le frontiere ai calvinisti espulsi da Francia e Austria.
  13. La legge salica, elaborata alla fine del V secolo dei Franchi Salii, abitanti delle Fiandre, e ripresa da Filippo V in Francia (1293-1322) che se ne servì per usurpare il trono legittimamente assegnato a Giovanna II di Navarra, sua nipote, era quasi diventata una legge europea. Ma durante il Settecento (dopo essere stata messa in discussione in Inghilterra), verrà progressivamente superata in tutti gli Stati, permettendo anche alle donne di accedere ai troni regali. Essi riconobbero la Prammatica sanzione voluta da Carlo VI, imperatore d'Asburgo, a favore della figlia Maria Teresa.

Periodi Guerre Cause Trattati di pace Effetti
1700-1721 Guerra del Nord

Svezia contro Polonia, Danimarca, Russia e Prussia

La guerra del Nord (preceduta, per lo stesso motivo, da quella del 1655–61) scoppia perché la Svezia, dopo la guerra dei Trent'anni (1618-48) aveva ottenuto l'egemonia del Baltico. A questo egemonia s'erano opposti, nel Settecento, Polonia, Danimarca e Russia. In un primo tempo hanno la meglio gli svedesi, ma poi subiscono una sconfitta decisiva da parte dei russi a Poltava nel 1709, dalla quale non si riprenderanno più. Stoccolma, Frederiksborg, Nystadt

1719-21

La Svezia perde i suoi territori tedeschi e l'egemonia commerciale del Baltico. La Danimarca occupa i ducati di Schleswig-Holstein (alleati della Svezia). La Russia acquisisce Livonia (Lettonia), Estonia, Ingria e Carelia (verso l'odierna Finlandia). Durante la guerra gli svedesi avevano posto sul trono polacco un sovrano amico, Stanislao Leszczyński, che però alla fine della guerra fu deposto, sicché il precedente sovrano Augusto II rientrò in carica. Tuttavia la morte di Augusto II nel 1733 apre le porte alla guerra di successione polacca tra i sostenitori del figlio Augusto III e quelli di Leszczyński, tornato ad avanzare rivendicazioni sul trono polacco grazie all'appoggio dei suoi nuovi alleati francesi. La guerra rappresenterà il colpo di grazia per la Confederazione polacco-lituana, avviata verso una progressiva spartizione a vantaggio di Austria, Russia e Prussia.
1702-1714 Guerra di successione spagnola

Francia, Spagna, Baviera, Colonia, Ducato di Mantova contro Austria, Gran Bretagna, Province Unite (Olanda), Prussia, Portogallo, Ducato di Savoia, Brandeburgo

Alla morte di Carlo II d'Asburgo (1700), regnante in Spagna e privo di figli, s'erano imposti soltanto due possibili eredi al trono: Filippo V di Borbone, nipote del re francese Luigi XIV (designato dallo stesso Carlo II), e il cognato Leopoldo I, sovrano d'Austria e imperatore del Sacro romano-germanico impero. L'arciduca Carlo VI d'Asburgo, secondogenito dell'imperatore Leopoldo, viene proclamato re di Spagna al posto di Filippo V. Ma quando nel 1711 Carlo VI diventa imperatore, l'alleanza antifrancese, temendo che gli Asburgo, già regnanti in Austria, Boemia e Ungheria e in possesso della corona imperiale, diventassero con la Spagna e tutti i suoi possedimenti la più potente dinastia al mondo, appoggiò Filippo V. Utrecht e Rastadt

1713-14

Spagna e colonie spagnole a Filippo V Borbone d'Angiò (la sua corona deve però restare separata da quella francese). Paesi Bassi spagnoli (Belgio e Lussemburgo), Ducato di Milano, Stato dei Presìdii (in Toscana) e Regno di Napoli e Sardegna all'Austria, che mantiene il Ducato di Mantova. La Gran Bretagna ottiene: Rocca di Gibilterra, Minorca (Baleari), il monopolio del commercio degli schiavi africani verso l'America e l'autorizzazione a un vascello inglese di attraccare una volta l'anno in uno dei porti dell'America meridionale. La Sicilia, Casale e tutto il Monferrato, parte della Lomellina e la Valsesia vanno al duca Vittorio Amedeo II di Savoia. La Francia cede all'Inghilterra i territori nordamericani di Terranova, l'Acadia e la Baia di Hudson, inoltre s'impegna a riconoscere quale legittimo re d'Inghilterra Guglielmo d'Orange e mai nessuno Stuart. La regione della Gheldria viene ceduta alla Prussia.
1717-1720 Guerra della quadruplice alleanza

Spagna contro Inghilterra, Francia, Austria e Olanda

Predominio sul mare Mediterraneo. La Spagna entra in Sardegna e in Sicilia con una flotta militare, perché non si rassegna ad aver perso il Mezzogiorno. Aja 1720 Conferma i Trattati di Utrecht e Rastadt. Filippo V ottiene che il figlio Carlo, avuto dalla consorte Elisabetta Farnese, subentri ai Farnese come duca di Parma e Piacenza e ai Medici in Toscana. La Sicilia viene assegnata all'Austria, anziché rimanere a Vittorio Amedeo II di Savoia, al quale, in cambio, viene data la Sardegna (il Ducato di Savoia diventa Regno di Sardegna sino all'unità d'Italia e il duca diventa re). Gli Asburgo rinunciano a qualsiasi pretesa sul regno di Spagna.
1733-1738 Guerra di successione polacca

Francia, Spagna e Savoia contro Austria, Russia e Prussia

Alla morte del re Augusto II (1733), siccome la monarchia aveva carattere elettivo, si presentano come candidati il figlio del re Federico Augusto III di Sassonia, appoggiato da Austria e Russia, e il suocero del re francese Luigi XV, Stanislao I Leszczyński, appoggiato da Francia, Spagna e Savoia (quest'ultimi speravano di togliere la Lombardia agli Asburgo). Vienna 1738 Federico Augusto III diventa re di Polonia. Il Ducato di Lorena (e di Bar) va a Stanislao I Leszczyński. Il Granducato di Toscana va a Francesco Stefano di Lorena, per compensare l'assegnazione della Lorena a Leszczyński. Alla morte di Leszczyński la Lorena passerà alla Francia come semplice provincia. Viene riconosciuta Maria Teresa d'Austria alla successione al padre imperatore Carlo VI nell'eredità degli Stati asburgici, non del titolo imperiale (Prammatica sanzione del 1713 in antitesi alla legge salica che non prevedeva la successione per via femminile). Il titolo imperiale viene assegnato al marito di Maria Teresa, Francesco Stefano di Lorena, che prende il nome di Francesco I dal 1745 al 1765. L'Austria ottiene anche i Ducati di Parma e Piacenza. Regno di Napoli, Sicilia e Stato dei Presidii vanno ai Borbone (che li avevano occupati nel 1734-35, facendoli però diventare autonomi, con Don Carlos di Borbone, dalla Spagna). Novara e Tortona a Carlo Emanuele III di Savoia. La situazione italiana resterà immutata sino all'unificazione.
1740-1748 Guerra di successione austriaca

Francia, Spagna e Prussia contro Austria, Gran Bretagna, Olanda, Savoia e Russia

Nel 1740 muore, privo di figli maschi, Carlo VI d'Asburgo e sale al trono d'Austria la figlia primogenita Maria Teresa, sposa di Francesco Stefano di Lorena. L'ascesa al trono di Maria Teresa provoca l'insorgere di numerosi dissensi tra le case regnanti in Europa, a motivo della legge salica in vigore sia per il trono dell'Austria che per il titolo d'imperatore del Sacro romano-germanico impero, che prevedeva solo una successione maschile. Il primo Stato ad approfittarne è la Prussia di Federico II, che occupa la Slesia, appartenente all'Austria, senza neppure una preliminare dichiarazione di guerra. La Dieta di Francoforte elegge il Duca di Baviera, Carlo Alberto di Wittelsbach, nuovo imperatore del Sacro romano impero con il nome di Carlo VII. Ma Maria Teresa, dopo aver occupato la Baviera, propone e ottiene che il marito, Francesco Stefano di Lorena, diventi imperatore in cambio della restituzione della Baviera. Aquisgrana 1748 La Slesia passa dall'Austria alla Prussia, in cambio del riconoscimento della Prammatica sanzione favorevole a Maria Teresa. Il Ducato di Parma-Piacenza va a Filippo di Borbone, figlio di Elisabetta Farnese. Il Ducato di Modena rientra nel possesso di Francesco III d'Este e, quindi, sotto l'influenza asburgica. La Spagna rinuncia alla rivendicazione di Gibilterra e conferma all'Inghilterra la cessione del monopolio del commercio degli schiavi. Carlo Emanuele III di Savoia ottiene l'alto Novarese, Vigevano, Voghera e Bobbio. Viene riconosciuto il titolo imperiale a Francesco Stefano di Lorena. La Francia restituisce all'Austria i Paesi Bassi spagnoli, nonché la Savoia e Nizza al re di Sardegna, occupati durante la guerra. L'Austria cede a Filippo di Borbone, secondogenito di Elisabetta Farnese e di Filippo V, il Ducato di Parma e Piacenza a compensazione della cessione della Toscana a Francesco Stefano di Lorena. L'Inghilterra restituisce alla Francia l'isola di Cap Breton in America, in cambio di Madras in India.
1756-1763 Guerra dei Sette anni

Austria, Francia, Russia, Sassonia, Polonia e Svezia contro Prussia e Gran Bretagna

Con gli accordi di Aquisgrana (1748) avevano ottenuto dei vantaggi la Prussia, i Savoia e i Borbone. Tuttavia Maria Teresa d'Asburgo non aveva mai accettato la perdita della Slesia a favore della Prussia. Inoltre era di molto aumentata la rivalità coloniale tra la Francia e l'Inghilterra, poiché la Francia, nella prima metà del Settecento, si era aperta importanti sbocchi commerciali con la Turchia, nel bacino del Mediterraneo e nella stessa America spagnola, a danno dei concorrenti inglesi, i quali, dopo la guerra di successione spagnola, sembravano aver ottenuto l'egemonia del commercio in Sudamerica. Inoltre i francesi avevano una posizione di primo piano nel traffico delle merci coloniali delle Antille. Anche l'India veniva invasa dai manufatti francesi, in competizione con quelli inglesi e olandesi. Due secolari nemici si trovano alleati: la Francia e gli Asburgo, con l'obiettivo di occupare il regno di Prussia. La Gran Bretagna è impegnata a garantire la sicurezza dell'Hannover, terra d'origine del proprio re Giorgio II (1727-60). La Prussia prese l'iniziativa contro l'Austria e nel 1756 occupò la Sassonia, tradizionale alleato francese, senza dichiarazione di guerra. Hubertusburg 1763

Parigi 1763

Re Giorgio II riesce a estromettere completamente la Francia dall'America settentrionale, sottraendole interamente il Canada (la Louisiana alla Spagna). La Francia deve cedere anche alcune isole delle Antille caraibiche, tra cui Guadalupa e Martinica, nonché il Senegal e il Senegambia in Africa occidentale. Sul continente asiatico gli inglesi conquistano Calcutta, il Bengala e la regione del Bihar, la città di Pondichery e l'intera regione del Deccan. Dalla Spagna l'Inghilterra ottiene la Florida. La Prussia riuscì soltanto a salvare se stessa e la Slesia. L'Austria si deve orientare verso la Baviera e i Balcani. L'alleanza tra la Francia e l'Austria viene rafforzata col matrimonio, celebrato nel 1770, tra l'arciduchessa Maria Antonietta, figlia di Maria Teresa, con il Delfino di Francia, che sarebbe diventato re col nome di Luigi XVI.
1772, 1793, 1795 Triplice spartizione della Polonia La Confederazione Polacco-Lituana era dominata dalla nobiltà feudale che non voleva uno Stato centralizzato. La monarchia era elettiva e ogni volta che moriva un sovrano, gli Stati limitrofi (Austria, Russia e Prussia) cercavano d'imporre il proprio candidato. Inoltre il Brandeburgo chiedeva una porzione di terra a nordovest per poter unire la Prussia orientale a quella occidentale.   Il Regno di Polonia, spartito tra Russia, Prussia e Austria, scompare dalle carte geografiche sino alla fine della prima guerra mondiale, quando le potenze vincitrici, per circoscrivere il territorio della Germania, ripristinano lo Stato polacco, che taglierà la Germania dalla Prussia orientale (corridoio di Danzica).
1683-1699 Papa Innocenzo XI, Impero Asburgico, Repubblica di Venezia, Confederazione Polacco-Lituana, Moscovia contro Impero ottomano I turchi assediano Vienna, ma la reazione degli avversari per loro è letale. Carlowitz 1699 L'Impero ottomano rinuncia in favore degli Asburgo a Ungheria, Transilvania, Croazia, Slavonia. Venezia ottiene Morea, Dalmazia, Santa Maura, Egina. La Polonia ottiene Podolia e Kamenec. La Russia ottiene il porto di Azov. L'Austria diventa la potenza dominante nell'Europa sud-orientale.
1710-1711 Russia contro Impero ottomano Durante la Guerra del nord (1700-21) il re svedese Carlo XII, rifugiatosi dai turchi perché inseguito dai russi, persuade il sultano ottomano Ahmed III a dichiarare guerra alla Russia, che si conclude con la vittoria ottomana alla battaglia del Prut (1710-11). Prut 1711 La Russia deve restituire ai turchi la fortezza di Azov e impegnarsi a non interferire più nelle vicende interne della Polonia. A Carlo XII è assicurato il rientro in Svezia. L'Impero Ottomano resta però sulla difensiva, non avendo alcuna intenzione di portare avanti ulteriori aggressioni all'Europa.
1714-1718 Austria e Venezia contro Ottomani Prima Venezia, poi l'Austria attaccano l'impero ottomano nei Balcani per sottrargli dei territori. Passarowitz 1718 L'Impero Ottomano cede all'Austria il Banato, la Serbia settentrionale (compresa Belgrado), una striscia di territorio bosniaco a sud della Sava e la Valacchia Minore (Oltenia). Questi ultimi due territori sarebbero poi ritornati ai Turchi con il trattato di Belgrado (1739). Venezia cede ai Turchi l'isola di Creta e rinuncia alla Morea, ma può conservare le Isole Ionie ed estendere i propri domini in Dalmazia. La pace segna l'inizio del declino di Venezia e consacra la presenza turca in Grecia.
1735-1739 Russia e Austria contro Impero ottomano L'Austria, per espandersi nei Balcani, e la Russia, per occupare il mar Nero, attaccano gli Ottomani. Belgrado 1739 L'Austria perde gran parte dei territori strappati ai turchi con la pace di Passarowitz, conservando solo il Banato, mentre la Piccola Valacchia (oggi Romania), il nord della Serbia con Belgrado e una striscia di confine con il nord della Bosnia tornano all'Impero ottomano. Cessione del porto di Azov alla Russia, ma i turchi riducono i diritti dei commercianti russi nel Mar Nero, a vantaggio di quelli francesi. Dopo questa guerra l'Impero Ottomano può fruire di un periodo di pace, in quanto Austria e Russia sono impegnate a fronteggiare l'ascesa della Prussia. Inoltre l'Austria preferisce avere a che fare nei Balcani con l'Impero ottomano debole che non con la Russia forte.
Nota

(1) La fine della guerra dei Sette anni provocò, indirettamente, notevoli effetti sul piano internazionale. Il primo fu la rivoluzione americana, la cui causa scatenante fu l'imposizione delle tasse, da parte di una monarchia inglese in difficoltà finanziarie proprio a causa di quella guerra, a dei coloni che non le avevano mai pagate, essendo sfruttati in altra maniera. Il secondo effetto fu la rivoluzione francese, la cui monarchia, anche in forza di quella guerra, peraltro perduta, era ancora più in difficoltà economiche rispetto a quella inglese: essa infatti, per evitare la bancarotta, si vide costretta a imporre le tasse anche al clero e alla nobiltà, che, fino ad allora, non le avevano mai pagate. In America fu la borghesia a ribellarsi alla monarchia inglese; in Francia fu la nobiltà, laica ed ecclesiastica, a ribellarsi alla propria monarchia. Ma, mentre negli Stati Uniti la borghesia, una volta vinta la battaglia con la madrepatria, non ebbe più rivali di sorta, in quanto riuscì non solo a reprimere le istanze più radicali della rivoluzione, ma anche le innumerevoli tribù indigene, obbligando altresì i piantatori del sud a rinunciare allo schiavismo, a favore di uno sviluppo impetuoso del capitalismo industriale, che aveva bisogno di manodopera giuridicamente libera; viceversa in Francia la nobiltà refrattaria al pagamento delle tasse scatenò una terribile contestazione da parte della borghesia, che, alleandosi coi contadini, spazzò via non solo la monarchia, ma anche la stessa nobiltà, almeno sino al Congresso di Vienna del 1815. Da notare che entrambe le rivoluzioni stimolarono enormemente la decisione della borghesia latino-americana di liberarsi del giogo coloniale imposto dai paesi iberici. Si può quindi dire che a partire dalla fine del Settecento si assiste all'affermazione politica della classe borghese, dopo che, per almeno due-tre secoli, aveva cercato di emanciparsi sul piano economico. L'unica differenza, tra le varie borghesie mondiali, è che la scena internazionale sarà dominata soltanto da quelle europee e nord-americane, cui presto si andrà ad aggiungere in Asia quella nipponica.


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Moderna
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Aggiornamento: 21/10/2015