STORIA DEL MEDIOEVO
Feudalesimo e Cristianesimo medievale


COME E' NATA L'IDEA CISTERCENSE?

Abbazia cistercense del 1134

di Marisa Uberti

Un enigma che nove secoli non hanno saputo ancora spiegare esaurientemente.

Oggi siamo abituati a sentir parlare di Comunità Europea, di Consiglio Europeo, Parlamento Europeo, di politica europea, cultura europea, economia europea, in poche parole, ad un'insieme di Paesi che -pur restando autonomi- si sono uniti sotto medesimi intenti comuni e che si riconoscono in essi, rispettano determinate direttive che tutti gli Stati membri hanno sottoscritto in via preliminare e subordinata, con diritti e doveri, garanzie e obblighi derivanti dalle stesse.

Nel Medioevo, però, non dobbiamo dimenticare che l'Europa ha avuto un prototipo non certo trascurabile: il monachesimo e in particolare quello Cistercense.

Un Ordine davvero particolare e interessante da conoscere e approfondire, che ha mosso i primi passi da una fitta foresta ai confini della regione della Champagne e della Borgogna, nel lontano 1069.

Un abate benedettino (Robert de Molesme) aveva realizzato una fondazione a Molesme in Borgogna, nella diocesi di Langres, nel 1075, su richiesta di vecchi eremiti desiderosi di essere iniziati alla vita monastica, secondo l'ideale di vita proposto da San Benedetto, ma conservando le loro attitudini solitarie.

Robert lasciò due volte Molesme (con qualche fedele monaco), spinto da una volontà di fondare una nuova comunità. Verso il 1090 andò ad Aux e il 21 marzo 1098 a Cistercium (oggi Citeaux), luogo umido e malsano.

Il piccolo gruppo si stanziò in uno spazio deserto (heremum) detto Citeaux, situato nella diocesi di Chalon e con il consenso vescovile e del proprietario del terreno, tagliati ed estirpati piante e rovi, essi cominciarono a costruirvi un monastero. I primi resoconti dei primordi di questo nascente Ordine, sono raccolti nel Piccolo Esordio di Citeaux.

Nel 1098, dunque, proprio l'anno della Prima Crociata, un piccolo gruppo di eremiti (il priore Alberico, l'abate Roberto, il giovane ed eruditissimo monaco Stefano Harding e altri sei monaci) intraprende una strada che segnerà l'Europa intera per tutti i secoli a venire.

Staccatisi dal modello Cluniacense, che aveva attirato l'attenzione quale modello di perfetta vita monastica, ma che per loro non la rispecchiava, Alberico e Stefano (e il resto del gruppo) decisero di fondare un Nuovo Monastero, dove avrebbero osservato in modo peculiare la Regola benedettina cui anelavano, e ottennero dal legato apostolico l'autorizzazione ufficiale a fondarlo.

Scelsero Citeaux, e vi fondarono una nuova Abbazia. A Roberto De Molesme si deve la fondazione sia di Citeaux che dell'Ordine Cistercense, il Nuovo Monastero (un nuovo modo di vivere il monachesimo, in poche parole), anche se nel 1099 egli fu invitato imperiosamente dal legato pontificio e da molti numerosi vescovi a riprendere il proprio posto nell'Abbazia di Molesme. Certo egli non fu il solo ideatore del 'sistema cistercense': con lui contribuirono alla gestazione dell'idea sia Alberico, in francese Aubry (che viene considerato il secondo abate di Citeaux, la madre di tutte le Abbazie cistercensi) dal 1099 al 1108, sia Stefano Harding, che divenne terzo abate (dal 1109 al 1133).

Alberico, che morì il 10 gennaio 1109, lasciò un monastero nuovo su un terreno ristretto, sottoposto alla Santa Sede. A quel tempo era stato già redatto uno Statuto e lo scriptorium era in piena attività, diretto dal priore Stefano Harding, che prese il posto dello stesso Alberico alla guida dell'Abbazia.

Anzitutto vietò al duca di Borgogna di tenere corte nel monastero, com'era invece tradizione, essendo costui il principale benefattore dello stesso. Come risposta, la classe aristocratica smise di elargire donazioni, costringendo i monaci -nei due anni seguenti - a vivere in ristrettezze e a mendicare letteralmente un pezzo di pane, e si temette di dover abbandonare il progetto del Nuovo Monastero.

Il vescovo di Chalon lanciò però un appello in favore di Citeaux, che in tal modo poté riprendere fiato. Stefano accettò terre, vigne, granai (impensabile se vi fosse stato ancora Alberico), permettendo al nascente Ordine di sopravvivere.

Il grande merito di Stefano Harding fu quello di possedere una personalità non comune per l'epoca, che lo portò ad una concezione 'europea', nonostante la sua volontà di aderenza alla Regola Monastica di San Benedetto.

Aveva capito che la Cristianità occidentale passava attraverso differenze etniche, culturali, socio-politiche, giuridiche, linguistiche... Dieci anni di studi classici e venticinque spesi a conoscere le realtà dell'Europa del tempo.

Egli fu il capo storico e il legislatore del movimento Cistercense, destinato a trasformare la Cristianità. E' con lui che l'Ordine si espande. Egli vuole stabilire due teste di ponte, una che vada in direzione del mondo germanico e oltre, l'altra nel fulcro del regno Francese. Riesce infatti, in un periodo di tempo praticamente sovrapponibile, a far partorire all'Abbazia madre Citeaux, quattro Abbazie figlie, a cominciare da la Fertè (1113), Pontigny (1114), Morimond (1115) e Clairvaux (1115). In quest'ultima ebbe appoggio nella famiglia di Bernardo di Fontaine, designato come abate, e futuro San Bernardo, noto come San Bernardo di Chiaravalle (Clairvaux), che tanta parte ha avuto e ha ancora oggi per la diffusione dell'Ordine Cistercense

La strategia di Stefano Harding era perfetta: costruire una 'rete' di Abbazie autosufficienti e comunicanti tra loro, sotto un'unica Regola, con una propria Arte, Architettura, Musica, Economia, politica organizzativa... Morimond fu centrale per la sua posizione geopolitica contestualmente all'espansione verso l'Est.

Nel periodo compreso tra il 1114 e il 1121 sorgono nove abbazie, che a loro volta 'partorirono' altre abbazie, che si moltiplicarono a vista d'occhio. (Clairvaux riunirà ben 350 abbazie 'figlie', Morimond 240).

La rete stava assumendo proporzioni grandiose. Per dieci anni -tra il 1121 e il 1131- Stefano bloccò ogni ulteriore costruzione, per riprendere a fondare altre tre Abbazie tra il 1131 e il 1133, anno in cui si dimise. Le Abbazie, come si nota dalle date, crescevano con una media di una ogni anno, e questo induce a pensare: ma da dove arrivava il denaro necessario?

Di certo si può cominciare a ipotizzare come il sistema economico all'interno dell'Ordine stesse prendendo un moto vorticoso, perchè ogni Abbazia aveva annesso un sistema di grange (vere e proprie aziende agricole, diremmo oggi); un sistema che si ripercosse su tutta l'Europa medievale, sulla tecnologia dall'Atlantico alla Russia e sulla colonizzazione delle foreste dell'Europa centrale.

I Cistercensi hanno sviluppato in tutto il continente tecniche agricole avanzate, industriali, opere di ingegneria idraulica, oltre che -come accennato- di architettura, di lavorazione di manoscritti e di organizzazione del lavoro.

Nelle Abbazie non vi erano solo i monaci, ma anche i conversi, che costituivano una cospicua presenza all'interno della loro organizzazione. Essi erano persone laiche, che avevano scelto di vivere secondo le regole di uno spirito austero, e che vivevano all'interno dei Monasteri Cistercensi. La loro preparazione in vari campi del sapere, unita a quella dei monaci, contribuì enormemente all'affermarsi di questa struttura reticolare in tutta la cristianità e a diffonderne l'importanza a vari livelli.

Le più antiche fonti informative sulla fondazione del Nuovo Ordine sono la Charta Caritatis (la cui menzione più antica ad oggi rinvenuta è del maggio 1114), l'Exordium Parvum (Piccolo Esordio), avente finalità storico-giuridiche e l'Exordium Cistercii (databile al 1123-1124), più sintetico, centrato soprattutto sugli aspetti spirituali.

I tre pilastri del pensiero e della legislazione dell'Ordine, fondati da Stefano Harding (e poi sviluppati da San Bernardo) sono sinteticamente tre:

  • La Charta Caritatis (nome della Costituzione Cistercense che costituisce l'antica legislazione)
  • il Capitolo Generale
  • la visita annuale

Cerchiamo di focalizzare i punti più importanti delle innovazioni che apportarono i Cistercensi nei luoghi dove si insediarono.

1) Bonifica, idraulica, agricoltura. Dagli studi emersi pare che almeno all'inizio, nel periodo di maggior floridezza economica per l'Ordine, le fondazioni (costruzioni monastiche) si effettuarono ex novo, dal nulla, scegliendo il terreno in base ad un criterio irrinunciabile: la presenza di acqua nelle vicinanze, che assicurava rifornimento idrico per tutte le attività connesse alla vita del futuro monastero: Fontenay, Fountains, Fontfroide, Clairefointaine, Tre Fontane, Fontevivo, Fossanova... In un periodo successivo l'Ordine si installò spesso in costruzioni preesistenti.

Spesso questi luoghi scelti come area di edificazione erano da bonificare; si trattava di prosciugare zone semisommerse o paludose e malsane. Sembra una faccenda molto semplice, ma in realtà non lo è, richiedendo un progetto tecnico a monte, mezzi (economici, pratici, materiali) per eseguirlo e tutto questo venne compiuto -per ogni abbazia- in tempi incredibilmente brevi. Ciò presuppone che l'esperienza che essi avevano, era consolidata, organizzata ed efficiente.

Un sistema così 'chiuso' come quello che può essere un monastero, riservava delle grandi sorprese: non erano loro che chiedevano aiuto all'esterno, ma il contrario, infatti è documentata la consulenza di Monaci cistercensi al Comune di Milano, su problemi idraulici... La loro capacità era tenuta in alta considerazione, come vedremo per tutti gli aspetti della vita materiale in quel tempo. Per quanto riguarda la Lombardia, il prestigio morale goduto dei cistercensi, soprattutto all'epoca dei comuni, fu tale che gli venne riconosciuto il privilegio giuridico d'essere giudici nelle proprie cause.

I Cistercensi concretizzarono le loro capacità dimostrando una spiccata preparazione in campo idraulico, nella costruzione di dighe e canali. A Clairvaux si hanno le prime notizie di creazione di marcite, tecnica poi trapiantata ampiamente nella Pianura Padana, che consisteva nello sfruttamento di piccole pendenze create appositamente; lo scorrimento continuo delle acque permette di mantenere la terra ad una temperatura superiore a quella atmosferica e di poter ottenere numerosi tagli di erba, il primo già in marzo, da cui il termine stesso di "marcita".

In Lombardia si sente nominare per la prima volta questo termine nel 1188 relativamente a terreni annessi all'abbazia di Morimondo. A Fontenay e a Clairavux, in date molto precoci, 1118 circa, si ha notizia di costruzioni di dighe per bloccare le acque che periodicamente inondavano il fondovalle.

I Cistercensi crearono ovunque sistemi di canalizzazione per lo sfruttamento dell'acqua e quindi dell'energia con più ruote in sequenza, adibite anche alla lavorazione del ferro. Tutto ciò che serviva al sistema cistercense non era fine a se stesso ma in previsione di un impiego che supportasse altre attività di lavoro (dunque i monaci lavoravano anche il ferro!).

A Maubisson si è perfino rintracciata l'insistenza su di una canalizzazione sotterranea di acqua potabile. A Ottenberg sono state trovate tubature interne in legno. A Fiastra sono state individuate delle dighe e un sistema di decantazione delle acque pluviali (raccolta delle acque dal pavimento del refettorio dei conversi). E a Chiaravalle milanese è stata scoperta la struttura originaria del mulino. Gli esempi potrebbero continuare. Inoltre, la creazione di grandi bacini d'acqua venne sfruttata dai monaci anche per l'allevamento di pesci e per le varie attività agrarie. Si può ricordare per esempio quello vastissimo e ancora esistente a Morimond.

E' stata messa in evidenza in parecchi casi la presenza di fornaci all'interno delle abbazie, per produrre direttamente i mattoni da costruzione. Se non era un sistema su scala industriale quello Cistercense... Un autentico 'caso' da seguire con estremo interesse.

2) Allevamenti e commerci. Erano ottimi allevatori di bestiame; ottimi nell'allevamento del pesce ed esperti nella viticoltura e nella produzione di sidro. Molto importante la produzione di vini; molte abbazie avevano vigneti lungo il Reno, la Mosella e il commercio si estendeva dalla Francia alla Germania ai Paesi Bassi, all'Italia e un po' ovunque il 'sistema cistercense' arrivasse.

Scambi commerciali avvenivano anche nel campo dell'allevamento del bestiame, fiorente era la produzione di formaggi e di burro; alcune abbazie poi esercitavano il controllo dei mulini su zone molto vaste e alcune si distinsero per l'estrazione e il commercio del carbone. Fino alla metà del XIV secolo molte abbazie inglesi, in particolare quelle dello Yorkshire, prosperarono per il commercio della lana esercitato su piano internazionale. Il sistema cistercense -apparentemente chiuso al mondo- era in realtà la base di un mercato europeo comune, florido e sicuramente innovativo, che gettò le basi della moderna Europa.

Tutte queste attività 'extra abbaziali', viene da chiedersi, dove venivano svolte? Ci volevano ambienti adatti, scuderie, stalle, aziende agricole, insomma immaginiamo come sono oggi le moderne fattorie... A quell'epoca i cistercensi avevano le grange, sistema che avevano già adottato i monaci Cluniacensi (chiamandole decanati).

3) Le grange cistercensi. Le grange costituiscono le strutture elaborate per lo sfruttamento del patrimonio terriero: il termine indica sia il territorio in senso amministrativo, sia gli stessi edifici rurali costruiti in funzione del lavoro da svolgere.

Va sottolineato come, pur trattandosi di 'fattorie' o locali di 'lavoro', spesso queste costruzioni lasciano stupiti per l'accuratezza con cui sono state realizzate.

Una straordinaria qualità architettonica per alcune costruzioni rurali, come la grangia di Vaulerent; quella di Fossanova o come l'ambiente della forgia di Fontenay o ancora come il casale di Villamagna, dove l'architettura interna ripete alcuni schemi della Chiesa e dei locali dell'abbazia. Anche in questo settore l'architettura cistercense realizza straordinari risultati di impegnativa applicazione di metodiche costruttive, basate sul 'modulo', che caratterizza anche la pianta dei complessi monastici stessi. Nel XIII secolo le grange si dotarono di sistemi difensivi come torri, palizzate, etc.

Federico II. Questo imperatore, che la storia ci descrive abbastanza distante dalle 'questioni religiose', improntato com'era verso la conoscenza, le grandi innovazioni, il progresso tecnico (aveva tra le sue fila matematici e astronomi arabi, letterati, filosofi, etc.), la transumanza, finanziò tra l'altro la celebre Abbazia cistercense di San Galgano (SI).

Quesiti. Perché un Ordine che nasce per espletare una vita più distaccata possibile dalle cose terrene, lontana dai luoghi abitati, in cui perfino nella chiesa dell'abbazia non c'era posto per altre persone se non i monaci e i conversi..., dimostrava di conoscere meglio di chi stesse fuori dal monastero tutte le Arti? Chi aveva dato ai Cistercensi tutte quelle conoscenze? E a chi essi le trasmisero?

Bibliografia essenziale

  • S. Bandera, "Da Citeaux nasce una nuova Europa", MIlano,1996 (Volume edito da Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo).
  • P. Charbel Gravand, Ordine Cistercense, Abbazia di Aiguebelle (Francia) "Stefano Harding: un santo medievale, un genio europeo" in Atti del "Convegno celebrativo per il IX centenario della fondazione di Citeaux 1098-1998" Citeaux '98: Cantieri di Ideali per un'identità culturale Europea, Abbazia di Morimondo, 5 maggio 1998-Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo
  • P. Giorgio Picasso, Università Cattolica di Milano: "Il monachesimo cistercense e il suo inserimento nella società dei secoli XII-XII" in "Un'Abbazia Lombarda: Morimondo la sua storia e il suo messaggio" -Fondazione Abbatia Sancte Marie de Morimundo

Altri testi

Autrice: Marisa Uberti – www.duepassinelmistero.com

Fonte: enricopantalone.com/icistercensi.html


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia medievale
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Aggiornamento: 01/05/2015