CONTRO ULISSE
Demitizzare un modello negativo

DEMITIZZARE ULISSE

Proposta per rivedere alcuni contenuti scolastici in relazione alla classicità
Ulisse, in greco Odisseo (il nome latino Ulixes risulta preso da una forma dialettale), è l'eroe più celebre di tutta l'antichità e il più celebrato negli ultimi 27 secoli. Omero
Tutti i manuali scolastici presentano l'Odissea come un poema in cui viene narrato il ritorno avventuroso in patria di uno degli eroi della guerra di Troia. In realtà le vicende di Ulisse sono solo il pretesto per raccontare una storia che di avventuroso ha assai poco rispetto al motivo di fondo che la domina e che è eminentemente tragico, come è tragico il suo eroe principale. Ulisse
Tra la fine dell'VIII sec. a. C. e l'inizio del VII furono messi per iscritto, in lingua greca, l'Iliade e l'Odissea, approdo finale di una tradizione orale risalente, probabilmente, all'età dei greci micenei, la cui civiltà era crollata verso il 1200-1100 a. C. Fu nel momento in cui, verso il VII sec. a. C., molti greci cominciarono a migrare verso occidente, portando con sé le loro memorie, che qualcuno mise per iscritto i due poemi. Viaggi di Ulisse
Secondo un'antica tradizione leggendaria Ulisse è un bisnipote di Ermes, il dio delle trasformazioni, che si contrappone ad Apollo, dio semplice, chiaro, unico. E infatti per Omero Ulisse è al vertice delle capacità umane, complessivamente intese: è dotato d'incredibile perspicacia e intuito (polymetis), sa adattarsi alle più inattese emergenze della sua tumultuosa esistenza (polytropos), ha una grandissima astuzia (polymechanos), è capace di mille pensieri (polyphron) ed è in grado di sopportare le più terribili sofferenze (polytlas), è insomma un uomo di mondo, rotto, anzi "navigato" a tutte le esperienze (polyplanes). Ulisse
E' il personaggio più moderno perché il più umano, non ovviamente nel senso "cristiano" o "laico" in cui oggi intendiamo la parola "umano" o l'espressione "senso dell'umanità", poiché Ulisse era anche capace di efferate crudeltà e terribili vendette 1, ma semplicemente perché incarna tutte le caratteristiche dell'uomo moderno, ed infatti egli è figlio di una grande civiltà antagonistica: passione militare, volontà di comando, astuzia politica e diplomatica, affabulazione e capacità di persuasione, relativismo etico 2, licenza sessuale (note sono le sue amanti: Circe, Nausicaa, Calipso ecc.), coraggio nell'affrontare le avventure, patriottismo 3 e senso di superiorità etnica, di stirpe 4, di civiltà, spirito di sacrificio 5, curiosità intellettuale 6, rispetto formale della religione. Cavallo di Troia
Ulisse in realtà non è mai esistito, se non nella fantasia di un redattore o di più redattori, che volevano convogliare in un individuo isolato quei valori che tutti insieme non realizzarono né avrebbero potuto realizzare alcun ideale sociale, di convivenza pacifica e democratica. Si può anzi riassumere la Weltanschauung di Ulisse nella seguente formula: "Mentire sempre, Rubare quando possibile, Uccidere se necessario". Cavallo di Troia
L'Iliade infatti è il fallimento di una civiltà, quella micenea, rappresentata da una polis che vince un'altra polis, senza per questo migliorare il proprio destino, è cioè il simbolo dell'impossibilità di una coesistenza in nome degli ideali e dei comportamenti che furono di molti eroi troiani e greci e che in Ulisse si sommano stupendamente (sul piano artistico delle letteratura) in un'unica persona, che però appare come eroe isolato, i cui compagni di sventura sono soltanto delle comparse. Ulisse consegna le armi di Achille a Neottolemo
L'Odissea è la sconfitta dell'Iliade, ma in forma sublimata, accentuando al massimo l'umanità di un eroe di carta, che nella realtà non può esistere, perché nessun uomo può essere tutte quelle cose insieme. Lo stesso Omero afferma che oltre il Peloponneso esiste solo l'irrealtà. Polifemo lancia un masso contro la nave di Ulisse
L'Iliade infatti, trattando il tema della guerra in nome di un ideale di giustizia, suggeriva l'idea che entro certi limiti era possibile sospendere le esigenze della democrazia, in attesa della conclusione del conflitto. Ma l'Odissea è il tentativo di mascherare il fallimento di quegli stessi ideali vissuti in tempo di pace. Ulisse acceca Polifemo
Ulisse viene fatto vivere in una dimensione surreale proprio perché non sarebbe stato in grado di vivere un'esistenza normale, nella vita reale, nella prosaicità di una vita pacifica, senza conflitti sociali o bellici. Ulisse acceca Polifemo
La sua personalità è in fondo quella di un disadattato sociale, analoga a quella dei reduci militari di qualunque sporca guerra, di uno che non può avere amici che non siano i propri commilitoni, e che quindi andrebbe rieducato a una vita sociale normale, dedicata al lavoro, al rispetto delle regole di una convivenza civile. Ulisse nascosto sotto l'ariete di Polifemo
E' raro nella nostra civiltà, che nella sostanza rispecchia molti di quei valori omerici, nonostante i duemila anni di cristianesimo, vedere qualcuno criticare il mito di Ulisse, ovvero riprendere le critiche di Sofocle (Filottete) ed Euripide (Ecuba), e anche di Filostrato (Eroico), approfondendole ulteriormente. Naufragio di Ulisse (Tibaldi)
Eppure l'umanità di Ulisse è un inganno e dovremmo liberarcene, cioè non dovremmo lasciarci più sedurre dalla sua personalità accattivante, come lui non si lasciava sedurre dal canto delle sirene, perché Ulisse non è un modello da imitare, ma un cattivo esempio per chi vuole fuoriuscire dall'antagonismo sociale. Le sue disavventure non possono più indurci a giustificare il suo egocentrismo, il suo maschilismo, e tutte le debolezze connesse a questi vizi capitali, che dalla cultura della sua civiltà si sono introiettati nel comportamento della sua persona. Nettuno e la nave di Ulisse (Tibaldi)
Ulisse è un personaggio invivibile, è quello che ogni maschio vorrebbe essere e che se vi riuscisse renderebbe impossibile la vita di società. Egli rappresenta il tentativo di voler sopravvivere a se stessi, nonostante le contraddizioni impongano una svolta verso il recupero di una dignità umana autentica. Ulisse e Nausicaa
Neppure Penelope è in grado di riconoscerlo (e come avrebbe potuto dopo dieci anni di guerra contro i troiani e dopo altri dieci di peregrinazioni?) e ha bisogno di un segno tangibile, che però, guarda caso, è un'altra prova di abilità: il letto scavato nell'ulivo, mentre a tutti gli altri dovrà dare l'ennesima prova di forza. Ulisse non viene riconosciuto come uomo, ma come artigiano e come militare. La sua personalità di uomo è da tempo scomparsa. Circe e un compagno di Ulisse per metà porco
Penelope è in fondo la vera eroina (anch'essa molto irreale) che ha sopportato per vent'anni l'egocentrismo del marito, solo che il suo atteggiamento non fa storia, o meglio, non fa il "romanzo d'avventura", non stimola la fantasia, non fa evadere nei sogni irreali. La sua figura non appare chiaramente come un'alternativa a Ulisse, ma piuttosto come una forma di ripiego. Circe tramuta in porci i compagni di Ulisse (Stradano)
Ulisse torna a casa non perché vuole rivedere la moglie e il figlio, ma perché è stanco delle sue avventure. Torna a casa da vecchio, come se avesse bisogno di farsi compatire o perdonare. La strage dei Proci non è forse servita a tale scopo? Il suo modo di dimostrare la propria utilità è stato, ancora una volta, quello di usare le armi e seminare morte e terrore. S'è fatto perdonare e nel contempo ha fatto capire chi comanda di nuovo a Itaca: di tutti i pretendenti e molestatori di Penelope sono due personaggi minori avranno salva la vita. E così ha dato l'impressione d'essere tornato per rivendicare una proprietà minacciata, di cui moglie e figlio costituivano un mero accessorio 7. Ulisse e le sirene
In realtà Ulisse non può essere riscattato dal suo ritorno in patria, dalla fedeltà coniugale affermata solo in ultima istanza, dall'amore dimostrato nei confronti di un figlio che è cresciuto all'ombra della sola madre. Non lo riscatta tutto ciò e neppure lo riscattano tutte le sue disavventure, che lui in fondo ha cercato per dare un senso alla sua vita errabonda, vana e vacua, e neppure il fatto ch'egli abbia dimostrato una indipendenza di giudizio nei confronti della religione ufficiale: Ulisse ha un atteggiamento troppo opportunista nei confronti degli dèi pagani falsi e bugiardi. Ulisse e le sirene
La vita di un uomo non può essere riscattata dalle disgrazie che avrebbe potuto tranquillamente evitare, se avesse vissuto una vita più normale, o peggio dagli ultimi cinque minuti in cui l'ha vissuta, accanto alla moglie e al figlio, da vero marito e da vero padre, perché non saranno questi minuti a porre le basi per un senso alternativo di umanità. Non a caso una leggenda lo fa morire oltre le colonne d'Ercole, alla ricerca di nuove avventure e giustamente Dante lo condanna all'Inferno (canto XXVI), non solo come consigliere fraudolento, ma anche come uomo folle ed egoista che porta alla rovina i suoi compagni, raggirati col miraggio d'una conoscenza illimitata (che nella Commedia appare fine a se stessa, ma che nella realtà storica diverrà occasione di saccheggi e devastazioni coloniali da parte dell'Europa borghese). Scilla e la nave di Ulisse
Ulisse deve smettere d'esserci simpatico. Uno che non ha imparato altro che a uccidere e mentire, uno che odia la cultura perché conosce solo l'uso della forza e dell'astuzia quando la forza non basta, uno che maschera dietro una serietà formale la propria superficialità, per quale motivo deve occupare un posto centrale nella cultura del nostro tempo e soprattutto nella cultura classica delle nostre scuole? Itaca


1 P.es. scannò Polissena, figlia di Priamo, sulla tomba di Achille per esaudire un desiderio postumo di costui. Una delle cose più vergognose che fece fu quella di far credere a Clitennestra che Achille voleva sposare sua figlia Ifigenia; invece ne aveva bisogno il padre Agamennone per sacrificarla ad Artemide.

2 Ulisse aveva un senso etico così relativo che quando ebbe necessità di trafugare i cavalli di Reso e il Palladio, promise al soldato troiano catturato, Dolone, un'alta ricompensa se li avesse aiutati, ma subito dopo aver ottenuto quanto cercava chiese la testa di Dolone e le sue spoglie le appese alla prua della sua nave. Nella stessa occasione, quasi pugnalò a tradimento il compagno Diomede, che era riuscito a mettere le mani sul Palladio prima di lui.

3 Tuttavia Ulisse quando si trattò di entrare in guerra contro Troia, onorando così lo stesso patto che lui aveva richiesto di firmare, si finse pazzo, e mentre stava arando la sabbia, Palamede tolse dalle braccia di Penelope il piccolo Telemaco e lo adagiò davanti all'aratro, costringendo Ulisse a fermarsi. Fu in quell'occasione ch'egli promise di vendicarsi di Palamede, riuscendo a farlo lapidare proprio durante la guerra troiana, dopo averlo fatto passare per un traditore (cfr Filostrato, Eroico).

4 A dir il vero esiste una versione sulla nascita di Ulisse che vede non in Laerte ma in Sisifo suo padre, il quale, per vendicarsi dei furti di bestiame che subiva da parte del nonno di Ulisse, Autolico, violentò la figlia di quest'ultimo, Anticlea, mettendola incinta. Fu proprio Autolico che mise a Ulisse il nome di Odisseo, che in greco significa "l'odioso".

5 Però volle a tutti i costi le armi di Achille, che invece sarebbero dovute spettare ad Aiace Telamonio, che era riuscito a trascinare il corpo e le armi di Achille dietro le linee. Aiace, umiliato da Ulisse, impazzì e si suicidò.

6 Attenzione che in Ulisse la curiosità intellettuale non coincide propriamente con l'esperienza culturale. Ulisse è refrattario alla cultura (p.es., fece di tutto per eliminare Palamede, figlio di Nauplio, molto più colto e geniale di lui).

7 Non dimentichiamo che Ulisse voleva sposare Elena, messa all'asta da suo padre Tindaro, e che sposò Penelope solo perché squattrinato. Fu in quell'occasione che chiese a tutti i principi Achei di firmare un patto di alleanza per difendere l'onore di Elena anche dopo il matrimonio; e da qui nascerà, formalmente, la guerra di Troia.
 


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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Storia - Storia antica
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Aggiornamento: 01/05/2015