ARTE ANTICA MODERNA CONTEMPORANEA


Ritratto romano

Ritratto virile 535 (patrizio romano) – Museo Torlonia, Roma – I sec. a.C.

Dario Lodi

I romani non amarono particolarmente l’arte. Non ne avevano dimestichezza. La loro era una mentalità pratica che escludeva speculazioni “astratte”. D’altra parte, presso i popoli antichi solo quello greco di Atene aveva sviluppato il concetto di arte con consapevolezza e padronanza delle eterogenee attività intellettuali.

Certo, tranne il periodo classico, l’arte greca si affianca a quella ornamentale di altri popoli, ma lo fa avvalendosi sempre del pensiero per cui nell’eseguire c’è coscienza di fare non solo materialmente. Nel caso romano c’è invece coscienza di fare con uno scopo oggettivo: la celebrazione della propria potenza fisica, ad esempio.

I romani furono grandi costruttori di ponti, acquedotti, di manufatti utili alla vita materiale. Le loro costruzioni erano solide (molti resti lo dimostrano), ben piantate a terra, come prove di un possesso, di un dominio indiscutibile. I templi greci sembrano sollevati dal suolo, quasi pronti a volare in cielo; quelli romani appaiono un tutt’uno con il terreno. Quest’ultimo sembra sia stato costretto a cedere spazio.

Per quanto riguarda le opere d’arte di Roma, esse sono, pressoché completamente, copie di quelle greche. Le copie preferite appartengono a opere del periodo ellenistico (manieristico greco). Tutto ciò che proveniva dalla Grecia, era valutato come prestigioso. Averne delle copie significava aver raggiunto la massima considerazione sociale. Erano uno “status symbol”. La Grecia era letteralmente venerata dai romani, per motivi soprattutto extra artistici.

Roma repubblicana riuscì tuttavia a esprimere qualcosa d’interessante nella statuaria e particolarmente nel ritratto virile. Il ritratto virile romano era stato ereditato da quelli etruschi e dai soliti greci, ma il personaggio rappresentato è spesso originale.

E’ lo spirito repubblicano di Roma a ispirare gli artisti. Questo spirito produce tipi fieri, alla Catone, convinti del valore della civiltà romana. La convinzione deriva dai principi repubblicani innalzati a sistema dal Circolo degli Scipioni di metà del II sec. a.C. . dove si predicava la romanità come raggiungimento massimo dell’ordinamento civile equo. Il sistema avrebbe provveduto, paternalisticamente, a garantire l’equità.

La figura virile romana nasce dunque da un proposito nobile, civilmente molto avanzato. Perché questo proposito abbia senso compiuto, è necessario che la figura proposta come riferimento sia credibile.

La credibilità della figura virile romana poggia sulla corretta trasmissione delle virtù del repubblicano. I volti assumono quindi l’espressione di un vissuto particolare e di un futuro sicuro, posto sotto la protezione di un carattere fermo, determinato, frutto di esperienze fatte di vigore e di senso di responsabilità diretta.

Il romano figlio della gloriosa repubblica è un uomo che decide anche a costo di rimetterci personalmente pur di tenere alto il nome dell’istituzione che è chiamato a rappresentare. E’ un uomo solido, pratico e risolutivo.

La solidità e la praticità gli provengono anche da una certa formazione culturale, dove è presente l’assunzione di una coscienza oggettiva. L’uomo romano per eccellenza ha costretto i pensieri “superiori”, riguardanti il concetto di esistenza con il tutto, a un contenimento condizionato dalla filosofia stoica.

Lo stoicismo è la filosofia ideale del romano. In essa egli vi trova risposta e consolazione al proprio vivere. Gli dà una resistenza ad oltranza e un coraggio illimitato. Gli dà un’imbattibile forza interiore.

D’altro canto, lo scultore di questo ritratto virile propone il volto, l’espressione nuda e cruda del romano vincitore dei Cartaginesi, vincitore di Annibale, e fondatore della repubblica romana, la creazione più gloriosa dell’antichità.

La proposta è convincente. L’artista (sconosciuto, anonimo) ha realizzato, forse inconsapevolmente, un’immagine veritiera come mai con maestria artistica, sublimando magnificamente la figura ideale del romano vincitore e amministratore per eccellenza. E’ una sublimazione che persuade davvero.

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Enrico Galavotti - Homolaicus - Sezione Arte
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Aggiornamento: 09/02/2019