POESIE IN LIBERTA'


PATRIZIA PESTRIN EVANGELISTA
 

Patrizia Pestrin Evangelista è nata a Trieste nel secolo scorso ma vive a Cesena dal 2000, città che per amore ha iniziato ad amare.
Ha studiato Lingue e Letterature Straniere all’Università Ca’ Foscari di Venezia, Storia Moderna all’Università di Trieste e Conservazione dei Beni Culturali all’Università Carlo Bo di Urbino.
Insegna al Liceo Scientifico ma si considera una creativa: compone poesia dai tempi dell’adolescenza e crea gioielli dai tempi dell’Università (da qualche anno la pura progettazione è diventata produzione artigianale a firma PatEvangelista).
Si definisce “lettrice compulsiva”, in questo caso convinta che la lettura sia l’unico disturbo nervoso di cui andare fieri.
Ama la natura in tutte le sue forme, ma principalmente al mattino, quando l’essere umano non ne ha ancora inquinato con la sua presenza gli aspetti migliori (rifacendosi così ampiamente al pensiero di William Wordsworth).
La perdita inaspettata del suo Federico nel 2005 ha tracciato un solco mai colmato nella sua esistenza, solco di cui rimane traccia nei suoi componimenti spesso stilati sotto forma di dialogo e altrettanto spesso ambientati nella Cesena di ieri e di oggi.

Fonte: NaturalWellness - Contatto

Seguire lo scorrere del flusso e la corrente
Che i germani al mattino si trascina
E le fronde che frusciano sui rami
Richiamano il vento e i suoi sussurri
Che arriva da pianure distanti
Dove il grano imbiondisce
In distese ondeggianti
E il fiato si forma
In figure rotonde..
E sull'argine invade
Una torma dorata
D'erba medica sinuosa
E altre corolle
Che accompagnano il mio passo
Nel vagare mattutino.

21.04.2013

Lieve primavera si allontana

Lieve primavera si allontana,
Lentamente, con l'aria un poco greve,
A tratti oggi spazzata
Dal vento delle mie radici.
Il sapore caldo dell'umido vapore
Che si leva dal Savio pigro e lento
Mi lascia sulla pelle
Un rorido velo
E capisco che fra poco
Il sole frustato dalle foglie
Dei platani
Coprirà rovente i tetti
Di rame
E ci dirà che il mondo
Va incontro a un'altra estate

19.05.2013

Stamane mentre andavo

Stamane mentre andavo
Col piccino
Sull'argine del Savio
Un po' increspato
Ho visto un frusciare
In mezzo all'erba
Nel silenzio dell'aria
Un poco greve
Di fieno tagliato
E umido vento.
Un musino impertinente,
E due, e tre,
Uno solo i cornini appena in vista,
Tre cerbiatti
In un attimo spariti,
L'agile corsa
Dei sinuosi corpi,
Le lunghe gambe
Slanciate, quasi in volo.
E ci guardarono, sì,
Quasi dubbiosi
se il piccino
dal manto Rosso cervo
Dovesse andar con loro
Oppur volerlo.
Il piccino guardava
Fra i rami fruscianti
della riva
Chiedendosi perché
Quei grandi cani
Levrieri aggraziati sempre in corsa
Non restassero qui
Tutto il mattino
A giocare con noi
Sul Lungosavio.

Cesena, 03.06.2013

Una buonanotte non detta

Una buonanotte non detta
Perché non ci sei.
Un bacio non dato
Perché non ti ho più al fianco.
Una carezza non sfiorata
Perché le mie dita
Non possono toccare il tuo volto.
Una vita non più vissuta
Perché te ne sei andato.

07.06.2013

Il Savio scorre placido

Il Savio scorre placido
Con le garzette intorno
E questo mondo fluviale
Già porta dell'estate
Il calmo segno.
Quale sarà il mio verso
Oggi che il tempo assola?

Cesena, 09.06.2013

Le voci risuonano

Le voci risuonano
Nell'eco dei miei pensieri
O forse dei miei ricordi.
Sempre la tua voce
Calda di accenti normanni
E suoni oschi
Vibrante di passione
E intenso amore
Torna a lenti rintocchi
E accompagna i miei passi
In questa città assonnata
Di un pomeriggio agostano.
Semplici i gesti
Fatti di cose buone,
Di colori e profumi
E delicati tocchi
A carezzare il viso
E la mia mente.

Cesena, 30.05.2013

Quanto è bello il mio Savio

Quanto è bello il mio Savio
A Ponte Vecchio,
Che lo scrosciar mi porta a tempi antichi
E i bianchi merli
Sui contrafforti assisi
Mi parlano del Sommo
E dei suoi tempi.
Che bello viaggiare nell'antico,
Nell'aria tersa
Dal vento natio spazzata,
Quando l'odor dell'erba
Era frutto di sudore e di fienaia.
Ma non vedo le macchine
Di corsa,
Né sento il loro rombo
Fastidioso,
Immersa come sono
In altro tempo
In colei cui il Savio bagna il fianco.

27.05.2013

Una giornata di sole

Una giornata di sole
L'aria azzurrina
Ancora fredda
Mi entra nelle nari
E mi riporta alle brume decembrine
Quando al mattino
Insieme ci alzavamo
Per gustare i silenzi
Dei nostri passi
Verso la collina e verso il Monte.
I corpi ancora caldi dalle coltri
Rabbrividivo nella felpa assai leggera
E mi dicevi di allungare il passo.
D'un tratto eravamo in cima
Scaldati dal cammino e l'energia
Come in montagna in fronte ad un bel fuoco.
Tornavamo a valle,
Il Savio già dorato
Dal sole che era sorto
E ci portava alla nostra casa
Per un nuovo giorno
Pien di vita.

26.05.2013

 

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Letteratura
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Aggiornamento: 13/06/2013