STORIA LOCALE DELLA ROMAGNA
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RICCIONE NEL RISORGIMENTO

Fosco Rocchetta-Luigi Vendramin, Riccione nel Risorgimento - Il villino Mattioli. Quartier Generale dell'Armata Italiana a Riccione, Editrice la Piazza di Misano Adriatico, marzo 2013, presso il Centro Stampa Digitalprint di Rimini, volume di 88 pagine

PREFAZIONE

Da diversi anni andiamo conducendo ricerche storiche su Riccione ed il suo territorio a partire dall'antichità, ed il villino Mattioli-Graziani, attuale sede dell'associazione culturale “Centro Arti Figurative”, ha sempre destato in noi grande interesse e curiosità, se non altro per la sua vetustà.

Questa pubblicazione trae origine da indagini archivistiche che, a partire dalla ricostruzione della “storia” di questa casa nobiliare, hanno portato, sorprendentemente, alla conoscenza di vicende sconosciute, del tutto trascurate dalla storiografia riminese.

Di quei fatti non è rimasta traccia alcuna nella tradizione orale cittadina, malgrado la notevole importanza rivestita da tale abitazione nel corso di buona parte dell'Ottocento. Questo edificio rappresenta infatti la dimora più antica che, seppur modificata nel tempo, si erge tuttora a Riccione Paese: un'apprezzabile testimonianza architettonica riconducibile al XVIII secolo.

La struttura venne costruita verso la metà del Settecento alle Casette, primo nucleo abitativo della borgata di Riccione lungo la via consolare Flaminia. Posseduta dai frati domenicani, la casa fu acquistata nel 1755 dai conti Mattioli, una ricca famiglia proprietaria di numerose abitazioni e tenute agricole nel territorio riminese.

Un grande quantità di documenti attesta che quel palazzo, per il numero di stanze e di servizi di cui disponeva, e per la presenza di stalle in grado di accogliere cavalli ed animali da soma, era il primo a Riccione ad essere requisito dalle autorità civili e militari in occasione del passaggio di eserciti sull'antica strada romana, transiti particolarmente frequenti tra gli anni Quaranta e Sessanta dell'Ottocento.

Il periodico riminese Italia del 3-4 agosto 1886 riporta la notizia che sul citato villino era murata una lapide marmorea,- di cui non è rimasta alcuna testimonianza nella letteratura successiva-, volta a rammentare alcuni eventi salienti accaduti tra il 1849 ed il 1860, un'epoca cruciale nel processo di unificazione nazionale. Un arco di tempo che va all'incirca dalla prima guerra d'indipendenza, ad una data precisa, quel 18 settembre 1860, in cui, a seguito della sconfitta dell'esercito pontificio nella battaglia di Castelfidardo da parte di quello piemontese, le Marche e l'Umbria entrarono a far parte del Regno d'Italia.

Il villino Mattioli-Graziani venne occupato dall'avanguardia dell'esercito austriaco nel maggio 1849, invasione che causò ingenti danni materiali e morali alla popolazione locale, in seguito al ritorno della Romagna sotto il dominio asburgico, che comportò la restaurazione del potere temporale del papa nella nostra regione. La suddetta iscrizione disvela, unitamente ad una molteplicità di altre fonti, un fatto completamente sconosciuto: ci sia consentito definirlo straordinario per la storia di Riccione, a quel tempo frazione di Rimini, non lungi dalla comparsa di quei fermenti autonomistici, che pur avendo palese esplicitazione agli inizi del Novecento, erano già in precedenza affiorati agli albori del Regno d'Italia.

Difatti, a partire dal 28 settembre 1859 alla prima decade di settembre del successivo anno 1860, quell'antica residenza divenne la sede del Quartier Generale del 2° Corpo d'Armata dell'Italia Centrale agli ordini di Luigi Mezzacapo, generale trapanese, che con il fratello Carlo, deve annoverarsi tra le figure più eminenti del Risorgimento italiano.

Se ben noto è il ruolo svolto da Rimini nel movimento risorgimentale, con uomini, idee e fatti d'armi, nulla finora si sapeva della funzione strategica avuta dalla sua borgata meridionale, Riccione, da cui il 10-11 settembre 1860 partirono migliaia di soldati e volontari, acquartierati nel territorio riccionese, per la battaglia di Castelfidardo (18 settembre 1860).

Ormai il dominio temporale dei papi era avviato verso la sua ultima ed ineludibile fase di disgregazione, sancita poi definitivamente con la Breccia di Porta Pia (20 settembre 1870), che determinò il passaggio di Roma al Regno d'Italia.

Un'altra preziosa fonte per la conoscenza degli avvenimenti che caratterizzarono Riccione nel biennio 1859-60, è rappresentata dal diario di don Carlo Tonini, ininterrottamente parroco della Chiesa di San Martino per trent'anni, dal 1848 al 1878, il quale ebbe modo di “vivere” quegli anni fondamentali che precedettero l'unificazione italiana.

Andato smarrito, e non più consultabile presso l'archivio parrocchiale, fortunatamente è stato possibile recuperarne una parziale trascrizione effettuata da Luigi Ghirotti, benemerito cultore di archeologia e storia locale. In tale registro, riportato in questo libro, sono quotidianamente narrati passaggi di truppe, problemi relativi all'accasermamento di centinaia di soldati in residenze e cascinali, reperimento di viveri e di foraggio per uomini ed animali e via dicendo.

Viene altresì descritto il passaggio che più volte fece per Riccione, l'Eroe dei Due Mondi, Giuseppe Garibaldi, oltre che di importanti personaggi del Risorgimento, tra cui il generale Enrico Cialdini.

Crediamo che la nostra città debba pertanto essere inserita tra le località che ebbero un significativo ruolo nel Risorgimento, ed in particolare in quelle operazioni militari che condussero all'invasione da parte delle truppe italiane delle Marche e dell'Umbria (settembre 1860), e che in seguito alla sconfitta di Castelfidardo subita dall'esercito pontificio, e della capitolazione di Ancona, permisero l'ingresso di queste regioni nel Regno d'Italia.

Ritornando al villino Mattioli-Graziani, divenuto di proprietà comunale nel 1979, dopo essere stato trasformato dagli anni Trenta agli anni Sessanta del Novecento in una fabbrica per la costruzione di letti in ferro (Ditta Calza&Manzi), val la pena di ricordare che quell'antica residenza, almeno sino al primo decennio dello scorso secolo, rappresentò un pregiato luogo d'incontro e intrattenimento per le famiglie della borghesia che frequentavano la nascente stazione balneare.

Nel 1904 vi nacque, tra l'altro, Igino Righetti, autorevole intellettuale cattolico, cui è stata dedicata, con saggia decisione, nel marzo 2009, la piazza antistante il palazzo, oltre che un gruppo scultoreo dell'artista riccionese Anselmo Giardini.

Dai primi anni Ottanta, in seguito ai lavori di ristrutturazione e consolidamento che ne hanno impedito l'ormai prossima distruzione, l'ex villino ospita al suo interno l'associazione culturale “Centro Arti Figurative”.

Vogliamo concludere con una proposta materiale di facile esecuzione e dai limitati costi, ma dal rilevante valore simbolico: la posa di una lapide con l'iscrizione che era murata su di una facciata esteriore dell'edificio, come riportato nella rivista del 1886.

Constatato infatti il chiaro significato documentale di quello scritto, si recupererebbe così alla memoria storica cittadina, ed all'antica dignità, un reperto che evidenzia il ruolo primario di questa residenza negli anni che precedettero l'unità nazionale, ma, ancor più, quello di Riccione nel Risorgimento d'Italia.

Fosco Rocchetta

Già direttore della Biblioteca comunale di Riccione, è stato fondatore con Luigi Ghirotti del Museo del Territorio. Ha ideato e condotto varie iniziative culturali, come le rassegne di incontri e mostre “Vicino Oriente e Mediterraneo”, “Letture - Figure e temi di storia dell’arte”. Per conto dell’ente di appartenenza ha pubblicato diversi saggi sulla storia di Riccione e del suo territorio a partire dall’antichità. Tra questi si ricordano: Pirati e Torri costiere nel Riccionese, con O. Delucca e L. Vendramin (1997), Cerimonia d’intitolazione del Museo del Territorio al maestro Luigi Ghirotti (1999), Il Ponte Romano dell’Antica Flaminia a Riccione (2004), Le Fontanelle di Riccione Ambiente e Storia di un’area urbana tra mare e collina, con L. Bagli, O. Delucca, L. Vendramin, M. Zaghini (2006), Luigi Ghirotti: una vita per l’archeologia Raccolta degli scritti nel decennale della scomparsa (2007), Il naufragio della Bruna’ del 17 gennaio 1929 (2009), Riccione estivo: agosto 1894 Origini del turismo riccionese al tempo della Belle Epoque (2009). Il “naufragio” dello Zeffiro a Riccione - Fogliano, 26 novembre 1917 - Atto eroico di Gianbattista Joris (2012). È socio dell’Istituto Italiano di Archeologia e Etnologia Navale di Venezia (ISTIAEN). Collabora a “La Piè”, rivista bimestrale d’illustrazione romagnola fondata nel 1920 da Aldo Spallicci, al periodico “E’ Rumagnol”, notiziario del MAR (Movimento per l’Autonomia della Romagna). Diversi suoi scritti, soprattutto di storia locale, sono apparsi nei periodici Famija Arciunesa, la Piazza e nelle pagine culturali del quotidiano La Voce di Romagna.

Luigi Vendramin

Ha operato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l’Archivio di Stato di Forlì, e da ultimo quello di Rimini, di cui è stato responsabile, organizzando, tra l’altro, alcune mostre e producendo alcuni cataloghi e diversi saggi e pubblicazioni, tra cui: Il porto e la marineria di Rimini, catalogo mostra sez. Archivio di Stato di Rimini (1988); Rimini napoleonica, catalogo mostra, c.s. (1989); Le carte raccontano: frammenti di storia riccionese secc. IX-XIX: mostra documentaria organizzata in occasione della 7ª settimana dei beni culturali (1991); Gli archivi 1: Rimini e Gli archivi 2: il riminese, in “Storia illustrata di Rimini”, vol. IV, (1991); Note storiche di un catasto riminese: Il Calindri, app. al paragrafo 3 di A. Falcioni, Storia di Bellaria… (1994), Per una storia della nobile famiglia riminese degli Agolanti e del loro “castello” di Riccione, “Studi Romagnoli” XLII (1991), Pirati e torri costiere nel Riccionese, catalogo dell’omonima mostra, con O. Delucca e F. Rocchetta (1997), La torre di Bellaria e la difesa della costa in età moderna, catalogo della omonima mostra, (1998), Tavole genealogiche, “I Malatesti”, a.c. di A. Falcioni, R. Iotti, testi di C. Cardinali, (2002), Pietro Palloni, con S. Pivato, G. Gagliardi, F. Farina, E. Pruccoli, G. Rimondini, G. Masetti Zannini, (2006), Le Fontanelle di Riccione Ambiente e Storia di un’area urbana tra mare e collina, con L. Bagli, O. Delucca, F. Rocchetta, M. Zaghini (2006). Da anni si interessa di genealogia, collaborando, tra l’altro, con l’Istituto Genealogico Italiano di Firenze.

Testi di Fosco Rocchetta


Web Homolaicus

Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia
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Aggiornamento: 02/08/2014