L'ARMENIA E IL SUO GENOCIDIO |
|
|
GENOCIDIO ARMENO E DISSIDENTI TURCHI
Il testo che segue è una traduzione italiana di un estratto da un'intervista concessa dal professor Halil Berktay, pubblicata sul periodico turco "Radikal" del 9 ottobre 2000. Il professor Berktay, turco, ha insegnato all' università di Harvard, all'Università Tecnica del Medio Oriente di Ankara ed all'Università Bogazici di Istanbul. Attualmente insegna all'Università Sabanci di Istanbul. Dopo aver conseguito i "bachelor" e "master" degree in economia all'università americana di Yale, ha ottenuto il dottorato in storia dall'Università di Birmingham. E' noto come specialista in storia turca moderna. Ha pubblicato tre libri in turco. (Nota: i brani tra parentesi sono stati aggiunti dal traduttore per una migliore comprensione del testo) ….Prima del 1915 vi furono il 1880 ed il 1890. Negli anni '90 (del XIX secolo), durante il regno di Abdul Hamid II, vi furono dei grandi massacri di armeni, ogniqualvolta furono percepiti degli indizi di insurrezione da parte di nazionalisti armeni. Vi era una specie di ostilità di sangue che si era sviluppata fra gli armeni e l'amministrazione ottomana. In particolare le tribù kurde ed i reggimenti "Hamidyè", che erano composti da kurdi, venivano sguinzagliati contro gli armeni. Infatti, in questo "secolo di dissoluzione" (dell'Impero Ottomano) più che le forze militari regolari, erano queste forze irregolari che venivano usate dall'Impero Ottomano, facendo assegnamento sulla loro primitività e violenza. ….In quel periodo (1915) vi erano 1.750.000 armeni che vivevano nell'Anatolia Orientale. L'ordine di deportazione, emanato dal dominante triumvirato militare, era redatto in modo da includere tutti gli armeni della regione, senza eccezioni. Queste cose sono documentate per iscritto. Non c'era menzione di massacri o macelli. I governatori provinciali ed i comandanti di guarnigione avevano l'ordine di deportare gli armeni nelle regioni a sud degli attuali confini della Turchia. Ciononostante è chiaro che, in addizione a questi ordini ufficiali, separatamente, erano stati dati degli ordini non scritti ai più rapaci membri dell' "Organizzazione Speciale" che adoravano la violenza e non erano vincolati dall'aderenza a qualsiasi normale codice morale. …Vi erano da un lato una decisione ed un adempimento legali, e, da un altro lato, un altro intero meccanismo che procedeva illegalmente. ….Chi emanò questi ordini (di sterminio) li fece eseguire tramite una speciale organizzazione la "Teskilat-i Mahsusa". …In aggiunta ad essi, dei turchi e delle tribù kurde attaccarono i convogli degli armeni deportati. In aggiunta a questi effettivi massacri vi erano le terribili perdite causate dalle deportazioni attuate in terrificanti condizioni di privazione. Ovunque, nel mondo occidentale, vi sono le fotografie di questi avvenimenti, che non si può sopportare di guardare. La prima volta che io mi imbattei in queste testimonianze visive, piansi e per vari minuti respirai difficilmente. Non vi sono differenze con le immagini dei campi di concentramento o dei massacri in Africa. Poiché vi è un numero immenso di persone in queste immagini. …Questi massacri non furono opera dell'esercito regolare ottomano o della burocrazia. Storicamente, in simili situazioni, l'esercito regolare e la burocrazia odiano e disprezzano questi "gruppi speciali" e bande che eseguono simili azioni. Possiamo notare che l'esercito ottomano e la burocrazia capirono quanto ciò fosse terribile, tanto da respingere i "gruppi speciali" creati indipendentemente (dalla volontà) dei governatori e comandanti di guarnigione i quali emanarono un ordine di arresto per catturare, nel 1915-16, Behaettin Sakir, (il principale responsabile dell'"Organizzazione Speciale" per lo sterminio degli armeni) l'uomo di Enver e Talat. …L'esercito regolare ottomano e la burocrazia statale, in seguito alla ripugnanza che nutrivano per questi eventi ed al fine di discolparsi di fronte al resto del mondo, tentarono, più che poterono, di catturare, giudicare e punire i responsabili di questo disastro. E vi furono alcuni che furono definitivamente puniti. Dopo la fine della guerra nel 1918 e la sconfitta ottomana e la conseguente fuga di Enver, Gemal e Talat, che erano i principali responsabili (dello sterminio degli armeni) il parlamento (ottomano) istituì una commissione d'indagine proprio per questo scopo. Più tardi vi fu una corte marziale a Istanbul. Fu un famoso processo. Sono stati pubblicati libri in inglese ed in turco a questo proposito. …(In quell'occasione furono uccisi) dai 10.000 ai 20.000 musulmani (da parte degli armeni). Ma non è una questione di "Essi ne uccisero pochi, mentre gli ottomani ne uccisero molti". La questione è la seguente. Le attività delle bande di guerriglia armene erano generalmente localizzate, di piccola scala ed isolate. Ma se vi furono centinaia di migliaia (di armeni) che perirono, avrebbe dovuto esserci una popolazione di una simile entità che (si salvasse) vagando attorno ai villaggi. In aggiunta, è ingannevole porre la questione se Enver o Talat pascià abbiano dato un ordine scritto ai Yesil o Catli (noti malfattori turchi odierni) di quei giorni. Essi non diedero nessun ordine scritto e nessun ordine scritto simile sarà mai trovato. A questo proposito sono estremamente importanti le testimonianze di quei giorni. C'è un'enorme quantità di testimonianze oculari e di materiale visivo riguardanti gli avvenimenti armeni, che non raggiungono mai il pubblico turco. L'opinione pubblica turca essenzialmente ignora ciò che la gente in Germania, Inghilterra, Francia ed America vede e legge." Oltre a Halil Berktay un altro noto studioso turco dissidente è Taner Akcam. Secondo una fonte molto attendibile un ufficiale dello Stato Maggiore turco ha ordinato all'editore del periodico di sinistra "Yeni Bin Yil" di non pubblicare più articoli del dottor Taner Akcam, storico turco residente in Germania, noto per essere dissidente (rispetto alla linea ufficiale turca) poiché a varie riprese ha pubblicamente affermato che lo sterminio degli armeni in Turchia è stato un genocidio. Taner Akcam ha inoltre invitato molti pubblicisti xenofobi, divenuti di punto in bianco esperti di questioni armene, di studiarsi bene i documenti ottomani che dimostrano il carattere genocidiario dei massacri armeni. Oltre a ciò lo studioso turco ha messo in risalto il fatto che Mustafà Kemal (Atatürk), il padre dell'odierna Turchia, ha a varie riprese denunciato lo sterminio degli armeni. Per questo motivo Akcam si è attirato le ire degli elementi più radicalmente nazionalisti che l'hanno bollato come traditore. Taner Akcam non costituisce un caso isolato, nel mondo accademico turco, e vi sono altri intellettuali che, più o meno esplicitamente, seguono la sua strada. Per bloccare una volta per tutte la loro attività, il parlamento turco, subendo le pressioni dell'onnipotente Stato Maggiore Generale dell'esercito, sta esaminando un disegno di legge di modifica del codice penale per cui , verrà considerato reato l'uso del termine "genocidio" (soykirim), se usato per definire il destino subito dagli armeni durante la prima guerra mondiale. In Francia, in base alla legge Gayssot, la negazione dell'Olocausto ebraico è un reato penalmente perseguibile. Mentre in Turchia, paese che desidera entrare a far parte della Comunità Europea , se verrà approvata questa legge voluta dai militari, sarà il riconoscimento di un genocidio ad essere considerato reato. Non se la passa meglio di Taner Ackam un altro "dissidente" turco. Si tratta di Akin Birdal, ex presidente dell'Associazione Turca per i Diritti Umani. Durante un simposio, denominato "Settimana interculturale", tenutosi recentemente in Germania, Birdal ha testualmente affermato: " La Turchia si crea sempre dei nuovi nemici. Nel periodo dell'Unione Sovietica quel nemico era il comunismo, poi vennero gli armeni, i greci e successivamente i kurdi. La Turchia ha bisogno di pace. Tutti sanno che cosa è stato fatto contro gli armeni. La Turchia deve chiedere perdono per il genocidio perpetrato contro gli armeni e per le ingiustizie attuate nei confronti delle altre minoranze. Ismail Cem (l'attuale ministro degli esteri turco) è ebreo, dovrebbe dirle queste cose". Il tribunale per la Sicurezza Nazionale di Istanbul ha già aperto un'istruttoria nei confronti di Birdal che, in base al codice penale turco, per queste sue affermazioni, viene accusato di istigazione all'odio interetnico. Rischia da uno a tre anni di carcere. |